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Felici dentro: Maradona per Castanò
Kromìa presenta presso Riot Laundry Bar “Felici dentro: Maradona per Castanò”, mostra personale di omaggio al fotoreporter Franco Castanò prematuramente scomparso nel 2014. Nel corso della serata inaugurale, dj-set di Maradona Sound System.
Comunicato stampa
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"Se non sono felice dentro, non riesco a essere un campione" (D.A. Maradona)
Kromìa presenta presso Riot Laundry Bar “Felici dentro: Maradona per Castanò”, mostra personale di omaggio al fotoreporter Franco Castanò prematuramente scomparso nel 2014. Nel corso della serata inaugurale, dj-set di Maradona Sound System.
In mostra, sei opere fotografiche di medio formato in bianco e nero di Franco Castanò, titolare per anni dell’agenzia fotogiornalistica Pressphoto attiva dagli anni ‘70, l’uno e l’altra tra i principali e più acuti testimoni della cronaca della città partenopea e della storia del Calcio Napoli.
In scatti indimenticabili, l’icona di Maradona si rivela persona e mito attraverso lo sguardo unico dell’autore.
Molte delle immagini sono assolutamente inedite, ed esposte per la prima volta da Kromìa in questa occasione presso Riot Laundry Bar.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Perché Franco era così: solare e generoso, fotoreporter che non dimenticava mai, un po’ come l’asso argentino, che il suo lavoro l’aveva scelto perché lo rendeva felice, così come mai tralasciava di cercare, anche nei più scottanti fatti di cronaca, l’umanità – e non la strumentalizzazione morbosa – di una storia. E quella storia d’amore là, tra un ragazzo e il suo mare di sguardi, quel giorno e per molti anni ancora dopo, Castanò l’ha sempre guardata negli occhi, dalla sua camera, puntando l’obiettivo e il cuore verso Maradona come se fossero soli. Così come a ciascuno e uno a uno quel campione, che per tutti sarebbe diventato semplicemente Diego, tirava baci quel giorno».
Al termine della mostra, le opere resteranno in vendita, oltre che presso Spazio Kromìa, anche presso Riot Laundry Bar.
L’evento si inserisce infatti nel progetto di collaborazione di Kromìa con Riot Laundry Bar, spazio di creatività e incontro trasversale in piena linea con la mission Kromìa di allargamento della fruizione artistica e dell’espressione fotografica.
La mostra è anche quindi occasione per Kromìa di arricchire, in espansione dell’attività della sua sede storica di via Diodato Lioy, il suo corner espositivo e di vendita - dedicato in particolare a opere di piccolo formato in gift box - presso Riot Laundry Bar.
Di seguito, testo critico integrale di Diana Gianquitto.
(scorrere per testo critico)
Testo critico:
Franco e Diego
di Diana Gianquitto
"Se non sono felice dentro, non riesco a essere un campione" (D.A. Maradona)
Ebbrezza.
La folla è un’arena, i cori un unico corpo. Il Divo Diego avanza, con fare quasi timido, subito sciolto in un abbraccio istintivo. Quello che non sai nemmeno perché, ma avvolge da subito le grandi storie d’amore, come l’immediato riconoscersi l’uno nell’altra del più vulcanico fantasista della storia con Partenope, che la fantasia ce l’ha da sempre avuta ogni giorno nel vivere e resistere, nonostante i suoi molteplici martirii. Così come ha bruciante, in quel caldo luglio del 1984 in cui Maradona viene presentato al San Paolo - ancora troppo vicino alle macerie del novembre di quattro anni prima - la voglia di risorgere alla dignità e alla gioia dopo il devastante terremoto. E la rinascita dell’orgoglio di un popolo può passare anche da un campo verde. Lo saluterà il giovane argentino, dopo l’emozione iniziale e alla fine di quel pomeriggio, riempiendolo di baci, e sapendo che la festa e l’amore sarebbero solo iniziati, in quel momento. E ne diventerà, di quel prato e di tutta la città che ogni domenica vi riversava il proprio pensiero, il simbolo, il terapeuta, il sogno di rialzarsi.
