Proseguono con successo le mostre al Teatro Filodrammatici: dopo i mosaici di Somaini, le immagini di Ventura e l’installazione di Reimondo, tocca ora ad uno dei volti più noti del teatro italiano, Ferdinando Bruni, mostrare i propri lavori ed un altro aspetto della sua poliedrica personalità. Le opere qui esposte traggono ispirazione del mondo di Sade, al secolo Donatien Alphonse François (da qui l’acronimo D.A.F.). Tra Arte e Teatro esiste uno scambio proficuo a partire dal Novecento. Già dalle avanguardie storiche, non soltanto gli artisti hanno collaborato in diverse forme con il teatro ma, viceversa, lo spettacolo dal vivo è entrato nel mondo dell’arte con le performance, le azioni, gli happening. Il Teatro Filodrammatici, luogo di una drammaturgia del presente, torna ad essere spazio di dialogo con l’arte contemporanea. In questo nuovo progetto espositivo è l’artista stesso - attore, regista, scenografo, costumista, traduttore e artista visivo – ad interpretarne il confronto. Per Ferdinando Bruni, infatti, non ci sono limiti al racconto. Perdute memorie e singoli frammenti evocatori di una propria storia - un brandello di stoffa, pagine strappate da misteriosi quaderni, antiche cornici – sono condotti a nuova vita dal disegno e dall’assemblage dell’artista, creatore di nuove narrazioni la cui trama ciascuno di noi può cucire secondo la propria immaginazione. E, ancora una volta, tutto è Teatro.