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Fiamma Dinelli – L’Illusorieta della Materia
La contaminazione dell’immagine, la ricerca del colore, di grande impatto visivo ed emozionale e la traslazione del significato sono i linguaggi di cui Fiamma Dinelli si avvale per esprimere il suo personale sentimento della realtà. I luoghi che l’artista esplora attraverso le sue opere sono territori che s’intersecano, fluiscono e si snodano per dare forma ad immagini che rimandano ad altro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’illusorietà della Materia
a cura di Rosetta Gozzini
Inaugurazione giovedi 10 novembre 2011 alle ore18.30
10 novembre - 4 dicembre 2011
Facoltà di Architettura di Roma La Sapienza
Via di Ripetta,118
(Piazza Fontanella Borghese)
Roma
Comunicato Stampa
Si inaugura giovedì 10 novembre 2011 alle ore 18.30 presso la Facoltà di Architettura
Sapienza Università di Roma, la personale dell’artista Fiamma Dinelli dal titolo “L’illusorietà
della Materia” a cura di Rosetta Gozzini.
La mostra è patrocinata dalla Facoltà di Architettura, promossa e sostenuta dall’Associazione
Culturale RosArte. Sponsor tecnici: Artemide e Danese aziende leader nel design
dell’illuminazione, Vagabondo Viaggi, Lebok.
Come scrive la curatrice Rosetta Gozzini nel testo critico della mostra: “La contaminazione
dell’immagine, la ricerca del colore, di grande impatto visivo ed emozionale e latraslazione
del significato sono i linguaggi di cui Fiamma Dinelli si avvale per esprimere il suo personale
sentimento della realtà. I luoghi che l’artista esplora attraverso le sue opere sono territori che
s’intersecano, fluiscono e si snodano per dare forma ad immagini che rimandano ad altro. Le
atmosfere che ne scaturiscono appaiono come spazi chiusi autoreferenti, zone della memoria,
le cui parti comunicano fra loro, attraverso onde vibranti e intermittenti come a costruire
una metafora del suono originata dal senso visivo…Lo sguardo di Fiamma è curioso, attento,
indagatore e ironico, cattura attraverso scatti fotografici le immagini di luoghi lontani, remoti
che avvicina secondo logiche compositive che si muovono per nessi analogici e salti quantistici,
come se tutto l’immaginario del reale fosse lì, parallelamente disposto in una elementare
unidimensionalità, raggiunta tecnicamente avvalendosi della macchina fotografica digitale e
della elaborazione permessa dalle nuove tecniche informatiche che l’artista piega al servizio
della sua poetica…”
Presentazione del catalogo 22 novembre ore 17.30 presso la Sala Mostre e Convegni
Gangemi Editore, Via Giulia, 142 - Roma
Il catalogo della mostra, pubblicato per i tipi della Gangemi Editore, sarà presentato il 22
novembre ore 17.30 presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore, via Giulia, 142 Roma.
Parteciperanno all’evento oltre alla curatrice e all’artista, esperti che indagano l’immagine
nelle sue plurivalenti manifestazioni: nell’architettura, in filosofia e nella fisica quantistica.
L’Illusorietà Della Materia
La contaminazione dell’immagine, la ricerca del colore, di grande impatto visivo ed
emozionale e la traslazione del significato sono i linguaggi di cui Fiamma Dinelli si avvale per
esprimere il suo personale sentimento della realtà.
I luoghi che l’artista esplora attraverso le sue opere sono territori che
s’intersecano, fluiscono e si snodano per dare forma ad immagini che rimandano ad altro.
