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Ferdinando Coppola
La mostra raccoglie molte opere di un artista che si richiama alla Optical Art e che nei suoi quadri riporta la molteplicità di ciò che ci circonda, a pochi tratti, a linee flussuose, a raggiere, a spicchi.
Comunicato stampa
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Dopo il grande successo riscosso dalla mostra del fiorentino Roberto Sguanci, Confarte e la Consulta Cultura & Società propongono un altro valente artista toscano: Ferdinando Coppola. La mostra, che verrà inaugurata sabato 10 maggio 2008 alle ore 17.30, si svolgerà nei locali della Sede di Maliseti (via D. Saccenti 19/21 – PRATO) di Confartigianato Imprese Prato.
Ferdinando Coppola nasce nel 1945 a Viareggio dove vive e lavora. Iscritto all'Accademia di Belle arti di Carrara nel 1971, si diploma al Corso di Scultura. L'anno successivo si iscrive al Corso di Pittura instaurando ottimi rapporti con docenti come Pier Carlo Santini, Luigi Bernardi e Domenico Viaggiano, docente di tecniche calcografiche. La sua attività artistica inizia nel 1970 con una mostra personale alla galleria Procellaria di Sarzana e, nello stesso anno, è scelto come rappresentante dell'Accademia alla "II Esposiçao de Arte Universitaria " di Lisbona, ottenendo un ottimo successo. Ancora studente frequenta lo studio di Carlo Mattioli e, a Viareggio, quelli di Renato Santini e di Mario Colzi. Nel 1974 conosce a Roma Giulio Turcato ed Emilio Greco e frequenta i loro laboratori. Espone alla Galleria E. Alfieri in via del Corso. Rientrato a Viareggio prosegue il percorso didattico presso il Liceo Artistico di Lucca. Pur avendo abbandonato la scultura frequenta i laboratori della ditta Henraux dove incontra Marino Marini, Henry Moore e altri maestri della scultura italiana. Nel 1974 è tra i fondatori dell'Associazione Amatori d'Arte (A.A.A) e collabora all'allestimento delle mostre del Premio Letterario Viareggio (Emilio Greco, Ugo Attardi, Renato Guttuso, Augusto Murer, ecc..). Nel 1980 è tra i fondatori dell'Associazione Artisti Versiliesi (A.A.V.) della quale ne sarà il vicepresidente fino al 1993. Nel 1982 ottiene il Comando dalla S.B.A.A.A., presso il Museo di Palazzo Mansi a Lucca dove è responsabile della Sezione Didattica. Da alcuni anni si dedica alla progettazione grafica. Ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all'estero (Francia, Germania, Portogallo, Giappone, ecc...).
Parlare con Ferdinando Coppola è una continua sorpresa, una scoperta affascinante delle possibilità dell'artista, pittore, scultore o inventore. Coppola riesce a vedere e a cogliere nelle immagini soltanto le linee e le forme essenziali, senza mai perdere di vista i riferimenti originali. I suoi quadri sono originali e trasformano all'infinito i tratti essenziali di un settore particolarissimo, di una porzione della realtà studiata nei suoi dettagli valorizzati dalla luce, come è possibile verificare, per esempio, nella serie di opere in cui il soggetto viene recuperato dall' analisi della capigliatura della Venere dipinta dal Botticelli o dalle pieghe degli abiti raffigurati nei dipinti di Van der Wayden. Coppola, nel rielaborare queste immagini, utilizza la luce per dare corpo e dinamicità alle forme che tendono ad assumere un significato originale, inteso nel senso più profondo del termine, cioè dotate di energia e valore autonomo. Un'esplosione di luce e di colori che s'intersecano secondo la sensibilità dell'artista e che si ripetono in progressioni matematiche praticamente all'infinito. Rimane comunque la linea l'elemento costruttivo essenziale e contemporaneamente la chiave di lettura delle sue opere: la linea retta, la linea curva, la linea spezzata, la curva e la spezzata insieme, si muovono e si combinano a creare giochi geometrici per tutta la superficie del quadro ed oltre. Non per nulla i suoi quadri non hanno cornice, per consentirci d'immaginare la prosecuzione all'infinito di questi giochi visivi che cambiano continuamente a seconda del punto di vista scelto dallo spettatore. Inoltre, i quadri di Coppola sono il risultato di uno studio attento, sia nella fase progettuale, che in quella esecutiva durante la quale si serve di una tecnica particolare. (Giovanna Caverni Marcantoni)
