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Ferdinando Cioffi – Portraits
In occasione verranno presentate 40 opere dell’autore tutte riprodotte nel Libro “Portraits” edito da Edizioni d’Arte Ghelfi – Verona
Comunicato stampa
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Una mostra che segna un punto fermo nella carriera di uno dei più importanti fotografi europei.
Ferdinando Cioffi da sempre si muove in un milieu colto del quale fanno parte soprattutto artisti (pittori e scultori), giornalisti, personaggi dello spettacolo. Con qualche incursione nel mondo dell’aristocrazia europea e in quello dei grandi chefs.
Cioffi presenta in questa rassegna di immagini, non a caso tutte delle medesime dimensioni e in un formato, quello del quadrato, che sottolinea l’idea del ritratto contenuto in una forma geometrica perfetta, i personaggi che più hanno corrisposto alla sua idea di fotografia storica. Cioffi fissa nei suoi scatti un momento preciso della vita delle persone, ma con un tono così sospeso e così distaccato dagli eventi mondani che il soggetto diventa qualcosa di assoluto. Alla maniera fiamminga il suo lavoro si avvale di un uso della luce radente e morbida, quasi provenisse da una fonte esterna. I volti ne risultano magnificati, lo sguardo brilla e fissa lo spettatore, mentre gli oggetti che occupano lo spazio dicono dettagli preziosi della vita quotidiana e delle abitudini del protagonista. Gli ottanta lavori esposti svelano inoltre al visitatore la grande attrazione esercitata sul fotografo italo-americano dal mondo del cinema e dalle sue tecniche.
Anna Caterina Bellati
FERDINANDO CIOFFI, un fotografo luminista
Denis Curti
La fotografia è spesso declinata attraverso generi e stili e, per dirla subito, Ferdinando Cioffi è un fotografo luminista. Transitato giovanissimo dagli studi newyorkesi dei grandi maestri Richard Avedon e Irving Penn, da cui ha appreso i segreti del ritratto fotografico, sviluppa ben presto una particolarissima sensibilità nel trattamento della luce. Al pari dei soggetti che ritrae, questa è protagonista indiscutibile di ogni sua immagine. Definisce con profusione di particolari il modellato di figure che si stagliano sul fondo assumendo un tono eroico e solenne. Addirittura definitivo.
Pure osservando il canone della ritrattistica ufficiale, le immagini di Cioffi svelano un interessante approfondimento psicologico. La sessione di posa si definisce come un incontro fra il fotografo ed i propri soggetti, durante il quale si sviluppa un rapporto carico d’empatia e condivisione. E’ come se in assenza di dialogo e confronto, fosse impossibile lo scatto.
In questo contesto dialogico, di fronte al suo obiettivo allora sostano uomini e donne, individui e non tipologie di individui, celebri personaggi che, dismesse maschere, ruoli e travestimenti pubblici, svelano apertamente la propria intimità, dichiarando la loro personalità.
Nei ritratti di Cioffi l’ambiente concorre in misura determinante a descrivere il profondo di ogni soggetto umano. Anziché stagliarsi contro lo sfondo omogeneo e neutro di uno studio di posa, molti sono ripresi nei luoghi dove abitano o svolgono la propria professione. Talvolta si confondono con lo spazio delimitato dall’inquadratura. Poi la scena viene riempita con oggetti appartenenti alla biografia di ciascuno. Come nelle opere indimenticabili di Arnold Newman, spesso si tratta degli oggetti che utilizzano per il proprio lavoro, o sono il frutto di quel lavoro. Funzionano come didascalie. Dichiarano indubitabilmente di chi si tratta senza usare parole. Così Fernando Botero è sovrastato dalle ipertrofiche sculture che ha realizzato per i musei e le città di tutto il mondo, Boltanski è in piedi di fronte ai propri struggenti bianchi e neri, Michelangelo Pistoletto ha alle spalle una serie di specchi che moltiplicano lo spazio in cui si trova.
La pratica del ritratto implica un rapporto di forza fra fotografante e fotografato. Dalla propria posizione privilegiata Cioffi sceglie di rendersi invisibile per lasciare emergere l’anima di chi, giorno dopo giorno, osserva per un istante attraverso il mirino della propria macchina fotografica.
Ferdinando Cioffi da sempre si muove in un milieu colto del quale fanno parte soprattutto artisti (pittori e scultori), giornalisti, personaggi dello spettacolo. Con qualche incursione nel mondo dell’aristocrazia europea e in quello dei grandi chefs.
Cioffi presenta in questa rassegna di immagini, non a caso tutte delle medesime dimensioni e in un formato, quello del quadrato, che sottolinea l’idea del ritratto contenuto in una forma geometrica perfetta, i personaggi che più hanno corrisposto alla sua idea di fotografia storica. Cioffi fissa nei suoi scatti un momento preciso della vita delle persone, ma con un tono così sospeso e così distaccato dagli eventi mondani che il soggetto diventa qualcosa di assoluto. Alla maniera fiamminga il suo lavoro si avvale di un uso della luce radente e morbida, quasi provenisse da una fonte esterna. I volti ne risultano magnificati, lo sguardo brilla e fissa lo spettatore, mentre gli oggetti che occupano lo spazio dicono dettagli preziosi della vita quotidiana e delle abitudini del protagonista. Gli ottanta lavori esposti svelano inoltre al visitatore la grande attrazione esercitata sul fotografo italo-americano dal mondo del cinema e dalle sue tecniche.
Anna Caterina Bellati
FERDINANDO CIOFFI, un fotografo luminista
Denis Curti
La fotografia è spesso declinata attraverso generi e stili e, per dirla subito, Ferdinando Cioffi è un fotografo luminista. Transitato giovanissimo dagli studi newyorkesi dei grandi maestri Richard Avedon e Irving Penn, da cui ha appreso i segreti del ritratto fotografico, sviluppa ben presto una particolarissima sensibilità nel trattamento della luce. Al pari dei soggetti che ritrae, questa è protagonista indiscutibile di ogni sua immagine. Definisce con profusione di particolari il modellato di figure che si stagliano sul fondo assumendo un tono eroico e solenne. Addirittura definitivo.
Pure osservando il canone della ritrattistica ufficiale, le immagini di Cioffi svelano un interessante approfondimento psicologico. La sessione di posa si definisce come un incontro fra il fotografo ed i propri soggetti, durante il quale si sviluppa un rapporto carico d’empatia e condivisione. E’ come se in assenza di dialogo e confronto, fosse impossibile lo scatto.
In questo contesto dialogico, di fronte al suo obiettivo allora sostano uomini e donne, individui e non tipologie di individui, celebri personaggi che, dismesse maschere, ruoli e travestimenti pubblici, svelano apertamente la propria intimità, dichiarando la loro personalità.
Nei ritratti di Cioffi l’ambiente concorre in misura determinante a descrivere il profondo di ogni soggetto umano. Anziché stagliarsi contro lo sfondo omogeneo e neutro di uno studio di posa, molti sono ripresi nei luoghi dove abitano o svolgono la propria professione. Talvolta si confondono con lo spazio delimitato dall’inquadratura. Poi la scena viene riempita con oggetti appartenenti alla biografia di ciascuno. Come nelle opere indimenticabili di Arnold Newman, spesso si tratta degli oggetti che utilizzano per il proprio lavoro, o sono il frutto di quel lavoro. Funzionano come didascalie. Dichiarano indubitabilmente di chi si tratta senza usare parole. Così Fernando Botero è sovrastato dalle ipertrofiche sculture che ha realizzato per i musei e le città di tutto il mondo, Boltanski è in piedi di fronte ai propri struggenti bianchi e neri, Michelangelo Pistoletto ha alle spalle una serie di specchi che moltiplicano lo spazio in cui si trova.
La pratica del ritratto implica un rapporto di forza fra fotografante e fotografato. Dalla propria posizione privilegiata Cioffi sceglie di rendersi invisibile per lasciare emergere l’anima di chi, giorno dopo giorno, osserva per un istante attraverso il mirino della propria macchina fotografica.
21
settembre 2007
Ferdinando Cioffi – Portraits
Dal 21 settembre al primo ottobre 2007
fotografia
Location
GALLERIA D’ARTE GIORGIO GHELFI
Verona, Piazza Delle Erbe, 31, (Verona)
Verona, Piazza Delle Erbe, 31, (Verona)
Orario di apertura
10-13 / 15.30-19.30 - escluso festivi
Vernissage
21 Settembre 2007, ore 18.00
Autore