Le atmosfere che ne scaturiscono appaiono come spazi chiusi autoreferenti, zone della
memoria, le cui parti comunicano fra loro, attraverso onde vibranti e intermittenti come a
costruire una metafora del suono originata dal senso visivo. Tutto appare surreale ed
evocativo: i mondi paralleli e le visioni illusorie della realtà oggettiva. In questo senso,
Fiamma ci porta a riflettere sulla soggettività della visione del reale. D’altra parte, in molti
luoghi della tradizione filosofica e iniziatica si parla dell’illusorietà dell’esistenza: si pensi alla
rappresentazione degli Scettici, ad esempio, o alle Impressioni dello Stoicismo o, ancora, alla
Prima Meditazione di Cartesio, oppure ancora a Schopenhauer e al suo Velo di Maia, ripreso
dai Veda indiani. Il nucleo di questo concetto relativo all’illusorietà del reale consiste nel fatto
che gli esseri umani colgono il mondo grazie ai sensi. Questi sensi produco nella nostra mente
rappresentazioni che si riferiscono a quanto abbiamo precedentemente sentito, ma poiché
tutto il reale è mutevole ed i nostri sensi sono eccitati da questa mutevolezza, cambiando di
conseguenza anche il loro assetto, non c’è nulla né in noi stessi, poiché cambiamo di continuo,
né negli altri nostri simili, perché diversi da noi, che possa stabilire quale sia quel paesaggio
reale a cui attribuire il titolo di verità. A tale proposito Paolo Oddenino Paris nel libro “Infiniti
Risvegli” dice ” l’uomo è un’istanza spirituale calata in un mondo le cui caratteristiche sono
percepibili attraverso il più sofisticato meccanismo psico-biologico: il corpo umano. E l’uomo
usa quel corpo e quella mente per interagire nelle dimensioni proprie a quegli strumenti.
L’interazione che ne deriva è però assolutamente soggettiva; poiché non esistono due esseri
umani con identiche esperienze, esiste solo un diverso modello del mondo per ogni individuo
nato. Pertanto, le mappe o modelli sono usati dall’individuo al solo scopo di orientarsi il più
possibile verso una realtà che gli sfugge”. D’altro canto, anche in ambito scientifico, dal 1924,
si è avuta una specie di deoggettivizzazione dell’esito e del metodo della ricerca. Si pensi al
Principio d’Indeterminazione formulato da Heisemberg nell’ambito della fisica quantistica.
Nella sostanza, questo caposaldo della scienza del Novecento afferma che lo scienziato non
può ritenersi estraneo al processo sperimentale cui attende, egli ne è parte integrante, poiché
con la sua ricerca modifica lo stato di cose del campo d’indagine, costringendosi a una
approssimazione probabilistica. Il che, in qualche modo e con una forte semplificazione,
permette di affermare che il risultato scientifico “non è oggettivo”, ma “soggettivo”. Come
detto, quest’ultima è una forte semplificazione, ma ci è utile per mostrare come le opere di
Fiamma Dinelli si inscrivano in una prospettiva interpretativa del reale che è uno dei centri
nevralgici del pensiero contemporaneo. In questo senso, volgendo per un attimo lo sguardo
verso il passato, non possiamo non cogliere linee di continuità tra la corrente espressionistica
e l’opera fotografico-pittorica della nostra artista. In modo particolare di quella tedesca.
Infatti, sebbene la sintassi dei soggetti ritratti sia diversa, la configurazione dello spazio e gli
elementi timbrici della composizione fanno trasparire notevoli analogie. Come ad esempio
nel “Nudo Disteso Davanti allo Specchio” o nelle “ Tre Bagnanti” di Ernst Ludwig Kirchner
ritroviamo l’innaturalezza dei colori scelti quali quelli che si presentano in “Alghe 3” o
in “Aristolochia ”: la decisa trasformazione in funzione soggettiva del reale naturale, ma
soprattutto la sovrapposizione della potenza immaginativa che porta lo stato interiore ad una
evidenza estetica per la quale quel mondo convenzionale, comunemente accettato in modo
passivo, diventa la rivelazione di una verità soggettiva e per questo autentica. Interessante è
anche il fatto che coloro che appartenevano al movimento “Die Brücke” fossero nel la gran
parte architetti, come la nostra artista: a voler dire, forse, che la pensabilità psichica dello
spazio materiale tridimensionale, lasci il posto, in uno spazio bidimensionale come quello
pittorico, all’espressione della forza e del peso al colore.
Lo sguardo di Fiamma è curioso, attento, indagatore e ironico, cattura attraverso
scatti fotografici le immagini di luoghi lontani, remoti che avvicina secondo logiche
compositive che si muovono per nessi analogici e salti quantistici, come se tutto l’immaginario
del reale fosse lì, parallelamente disposto in una elementare unidimensionalità, raggiunta
tecnicamente avvalendosi della macchina fotografica digitale e della elaborazione permessa
dalle nuove tecniche informatiche che l’artista piega al servizio della sua poetica.
Rosetta Gozzini
Testimonianze D’Artista
Per ciascuno di noi il viaggio ha molte valenze, di cui una però è preminente.
