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Ferdy Poloni – New Orientalist
Il titolo della mostra è “New Orientalist”. Nella falsariga della tematica orientale, saranno presentati, infatti, i nuovi lavori che rappresentano un punto di arrivo (ma a causa delle caratteristiche di ricerca infinita che sta nel credo dell’artista anche un nuovo punto di partenza) del lungo viaggio iniziato molti anni fa, e che lo hanno portato attraverso sperimentazioni di materiali e di tecniche, prima a indirizzare le sue opere nella serie dei viaggi, poi alla più specifica serie dei viaggi in oriente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledì 21 ottobre 2009, alle ore 21, grazie al coordinamento di Roberto Vidali per Juliet Productions e di Gary Lee Dove, a Trieste, al T w i n s C l u b A.S.D.C., in via Economo 5, I piano, si inaugura la personale del pittore Ferdy Poloni.
Il titolo della mostra è “New Orientalist”. Nella falsariga della tematica orientale, saranno presentati, infatti, i nuovi lavori che rappresentano un punto di arrivo (ma a causa delle caratteristiche di ricerca infinita che sta nel credo dell’artista anche un nuovo punto di partenza) del lungo viaggio iniziato molti anni fa, e che lo hanno portato attraverso sperimentazioni di materiali e di tecniche, prima a indirizzare le sue opere nella serie dei viaggi, poi alla più specifica serie dei viaggi in oriente; che in queste nuove opere, pur portando in sé intrinseco il significato del confronto tra culture diverse, aprono a una nuova realtà pittorica che si può definire volta a un “nuovo orientalismo”.
Un orientalismo che abbandona il significato di semplice veduta rappresentativa, per appropriarsi dei simboli e dei colori che diventano icone di modernità per mezzo delle quali si concretizzano i riferimenti al mondo berbero, un mondo che l’autore vede ancora incontaminato, conservatore delle tradizioni, ricco di colori e di sapori; e che utilizza appunto come contrapposizione concettuale a quella realtà globalizzata e contaminata da molti fattori negativi (inquinamento e distruzione delle biodiversità) e che sono gli elementi principali della denuncia che esso vuole fare.
Forme, figure, colori, materiali, ci faranno immergere in un mondo parallelo apparentemente attraente e ricco di sensazioni che però in realtà cela il grigio e povero mondo reale che l’artista percepisce.
Ferdy Poloni, nel cercare la nostra condivisione, si fa carico delle culture meno evolute dal punto di vista tecnologico, della loro problematica sopravvivenza nei confronti di un imperialismo culturale, che appiattisce le menti per produrre mercati omogenei, in cui si possono far circolare gli stessi prodotti di consumo.
Ma non sono proprio le differenze il sale del mondo, la necessaria aritmia foriera di confronto e crescita comune? Come intuiva McLuhan, con la rete dei media, abbiamo nella nostra carne tutta la pelle del mondo: non è ancora seccata dal sole, ma va bene lo stesso! A rassicurarci non è la terra, quanto i cieli di questi miraggi, di un arancione vitalistico, coinvolgente, auspicante una dialettica intensa.
Non è forse l’artista che, “minoritario” verso la cultura dominante, paga sulla propria pelle il “disturbo” che arreca, anche solamente per il proprio modo d’essere? In definitiva, chi muove i fili di questo mercato socializzato? “Who’s the ball maker?”
Il titolo della mostra è “New Orientalist”. Nella falsariga della tematica orientale, saranno presentati, infatti, i nuovi lavori che rappresentano un punto di arrivo (ma a causa delle caratteristiche di ricerca infinita che sta nel credo dell’artista anche un nuovo punto di partenza) del lungo viaggio iniziato molti anni fa, e che lo hanno portato attraverso sperimentazioni di materiali e di tecniche, prima a indirizzare le sue opere nella serie dei viaggi, poi alla più specifica serie dei viaggi in oriente; che in queste nuove opere, pur portando in sé intrinseco il significato del confronto tra culture diverse, aprono a una nuova realtà pittorica che si può definire volta a un “nuovo orientalismo”.
Un orientalismo che abbandona il significato di semplice veduta rappresentativa, per appropriarsi dei simboli e dei colori che diventano icone di modernità per mezzo delle quali si concretizzano i riferimenti al mondo berbero, un mondo che l’autore vede ancora incontaminato, conservatore delle tradizioni, ricco di colori e di sapori; e che utilizza appunto come contrapposizione concettuale a quella realtà globalizzata e contaminata da molti fattori negativi (inquinamento e distruzione delle biodiversità) e che sono gli elementi principali della denuncia che esso vuole fare.
Forme, figure, colori, materiali, ci faranno immergere in un mondo parallelo apparentemente attraente e ricco di sensazioni che però in realtà cela il grigio e povero mondo reale che l’artista percepisce.
Ferdy Poloni, nel cercare la nostra condivisione, si fa carico delle culture meno evolute dal punto di vista tecnologico, della loro problematica sopravvivenza nei confronti di un imperialismo culturale, che appiattisce le menti per produrre mercati omogenei, in cui si possono far circolare gli stessi prodotti di consumo.
Ma non sono proprio le differenze il sale del mondo, la necessaria aritmia foriera di confronto e crescita comune? Come intuiva McLuhan, con la rete dei media, abbiamo nella nostra carne tutta la pelle del mondo: non è ancora seccata dal sole, ma va bene lo stesso! A rassicurarci non è la terra, quanto i cieli di questi miraggi, di un arancione vitalistico, coinvolgente, auspicante una dialettica intensa.
Non è forse l’artista che, “minoritario” verso la cultura dominante, paga sulla propria pelle il “disturbo” che arreca, anche solamente per il proprio modo d’essere? In definitiva, chi muove i fili di questo mercato socializzato? “Who’s the ball maker?”
21
ottobre 2009
Ferdy Poloni – New Orientalist
Dal 21 ottobre al 30 novembre 2009
arte contemporanea
Location
TWINS CLUB
Trieste, Via Giovanni E Demetrio Economo, 5, (Trieste)
Trieste, Via Giovanni E Demetrio Economo, 5, (Trieste)
Vernissage
21 Ottobre 2009, ore 21
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