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Filippo Bordonaro / Attilio Gerbino – It’s future?
Fotografia e disegno per sguardi che frugano spazi umani e siderali, occhi attenti che zoomano sul presente o un probabile futuro anteriore alla ricerca di un senso quasi divino dell’interiorità.
Comunicato stampa
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Scrivilo sui muri...
Io Voglio vivere senza mai...
senza mai perder Neanche un'OCCASIONE
... come?... come?... come?...
Scrivilo sui muri...
Se vorrai qualcuno un giorno accanto a te
e non importa se sarà... il migliore
...come?... come?... come?...
Vasco Rossi, Brava Giulia, 1987
Una chiesa nuda e un Cristo in croce sono la cornice che ospita la duplice esposizione di due giovani artisti siciliani emergenti. Suggestioni in bianco e nero da parte di entrambi, fotografia elaborata in digitale Attilio Gerbino – artista che sperimenta in Photoshop e continua un percorso creativo già avviato da tempo (Leo Sum) –, disegni a carboncino per Filippo Bordonaro – magistrale disegnatore proteso verso spazi siderali –. Entrambi alla ricerca di mondi possibili, puntati sul presente o rivolti sul futuro. Sguardi che frugano le periferie nell’analisi di una filosofia di strada, in Gerbino, frammenti di viaggio, corpi, montaliane occasioni celate fra graffiti urbani, con l’occhio dell’artista che si fa critico e si chiede se questa, oggi, sia l’ARTE. La Street art è oggetto di mostre all’aperto, Torino ne ospita una in questo periodo
La mostra torinese dal respiro internazionale aggiunge un nuovo capitolo all'ormai non breve (almeno all'estero) storia dell'accettazione, della mercificazione e della musealizzazione di un fenomeno nato nella più assoluta illegalità ormai più di quarant'anni orsono sui muri e nelle stazioni della metropolitana di ghetti come Harlem o il Bronx
Giuseppe Culicchia, La Stampa 7 aprile 2010
Da Torino partono i primi scatti di questo ciclo, negli anni che l’artista ha vissuto lontano dalla sua Isola, anni di gestazione di tutta una serie di produzioni che stanno venendo alla luce e che attestano l’evoluzione dell’ispirazione creativa di Gerbino. Aeroporti, terminal ferroviari, autostrade: un viaggio alla ricerca della nostra identità individuale e collettiva, la disgrazia di essere Italiani in Italia, culla d’arte, contenitore etnico, terra bigotta di Santi ed escort, Corpus Domini. Con ironia dissacrante la lente di Gerbino sbianca e distorce le immagini, e ci affida il segreto del codice di questo magma cifrato, evocando visioni e ossessioni di un novello John Nash. Come l’illustre matematico egli mostra
“un’abilità poco comune nell’affrontare i problemi da un’ottica nuova e impensabile per gli altri, trovando soluzioni incredibilmente eleganti a problemi complessi”
decodificando prospettive originali, in un viaggio lungo strade che ci traghettano in un oltre ove l’arte ci viene rivelata
Congedo alla sapienza
E congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione
Giorgio caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso, 1960
Dallo spray dei graffiti urbani l’atmosfera diviene un chiaroscuro di grigi, ovattato, e con i disegni a carboncino di Bordonaro galleggiamo in un modo futuribile popolato di spielberghiane creature che evocano E.T. tratteggiate con un segno fluido, sinuoso, essenziale, un poco retrò, quasi un elegante elogio alla tecnica del disegno dai futuristi al Novecento Italiano, da Prampolini a Sironi.
Le mani trafitte del Crocifisso paiono indicarci la nostra storia infinita, consegnandoci a un Futuro che inesorabile frantuma noi, piccoli frammenti, e prosegue in un vacuum di cui ignoriamo l’evoluzione. Le navicelle di Bordonaro paiono proseguire il loro viaggio negli spazi infiniti, e ci spingono a fantasie legate a lontane letture dei romanzi di Jules Verne, batiscafi, mondi da esplorare e dimensioni inattingibili
Con i sottomarini non vi saranno più battaglie navali e le navi da guerra non saranno più necessarie, e poiché si continuano a inventare strumenti di guerra sempre più perfezionati e micidiali la guerra stessa diventerà impossibile.
Jules Verne, 1904
Quasi un’esplorazione, questa mostra, un’occasione per rendersi conto del fermento che anima la nuova generazione degli artisti siciliani. E’ possibile che l’isolamento in cui geograficamente si vive generi una sensibilità capace di filtrare il reale, di depurarne le scorie e di lasciare intravedere l’essenza del tutto. E’ un humus dal quale scaturisce un’elite culturale, in una continuità che dall’Ottocento a oggi ha dato vita ai Guttuso, Pirandello, Sciascia, Sellerio, Camilleri, e la lista sarebbe davvero infinita. Gerbino e Bordonaro sono l’oggi, sono il futuro.
L'Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto.
