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Felice Varini – Rosso, giallo e giallo/nero
Una mostra personale dedicata a Felice Varini (Locarno, 1952), artista franco-svizzero di fama internazionale. L’esposizione presenta tre installazioni pittoriche site-specific distribuite sui due piani della galleria.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 25 maggio al 28 luglio 2023 la Galleria 10 A.M. ART di Milano, nella sua sede di corso San Gottardo 5, organizza una mostra personale dedicata a Felice Varini (Locarno, 1952), artista franco-svizzero di fama internazionale. L’esposizione presenta tre installazioni pittoriche site-specific distribuite sui due piani della galleria.
Così descrive il proprio progetto l’artista:
"Ciò che mi interessava era, per quanto concerne il progetto al piano terra, inglobare lo spazio nella sua totalità e generare un pezzo unico che mi permettesse di toccare l’ambiente complessivamente in tutte le sue caratteristiche, attraverso una doppia forma che incrociandosi generasse altre molteplici forme pittoriche. Mi premeva esaltare ancora di più questo luogo nella sua grandezza assoluta, attraverso un processo pittorico che evidenziando se stesso evidenziasse anche lo spazio in cui doveva essere accolto. Al piano inferiore, in uno spazio semplice pressochè monocromatico, sono presenti due lavori. Uno sulla parte architettonica più complessa di collegamento spaziale tra i due ambienti, l’altro sullo sfondo, che è quasi uno spazio dimenticato dove però la pittura può nascere, partendo dal rettangolo architettonico appena affermato dalla relazione spaziale di trave - pilastri laterali - pavimento, in cui si inscrivono tre ellissi concentriche. È una relazione diretta che la pittura ha con lo spazio, in una sorta di realtà astratta".
Felice Varini inizia la sua carriera negli anni Settanta concependo spazi urbani, paesaggi naturali ed ambienti interni come se fossero un foglio sul quale incollare forme geometriche bidimensionali. La bidimensionalità della forma viene intercettata e scomposta dalla tridimensionalità architettonica dell’ambiente, generando nuove dimensioni pittoriche che innescano un dialogo continuo con la percezione dello spazio. Muovendosi in esso l’osservatore può sperimentare infiniti punti di lettura ed immergersi in geometrie effimere e allo stesso tempo reali.
Il dipinto esiste nella sua integrità tanto quanto nei suoi frammenti.
Per ciascuna installazione site-specific esiste un unico punto, chiamato “punto di partenza potenziale”, dal quale tutti i tratti giungono ad una ridefinizione formale di senso compiuto mediante una tensione prospettica che, dal piano tridimensionale, ricompone la forma nella sua bidimensionalità.
È il punto di vista, sia fisico che meccanico, da cui l’artista ha proiettato il suo disegno, il tracciato che l’osservatore ha modo di conoscere per mezzo delle superfici di colore, in questo caso rosse, gialle e nere.
L’artista permette di esplorare la spazialità come esperienza percettiva, nel “qui e ora” dell’evento espositivo, attraverso il coinvolgimento attivo dello spettatore.
Felice Varini. Nota biografica
Felice Varini, nasce a Locarno nel 1952.
Si sposta a Parigi negli anni Ottanta, dove attualmente vive e lavora.
È dal 1978 che crea un suo spazio personale.
I suoi progetti iniziali sono perlopiù limitati agli spazi interni, mentre oggi i suoi lavori si sviluppano anche in siti di notevoli dimensioni, come edifici consecutivi o interi villaggi.
Tra le opere più importanti si ricordano quella nella Chiesa di San Stae a Venezia per la Biennale del 1988, il lavoro del 1989 al Centre Georges Pompidou, l’intervento nel Museo de Arte Carillo Gil a Mexico City del 1999, la partecipazione alla Singapore Biennale nel 2008, l’installazione al Victoria & Albert Museum di Londra del 2009, quella della mostra Dynamo al Grand Palais di Parigi del 2013, il progetto “Concentriques Excentriques” a Carcassonne del 2018 e quello al Centre administratif de la Ville de Bruxelles del 2022.
