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Feltus Irwin – UmbratileAmerica
Ecco un compendio che parla con un tono alto e fortemente rappresentativo della storia e del presente della famiglia Feltus Irwin. Quattro persone, Lani Irwin, Alan, Tobias e Joseph Feltus, un nucleo che, sinergicamente o autonomamente, ha creato con il proprio fare artistico una sorta di zona franca, un’ideale enclave tra la cultura di provenienza, quella americana, e le acquisizioni attuali insite nella tradizione figurativa italiana ed europea, producendo opere che fluttuano tra due mondi e che sembrano silenziosamente fremere di eterea concretezza.
Comunicato stampa
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Ecco un compendio che parla con un tono alto e fortemente rappresentativo della storia e del presente della famiglia Feltus Irwin. Quattro persone, Lani Irwin, Alan, Tobias e Joseph Feltus, un nucleo che, sinergicamente o autonomamente, ha creato con il proprio fare artistico una sorta di zona franca, un’ideale enclave tra la cultura di provenienza, quella americana, e le acquisizioni attuali insite nella tradizione figurativa italiana ed europea, producendo opere che fluttuano tra due mondi e che sembrano silenziosamente fremere di eterea concretezza.
Individuare un’etichetta sarebbe riduttivo per lo stupore radicale dei personaggi, che sembrano apparizioni proiettate da mondi paralleli, molto vicini a noi, forse nelle nostre stesse menti e nelle nostre anime e ci sfidano con parvenze di indiscutibile umanità, non facili da gestire con le categorie del quotidiano.
Il volto è cifra ricorrente nella pittura di Alan e rappresenta una sorta di messaggio essenziale, con colori attenuati, ma con un’ espressività di dolcezza profonda, di meraviglia, di curiosità. I tratti somatici della donna si configurano come una richiesta del soggetto, metafora della condizione umana, di approvazione nei confronti di un mondo contemplato e desiderato.
Insistita è la riflessione sulla femminilità/umanità nell’opera di Lani, variamente costruita qui soprattutto tramite i collages che uniscono immagini di carte da gioco, riproduzioni tardogotiche e modellini delle riviste di moda o di ornitologia a figurette di un fantasy d’antan, come i mostri delle prime riduzioni cinematografiche di alcuni grandi romanzi: migrazioni da un inconscio in fermento.
Tobias e Joseph, i due figli, generano figurazioni di un mondo cortese, abitato da giullari, da paggi, da nobili contornati dai particolari di nature morte, da tarocchi, da citazioni pittoriche, suggerite o esplicite, che tutti ben conosciamo. A fargli compagnia ci sono personaggi figli del nostro immaginario, evoluzione naturale degli abitatori della “terra di mezzo” artistica creata da questa famiglia. Al pari di altre coppie famose, ma con assoluta autonomia e peculiarità, squadernano una rappresentazione stereografica del mondo, interpretando con ruoli e funzioni diverse la loro compatibile diversità.
L’uso del video è magistrale, specie nell’animazione che fa agire le figure nello spazio con inquieta, metafisica, irrisione. Ognuno dei tre video è diverso: uno stop motion con una storia ben delineata, intrisa di suggestioni beckettiane, un film noir con la grazia delle prime pellicole mute, infine, il più recente, una surreale e ironica parodia della video arte, ma anche catalogo in movimento delle fotografie della mostra. Tutti e tre con musiche degne di attenzione.La cura del lavoro è assoluta, una ricerca della precisione che si unisce ad un senso dell’ironia raro e soffuso.
Il completo controllo dei colori, le studiate costruzioni dell’inquadratura o l’uso inflessibile dei mezzi tradizionali per le immagini fotografiche di Tobias e Joseph, sono un patrimonio familiare, una risorsa che è certamente frutto di studi e sofferenze, ma che sembra quasi un naturale giacimento a disposizione da cui Alan, Lani, Joseph e Tobias attingono con disinvoltura.
Enrico Sciamanna
Francesca Sciamanna
Individuare un’etichetta sarebbe riduttivo per lo stupore radicale dei personaggi, che sembrano apparizioni proiettate da mondi paralleli, molto vicini a noi, forse nelle nostre stesse menti e nelle nostre anime e ci sfidano con parvenze di indiscutibile umanità, non facili da gestire con le categorie del quotidiano.
Il volto è cifra ricorrente nella pittura di Alan e rappresenta una sorta di messaggio essenziale, con colori attenuati, ma con un’ espressività di dolcezza profonda, di meraviglia, di curiosità. I tratti somatici della donna si configurano come una richiesta del soggetto, metafora della condizione umana, di approvazione nei confronti di un mondo contemplato e desiderato.
Insistita è la riflessione sulla femminilità/umanità nell’opera di Lani, variamente costruita qui soprattutto tramite i collages che uniscono immagini di carte da gioco, riproduzioni tardogotiche e modellini delle riviste di moda o di ornitologia a figurette di un fantasy d’antan, come i mostri delle prime riduzioni cinematografiche di alcuni grandi romanzi: migrazioni da un inconscio in fermento.
Tobias e Joseph, i due figli, generano figurazioni di un mondo cortese, abitato da giullari, da paggi, da nobili contornati dai particolari di nature morte, da tarocchi, da citazioni pittoriche, suggerite o esplicite, che tutti ben conosciamo. A fargli compagnia ci sono personaggi figli del nostro immaginario, evoluzione naturale degli abitatori della “terra di mezzo” artistica creata da questa famiglia. Al pari di altre coppie famose, ma con assoluta autonomia e peculiarità, squadernano una rappresentazione stereografica del mondo, interpretando con ruoli e funzioni diverse la loro compatibile diversità.
L’uso del video è magistrale, specie nell’animazione che fa agire le figure nello spazio con inquieta, metafisica, irrisione. Ognuno dei tre video è diverso: uno stop motion con una storia ben delineata, intrisa di suggestioni beckettiane, un film noir con la grazia delle prime pellicole mute, infine, il più recente, una surreale e ironica parodia della video arte, ma anche catalogo in movimento delle fotografie della mostra. Tutti e tre con musiche degne di attenzione.La cura del lavoro è assoluta, una ricerca della precisione che si unisce ad un senso dell’ironia raro e soffuso.
Il completo controllo dei colori, le studiate costruzioni dell’inquadratura o l’uso inflessibile dei mezzi tradizionali per le immagini fotografiche di Tobias e Joseph, sono un patrimonio familiare, una risorsa che è certamente frutto di studi e sofferenze, ma che sembra quasi un naturale giacimento a disposizione da cui Alan, Lani, Joseph e Tobias attingono con disinvoltura.
Enrico Sciamanna
Francesca Sciamanna
09
luglio 2009
Feltus Irwin – UmbratileAmerica
Dal 09 luglio al 09 agosto 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
VILLA SALUS
Bastia Umbra, Via Ettore Maiorana, (Perugia)
Bastia Umbra, Via Ettore Maiorana, (Perugia)
Vernissage
9 Luglio 2009, ore 20
Autore
Curatore