Dietro di lui c’è un fotografo, un testimone, un uomo, che guarda da uomo e da solo a solo - nell’anfiteatro incombente che di migliaia di corpi ne fa uno - quello che già era stato incoronato Re del calcio: Franco Castanò, titolare della storica agenzia fotogiornalistica Pressphoto, una delle più attive che Napoli e il Meridione abbiano mai avuto. Sceglie prospettive alle spalle, laterali, inaspettatamente intime, Castanò. Entra nelle pieghe di quegli occhi ancora fanciulli, e forse proprio per questo già ardenti, del campione che non ha mai dimenticato di voler essere, semplicemente, quel ragazzo che si diverte troppo a tirar calci e che un giorno era stato scoperto talento nella sua città natale. Il fotografo lo segue nelle esultazioni, bizzarrie, gestualità e sospensioni spontanee, cercando e trovando la persona nell’icona. E nel coglierne i capelli al vento, in un istintivo rovesciare la testa, lo staglia anche contro un background sfocato e abbacinato – quasi gotico sfondo sacrale fatto metà di cielo, metà di folla di tifosi/fedeli – rivelandone la doppia natura di uomo e di mito.
Perché Franco era così: solare e generoso, fotoreporter che non dimenticava mai, un po’ come l’asso argentino, che il suo lavoro l’aveva scelto perché lo rendeva felice, così come mai tralasciava di cercare, anche nei più scottanti fatti di cronaca, l’umanità – e non la strumentalizzazione morbosa – di una storia. E quella storia d’amore là, tra un ragazzo e il suo mare di sguardi, quel giorno e per molti anni ancora dopo, Castanò l’ha sempre guardata negli occhi, dalla sua camera, puntando l’obiettivo e il cuore verso Maradona come se fossero soli. Così come a ciascuno e uno a uno quel campione, che per tutti sarebbe diventato semplicemente Diego, tirava baci quel giorno.
Kromìa presenta presso Riot Laundry Bar “Felici dentro: Maradona per Castanò”, mostra personale di omaggio al fotoreporter Franco Castanò prematuramente scomparso nel 2014. Nel corso della serata inaugurale, dj-set di Maradona Sound System.
In mostra, sei opere fotografiche di medio formato in bianco e nero di Franco Castanò, titolare per anni dell’agenzia fotogiornalistica Pressphoto attiva dagli anni ‘70, l’uno e l’altra tra i principali e più acuti testimoni della cronaca della città partenopea e della storia del Calcio Napoli.
In scatti indimenticabili, l’icona di Maradona si rivela persona e mito attraverso lo sguardo unico dell’autore.
Molte delle immagini sono assolutamente inedite, ed esposte per la prima volta da Kromìa in questa occasione presso Riot Laundry Bar.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Perché Franco era così: solare e generoso, fotoreporter che non dimenticava mai, un po’ come l’asso argentino, che il suo lavoro l’aveva scelto perché lo rendeva felice, così come mai tralasciava di cercare, anche nei più scottanti fatti di cronaca, l’umanità – e non la strumentalizzazione morbosa – di una storia. E quella storia d’amore là, tra un ragazzo e il suo mare di sguardi, quel giorno e per molti anni ancora dopo, Castanò l’ha sempre guardata negli occhi, dalla sua camera, puntando l’obiettivo e il cuore verso Maradona come se fossero soli. Così come a ciascuno e uno a uno quel campione, che per tutti sarebbe diventato semplicemente Diego, tirava baci quel giorno».
Al termine della mostra, le opere resteranno in vendita, oltre che presso Spazio Kromìa, anche presso Riot Laundry Bar.
L’evento si inserisce infatti nel progetto di collaborazione di Kromìa con Riot Laundry Bar, spazio di creatività e incontro trasversale in piena linea con la mission Kromìa di allargamento della fruizione artistica e dell’espressione fotografica.
La mostra è anche quindi occasione per Kromìa di arricchire, in espansione dell’attività della sua sede storica di via Diodato Lioy, il suo corner espositivo e di vendita - dedicato in particolare a opere di piccolo formato in gift box - presso Riot Laundry Bar.