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive, 1809
Marina Benedetto, maggio 2010
Io Voglio vivere senza mai...
senza mai perder Neanche un'OCCASIONE
... come?... come?... come?...
Scrivilo sui muri...
Se vorrai qualcuno un giorno accanto a te
e non importa se sarà... il migliore
...come?... come?... come?...
Vasco Rossi, Brava Giulia, 1987
Una chiesa nuda e un Cristo in croce sono la cornice che ospita la duplice esposizione di due giovani artisti siciliani emergenti. Suggestioni in bianco e nero da parte di entrambi, fotografia elaborata in digitale Attilio Gerbino – artista che sperimenta in Photoshop e continua un percorso creativo già avviato da tempo (Leo Sum) –, disegni a carboncino per Filippo Bordonaro – magistrale disegnatore proteso verso spazi siderali –. Entrambi alla ricerca di mondi possibili, puntati sul presente o rivolti sul futuro. Sguardi che frugano le periferie nell’analisi di una filosofia di strada, in Gerbino, frammenti di viaggio, corpi, montaliane occasioni celate fra graffiti urbani, con l’occhio dell’artista che si fa critico e si chiede se questa, oggi, sia l’ARTE. La Street art è oggetto di mostre all’aperto, Torino ne ospita una in questo periodo
La mostra torinese dal respiro internazionale aggiunge un nuovo capitolo all'ormai non breve (almeno all'estero) storia dell'accettazione, della mercificazione e della musealizzazione di un fenomeno nato nella più assoluta illegalità ormai più di quarant'anni orsono sui muri e nelle stazioni della metropolitana di ghetti come Harlem o il Bronx
Giuseppe Culicchia, La Stampa 7 aprile 2010
Da Torino partono i primi scatti di questo ciclo, negli anni che l’artista ha vissuto lontano dalla sua Isola, anni di gestazione di tutta una serie di produzioni che stanno venendo alla luce e che attestano l’evoluzione dell’ispirazione creativa di Gerbino. Aeroporti, terminal ferroviari, autostrade: un viaggio alla ricerca della nostra identità individuale e collettiva, la disgrazia di essere Italiani in Italia, culla d’arte, contenitore etnico, terra bigotta di Santi ed escort, Corpus Domini. Con ironia dissacrante la lente di Gerbino sbianca e distorce le immagini, e ci affida il segreto del codice di questo magma cifrato, evocando visioni e ossessioni di un novello John Nash. Come l’illustre matematico egli mostra
“un’abilità poco comune nell’affrontare i problemi da un’ottica nuova e impensabile per gli altri, trovando soluzioni incredibilmente eleganti a problemi complessi”
decodificando prospettive originali, in un viaggio lungo strade che ci traghettano in un oltre ove l’arte ci viene rivelata
Congedo alla sapienza
E congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione
Giorgio caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso, 1960
Dallo spray dei graffiti urbani l’atmosfera diviene un chiaroscuro di grigi, ovattato, e con i disegni a carboncino di Bordonaro galleggiamo in un modo futuribile popolato di spielberghiane creature che evocano E.T. tratteggiate con un segno fluido, sinuoso, essenziale, un poco retrò, quasi un elegante elogio alla tecnica del disegno dai futuristi al Novecento Italiano, da Prampolini a Sironi.
Le mani trafitte del Crocifisso paiono indicarci la nostra storia infinita, consegnandoci a un Futuro che inesorabile frantuma noi, piccoli frammenti, e prosegue in un vacuum di cui ignoriamo l’evoluzione. Le navicelle di Bordonaro paiono proseguire il loro viaggio negli spazi infiniti, e ci spingono a fantasie legate a lontane letture dei romanzi di Jules Verne, batiscafi, mondi da esplorare e dimensioni inattingibili
Con i sottomarini non vi saranno più battaglie navali e le navi da guerra non saranno più necessarie, e poiché si continuano a inventare strumenti di guerra sempre più perfezionati e micidiali la guerra stessa diventerà impossibile.
Jules Verne, 1904
Quasi un’esplorazione, questa mostra, un’occasione per rendersi conto del fermento che anima la nuova generazione degli artisti siciliani. E’ possibile che l’isolamento in cui geograficamente si vive generi una sensibilità capace di filtrare il reale, di depurarne le scorie e di lasciare intravedere l’essenza del tutto. E’ un humus dal quale scaturisce un’elite culturale, in una continuità che dall’Ottocento a oggi ha dato vita ai Guttuso, Pirandello, Sciascia, Sellerio, Camilleri, e la lista sarebbe davvero infinita. Gerbino e Bordonaro sono l’oggi, sono il futuro.
L'Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto.
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive, 1809
Marina Benedetto, maggio 2010
15
maggio 2010
Filippo Bordonaro / Attilio Gerbino – It’s future?
Dal 15 al 23 maggio 2010
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA LUIGI GHIRRI
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Biglietti
ore 19.00
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18.00 alle 22.00
Vernissage
15 Maggio 2010, ore 19.00
Autore
Curatore