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Felice Vatteroni – L’occhio (in)discreto
Mostra celebrativa dell’artista nel centenario della nascita.
Comunicato stampa
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“Se nei tempi avvenire, come noi speriamo, ha scritto Raffaele De Grada, si farà il conto di quelli che sono rimasti scultori plastici, cioè scultori, del nostro periodo, un buon posto per Felice Vatteroni c’è, e qualcuno potrà godere delle sue opere come noi, amorosi dell’arte, ne godiamo oggi”. Artista, e prima di tutto scultore secondo l’accezione sopra evidenziata, ma anche devoto alla causa del bene pubblico e a lungo docente nel liceo Artistico di Carrara, Felice Vatteroni ha coniugato la naturale disposizione per l’arte con un fervido e appassionato impegno civile. Nato nel 1908 a Marina di Carrara, ha compiuto gli studi all’Accademia di Belle Arti della città, segnalandosi per il profitto e la particolare vicinanza a Carlo Fontana, allora docente di Plastica di Figura. Ha poi seguito l’itinerario consueto ai giovani diplomati della scuola di Scultura, distinguendosi nei concorsi pubblici e dedicandosi all’esercizio dell’arte secondo i canoni del tempo incentrati sulla figura umana e sulle imposte doti di modellatore dell’autore, di cui Vatteroni ha saputo dare saggi eccellenti. Appartenente alla generazione maturata a cavallo di due conflitti bellici, l’artista ne ha subito gli inevitabili effetti negativi. La ripresa della vita in un’Italia che faticosamente si apriva alla democrazia, ha visto Vatteroni impegnato anche nella ricostruzione del proprio paese e nella diretta assunzione di responsabilità politiche quale amministratore pubblico. Dalla metà degli anni cinquanta data il suo ritorno all’attività artistica con mostre personali in Italia e all’estero e la partecipazione a pubblici concorsi. Nel 1964 il Partito repubblicano gli commissiona un busto di Eugenio Chiesa, posto all’interno dell’area portuale di Marina di Carrara. Nel 1980 realizza, su incarico della Compagnia dei Portuali, il monumento al Buscaiol, il trasportatore a spalla delle lastre di marmo, collocato davanti al porto di Marina di Carrara. Nel 1985 scolpisce il Cristo nell’orto degli olivi per la chiesa di San Vittorino Romano.
Da segnalare per quanto riguarda la partecipazione alle manifestazioni artistiche nazionali e i riconoscimenti: gli inviti alla Biennale Internazionale di Scultura, Città di Carrara negli anni 1959, 1962 e 1969; l’ammissione nel 1965 alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e il conferimento nel 1991 del “Prix d’Honneur” del Salon di Champagne-sur-Seine (Francia). Felice Vatteroni si è spento il 30 giugno 1993.
Opere dell’artista si conservano nel Museo del Marmo di Carrara e nella chiesa di S.Sebastiano di Massa. Nel 1997 la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti ha accolto tra le sue collezioni Il marinaio, busto di terracotta degli anni quaranta, mentre la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze ha acquisito trentadue disegni realizzati tra il 1930 e il 1987. All’artista è stata intitolata una piazza nel borgo collinare di Fosdinovo e collocata in essa una sua scultura di donna.
La mostra, che celebra Felice Vatteroni al compimento di un secolo dalla nascita, per il sensibile e fattivo contributo del Comune di Carrara, della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e del Rotary Club di Carrara e Massa, intende documentare la sua peculiare identità di artista, del resto intima a chi ha visto la luce ai piedi dei bacini marmiferi delle Apuane. Nello spazio espositivo dell’aula della Chiesa del Suffragio di Carrara, verranno esposte oltre cinquanta opere di marmo e altri materiali, dedicate al tema della donna e circa quaranta tra quadri e disegni sullo stesso tema.
Dall’inizio degli anni sessanta la donna occupa con ritmo insistito e ritornante i pensieri di Vatteroni e i modi con i quali viene reso il soggetto rappresentano la risposta dell’autore alle mutazioni verificatesi nel mondo dell’arte. In tempi nei quali il territorio dell’espressione si era incommensurabilmente ampliato, smentendo i tradizionali ambiti disciplinari, l’artista al pari degli altri suoi coetanei, si vede costretto a riconsiderare l’essenza stessa del proprio mondo espressivo. Molti sono i segni di questa nuova volontà d’arte: l’uso di materiali quali il cemento, la terracotta, il bronzo e il marmo colorato, la dimensione piccola o contenuta dell’opera, sia nella scultura che nella pittura. Ma il tema che s’impone nella sua produzione è quello della donna. Di che tipo di donna si tratta? Umana e sensuale, tuttavia resa nella plastica con sobria risoluzione formale. Le figure sono in stazione eretta, ma non rigida, oscillano sul tronco o si avvitano per chiudersi nel circolo delle braccia intorno al collo o sopra il capo. Altre giacciono sul compasso aperto delle gambe o s’incurvano per allacciare una scarpetta, altrimenti sono supine o nell’atto elastico di un esercizio ginnico con gli arti svettanti. Per quanto esista varietà di gesti e attitudini resta la forte unità compositiva con alcuni tratti fisici reiterati: corpi allungati, teste piccole e affusolate, fianchi abbondanti e prominenti. L’autore compone un campionario di figure femminili pervase da un fremito di vivente umanità. E queste figurine, dai seni piccoli e appuntiti, che piegano lievemente il capo, raccolgono le membra, dichiarano una dimensione della femminilità compresa di verità umana. E’ la donna mediterranea che il sole e la luce svelano nella sua inderogabile natura.