Di seguito, testo critico integrale di Diana Gianquitto.
(scorrere per testo critico)
Testo critico:
Franco e Diego
di Diana Gianquitto
"Se non sono felice dentro, non riesco a essere un campione" (D.A. Maradona)
Ebbrezza.
La folla è un’arena, i cori un unico corpo. Il Divo Diego avanza, con fare quasi timido, subito sciolto in un abbraccio istintivo. Quello che non sai nemmeno perché, ma avvolge da subito le grandi storie d’amore, come l’immediato riconoscersi l’uno nell’altra del più vulcanico fantasista della storia con Partenope, che la fantasia ce l’ha da sempre avuta ogni giorno nel vivere e resistere, nonostante i suoi molteplici martirii. Così come ha bruciante, in quel caldo luglio del 1984 in cui Maradona viene presentato al San Paolo - ancora troppo vicino alle macerie del novembre di quattro anni prima - la voglia di risorgere alla dignità e alla gioia dopo il devastante terremoto. E la rinascita dell’orgoglio di un popolo può passare anche da un campo verde. Lo saluterà il giovane argentino, dopo l’emozione iniziale e alla fine di quel pomeriggio, riempiendolo di baci, e sapendo che la festa e l’amore sarebbero solo iniziati, in quel momento. E ne diventerà, di quel prato e di tutta la città che ogni domenica vi riversava il proprio pensiero, il simbolo, il terapeuta, il sogno di rialzarsi.
Dietro di lui c’è un fotografo, un testimone, un uomo, che guarda da uomo e da solo a solo - nell’anfiteatro incombente che di migliaia di corpi ne fa uno - quello che già era stato incoronato Re del calcio: Franco Castanò, titolare della storica agenzia fotogiornalistica Pressphoto, una delle più attive che Napoli e il Meridione abbiano mai avuto. Sceglie prospettive alle spalle, laterali, inaspettatamente intime, Castanò. Entra nelle pieghe di quegli occhi ancora fanciulli, e forse proprio per questo già ardenti, del campione che non ha mai dimenticato di voler essere, semplicemente, quel ragazzo che si diverte troppo a tirar calci e che un giorno era stato scoperto talento nella sua città natale. Il fotografo lo segue nelle esultazioni, bizzarrie, gestualità e sospensioni spontanee, cercando e trovando la persona nell’icona. E nel coglierne i capelli al vento, in un istintivo rovesciare la testa, lo staglia anche contro un background sfocato e abbacinato – quasi gotico sfondo sacrale fatto metà di cielo, metà di folla di tifosi/fedeli – rivelandone la doppia natura di uomo e di mito.
Perché Franco era così: solare e generoso, fotoreporter che non dimenticava mai, un po’ come l’asso argentino, che il suo lavoro l’aveva scelto perché lo rendeva felice, così come mai tralasciava di cercare, anche nei più scottanti fatti di cronaca, l’umanità – e non la strumentalizzazione morbosa – di una storia. E quella storia d’amore là, tra un ragazzo e il suo mare di sguardi, quel giorno e per molti anni ancora dopo, Castanò l’ha sempre guardata negli occhi, dalla sua camera, puntando l’obiettivo e il cuore verso Maradona come se fossero soli. Così come a ciascuno e uno a uno quel campione, che per tutti sarebbe diventato semplicemente Diego, tirava baci quel giorno.
14
dicembre 2017
Felici dentro: Maradona per Castanò
Dal 14 dicembre 2017 al 07 gennaio 2018
fotografia
Location
RIOT LAUNDRY BAR
Napoli, Via Michele Kerbaker, 19, (Napoli)
Napoli, Via Michele Kerbaker, 19, (Napoli)
Orario di apertura
Orari Riot Laundry Bar:
lun-sab 8.00-2.00
dom 18.00-2.00
Orari Spazio Kromìa:
lunedì, mercoledì, venerdì: ore 10.30-13.30 e 16.30-19.30; martedì, giovedì, sabato: ore 10.30-13.30
Vernissage
14 Dicembre 2017, h 19.00
Autore
Curatore