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Filippo Curzi – Caleidopsiche
Dove ha origine la sensibilità artistica? È davvero una facoltà innata? Esiste un legame tra gusto estetico e vissuto personale? “Caleidopsiche” è un suggestivo viaggio all’interno della mente di un giovane artista, alla scoperta dei processi creativi celati nell’inconscio.
Comunicato stampa
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Dall’unione di kalos (bello), eidos (forma) e skopeo (osservo) nasce caleidoscopio, termine che denota un oggetto magico, attraverso il quale si osservano forme e colori in continuo movimento che ricreano di volta in volta nuove combinazioni, nuove armonie, in un equilibrio sempre mutevole e dinamico. Lo strumento più adatto per scrutare in profondità la mente di un artista, là dove i colori e le forme si combinano in modo inaspettato per dare vita ad una nuova opera. Una mente bella, un’anima bella, una caleidopsiche.
Il progetto. Scopo del progetto è dunque indagare l’origine della creazione artistica: da dove arriva la sensibilità? Quanto del vissuto dell’artista influenza la sua produzione, quanto invece è dovuto a facoltà innate? Da dove nascono il gusto per il colore, la scelta dei soggetti e la particolare sintesi grafica che compongono lo stile personale di ogni artista? In particolare, cosa lega Filippo Curzi a FillGood, l’alter ego che disegna e dipinge?
Il metodo. Per rispondere a queste domande Filippo Curzi ha deciso di mettersi a nudo, sottoponendosi ad una valutazione psicologica basata su una serie di test. Quale miglior metodo per indagare la mente di un artista se non i Test Proiettivi Grafici? Questo tipo di test si basa sul principio che ogni produzione di tipo artistico è un’espressione creativa del Sé, ovvero ci dice qualcosa di colui che disegna, qualcosa che va oltre il suo intento cosciente. Il tipo di tratto, la scelta dei colori, la collocazione degli elementi nello spazio sono indice del funzionamento inconscio della persona, a sua volta costituitosi sulla base del vissuto personale di ognuno. L’attendibilità di questa tipologia di test è ormai validata scientificamente ed inserita da anni nelle valutazioni psicodiagnostiche. Sebbene con differenti metodi interpretativi, ogni approccio considera il test proiettivo (grafico e non) uno strumento di indagine fondamentale.
I test ai quali l’artista è stato sottoposto sono: il test grafico HTP (house-tree-person), il test della famiglia e il test del bambino sotto la pioggia. È stato inoltre somministrato il test di Rorschach, sempre di tipo proiettivo, ma con risposta di tipo verbale anziché grafica.
Il mandala. Una sezione specifica del progetto è stata dedicata interamente allo studio del mandala. Il mandala è un diagramma circolare costituito dall'associazione di diverse figure geometriche. Il termine è composto dalle parole “essenza” e “contenimento” e fa riferimento ad una figura simbolica fondata sul cerchio e sul quadrato, a rappresentare le relazioni intercorrenti tra i differenti piani della realtà. L’origine viene fatta risalire alla cultura vedica, ma l’utilizzo di immagini geometriche basate sul cerchio è trasversale a tutte le tradizioni spirituali.
L’introduzione di questa figura in ambito psicologico si deve agli studi di Carl Gustav Jung, ma solo negli ultimi anni il mandala ha conquistato uno spazio in ambito clinico e sono stati svolti studi sistematici in merito. Come per tutti i test proiettivi grafici, l’uso dello spazio e la relazione tra forme e colori assume significati che vanno ben oltre l’intenzionalità dichiarata e cosciente del soggetto.
Ultima tappa e cuore pulsante del progetto è quindi la creazione di un mandala personale, visto come massimo punto d’intersezione tra arte, psicologia e spiritualità. L’opera si basa su un test specifico che studia l’uso del colore all’interno di un mandala standard, messo a punto in base ai significati simbolici di determinati elementi grafici.
La mostra. Tutte le opere presentate sono frutto del percorso introspettivo intrapreso all’interno del progetto. Ogni test, e la successiva interpretazione, hanno dato origine ad un’opera specifica che reinterpreta la produzione grafica della fase valutativa e gli aspetti del Sé emersi durante la restituzione. Ogni opera viene presentata insieme al test grafico originale e all’interpretazione psicologica. La mostra si compone di tre macro-sezioni, riferite ai tre ambiti di indagine del progetto:
area dell’io. Opere derivanti dai test concernenti il vissuto emotivo alla base della personalità dell’artista: HTP, bambino sotto la pioggia, famiglia;
area dell’inconscio. Sezione dedicata ai vissuti inespressi e a tutti i contenuti psichici sottostanti alla coscienza: parte dai sogni e dalle paure, esplora la personalità attraverso il test di Rorschach e termina con il mandala - fulcro della mostra - visto come massima espressione di tutti i livelli che concorrono a formare il mondo interno dell’individuo;
area brain. Opere di carattere concettuale, dedicate al cervello: quattro pannelli Brain Puzzle e una scultura.
