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Fernando Garbellotto – Frattale. La rete come idea del mondo
La Fondazione Mudima di Milano presenta la personale di Fernando Garbellotto “Frattale. La rete come idea del mondo”, un’indagine a cura di Arianna Baldoni, sulle ricerche dell’artista veneto, a partire dalle opere degli anni ’90 sino ad oggi, per definire la sua poetica sul tema del frattale.
Comunicato stampa
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La Fondazione Mudima di Milano presenta la personale di Fernando Garbellotto “Frattale. La rete come idea del mondo”, un’indagine a cura di Arianna Baldoni, sulle ricerche dell’artista veneto, a partire dalle opere degli anni ’90 sino ad oggi, per definire la sua poetica sul tema del frattale.
Fernando Garbellotto, dalla seconda metà degli anni ’80, affascinato dalle teorie di Benoit Mandelbrot sul caos e sui frattali e sul superamento della geometria Euclidea nella rappresentazione della natura, traccia un nuovo campo di indagine e si avvia verso nuove rappresentazioni iconografiche. Inizia così la serie dei Frattali, dando un significato concreto al rapporto fra arte e scienza che ritiene indissolubile poiché afferma che “l’una si nutre dell’altra: l’arte e la filosofia fondano le loro radici sia su quanto la scienza ha scoperto, sia - e forse soprattutto - su quanto la scienza non ha ancora scoperto, mentre la scienza affida per lo più alla filosofia e all’arte il compito di tracciare il campo di indagine su cui lavorare”.
La mostra che apre il 30 novembre alla Fondazione Mudima presenta un nucleo di opere, dalle serie dei Frattali d'aria ai Frattali di terra e quindi alle Reti frattali, che descrivono la ricerca di Garbellotto sul tema del frattale, il fulcro del suo cammino artistico. Questi tre cicli di opere che si susseguono in ordine temporale tracciano il percorso d’indagine delle forme geometriche della natura che appaiono meno evidenti ma non per questo meno affascinanti
Il ciclo dei Frattali d’aria (1995-1999) nasce con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo aereo che ci circonda: le nuvole, le turbolenze del vento, le correnti d’aria. Nel mondo dei frattali infatti è basilare poter vedere le cose come appaiono se viste su scale diverse. Queste opere vogliono rendere proprio quest’idea, accostando e sovrapponendo tra loro delle piccole forme curvilinee fatte con velature di colori acrilici all’acqua. Avvicinandosi al dipinto possiamo distinguere una ad una queste piccole forme curvilinee ma se ci allontaniamo di qualche metro ecco che le piccole forme perdono la loro individualità, la loro forma per dare luogo ad una immagine d’insieme completamente diversa. Lo stesso presupposto vale per i Frattali di terra (1998-2003), più materici e stratificati, dove l’indagine si sposta dal mondo aereo a quello solido, terrestre. Realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela, le opere di questo ciclo si fanno tridimensionali e propongono di osservare un granello di sabbia, le cui molecole risultano come filamenti accostati, intrecciati e sovrapposti gli uni agli altri fino a lasciar vedere la possibile complessità della struttura fisica e geometrica di un apparentemente semplice granello di sabbia.
Punto di sintesi della ricerca degli ultimi 20 anni sono le Reti frattali, complessi lavori concepiti come veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi. Realizzate con tele di cotone resinate, dipinte, tagliate in strisce e annodate in forma di reticolo geometrico montate su telaio oppure libere, prive di struttura, sono diventate la cifra dell'artista e costituiscono la peculiarità della sua produzione. Questo infatti è il tema sul quale Garbellotto, ormai da decenni, concentra la sua ricerca, la RETE che può ormai essere considerata il simbolo che meglio rappresenta e sintetizza questi nostri ultimi anni. La percezione del mondo vivente come rete di relazioni rende il ragionare in questa prospettiva la caratteristica fondamentale del pensiero sistemico. L’avvento del “pensiero a rete” infatti sta condizionando il modo di intendere e di descrivere la lunga storia della conoscenza scientifica che oggi, con l’avvento della relatività e della fisica quantistica - responsabili del crollo delle colonne portanti di Galileo e di Newton - viene vista come una rete flessibile di relazioni di conoscenza che si produce autonomamente e non più come il tetragono edificio del sapere. Il pensiero a rete, inoltre, sta conquistando una posizione sempre più centrale per la comprensione dell’ecologia profonda, intesa come studio delle indissolubili relazioni che legano tra loro tutti gli abitanti del pianeta, siano essi appartenenti al regno vegetale che a quello animale.
“Il mondo - conclude l’artista - non è altro che la rete di queste interazioni”.
