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Ferrariofreres – Fore th’e neidfaerae
L’opera nasce nel fertile terreno di scambio e di dialogo tra l’arte e la scienza, entrambe espressioni della curiosità e del desiderio di conoscenza che caratterizzano il genere umano.
Comunicato stampa
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La videoinstallazione Fore th’e neidfaerae, realizzata da Ferrariofreres per il Teatro Sociale di Bergamo, prosegue il progetto presentato dall’artista in una performance a Ferrara nel giugno 2004. L’opera nasce nel fertile terreno di scambio e di dialogo tra l’arte e la scienza, entrambe espressioni della curiosità e del desiderio di conoscenza che caratterizzano il genere umano.
La mostra ruota intorno ai temi, oggi così attuali, della genetica e delle sue sperimentazioni, enfatizzando alcuni approdi della ricerca scientifica, come le teorie dell’origine comune di tutte le razze, fondate sulla scoperta che i geni che ci distinguono gli uni dagli altri sono solo un’infinitesima parte di quanti, invece, ci rendono simili.
Il titolo Fore th’e neidfaerae è un passo dell’Inno alla morte di Bade Il Venerabile, monaco ed erudito dottore della Chiesa vissuto tra il 672 e il 735. A causa degli errori di copiatura degli amanuensi la frase ha subito una decina di varianti nei manoscritti dei secoli successivi ed è per questo motivo portata come esempio delle variazioni nelle sequenze di dna nei corsi di genetica. Il suo significato “prima del viaggio necessario” – di scarso rilievo ai fini dell’esemplificazione scientifica – diventa per Ferrariofreres un invito alla partenza, una prima tappa di un “viaggio necessario” alla scoperta di noi stessi (chi siamo? dove andiamo?) e all’incontro con gli altri.
Il Teatro Sociale non è solo il luogo suggestivo che accoglie la mostra: gli elementi della sua architettura interna – la parete di fondo, le quinte e il pavimento – diventano lo schermo su cui l’artista proietta i filmati. Lo spettatore viene guidato nello spazio buio del teatro dalla proiezione sul pavimento della sequenza genica del dna. Sulle pareti laterali del palcoscenico due video simultanei riproducono, in rilievo, le immagini di persone appartenenti a differenti razze che salutano in cinquanta lingue; si tratta delle formule di saluto che la Nasa ha registrato per la missione Voyager iniziata nel 1977 e conservate in uno spacecraft alla deriva negli spazi interstellari in vista di un eventuale incontro con intelligenze extraterrestri.
Sulla parete di fondo, centro che catalizza lo sguardo, l’artista mette in scena le inquietudini dell’uomo di fronte alle scoperte sempre nuove della scienza; vecchi filmati in Super 8 propongono sequenze di immagini tratte da documentazioni di laboratori di biologia degli anni cinquanta, alternate a scene di esseri umani prodotti in serie che scorrono, ordinati, su di un rullo trasportatore.
La mostra è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Bergamo, Assessorato alla Cultura.
La mostra ruota intorno ai temi, oggi così attuali, della genetica e delle sue sperimentazioni, enfatizzando alcuni approdi della ricerca scientifica, come le teorie dell’origine comune di tutte le razze, fondate sulla scoperta che i geni che ci distinguono gli uni dagli altri sono solo un’infinitesima parte di quanti, invece, ci rendono simili.
Il titolo Fore th’e neidfaerae è un passo dell’Inno alla morte di Bade Il Venerabile, monaco ed erudito dottore della Chiesa vissuto tra il 672 e il 735. A causa degli errori di copiatura degli amanuensi la frase ha subito una decina di varianti nei manoscritti dei secoli successivi ed è per questo motivo portata come esempio delle variazioni nelle sequenze di dna nei corsi di genetica. Il suo significato “prima del viaggio necessario” – di scarso rilievo ai fini dell’esemplificazione scientifica – diventa per Ferrariofreres un invito alla partenza, una prima tappa di un “viaggio necessario” alla scoperta di noi stessi (chi siamo? dove andiamo?) e all’incontro con gli altri.
Il Teatro Sociale non è solo il luogo suggestivo che accoglie la mostra: gli elementi della sua architettura interna – la parete di fondo, le quinte e il pavimento – diventano lo schermo su cui l’artista proietta i filmati. Lo spettatore viene guidato nello spazio buio del teatro dalla proiezione sul pavimento della sequenza genica del dna. Sulle pareti laterali del palcoscenico due video simultanei riproducono, in rilievo, le immagini di persone appartenenti a differenti razze che salutano in cinquanta lingue; si tratta delle formule di saluto che la Nasa ha registrato per la missione Voyager iniziata nel 1977 e conservate in uno spacecraft alla deriva negli spazi interstellari in vista di un eventuale incontro con intelligenze extraterrestri.
Sulla parete di fondo, centro che catalizza lo sguardo, l’artista mette in scena le inquietudini dell’uomo di fronte alle scoperte sempre nuove della scienza; vecchi filmati in Super 8 propongono sequenze di immagini tratte da documentazioni di laboratori di biologia degli anni cinquanta, alternate a scene di esseri umani prodotti in serie che scorrono, ordinati, su di un rullo trasportatore.
La mostra è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Bergamo, Assessorato alla Cultura.
27
febbraio 2005
Ferrariofreres – Fore th’e neidfaerae
Dal 27 febbraio al 27 marzo 2005
arte contemporanea
Location
TEATRO SOCIALE
Bergamo, Via Bartolomeo Colleoni, (Bergamo)
Bergamo, Via Bartolomeo Colleoni, (Bergamo)
Orario di apertura
martedì–venerdì 15–19; sabato–domenica 11-19
Vernissage
27 Febbraio 2005, ore 11
Sito web
www.ferrariofreres.it
Autore
Curatore