Il progetto. Scopo del progetto è dunque indagare l’origine della creazione artistica: da dove arriva la sensibilità? Quanto del vissuto dell’artista influenza la sua produzione, quanto invece è dovuto a facoltà innate? Da dove nascono il gusto per il colore, la scelta dei soggetti e la particolare sintesi grafica che compongono lo stile personale di ogni artista? In particolare, cosa lega Filippo Curzi a FillGood, l’alter ego che disegna e dipinge?
Il metodo. Per rispondere a queste domande Filippo Curzi ha deciso di mettersi a nudo, sottoponendosi ad una valutazione psicologica basata su una serie di test. Quale miglior metodo per indagare la mente di un artista se non i Test Proiettivi Grafici? Questo tipo di test si basa sul principio che ogni produzione di tipo artistico è un’espressione creativa del Sé, ovvero ci dice qualcosa di colui che disegna, qualcosa che va oltre il suo intento cosciente. Il tipo di tratto, la scelta dei colori, la collocazione degli elementi nello spazio sono indice del funzionamento inconscio della persona, a sua volta costituitosi sulla base del vissuto personale di ognuno. L’attendibilità di questa tipologia di test è ormai validata scientificamente ed inserita da anni nelle valutazioni psicodiagnostiche. Sebbene con differenti metodi interpretativi, ogni approccio considera il test proiettivo (grafico e non) uno strumento di indagine fondamentale.
I test ai quali l’artista è stato sottoposto sono: il test grafico HTP (house-tree-person), il test della famiglia e il test del bambino sotto la pioggia. È stato inoltre somministrato il test di Rorschach, sempre di tipo proiettivo, ma con risposta di tipo verbale anziché grafica.
Il mandala. Una sezione specifica del progetto è stata dedicata interamente allo studio del mandala. Il mandala è un diagramma circolare costituito dall'associazione di diverse figure geometriche. Il termine è composto dalle parole “essenza” e “contenimento” e fa riferimento ad una figura simbolica fondata sul cerchio e sul quadrato, a rappresentare le relazioni intercorrenti tra i differenti piani della realtà. L’origine viene fatta risalire alla cultura vedica, ma l’utilizzo di immagini geometriche basate sul cerchio è trasversale a tutte le tradizioni spirituali.
L’introduzione di questa figura in ambito psicologico si deve agli studi di Carl Gustav Jung, ma solo negli ultimi anni il mandala ha conquistato uno spazio in ambito clinico e sono stati svolti studi sistematici in merito. Come per tutti i test proiettivi grafici, l’uso dello spazio e la relazione tra forme e colori assume significati che vanno ben oltre l’intenzionalità dichiarata e cosciente del soggetto.
Ultima tappa e cuore pulsante del progetto è quindi la creazione di un mandala personale, visto come massimo punto d’intersezione tra arte, psicologia e spiritualità. L’opera si basa su un test specifico che studia l’uso del colore all’interno di un mandala standard, messo a punto in base ai significati simbolici di determinati elementi grafici.
La mostra. Tutte le opere presentate sono frutto del percorso introspettivo intrapreso all’interno del progetto. Ogni test, e la successiva interpretazione, hanno dato origine ad un’opera specifica che reinterpreta la produzione grafica della fase valutativa e gli aspetti del Sé emersi durante la restituzione. Ogni opera viene presentata insieme al test grafico originale e all’interpretazione psicologica. La mostra si compone di tre macro-sezioni, riferite ai tre ambiti di indagine del progetto:
area dell’io. Opere derivanti dai test concernenti il vissuto emotivo alla base della personalità dell’artista: HTP, bambino sotto la pioggia, famiglia;
area dell’inconscio. Sezione dedicata ai vissuti inespressi e a tutti i contenuti psichici sottostanti alla coscienza: parte dai sogni e dalle paure, esplora la personalità attraverso il test di Rorschach e termina con il mandala - fulcro della mostra - visto come massima espressione di tutti i livelli che concorrono a formare il mondo interno dell’individuo;
area brain. Opere di carattere concettuale, dedicate al cervello: quattro pannelli Brain Puzzle e una scultura.
18
gennaio 2014
Filippo Curzi – Caleidopsiche
Dal 18 al 24 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
GALLERIA111
Bergamo, Via Pignolo, 93, (Bergamo)
Bergamo, Via Pignolo, 93, (Bergamo)
Orario di apertura
da domenica a venerdì ore 9:30-13 e 16-19
Vernissage
18 Gennaio 2014, ore 18
Autore
Curatore