Per alcuni è sperimentare un diverso modo di vita, o cercare di capire altre culture, o assaggiare
sapori diversi, o suoni diversi, o raccogliere oggetti.
Per me è sempre stato soprattutto un'esperienza visiva.
Sono affascinata dalle forme e dai colori. Per questo a volte il viaggio mi può anche portare
vicinissimo a casa, oppure lontanissimo: sono una cacciatrice d'immagini.
La fotocamera digitale mi ha aperto un meraviglioso infinito terreno di caccia.
Faccio migliaia di foto, alla fine di ogni viaggio, sempre inteso nel senso sia fisico che mentale, le
guardo più di una volta, poi le lascio “riposare”.
Le lascio riposare finché non mi viene voglia di lavorarci, allora comincio a riguardarle finché ne
individuo una su cui lavorare, a volte questa me ne fa venire in mente altre fatte magari in altre
occasioni, che vado a ricercare, a volte la foto in sé si presta da sola ad essere trasfigurata.
Ci lavoro finché in mente non arrivo ad un “progetto” di trasformazione abbastanza definito
A volte mi capita di lavorare per giorni ad un'immagine e infine di abbandonarla perchè non riesco
ad esprimere quella che era l'intenzione originaria, a volte l'elaborazione è piuttosto veloce, a volte
riprendo lavori abbandonati da tempo e li stravolgo completamente.
Quello che trovo affascinante del computer, rispetto alle tecniche pittoriche a cui ero abituata, è
la possibilità di controllare immediatamente la materializzazione di un'idea, di apportare piccole
variazioni, di correggere errori e a volte di prendere ispirazione da un esito in qualche modo
casuale.
In definitiva il computer mi offre una grande libertà nel reinterpretare le immagini, disgregarle,
destrutturarle e ricomporle in immagini nuove, illusorie, da cui tuttavia l'immagine originaria
traspare con tutta la sua potenza evocativa.
Nasce, vive e lavora a Roma.
Si laurea presso la Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, frequentando per quattro
anni la scuola di pittura di Lea Reviglio Andreis.
Per dieci anni collabora con gli architetti Valter Bordini, Carlo Chiarini e Marcello Vittorini, successivamente apre con Valter Bordini uno studio di architettura, dove si dedicata alla progettazione di opere di grandi dimensioni, sia pubbliche che private.
Fra le realizzazioni più importanti: l'Ospedale Regionale dell'Aquila, l'edificio polifunzionale Garda a Spinaceto e il Centro Elaborazione Dati della BNA a Casal Dei Pazzi a Roma, vari edifici alti per abitazioni a Roma e numerosi concorsi.
Dal 1985 al 1995 con Valter Bordini progetta e dirige con grande impegno e passione la
ricostruzione integrale in una diversa località del paese di Irpino di Conza della Campania,
totalmente distrutto nella sua sede originaria dal sisma del 1981. Parallelamente all'attività di architettura, si dedica alle arti visive. Elaborando immagini frammentate, attraverso un linguaggio che si estende alle tecniche miste, fra cui, acrilico, collage e spruzzo. In quegli anni plasmerà quello che poi diventerà il suo personale approccio formale all’arte.
La grande passione per il viaggio la porta a fondare nel 1999 “Vagabondo” un sito web,
una piazza virtuale dove le persone che amano viaggiare e vedono il viaggio come esperienza
di vita e strumento di conoscenza più che come turismo, possono incontrarsi, scambiare idee e
suggerimenti, raccontare e raccontarsi trovando risorse selezionate in uno spazio virtuale.
Nel 2007 scopre le potenzialità che possono offrire la fotografia digitale e l'elaborazione delle immagini al computer, estendendo così verso nuovi orizzonti, la sua poetica artistica.
Nel 2008, partecipa alla mostra bi personale con l’artista Laura D'Andrea Petrantoni dal titolo “La
forma del colore – il colore della materia”, negli spazi della libreria-galleria èstile, Roma.
Nel 2009 tiene una mostra personale dal titolo “Astrazioni progressive” negli spazi della libreria-galleria èstile, Roma.