I suoi lavori pittorici nascono dunque in tranquillità, con la consapevolezza creativa di dare all'altrui persona un messaggio estetico con diverse decifrazioni, le quali affrontano direttamente la realtà portata in essere mediante il dato decorativo e quello espressivo. In poche parole, la sua pittura è un dare e ricevere, una comunicazione che in un mondo pieno di muri e di palizzate - fisiche e mentali -, fa conoscere le idee e i propri sentimenti per mezzo di una sorta di lirismo filtrato attraverso i valori delle esperienze passate, certamente con non ultimi l'insegnamento e i contatti artistico culturali, e, ovviamente, il ritmo costante della analisi condensata in armonie e in tensioni d'un tutto impegnato come continuità vitale. Ferdinando Coppola è molto esigente con se stesso e forse per taluni in modo eccessivo; è un uomo serio che cementa le linee e i colori con la propria cultura affidando tutta la sua opera al pubblico che in fondo è assieme al tempo il miglior critico e giudice inflessibile. (Lodovico Gierut)
Coppola è fuori dalla gestualità capricciosa e inconcludente di un' arte e di un segno guidati spesso dalla velocità - pseudocreativa - attesa quasi come "moda" da questa Società dell'effimero, come è lontano dall'ingenua riproduzione di immagini legate ai post o agli ismi: egli si mantiene ormai sul piano di un costruttivismo lirico e ordinato in cui l'efficienza del colore puro aiuta una bidimensionalità spaziale che ricorda non questo o quel periodo particolare della Storia ma si inserisce nel più complesso e generale percorso di rinnovamento della pittura in senso moderno. Sotto o dentro il colore respira il mondo. Tra le tante illusioni concesse all'uomo quella dell'arte è almeno la più resistente nel tempo e consente continue rievocazioni e reinterpretazioni del nostro creare, cioè del nostro esistere. Non credo che tutto il lavoro di Coppola si concluda nell' analisi di una ricerca fine a se stessa. Siamo certi che il suo lavoro incida direttamente sull' avventura continua della "conoscenza" non fosse altro per l'incitamento che ci propone nel ricombinare i tasselli di una ricerca che io non considero fine a se stessa, quindi puramente decorativa. Anzi. Tutti i linguaggi, figurativi o no, hanno la propria gratuità intrinseca, la propria spiritualità, intrecciando fini e mezzi in vista di risultati legati all'uomo e alla sua storia. Qui semmai - sovvertendo la regola - è lo spazio che torna a concludersi nel tempo dell'invenzione, all'immediato godimento di un bene percettivo esaltante e ludico. (Dino Carlesi)
Ferdinando Coppola nasce nel 1945 a Viareggio dove vive e lavora. Iscritto all'Accademia di Belle arti di Carrara nel 1971, si diploma al Corso di Scultura. L'anno successivo si iscrive al Corso di Pittura instaurando ottimi rapporti con docenti come Pier Carlo Santini, Luigi Bernardi e Domenico Viaggiano, docente di tecniche calcografiche. La sua attività artistica inizia nel 1970 con una mostra personale alla galleria Procellaria di Sarzana e, nello stesso anno, è scelto come rappresentante dell'Accademia alla "II Esposiçao de Arte Universitaria " di Lisbona, ottenendo un ottimo successo. Ancora studente frequenta lo studio di Carlo Mattioli e, a Viareggio, quelli di Renato Santini e di Mario Colzi. Nel 1974 conosce a Roma Giulio Turcato ed Emilio Greco e frequenta i loro laboratori. Espone alla Galleria E. Alfieri in via del Corso. Rientrato a Viareggio prosegue il percorso didattico presso il Liceo Artistico di Lucca. Pur avendo abbandonato la scultura frequenta i laboratori della ditta Henraux dove incontra Marino Marini, Henry Moore e altri maestri della scultura italiana. Nel 1974 è tra i fondatori dell'Associazione Amatori d'Arte (A.A.A) e collabora all'allestimento delle mostre del Premio Letterario Viareggio (Emilio Greco, Ugo Attardi, Renato Guttuso, Augusto Murer, ecc..). Nel 1980 è tra i fondatori dell'Associazione Artisti Versiliesi (A.A.V.) della quale ne sarà il vicepresidente fino al 1993. Nel 1982 ottiene il Comando dalla S.B.A.A.A., presso il Museo di Palazzo Mansi a Lucca dove è responsabile della Sezione Didattica. Da alcuni anni si dedica alla progettazione grafica. Ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all'estero (Francia, Germania, Portogallo, Giappone, ecc...).