Così descrive il proprio progetto l’artista:
"Ciò che mi interessava era, per quanto concerne il progetto al piano terra, inglobare lo spazio nella sua totalità e generare un pezzo unico che mi permettesse di toccare l’ambiente complessivamente in tutte le sue caratteristiche, attraverso una doppia forma che incrociandosi generasse altre molteplici forme pittoriche. Mi premeva esaltare ancora di più questo luogo nella sua grandezza assoluta, attraverso un processo pittorico che evidenziando se stesso evidenziasse anche lo spazio in cui doveva essere accolto. Al piano inferiore, in uno spazio semplice pressochè monocromatico, sono presenti due lavori. Uno sulla parte architettonica più complessa di collegamento spaziale tra i due ambienti, l’altro sullo sfondo, che è quasi uno spazio dimenticato dove però la pittura può nascere, partendo dal rettangolo architettonico appena affermato dalla relazione spaziale di trave - pilastri laterali - pavimento, in cui si inscrivono tre ellissi concentriche. È una relazione diretta che la pittura ha con lo spazio, in una sorta di realtà astratta".
Felice Varini inizia la sua carriera negli anni Settanta concependo spazi urbani, paesaggi naturali ed ambienti interni come se fossero un foglio sul quale incollare forme geometriche bidimensionali. La bidimensionalità della forma viene intercettata e scomposta dalla tridimensionalità architettonica dell’ambiente, generando nuove dimensioni pittoriche che innescano un dialogo continuo con la percezione dello spazio. Muovendosi in esso l’osservatore può sperimentare infiniti punti di lettura ed immergersi in geometrie effimere e allo stesso tempo reali.
Il dipinto esiste nella sua integrità tanto quanto nei suoi frammenti.
Per ciascuna installazione site-specific esiste un unico punto, chiamato “punto di partenza potenziale”, dal quale tutti i tratti giungono ad una ridefinizione formale di senso compiuto mediante una tensione prospettica che, dal piano tridimensionale, ricompone la forma nella sua bidimensionalità.
È il punto di vista, sia fisico che meccanico, da cui l’artista ha proiettato il suo disegno, il tracciato che l’osservatore ha modo di conoscere per mezzo delle superfici di colore, in questo caso rosse, gialle e nere.
L’artista permette di esplorare la spazialità come esperienza percettiva, nel “qui e ora” dell’evento espositivo, attraverso il coinvolgimento attivo dello spettatore.
Felice Varini. Nota biografica
Felice Varini, nasce a Locarno nel 1952.
Si sposta a Parigi negli anni Ottanta, dove attualmente vive e lavora.
È dal 1978 che crea un suo spazio personale.
I suoi progetti iniziali sono perlopiù limitati agli spazi interni, mentre oggi i suoi lavori si sviluppano anche in siti di notevoli dimensioni, come edifici consecutivi o interi villaggi.
Tra le opere più importanti si ricordano quella nella Chiesa di San Stae a Venezia per la Biennale del 1988, il lavoro del 1989 al Centre Georges Pompidou, l’intervento nel Museo de Arte Carillo Gil a Mexico City del 1999, la partecipazione alla Singapore Biennale nel 2008, l’installazione al Victoria & Albert Museum di Londra del 2009, quella della mostra Dynamo al Grand Palais di Parigi del 2013, il progetto “Concentriques Excentriques” a Carcassonne del 2018 e quello al Centre administratif de la Ville de Bruxelles del 2022.
25
maggio 2023
Felice Varini – Rosso, giallo e giallo/nero
Dal 25 maggio al 28 luglio 2023
arte contemporanea
Location
10 A.M. ART
Milano, Corso San Gottardo, 5
Milano, Corso San Gottardo, 5
Orario di apertura
Dal Martedì al Venerdì dalle 10.00 - 12.30 e 14.30 - 18.00. Altri giorni solo su appuntamento
Vernissage
25 Maggio 2023, ore 17.00
Sito web
Autore
Autore testo critico
Progetto grafico