All'inizio del 2011 viene invitata a partecipare con varie opere, alla mostra-eventi
internazionali “Jazz-art”, Pittura, Scultura e Musica Jazz, tenutasi presso l’Accademia di Romania, Roma.
a cura di Rosetta Gozzini
Inaugurazione giovedi 10 novembre 2011 alle ore18.30
10 novembre - 4 dicembre 2011
Facoltà di Architettura di Roma La Sapienza
Via di Ripetta,118
(Piazza Fontanella Borghese)
Roma
Comunicato Stampa
Si inaugura giovedì 10 novembre 2011 alle ore 18.30 presso la Facoltà di Architettura
Sapienza Università di Roma, la personale dell’artista Fiamma Dinelli dal titolo “L’illusorietà
della Materia” a cura di Rosetta Gozzini.
La mostra è patrocinata dalla Facoltà di Architettura, promossa e sostenuta dall’Associazione
Culturale RosArte. Sponsor tecnici: Artemide e Danese aziende leader nel design
dell’illuminazione, Vagabondo Viaggi, Lebok.
Come scrive la curatrice Rosetta Gozzini nel testo critico della mostra: “La contaminazione
dell’immagine, la ricerca del colore, di grande impatto visivo ed emozionale e latraslazione
del significato sono i linguaggi di cui Fiamma Dinelli si avvale per esprimere il suo personale
sentimento della realtà. I luoghi che l’artista esplora attraverso le sue opere sono territori che
s’intersecano, fluiscono e si snodano per dare forma ad immagini che rimandano ad altro. Le
atmosfere che ne scaturiscono appaiono come spazi chiusi autoreferenti, zone della memoria,
le cui parti comunicano fra loro, attraverso onde vibranti e intermittenti come a costruire
una metafora del suono originata dal senso visivo…Lo sguardo di Fiamma è curioso, attento,
indagatore e ironico, cattura attraverso scatti fotografici le immagini di luoghi lontani, remoti
che avvicina secondo logiche compositive che si muovono per nessi analogici e salti quantistici,
come se tutto l’immaginario del reale fosse lì, parallelamente disposto in una elementare
unidimensionalità, raggiunta tecnicamente avvalendosi della macchina fotografica digitale e
della elaborazione permessa dalle nuove tecniche informatiche che l’artista piega al servizio
della sua poetica…”
Presentazione del catalogo 22 novembre ore 17.30 presso la Sala Mostre e Convegni
Gangemi Editore, Via Giulia, 142 - Roma
Il catalogo della mostra, pubblicato per i tipi della Gangemi Editore, sarà presentato il 22
novembre ore 17.30 presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore, via Giulia, 142 Roma.
Parteciperanno all’evento oltre alla curatrice e all’artista, esperti che indagano l’immagine
nelle sue plurivalenti manifestazioni: nell’architettura, in filosofia e nella fisica quantistica.
L’Illusorietà Della Materia
La contaminazione dell’immagine, la ricerca del colore, di grande impatto visivo ed
emozionale e la traslazione del significato sono i linguaggi di cui Fiamma Dinelli si avvale per
esprimere il suo personale sentimento della realtà.
I luoghi che l’artista esplora attraverso le sue opere sono territori che
s’intersecano, fluiscono e si snodano per dare forma ad immagini che rimandano ad altro.
Le atmosfere che ne scaturiscono appaiono come spazi chiusi autoreferenti, zone della
memoria, le cui parti comunicano fra loro, attraverso onde vibranti e intermittenti come a
costruire una metafora del suono originata dal senso visivo. Tutto appare surreale ed
evocativo: i mondi paralleli e le visioni illusorie della realtà oggettiva. In questo senso,
Fiamma ci porta a riflettere sulla soggettività della visione del reale. D’altra parte, in molti
luoghi della tradizione filosofica e iniziatica si parla dell’illusorietà dell’esistenza: si pensi alla
rappresentazione degli Scettici, ad esempio, o alle Impressioni dello Stoicismo o, ancora, alla
Prima Meditazione di Cartesio, oppure ancora a Schopenhauer e al suo Velo di Maia, ripreso
dai Veda indiani. Il nucleo di questo concetto relativo all’illusorietà del reale consiste nel fatto
che gli esseri umani colgono il mondo grazie ai sensi. Questi sensi produco nella nostra mente
rappresentazioni che si riferiscono a quanto abbiamo precedentemente sentito, ma poiché
tutto il reale è mutevole ed i nostri sensi sono eccitati da questa mutevolezza, cambiando di
conseguenza anche il loro assetto, non c’è nulla né in noi stessi, poiché cambiamo di continuo,
né negli altri nostri simili, perché diversi da noi, che possa stabilire quale sia quel paesaggio
reale a cui attribuire il titolo di verità. A tale proposito Paolo Oddenino Paris nel libro “Infiniti
Risvegli” dice ” l’uomo è un’istanza spirituale calata in un mondo le cui caratteristiche sono
percepibili attraverso il più sofisticato meccanismo psico-biologico: il corpo umano. E l’uomo
usa quel corpo e quella mente per interagire nelle dimensioni proprie a quegli strumenti.