Il titolo della mostra vuole testimoniare l’essenza del lavoro dell’artista, che con il mezzo del colore si rivolge alla sfera dell’intimità della donna, vista di spalle mentre si pettina o fa toletta, mollemente distesa sopra un soffice giaciglio, sdraiata sulla spiaggia o seduta a specchiare il proprio volto. Se è vero che ora l’occhio si fa curioso e impertinente, tuttavia la pittura non oltrepassa mai la soglia della convenienza. La carne trepida e il turgore del corpo non sono ostentazioni fastidiose bensì privilegio e vanto della femminilità. E le atmosfere che l’artista crea sulla tela ne fanno un canto vivente.
Da segnalare per quanto riguarda la partecipazione alle manifestazioni artistiche nazionali e i riconoscimenti: gli inviti alla Biennale Internazionale di Scultura, Città di Carrara negli anni 1959, 1962 e 1969; l’ammissione nel 1965 alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e il conferimento nel 1991 del “Prix d’Honneur” del Salon di Champagne-sur-Seine (Francia). Felice Vatteroni si è spento il 30 giugno 1993.
Opere dell’artista si conservano nel Museo del Marmo di Carrara e nella chiesa di S.Sebastiano di Massa. Nel 1997 la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti ha accolto tra le sue collezioni Il marinaio, busto di terracotta degli anni quaranta, mentre la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze ha acquisito trentadue disegni realizzati tra il 1930 e il 1987. All’artista è stata intitolata una piazza nel borgo collinare di Fosdinovo e collocata in essa una sua scultura di donna.
La mostra, che celebra Felice Vatteroni al compimento di un secolo dalla nascita, per il sensibile e fattivo contributo del Comune di Carrara, della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e del Rotary Club di Carrara e Massa, intende documentare la sua peculiare identità di artista, del resto intima a chi ha visto la luce ai piedi dei bacini marmiferi delle Apuane. Nello spazio espositivo dell’aula della Chiesa del Suffragio di Carrara, verranno esposte oltre cinquanta opere di marmo e altri materiali, dedicate al tema della donna e circa quaranta tra quadri e disegni sullo stesso tema.
Dall’inizio degli anni sessanta la donna occupa con ritmo insistito e ritornante i pensieri di Vatteroni e i modi con i quali viene reso il soggetto rappresentano la risposta dell’autore alle mutazioni verificatesi nel mondo dell’arte. In tempi nei quali il territorio dell’espressione si era incommensurabilmente ampliato, smentendo i tradizionali ambiti disciplinari, l’artista al pari degli altri suoi coetanei, si vede costretto a riconsiderare l’essenza stessa del proprio mondo espressivo. Molti sono i segni di questa nuova volontà d’arte: l’uso di materiali quali il cemento, la terracotta, il bronzo e il marmo colorato, la dimensione piccola o contenuta dell’opera, sia nella scultura che nella pittura. Ma il tema che s’impone nella sua produzione è quello della donna. Di che tipo di donna si tratta? Umana e sensuale, tuttavia resa nella plastica con sobria risoluzione formale. Le figure sono in stazione eretta, ma non rigida, oscillano sul tronco o si avvitano per chiudersi nel circolo delle braccia intorno al collo o sopra il capo. Altre giacciono sul compasso aperto delle gambe o s’incurvano per allacciare una scarpetta, altrimenti sono supine o nell’atto elastico di un esercizio ginnico con gli arti svettanti. Per quanto esista varietà di gesti e attitudini resta la forte unità compositiva con alcuni tratti fisici reiterati: corpi allungati, teste piccole e affusolate, fianchi abbondanti e prominenti. L’autore compone un campionario di figure femminili pervase da un fremito di vivente umanità. E queste figurine, dai seni piccoli e appuntiti, che piegano lievemente il capo, raccolgono le membra, dichiarano una dimensione della femminilità compresa di verità umana. E’ la donna mediterranea che il sole e la luce svelano nella sua inderogabile natura.
Il titolo della mostra vuole testimoniare l’essenza del lavoro dell’artista, che con il mezzo del colore si rivolge alla sfera dell’intimità della donna, vista di spalle mentre si pettina o fa toletta, mollemente distesa sopra un soffice giaciglio, sdraiata sulla spiaggia o seduta a specchiare il proprio volto. Se è vero che ora l’occhio si fa curioso e impertinente, tuttavia la pittura non oltrepassa mai la soglia della convenienza. La carne trepida e il turgore del corpo non sono ostentazioni fastidiose bensì privilegio e vanto della femminilità. E le atmosfere che l’artista crea sulla tela ne fanno un canto vivente.
08
novembre 2008
Felice Vatteroni – L’occhio (in)discreto
Dall'otto novembre al 06 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
CHIESA DEL SUFFRAGIO
Carrara, Via Plebiscito, (Massa-carrara)
Carrara, Via Plebiscito, (Massa-carrara)
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 17,30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore