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Fibulae. Spille 1973.2009.20…dalle triennali milanesi al contemporaneo
FIBULAE presenterà una selezione di ventiquattro spille e dodici disegni di studio, a coprire un arco temporale che va dal 1973 al 2010.Questa mostra si propone di fare il punto sull’evoluzione di un percorso di rinnovamento linguistico ed estetico nel mondo del gioiello contemporaneo di ricerca.
Comunicato stampa
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“LA TRIENNALE È STATA VERAMENTE LA BASE DELL'INTERESSE E DELLA COSCIENZA DEL DESIGN, POSSIAMO DIRE, PER L'ITALIA. PRIMA ANCORA CHE SORGESSE L'ASSOCIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALE, L'ADI, PRIMA ANCORA CHE LA PRIMA RIVISTA DEDICATA AL DESIGN ‘STILE-INDUSTRIA’ FACESSE LA SUA APPARIZIONE, LA TRIENNALE CON LE SUE MOSTRE RAPPRESENTÒ UNA SPECIE DI CONTROLLO E DI TERMOMETRO DI QUELLA CHE ERA LA SITUAZIONE DELL'ARCHITETTURA, PRIMA DI TUTTO, E DELLE COSIDDETTE ARTI DECORATIVE.”
Gillo Dorfles
Lezioni di Design – Rai educational
Comunicato stampa
FIBULAE- spille
1973, 2009, 20…dalle Triennali milanesi al contemporaneo.
La mostra FIBULAE presenterà una selezione di ventiquattro spille e dodici disegni di studio, a coprire un arco temporale che va dal 1973 al 2010.
Alcuni dei gioielli selezionati sono già stati esposti in importanti collezioni museali, quali il Museo del gioiello di Pforzheim (Schmuckmuseum) in Germania, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi e il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti in Firenze.
Alla mostra sono stati invitati a partecipare i seguenti artisti e designer:
STEFANO ALINARI, MARCO BORGHESI, MIMMO DI CESARE, GILLO DORFLES, PETR DVORAK, FAUSTO MARIA FRANCHI, STEFANIA LUCCHETTA, CLAUDIO MARIANI, MIES, OSCAR PIATTELLA,GIO' POMODORO, CARL HEINZ REISTER, JACQUELINE RYAN, ALBERTO ZORZI.
Questa mostra si propone di fare il punto sull’evoluzione di un percorso di rinnovamento linguistico ed estetico, che parte idealmente dalla XV Triennale di Milano del 1973, dove sono state esposte una parte delle spille in mostra, e che arriva fino ai giorni nostri.
L’attenzione sarà quindi rivolta, attraverso una selezione di pezzi storici e pezzi più attuali, alle istanze di mutamento e rinnovamento che dai primi anni Settanta attraversano tutto il secolo scorso per arrivare al presente: gli ultimi esiti di questa ricerca estetica e concettuale vede protagonisti sia i maestri sia gli artisti più giovani che, in alcuni casi, arrivano a una sorta di azzeramento dell’esperienza della generazione precedente.
Attraverso le differenze emergeranno i caratteri distintivi degli autori, la loro personale ricerca plastica, feconda di riflessioni anche originalissime sull’uso della materia, e il loro modo di concepire il gioiello di ricerca nel contemporaneo. Ricerca rappresentata anche attraverso “segni”, che si traducono in varianti rappresentative e strutturali mostrate nei disegni preparatori e di studio, anche non strettamente correlati ai pezzi esposti, ma essi stessi libere interpretazioni e tracce di un modus operandi personale.
Ripercorrere idealmente l’esperienza artistica degli autori attraverso un unico tema, le spille, non vuole confinare questa riflessione solo all’interno delle cosiddette arti applicate o dell’oreficeria contemporanea, ma l’intento è quello di addentrarsi in una sorta di zona borderline e cioè nella dimensione di specificità e di libera espressione che caratterizza il “mondo delle spille“, per comprendere la sua portata innovativa anche per l’arte e il design del nostro tempo. Parlo di zona borderline in quanto i designer e gli artisti orafi hanno spesso privilegiato la spilla come terreno di libera sperimentazione e di temerarie opposizioni al linguaggio codificato del gioiello, forse perché percepita come un accessorio più “astratto”, non a diretto contatto con il corpo, meno influenzato dalle costrizioni dell’indossabilità. Seguendo questo approccio, l’accessorio spilla viene esposto in questa mostra come un oggetto speciale, che può essere appeso quasi come un quadro, appoggiato quasi come una scultura, ma anche indossato come un gioiello; un oggetto che sta a metà tra recupero della tradizione e sperimentazione, tra bidimensionalità e plasticismo, tra concretezza e astrazione, tra arte e design.
Nell’affrontare la curatela di questa mostra ci si è posti una serie di interrogativi che riguardano non solo il mondo del gioiello contemporaneo, ma anche il mondo del design e dell’arte più in generale e che possono costituire spunti di riflessione per i visitatori della mostra.
Il mondo del gioiello è tradizionalmente percepito come più vicino all’artigianato che al cosiddetto “design” contemporaneo; è una questione delicata, soprattutto oggi che “il design occupa tutto l’universo del costruito, tutti i settori produttivi, dalla grande alla piccola serie, dal fatto a mano al pezzo unico; niente è ormai estraneo all’universo della civiltà industriale, artigianato compreso e gioielli inclusi” 1. Può il gioiello contemporaneo, a pieno titolo, appartenere al mondo del design? E quale gioiello può dirsi pienamente e sensatamente contemporaneo? E soprattutto, dopo quanto disse Bruno Munari negli anni Sessanta e cioè che “il designer ristabilisce oggi il contatto, da tempo perduto, tra arte e pubblico, tra arte intesa in senso vivo e pubblico vivo”2, ha ancora senso distinguere tra arte e design?
In che senso possiamo poi dirci noi stessi contemporanei? Se davvero siamo parte di un presente soggetto ad una molteplicità di trasformazioni, ebbene è proprio questo divenire, la soglia sempre mutevole del cambiamento, che devono essere indagati.
Non ci si aspetta, con questa mostra, di dare una risposta risolutiva a questi quesiti, ma solo un’ulteriore occasione per riflettervi.
Nota del curatore, gennaio 2010
1) ANDREA BRANZI, Gioiello e design, in “Interni”, novembre 2005
2) BRUNO MUNARI, Arte come mestiere, Laterza 1966
“E’ necessario oggi, in una civiltà che sta diventando di massa, che l’artista scenda dal suo piedistallo e si degni di progettare l’insegna del macellaio (se la sa fare). E’ necessario che l’artista abbandoni ogni aspetto romantico e diventi un uomo attivo fra gli altri uomini, informato sulle tecniche attuali, sui materiali e sui metodi di lavoro e, senza abbandonare il suo innato senso estetico, risponda con umiltà e competenza alle domande che il prossimo gli può rivolgere”.
ORARI E SEDI:
GALLERIA MIES, MODENA, DAL 30/01 AL 07/03/2010
Inaugurazione sabato 30 gennaio ore 16,30
Librerie FELTRINELLI, Modena, 30/01/2010
Conferenza stampa e presentazione del catalogo, sabato 30 gennaio ore 12,00
30
gennaio 2010
Fibulae. Spille 1973.2009.20…dalle triennali milanesi al contemporaneo
Dal 30 gennaio al 07 marzo 2010
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
GALLERIA MIES
Modena, Piazzetta Dei Servi, 44/a, (Modena)
Modena, Piazzetta Dei Servi, 44/a, (Modena)
Orario di apertura
lun.-merc.-ven.-sab.10-13 e 16-19
domenica su appuntamento
Vernissage
30 Gennaio 2010, ore 16,30
Autore
Curatore