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Filippo Biagioli / Andrea Mattiello – Notes
L’esposizione, intitolata NOTES, appunti; chiama lo spettatore a fare la sua parte ad interagire nel processo creativo e completare un racconto che è solo parzialmente scritto dagli artisti.
Comunicato stampa
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L’arte nasce come traccia rituale in un percorso nomade e arriva a noi su pareti di roccia, in rilievo, incisa, dipinta con terre, carbone e grassi animali. Dal rito propiziatorio di allora al gesto liberatorio di oggi il passo può essere estremamente breve o lunghissimo a seconda dei punti di vista. Oggi chiamiamo graffito il gesto ribelle nato da mani e menti creative che qualche decennio fa hanno cominciato a coprire di segni e colori tutto ciò che sul loro cammino incontravano. Artisti come Basquiat e Haring – per i quali i riferimenti formali, attraverso Penck, Dubuffet, la Pop Art, Siqueiros, certo Surrealismo, Klee, l’Espressionismo tedesco, Schiele, Ensor, possono arrivare fino alla pittura rupestre – hanno il loro giusto posto nei più grandi musei del mondo.
Anche la pittura di Filippo Biagioli e Andrea Mattiello può essere ascritta a questo modo di vivere e intendere l’arte che imprigionare in un solo stile può diventare riduttivo; si potrebbe parlare piuttosto di quel modo assai efficace ed energico, istintivo eppure, a volte, quando occorre, esattamente calcolato di coprire una superficie con segni e colori che potremmo definire senza tempo, “stile umano”.
Quindi, l’arte ha iniziato il suo cammino come impronta su parete (rocciosa). A tutt’oggi vivono quegli animali graffiti che un tutt’uno erano con gli animali veri, o i corpi di quegli ominidi-artisti incisi con pochi energici segni e lontani, nella scala della storia del mondo, quanto per noi lo è ieri l’altro. Ed è la loro vitalità che noi sentiamo, insieme al segno, quanto mai attuale e come grido che rifugge la consuetudine e la noia.
L’artista Biagioli avanza con la sua Analphabetic Art, non ama indugiare sui propri passi, e di ciò lascia traccia in figure – che con occhi fissi d’intorno tutto vedono – fatte di veloci esperienze, lontane vestigia, possenti frasi, giustapposizioni oniriche. Ha un andamento saltellante, a scatti la sua mano; a tratti, nell’esecuzione dell’opera, repentinamente si dissocia dalla volontà e prosegue per inerzia tracciando linee seghettate e taglienti.
La pittura di Filippo Biagioli è come un tatuaggio sul muro, sulla tavola, sulla tela o su qualsiasi altra materia. Il segno e il colore, la parola, per la forza e i sentimenti con cui vengono dati, proprio come fa l’inchiostro sulla pelle, non si fermano in superficie; il loro status è essere intrinseca parte visiva e concettuale del supporto: è da questo che – sia esso appunto tela, tavola, muro o carta – il segno trae forza.
L’arte del graffito, fatta anche di parola, ha il fumetto come altro lato inscindibile e complementare della medaglia. E il fumetto Biagioli lo pratica, si esprime anche attraverso di esso che si confà alla sua indole di artista a tutto campo.
La notevole varietà di situazioni, un diluvio di ambientazioni non solo fisiche e spaziali, in cui la figura-feto, forma portante e simbolo della pittura di Mattiello è venuta via via a trovarsi, si arricchisce man mano di nuove soluzioni compositive e simboliche. Soprattutto nei Feti e nelle Sirene le emozioni sono palesi, anche se non declamate, come accade in alcuni lavori, da lineamenti espliciti; a volte a possederli è la ritrosia o il dubbio, a volte la collera, altre la malinconia; altre ancora la gioia, come la Sirena che vediamo in un cielo stellato, lei, di un bianco così splendente da poter essere considerata essa stessa una stella alla ricerca di un mare da illuminare, nel quale vivere e nuotare e in cui specchiarsi.
E’ un lampo che in alcune tele squarcia il cielo e irrompe violentemente nella serenità e immobilità della scena o nella pace meditativa del feto, che è come un fiore ancora da sbocciare, ma che ha in sé la compiutezza e la leggiadria della natura tutta.
E’ questa una mostra in cui il segno, esatto e conciso, si fa messaggio. Le opere di Biagioli e Mattiello, aperte a varie letture e interventi esterni, sono libri ancora non completamente scritti, quindi da ultimare; storie nelle quali il personaggio mancante è proprio lo spettatore, che è chiamato a “fare la sua parte”.
E’ proprio questo lo spirito dell’esposizione, intitolata NOTES, appunti; appunti di vita…forse; appunti di avvenimenti ancora da tracciare…in parte; appunti che lo spettatore può far diventare racconto…sicuramente.
La mostra vuole proporre un ruolo del collezionista come parte attiva del processo creativo dell’opera d’arte, non solo nella scelta, ma anche nella composizione dell’opera.
L’allestimento è significativo, i dipinti sono apposti su teli e sono facilmente removibili. Il collezionista viene dotato di appositi supporti sui quali applicare le opere scelte. Il risultato può rivelarsi sorprendente: è un mosaico le cui tessere (ognuna delle quali è già un’opera d’arte) sono fatte dall’artista, ma l’immagine d’insieme, che varia da individuo a individuo in base alla sua predisposizione e sensibilità, è il frutto della scelta di chi quei dipinti decide di possedere. Tale scelta finale è quella che poi sarà avallata e firmata dall’artista come opera pienamente compiuta.
Anche la pittura di Filippo Biagioli e Andrea Mattiello può essere ascritta a questo modo di vivere e intendere l’arte che imprigionare in un solo stile può diventare riduttivo; si potrebbe parlare piuttosto di quel modo assai efficace ed energico, istintivo eppure, a volte, quando occorre, esattamente calcolato di coprire una superficie con segni e colori che potremmo definire senza tempo, “stile umano”.
Quindi, l’arte ha iniziato il suo cammino come impronta su parete (rocciosa). A tutt’oggi vivono quegli animali graffiti che un tutt’uno erano con gli animali veri, o i corpi di quegli ominidi-artisti incisi con pochi energici segni e lontani, nella scala della storia del mondo, quanto per noi lo è ieri l’altro. Ed è la loro vitalità che noi sentiamo, insieme al segno, quanto mai attuale e come grido che rifugge la consuetudine e la noia.
L’artista Biagioli avanza con la sua Analphabetic Art, non ama indugiare sui propri passi, e di ciò lascia traccia in figure – che con occhi fissi d’intorno tutto vedono – fatte di veloci esperienze, lontane vestigia, possenti frasi, giustapposizioni oniriche. Ha un andamento saltellante, a scatti la sua mano; a tratti, nell’esecuzione dell’opera, repentinamente si dissocia dalla volontà e prosegue per inerzia tracciando linee seghettate e taglienti.
La pittura di Filippo Biagioli è come un tatuaggio sul muro, sulla tavola, sulla tela o su qualsiasi altra materia. Il segno e il colore, la parola, per la forza e i sentimenti con cui vengono dati, proprio come fa l’inchiostro sulla pelle, non si fermano in superficie; il loro status è essere intrinseca parte visiva e concettuale del supporto: è da questo che – sia esso appunto tela, tavola, muro o carta – il segno trae forza.
L’arte del graffito, fatta anche di parola, ha il fumetto come altro lato inscindibile e complementare della medaglia. E il fumetto Biagioli lo pratica, si esprime anche attraverso di esso che si confà alla sua indole di artista a tutto campo.
La notevole varietà di situazioni, un diluvio di ambientazioni non solo fisiche e spaziali, in cui la figura-feto, forma portante e simbolo della pittura di Mattiello è venuta via via a trovarsi, si arricchisce man mano di nuove soluzioni compositive e simboliche. Soprattutto nei Feti e nelle Sirene le emozioni sono palesi, anche se non declamate, come accade in alcuni lavori, da lineamenti espliciti; a volte a possederli è la ritrosia o il dubbio, a volte la collera, altre la malinconia; altre ancora la gioia, come la Sirena che vediamo in un cielo stellato, lei, di un bianco così splendente da poter essere considerata essa stessa una stella alla ricerca di un mare da illuminare, nel quale vivere e nuotare e in cui specchiarsi.
E’ un lampo che in alcune tele squarcia il cielo e irrompe violentemente nella serenità e immobilità della scena o nella pace meditativa del feto, che è come un fiore ancora da sbocciare, ma che ha in sé la compiutezza e la leggiadria della natura tutta.
E’ questa una mostra in cui il segno, esatto e conciso, si fa messaggio. Le opere di Biagioli e Mattiello, aperte a varie letture e interventi esterni, sono libri ancora non completamente scritti, quindi da ultimare; storie nelle quali il personaggio mancante è proprio lo spettatore, che è chiamato a “fare la sua parte”.
E’ proprio questo lo spirito dell’esposizione, intitolata NOTES, appunti; appunti di vita…forse; appunti di avvenimenti ancora da tracciare…in parte; appunti che lo spettatore può far diventare racconto…sicuramente.
La mostra vuole proporre un ruolo del collezionista come parte attiva del processo creativo dell’opera d’arte, non solo nella scelta, ma anche nella composizione dell’opera.
L’allestimento è significativo, i dipinti sono apposti su teli e sono facilmente removibili. Il collezionista viene dotato di appositi supporti sui quali applicare le opere scelte. Il risultato può rivelarsi sorprendente: è un mosaico le cui tessere (ognuna delle quali è già un’opera d’arte) sono fatte dall’artista, ma l’immagine d’insieme, che varia da individuo a individuo in base alla sua predisposizione e sensibilità, è il frutto della scelta di chi quei dipinti decide di possedere. Tale scelta finale è quella che poi sarà avallata e firmata dall’artista come opera pienamente compiuta.
16
aprile 2011
Filippo Biagioli / Andrea Mattiello – Notes
Dal 16 al 30 aprile 2011
arte contemporanea
Location
11DREAMS ART GALLERY
Tortona, Via Rinarolo, 11/c, (Alessandria)
Tortona, Via Rinarolo, 11/c, (Alessandria)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-19,30
sabato ore 10-12,30 16-19,30
domenica ore 16-19,30
Vernissage
16 Aprile 2011, ore 18
Autore