L’interazione che ne deriva è però assolutamente soggettiva; poiché non esistono due esseri
umani con identiche esperienze, esiste solo un diverso modello del mondo per ogni individuo
nato. Pertanto, le mappe o modelli sono usati dall’individuo al solo scopo di orientarsi il più
possibile verso una realtà che gli sfugge”. D’altro canto, anche in ambito scientifico, dal 1924,
si è avuta una specie di deoggettivizzazione dell’esito e del metodo della ricerca. Si pensi al
Principio d’Indeterminazione formulato da Heisemberg nell’ambito della fisica quantistica.
Nella sostanza, questo caposaldo della scienza del Novecento afferma che lo scienziato non
può ritenersi estraneo al processo sperimentale cui attende, egli ne è parte integrante, poiché
con la sua ricerca modifica lo stato di cose del campo d’indagine, costringendosi a una
approssimazione probabilistica. Il che, in qualche modo e con una forte semplificazione,
permette di affermare che il risultato scientifico “non è oggettivo”, ma “soggettivo”. Come
detto, quest’ultima è una forte semplificazione, ma ci è utile per mostrare come le opere di
Fiamma Dinelli si inscrivano in una prospettiva interpretativa del reale che è uno dei centri
nevralgici del pensiero contemporaneo. In questo senso, volgendo per un attimo lo sguardo
verso il passato, non possiamo non cogliere linee di continuità tra la corrente espressionistica
e l’opera fotografico-pittorica della nostra artista. In modo particolare di quella tedesca.
Infatti, sebbene la sintassi dei soggetti ritratti sia diversa, la configurazione dello spazio e gli
elementi timbrici della composizione fanno trasparire notevoli analogie. Come ad esempio
nel “Nudo Disteso Davanti allo Specchio” o nelle “ Tre Bagnanti” di Ernst Ludwig Kirchner
ritroviamo l’innaturalezza dei colori scelti quali quelli che si presentano in “Alghe 3” o
in “Aristolochia ”: la decisa trasformazione in funzione soggettiva del reale naturale, ma
soprattutto la sovrapposizione della potenza immaginativa che porta lo stato interiore ad una
evidenza estetica per la quale quel mondo convenzionale, comunemente accettato in modo
passivo, diventa la rivelazione di una verità soggettiva e per questo autentica. Interessante è
anche il fatto che coloro che appartenevano al movimento “Die Brücke” fossero nel la gran
parte architetti, come la nostra artista: a voler dire, forse, che la pensabilità psichica dello
spazio materiale tridimensionale, lasci il posto, in uno spazio bidimensionale come quello
pittorico, all’espressione della forza e del peso al colore.
Lo sguardo di Fiamma è curioso, attento, indagatore e ironico, cattura attraverso
scatti fotografici le immagini di luoghi lontani, remoti che avvicina secondo logiche
compositive che si muovono per nessi analogici e salti quantistici, come se tutto l’immaginario
del reale fosse lì, parallelamente disposto in una elementare unidimensionalità, raggiunta
tecnicamente avvalendosi della macchina fotografica digitale e della elaborazione permessa
dalle nuove tecniche informatiche che l’artista piega al servizio della sua poetica.
Rosetta Gozzini
Testimonianze D’Artista
Per ciascuno di noi il viaggio ha molte valenze, di cui una però è preminente.
Per alcuni è sperimentare un diverso modo di vita, o cercare di capire altre culture, o assaggiare
sapori diversi, o suoni diversi, o raccogliere oggetti.
Per me è sempre stato soprattutto un'esperienza visiva.
Sono affascinata dalle forme e dai colori. Per questo a volte il viaggio mi può anche portare
vicinissimo a casa, oppure lontanissimo: sono una cacciatrice d'immagini.