In mostra saranno riuniti un corpus di Reti frattali monocrome, assieme a un'installazione ambientale realizzata per l'occasione. Inoltre sarà proiettato il video Fractal Net Dancing della performance che si è tenuta alla MetFilm School di Londra nel 2014.
Fernando Garbellotto, dalla seconda metà degli anni ’80, affascinato dalle teorie di Benoit Mandelbrot sul caos e sui frattali e sul superamento della geometria Euclidea nella rappresentazione della natura, traccia un nuovo campo di indagine e si avvia verso nuove rappresentazioni iconografiche. Inizia così la serie dei Frattali, dando un significato concreto al rapporto fra arte e scienza che ritiene indissolubile poiché afferma che “l’una si nutre dell’altra: l’arte e la filosofia fondano le loro radici sia su quanto la scienza ha scoperto, sia - e forse soprattutto - su quanto la scienza non ha ancora scoperto, mentre la scienza affida per lo più alla filosofia e all’arte il compito di tracciare il campo di indagine su cui lavorare”.
La mostra che apre il 30 novembre alla Fondazione Mudima presenta un nucleo di opere, dalle serie dei Frattali d'aria ai Frattali di terra e quindi alle Reti frattali, che descrivono la ricerca di Garbellotto sul tema del frattale, il fulcro del suo cammino artistico. Questi tre cicli di opere che si susseguono in ordine temporale tracciano il percorso d’indagine delle forme geometriche della natura che appaiono meno evidenti ma non per questo meno affascinanti
Il ciclo dei Frattali d’aria (1995-1999) nasce con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo aereo che ci circonda: le nuvole, le turbolenze del vento, le correnti d’aria. Nel mondo dei frattali infatti è basilare poter vedere le cose come appaiono se viste su scale diverse. Queste opere vogliono rendere proprio quest’idea, accostando e sovrapponendo tra loro delle piccole forme curvilinee fatte con velature di colori acrilici all’acqua. Avvicinandosi al dipinto possiamo distinguere una ad una queste piccole forme curvilinee ma se ci allontaniamo di qualche metro ecco che le piccole forme perdono la loro individualità, la loro forma per dare luogo ad una immagine d’insieme completamente diversa. Lo stesso presupposto vale per i Frattali di terra (1998-2003), più materici e stratificati, dove l’indagine si sposta dal mondo aereo a quello solido, terrestre. Realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela, le opere di questo ciclo si fanno tridimensionali e propongono di osservare un granello di sabbia, le cui molecole risultano come filamenti accostati, intrecciati e sovrapposti gli uni agli altri fino a lasciar vedere la possibile complessità della struttura fisica e geometrica di un apparentemente semplice granello di sabbia.
Punto di sintesi della ricerca degli ultimi 20 anni sono le Reti frattali, complessi lavori concepiti come veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi. Realizzate con tele di cotone resinate, dipinte, tagliate in strisce e annodate in forma di reticolo geometrico montate su telaio oppure libere, prive di struttura, sono diventate la cifra dell'artista e costituiscono la peculiarità della sua produzione. Questo infatti è il tema sul quale Garbellotto, ormai da decenni, concentra la sua ricerca, la RETE che può ormai essere considerata il simbolo che meglio rappresenta e sintetizza questi nostri ultimi anni. La percezione del mondo vivente come rete di relazioni rende il ragionare in questa prospettiva la caratteristica fondamentale del pensiero sistemico. L’avvento del “pensiero a rete” infatti sta condizionando il modo di intendere e di descrivere la lunga storia della conoscenza scientifica che oggi, con l’avvento della relatività e della fisica quantistica - responsabili del crollo delle colonne portanti di Galileo e di Newton - viene vista come una rete flessibile di relazioni di conoscenza che si produce autonomamente e non più come il tetragono edificio del sapere. Il pensiero a rete, inoltre, sta conquistando una posizione sempre più centrale per la comprensione dell’ecologia profonda, intesa come studio delle indissolubili relazioni che legano tra loro tutti gli abitanti del pianeta, siano essi appartenenti al regno vegetale che a quello animale.
“Il mondo - conclude l’artista - non è altro che la rete di queste interazioni”.
In mostra saranno riuniti un corpus di Reti frattali monocrome, assieme a un'installazione ambientale realizzata per l'occasione. Inoltre sarà proiettato il video Fractal Net Dancing della performance che si è tenuta alla MetFilm School di Londra nel 2014.
30
novembre 2023
Fernando Garbellotto – Frattale. La rete come idea del mondo
Dal 30 novembre 2023 al 26 gennaio 2024
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
11-13 e 14-17:30
Vernissage
30 Novembre 2023, 18:00
Sito web
Editore
Fondazione Mudima
Ufficio stampa
Emanuela Filippi | Eventi e Comunicazione
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico