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Filippo Capperucci – Stranerane
La rana ha gambe lunghe
e se fosse un vero atleta, farebbe sua la luna
e se fosse un ciclope o una montagna
con balzi audaci di pianeta in pianeta starebbe tra le stelle.
Ma la rana non ne ha coscienza.
Ferdinando Giordano “Uccidete la rana!”
Comunicato stampa
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Materiche, decorative, “cracclate”, laccate, colorate, oniriche, surreali, maculate, striate, puntinate, retate, chiaroscurate, allegre, giocose, adorabili, strane sono solo alcuni degli aggettivi per le rane di Filippo Capperucci, artista di origine parigina.
Dall’inquadratura frontale, al profilo, alle suggestive visioni dall’alto, come se le potessimo vedere mentre nuotano sott’acqua; ognuna diversa dall’altra ma tutte simili, esse ci trasportano nel mondo interiore del piottore, svelandoci una parte della sua storia. Chiare sono le influenze di un decorativismo che molto deve all’Art Nouveau e a Klimt in particolare, ma anche, per i colori sgargianti di Rousseau il doganiere e a Mac Mazzieri per i toni azzurro/bluastri dalla forte suggestione evocativa. Sono immagini leggere, piacevoli, in cui si è invogliati ad “entrare” per potersi rilassare sedendosi accanto all’anfibio sulla sponda di un fiumicciattolo che scorre sullo sfondo; siamo ben lontani dalla concezione medioevale della rana in cui essa era vista come creatura di Satana, perché le streghe utilizzavano parti del suo corpo per creare pozioni e intrugli malefici.
L’esistenza di questo animale a sangue freddo si alterna sulla terra e nell’acqua e la sua capacità d’adattamento all’ambiente è naturale; essa si muove a prorio agio in ambienti e situazioni contrastanti. Nasce girino per poi subire una trasformazione in animale adulto, il suo muoversi a balzi saltando allegramente, i suoi colori brillanti a volte tendenti a mimetizzarsi con l’ambiente, sono qualità che rimandano alla metamorfosi e all’evoluzione, e possono simboleggiare la capacità di immergersi nelle situazioni senza farsene assorbire completamente e valutando altre possibilità e prospettive (saltando) per poi richiamare l’attenzione su di se’, sulle proprie necessità, sulle proprie esigenze. Ciò l’ha resa simbolo di rigenerazione e rinascita, quasi entità divina a cui rivolgersi, specie in tempi come questi...
A sottolineare ulteriormente questa dimensione significativa dell’animale, concorrono le linee dorate con cui l’artista lavora in diverse opere; una specie di “cloisonnisme” che avvicina le immagini alle antiche vetrate delle chiese lavorate a piombo.
Ma della rana va considerata anche la sua prima appartenenza all’umidità feconda che la rende animale lunare e notturno il cui verso insistente richiama le pulsioni naturali, sessuali, gli istinti che si risvegliano quando la ragione si appanna. E allora... specchi, pezzi di mosaico, collage, sfondi trattati a cracclè, linee naìve e campiture a rilievo, tutto questo, assieme, fa sì che la materia dell’artista divenga scrittura magica, sorta di calligrafia automatica di matrice surrealista, con la quale, usando macchie di colore, egli ci trasmette la sua visione interiore del mondo.
Chiara Messori
Dall’inquadratura frontale, al profilo, alle suggestive visioni dall’alto, come se le potessimo vedere mentre nuotano sott’acqua; ognuna diversa dall’altra ma tutte simili, esse ci trasportano nel mondo interiore del piottore, svelandoci una parte della sua storia. Chiare sono le influenze di un decorativismo che molto deve all’Art Nouveau e a Klimt in particolare, ma anche, per i colori sgargianti di Rousseau il doganiere e a Mac Mazzieri per i toni azzurro/bluastri dalla forte suggestione evocativa. Sono immagini leggere, piacevoli, in cui si è invogliati ad “entrare” per potersi rilassare sedendosi accanto all’anfibio sulla sponda di un fiumicciattolo che scorre sullo sfondo; siamo ben lontani dalla concezione medioevale della rana in cui essa era vista come creatura di Satana, perché le streghe utilizzavano parti del suo corpo per creare pozioni e intrugli malefici.
L’esistenza di questo animale a sangue freddo si alterna sulla terra e nell’acqua e la sua capacità d’adattamento all’ambiente è naturale; essa si muove a prorio agio in ambienti e situazioni contrastanti. Nasce girino per poi subire una trasformazione in animale adulto, il suo muoversi a balzi saltando allegramente, i suoi colori brillanti a volte tendenti a mimetizzarsi con l’ambiente, sono qualità che rimandano alla metamorfosi e all’evoluzione, e possono simboleggiare la capacità di immergersi nelle situazioni senza farsene assorbire completamente e valutando altre possibilità e prospettive (saltando) per poi richiamare l’attenzione su di se’, sulle proprie necessità, sulle proprie esigenze. Ciò l’ha resa simbolo di rigenerazione e rinascita, quasi entità divina a cui rivolgersi, specie in tempi come questi...
A sottolineare ulteriormente questa dimensione significativa dell’animale, concorrono le linee dorate con cui l’artista lavora in diverse opere; una specie di “cloisonnisme” che avvicina le immagini alle antiche vetrate delle chiese lavorate a piombo.
Ma della rana va considerata anche la sua prima appartenenza all’umidità feconda che la rende animale lunare e notturno il cui verso insistente richiama le pulsioni naturali, sessuali, gli istinti che si risvegliano quando la ragione si appanna. E allora... specchi, pezzi di mosaico, collage, sfondi trattati a cracclè, linee naìve e campiture a rilievo, tutto questo, assieme, fa sì che la materia dell’artista divenga scrittura magica, sorta di calligrafia automatica di matrice surrealista, con la quale, usando macchie di colore, egli ci trasmette la sua visione interiore del mondo.
Chiara Messori
05
luglio 2012
Filippo Capperucci – Stranerane
Dal 05 al 31 luglio 2012
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI CRIMINALI
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Orario di apertura
giovedi 20-23
Vernissage
5 Luglio 2012, ore 20
Autore
Curatore