Parlare con Ferdinando Coppola è una continua sorpresa, una scoperta affascinante delle possibilità dell'artista, pittore, scultore o inventore. Coppola riesce a vedere e a cogliere nelle immagini soltanto le linee e le forme essenziali, senza mai perdere di vista i riferimenti originali. I suoi quadri sono originali e trasformano all'infinito i tratti essenziali di un settore particolarissimo, di una porzione della realtà studiata nei suoi dettagli valorizzati dalla luce, come è possibile verificare, per esempio, nella serie di opere in cui il soggetto viene recuperato dall' analisi della capigliatura della Venere dipinta dal Botticelli o dalle pieghe degli abiti raffigurati nei dipinti di Van der Wayden. Coppola, nel rielaborare queste immagini, utilizza la luce per dare corpo e dinamicità alle forme che tendono ad assumere un significato originale, inteso nel senso più profondo del termine, cioè dotate di energia e valore autonomo. Un'esplosione di luce e di colori che s'intersecano secondo la sensibilità dell'artista e che si ripetono in progressioni matematiche praticamente all'infinito. Rimane comunque la linea l'elemento costruttivo essenziale e contemporaneamente la chiave di lettura delle sue opere: la linea retta, la linea curva, la linea spezzata, la curva e la spezzata insieme, si muovono e si combinano a creare giochi geometrici per tutta la superficie del quadro ed oltre. Non per nulla i suoi quadri non hanno cornice, per consentirci d'immaginare la prosecuzione all'infinito di questi giochi visivi che cambiano continuamente a seconda del punto di vista scelto dallo spettatore. Inoltre, i quadri di Coppola sono il risultato di uno studio attento, sia nella fase progettuale, che in quella esecutiva durante la quale si serve di una tecnica particolare. (Giovanna Caverni Marcantoni)
I suoi lavori pittorici nascono dunque in tranquillità, con la consapevolezza creativa di dare all'altrui persona un messaggio estetico con diverse decifrazioni, le quali affrontano direttamente la realtà portata in essere mediante il dato decorativo e quello espressivo. In poche parole, la sua pittura è un dare e ricevere, una comunicazione che in un mondo pieno di muri e di palizzate - fisiche e mentali -, fa conoscere le idee e i propri sentimenti per mezzo di una sorta di lirismo filtrato attraverso i valori delle esperienze passate, certamente con non ultimi l'insegnamento e i contatti artistico culturali, e, ovviamente, il ritmo costante della analisi condensata in armonie e in tensioni d'un tutto impegnato come continuità vitale. Ferdinando Coppola è molto esigente con se stesso e forse per taluni in modo eccessivo; è un uomo serio che cementa le linee e i colori con la propria cultura affidando tutta la sua opera al pubblico che in fondo è assieme al tempo il miglior critico e giudice inflessibile. (Lodovico Gierut)
Coppola è fuori dalla gestualità capricciosa e inconcludente di un' arte e di un segno guidati spesso dalla velocità - pseudocreativa - attesa quasi come "moda" da questa Società dell'effimero, come è lontano dall'ingenua riproduzione di immagini legate ai post o agli ismi: egli si mantiene ormai sul piano di un costruttivismo lirico e ordinato in cui l'efficienza del colore puro aiuta una bidimensionalità spaziale che ricorda non questo o quel periodo particolare della Storia ma si inserisce nel più complesso e generale percorso di rinnovamento della pittura in senso moderno. Sotto o dentro il colore respira il mondo. Tra le tante illusioni concesse all'uomo quella dell'arte è almeno la più resistente nel tempo e consente continue rievocazioni e reinterpretazioni del nostro creare, cioè del nostro esistere. Non credo che tutto il lavoro di Coppola si concluda nell' analisi di una ricerca fine a se stessa. Siamo certi che il suo lavoro incida direttamente sull' avventura continua della "conoscenza" non fosse altro per l'incitamento che ci propone nel ricombinare i tasselli di una ricerca che io non considero fine a se stessa, quindi puramente decorativa. Anzi. Tutti i linguaggi, figurativi o no, hanno la propria gratuità intrinseca, la propria spiritualità, intrecciando fini e mezzi in vista di risultati legati all'uomo e alla sua storia. Qui semmai - sovvertendo la regola - è lo spazio che torna a concludersi nel tempo dell'invenzione, all'immediato godimento di un bene percettivo esaltante e ludico. (Dino Carlesi)
10
maggio 2008
Ferdinando Coppola
Dal 10 maggio al 10 luglio 2008
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO – MALISETI
Prato, Via Dino Saccenti, 19, (Prato)
Prato, Via Dino Saccenti, 19, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì: 8.30-13 14.30-18, venerdì: 8.30-13 (su richiesta apertura nel pomeriggio)
Vernissage
10 Maggio 2008, ore 17.30
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