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Fernando Mena Soanez – Mn’ez
L’artista invita a prendere parte alle sue visioni che si manifestano attraverso un cromatismo che combina impressioni di ciò che ora lo circonda e memorie della sua terra d’origine, la Spagna
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FERNANDO MENA SOANEZ
MN’EZ
A cura di Fabio Vito
Testo critico di Chiara Andreani
Inaugurazione mercoledì 8 aprile ore 19.00
Fernando con le sue tele di grande formato ci invita ad entrare nel suo racconto.
Ci invita a prendere parte alle sue visioni che si manifestano attraverso un cromatismo che combina impressioni di ciò che ora lo circonda (diverse tonalità di verde delle montagne comasche e dell’ambiente lacustre) e memorie della sua terra d’origine, la Spagna, attraverso paesaggi che si trasformano in giochi di incastri di forme e colori, perché nelle sue tele il paesaggio da soggetto diventa pretesto per articolati studi sulle componenti pittoriche.
Le immagini e le parti costitutive dei suoi paesaggi sono trasformate in composizioni in cui segni e colori acquistano valori e significati in sé (soprattutto nei suoi disegni) e la loro fitta ripetizione nello spazio, realizzata attraverso una particolare tecnica, richiama alla mente il decorativismo di certa arte applicata, soprattutto quella delle vetrate.
La figura umana perde la sua centralità, l’uomo è ora una forma come le altre e si con-fonde con lo spazio che la circonda.
Il paesaggio in questi lavori non ha ruolo secondario di sfondo, di ambientazione, ma è protagonista, insieme all’uomo, della composizione.
Figura e spazio nascono nello stesso istante e si con-fondono una nell’altro, i loro confini sono condivisi così che una figura suggerisce già l’inizio della successiva, in un continuo rimando alle diverse componenti del quadro e alla totalità della visione d’insieme.
Le forme si incastrano una nell’altra sostenendosi vicendevolmente, come in un’enorme puzzle, o come nel cloisonné dove il filo metallico separa e contemporaneamente tiene insieme le diverse parti di vetro colorato.
Nati come pretesto pittorico, uomo e ambiente diventano anche punto di partenza per una riflessione che porta lo spettatore a interrogarsi della sua situazione di essere-nel-mondo e della sua dipendenza dall’ambiente in cui l’esistenza stessa può dispiegarsi pienamente solo in quanto si è in un mondo e si interagisce con esso attraverso un’esperienza percettiva.
Per questo Fernando “gioca” con il paesaggio, deformandolo, trasformandolo, raccontandolo attraverso forme e colori, e con la figura umana, che proprio in esso e per esso può sperimentare diversi approcci e concezioni alla e della realtà.
Queste grandi tele sembrano illuminate da una luce interna, i colori caldi sono accesi e rafforzati dai complementari giustapposti all’interno del dipinto.
Le pennellate sono veloci, cariche di tensione espressiva, il colore è ottenuto attraverso diverse stratificazioni e accostamenti, sono visibili le tracce dei continui passaggi del gesto pittorico sulla superficie, testimonianza di una grande attenzione e tensione per il risultato finale, che imprimono sulla tela orme visibili del loro passaggio trasformandola in un campo semantico in cui forme e colori ne costituiscono il linguaggio.
MN’EZ
A cura di Fabio Vito
Testo critico di Chiara Andreani
Inaugurazione mercoledì 8 aprile ore 19.00
Fernando con le sue tele di grande formato ci invita ad entrare nel suo racconto.
Ci invita a prendere parte alle sue visioni che si manifestano attraverso un cromatismo che combina impressioni di ciò che ora lo circonda (diverse tonalità di verde delle montagne comasche e dell’ambiente lacustre) e memorie della sua terra d’origine, la Spagna, attraverso paesaggi che si trasformano in giochi di incastri di forme e colori, perché nelle sue tele il paesaggio da soggetto diventa pretesto per articolati studi sulle componenti pittoriche.
Le immagini e le parti costitutive dei suoi paesaggi sono trasformate in composizioni in cui segni e colori acquistano valori e significati in sé (soprattutto nei suoi disegni) e la loro fitta ripetizione nello spazio, realizzata attraverso una particolare tecnica, richiama alla mente il decorativismo di certa arte applicata, soprattutto quella delle vetrate.
La figura umana perde la sua centralità, l’uomo è ora una forma come le altre e si con-fonde con lo spazio che la circonda.
Il paesaggio in questi lavori non ha ruolo secondario di sfondo, di ambientazione, ma è protagonista, insieme all’uomo, della composizione.
Figura e spazio nascono nello stesso istante e si con-fondono una nell’altro, i loro confini sono condivisi così che una figura suggerisce già l’inizio della successiva, in un continuo rimando alle diverse componenti del quadro e alla totalità della visione d’insieme.
Le forme si incastrano una nell’altra sostenendosi vicendevolmente, come in un’enorme puzzle, o come nel cloisonné dove il filo metallico separa e contemporaneamente tiene insieme le diverse parti di vetro colorato.
Nati come pretesto pittorico, uomo e ambiente diventano anche punto di partenza per una riflessione che porta lo spettatore a interrogarsi della sua situazione di essere-nel-mondo e della sua dipendenza dall’ambiente in cui l’esistenza stessa può dispiegarsi pienamente solo in quanto si è in un mondo e si interagisce con esso attraverso un’esperienza percettiva.
Per questo Fernando “gioca” con il paesaggio, deformandolo, trasformandolo, raccontandolo attraverso forme e colori, e con la figura umana, che proprio in esso e per esso può sperimentare diversi approcci e concezioni alla e della realtà.
Queste grandi tele sembrano illuminate da una luce interna, i colori caldi sono accesi e rafforzati dai complementari giustapposti all’interno del dipinto.
Le pennellate sono veloci, cariche di tensione espressiva, il colore è ottenuto attraverso diverse stratificazioni e accostamenti, sono visibili le tracce dei continui passaggi del gesto pittorico sulla superficie, testimonianza di una grande attenzione e tensione per il risultato finale, che imprimono sulla tela orme visibili del loro passaggio trasformandola in un campo semantico in cui forme e colori ne costituiscono il linguaggio.
08
aprile 2009
Fernando Mena Soanez – Mn’ez
Dall'otto aprile al 04 maggio 2009
arte contemporanea
Location
BAR RISTORANTE SCALDASOLE
Como, Via Alessandro Volta, 41 , (Como)
Como, Via Alessandro Volta, 41 , (Como)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-15 e 18-24, chiuso il martedì sera e la domenica a mezzogiorno
Vernissage
8 Aprile 2009, ore 19
Autore
Curatore