La fotocamera digitale mi ha aperto un meraviglioso infinito terreno di caccia.
Faccio migliaia di foto, alla fine di ogni viaggio, sempre inteso nel senso sia fisico che mentale, le
guardo più di una volta, poi le lascio “riposare”.
Le lascio riposare finché non mi viene voglia di lavorarci, allora comincio a riguardarle finché ne
individuo una su cui lavorare, a volte questa me ne fa venire in mente altre fatte magari in altre
occasioni, che vado a ricercare, a volte la foto in sé si presta da sola ad essere trasfigurata.
Ci lavoro finché in mente non arrivo ad un “progetto” di trasformazione abbastanza definito
A volte mi capita di lavorare per giorni ad un'immagine e infine di abbandonarla perchè non riesco
ad esprimere quella che era l'intenzione originaria, a volte l'elaborazione è piuttosto veloce, a volte
riprendo lavori abbandonati da tempo e li stravolgo completamente.
Quello che trovo affascinante del computer, rispetto alle tecniche pittoriche a cui ero abituata, è
la possibilità di controllare immediatamente la materializzazione di un'idea, di apportare piccole
variazioni, di correggere errori e a volte di prendere ispirazione da un esito in qualche modo
casuale.
In definitiva il computer mi offre una grande libertà nel reinterpretare le immagini, disgregarle,
destrutturarle e ricomporle in immagini nuove, illusorie, da cui tuttavia l'immagine originaria
traspare con tutta la sua potenza evocativa.
Nasce, vive e lavora a Roma.
Si laurea presso la Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, frequentando per quattro
anni la scuola di pittura di Lea Reviglio Andreis.
Per dieci anni collabora con gli architetti Valter Bordini, Carlo Chiarini e Marcello Vittorini, successivamente apre con Valter Bordini uno studio di architettura, dove si dedicata alla progettazione di opere di grandi dimensioni, sia pubbliche che private.
Fra le realizzazioni più importanti: l'Ospedale Regionale dell'Aquila, l'edificio polifunzionale Garda a Spinaceto e il Centro Elaborazione Dati della BNA a Casal Dei Pazzi a Roma, vari edifici alti per abitazioni a Roma e numerosi concorsi.
Dal 1985 al 1995 con Valter Bordini progetta e dirige con grande impegno e passione la
ricostruzione integrale in una diversa località del paese di Irpino di Conza della Campania,
totalmente distrutto nella sua sede originaria dal sisma del 1981. Parallelamente all'attività di architettura, si dedica alle arti visive. Elaborando immagini frammentate, attraverso un linguaggio che si estende alle tecniche miste, fra cui, acrilico, collage e spruzzo. In quegli anni plasmerà quello che poi diventerà il suo personale approccio formale all’arte.
La grande passione per il viaggio la porta a fondare nel 1999 “Vagabondo” un sito web,
una piazza virtuale dove le persone che amano viaggiare e vedono il viaggio come esperienza
di vita e strumento di conoscenza più che come turismo, possono incontrarsi, scambiare idee e
suggerimenti, raccontare e raccontarsi trovando risorse selezionate in uno spazio virtuale.
Nel 2007 scopre le potenzialità che possono offrire la fotografia digitale e l'elaborazione delle immagini al computer, estendendo così verso nuovi orizzonti, la sua poetica artistica.
Nel 2008, partecipa alla mostra bi personale con l’artista Laura D'Andrea Petrantoni dal titolo “La
forma del colore – il colore della materia”, negli spazi della libreria-galleria èstile, Roma.
Nel 2009 tiene una mostra personale dal titolo “Astrazioni progressive” negli spazi della libreria-galleria èstile, Roma.
All'inizio del 2011 viene invitata a partecipare con varie opere, alla mostra-eventi
internazionali “Jazz-art”, Pittura, Scultura e Musica Jazz, tenutasi presso l’Accademia di Romania, Roma.
10
novembre 2011
Fiamma Dinelli – L’Illusorieta della Materia
Dal 10 novembre al 04 dicembre 2011
arte contemporanea
Location
PRIMA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA LUDOVICO QUARONI
Roma, Piazza Borghese, 9, (Roma)
Roma, Piazza Borghese, 9, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 11.00 - 13.00 / 14.00 - 19.00
chiuso domenica
Vernissage
10 Novembre 2011, ore 18.30
Editore
GANGEMI
Autore
Curatore