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Filippo Dobrilla
Mostra di sculture
Comunicato stampa
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E’ nato a Firenze nel 1968, vive e lavora a Brucoli nei pressi di Pontassieve, in un podere che egli stesso coltiva, come se, in certo modo, lavorando la terra desse forma a potenziali installazioni campestri, suggerite dalla bellezza e dalla particolarità del luogo.
Ha iniziato a scolpire nella prima metà degli anni Ottanta, in parallelo conduceva spedizioni speleologiche nelle Alpi Apuane, attratto dalle suggestioni delle cavità marmoree, esplorando i due abissi più profondi d’Italia, l’Olivifer e il Roversi. Pare impossibile, ma in una profondità dell’abisso Piero Saragato, per mesi, in totale solitudine, ha scolpito una statua di un gigante! Questo per far intendere l’assoluta atipicità dell’individuo e dell’artista.
Dopo una breve esperienza di restauro su legno, svolta tra il 1989 e il ’91, egli ha frequentato, nel ’92, un corso di arte lapidea presso l’ultimo capomastro dell’Opera del Duomo di Firenze, che gli ha permesso di acquisire una completa padronanza della tecnica scultorea. Nel corso degli anni si è cimentato a tradurre nel marmo e nella pietra i dipinti del Cinquecento toscano, reinventandone le pose secondo una sensibilità moderna; tra i primi lavori, ad esempio, sono uscite le figure di San Brindano, con la gabbana alzata irriverentemente, di San Giorgio, con i sandali Birkenstock, che squarcia le lamiere di un automobile; poi i bassorilievi del Diluvio universale, travolgente uomini e macchine, di San Rocco e di San Sebastiano, raffigurati come autoritratti.
Dal 1992 ha esposto nella Ken’s Gallery di Firenze e in case di amici collezionisti. Nel ’97 ha partecipato ad una collettiva da me curata (L’unità nella varietà. Sculture, pitture, fotografie) presso il castello Rangoni Machiavelli a San Casciano Val di Pesa, con due opere: l’altorilievo Ecce Ego Deo, e il ritratto del nipote Folco. Dalla fine degli anni Novanta, attratto dalla statuaria seicentesca, ha realizzato opere come il Torso maschile vestito con un paio di jeans, o l’Asceta nel deserto, ritraendo se stesso. Ancora con le sue sembianze ha modellato in creta la scultura dell’Adamo, visto come un giovane rasta nudo (questi due lavori li ho presentati nel ’99, in un’altra collettiva – L’hoggidì overo gl’ingegni moderni non inferiore à’ passati – presso la Fondazione Longhi).
Nelle opere più recenti si avvale della fotografia, si direbbe, scolpendo a rilievo e a tutto tondo immagini fotografiche. Al momento è in lavorazione un blocco di marmo alto tre metri, in cui ha sbozzato due figure maschili ispirate a quelle dello sfondo del tondo Doni.
OPERE ESPOSTE
Giove, 1999
Torso in jeans, 1998
Adamo, 1998
Stele per un’occasione solenne, 1999
Narciso, 1998
Apollo senza Giacinto, 2000
Trittolemo, Il Dio dei Cereali, 2001
Cri Cri, Cristiano Ronaldo, 2005
Ha iniziato a scolpire nella prima metà degli anni Ottanta, in parallelo conduceva spedizioni speleologiche nelle Alpi Apuane, attratto dalle suggestioni delle cavità marmoree, esplorando i due abissi più profondi d’Italia, l’Olivifer e il Roversi. Pare impossibile, ma in una profondità dell’abisso Piero Saragato, per mesi, in totale solitudine, ha scolpito una statua di un gigante! Questo per far intendere l’assoluta atipicità dell’individuo e dell’artista.
Dopo una breve esperienza di restauro su legno, svolta tra il 1989 e il ’91, egli ha frequentato, nel ’92, un corso di arte lapidea presso l’ultimo capomastro dell’Opera del Duomo di Firenze, che gli ha permesso di acquisire una completa padronanza della tecnica scultorea. Nel corso degli anni si è cimentato a tradurre nel marmo e nella pietra i dipinti del Cinquecento toscano, reinventandone le pose secondo una sensibilità moderna; tra i primi lavori, ad esempio, sono uscite le figure di San Brindano, con la gabbana alzata irriverentemente, di San Giorgio, con i sandali Birkenstock, che squarcia le lamiere di un automobile; poi i bassorilievi del Diluvio universale, travolgente uomini e macchine, di San Rocco e di San Sebastiano, raffigurati come autoritratti.
Dal 1992 ha esposto nella Ken’s Gallery di Firenze e in case di amici collezionisti. Nel ’97 ha partecipato ad una collettiva da me curata (L’unità nella varietà. Sculture, pitture, fotografie) presso il castello Rangoni Machiavelli a San Casciano Val di Pesa, con due opere: l’altorilievo Ecce Ego Deo, e il ritratto del nipote Folco. Dalla fine degli anni Novanta, attratto dalla statuaria seicentesca, ha realizzato opere come il Torso maschile vestito con un paio di jeans, o l’Asceta nel deserto, ritraendo se stesso. Ancora con le sue sembianze ha modellato in creta la scultura dell’Adamo, visto come un giovane rasta nudo (questi due lavori li ho presentati nel ’99, in un’altra collettiva – L’hoggidì overo gl’ingegni moderni non inferiore à’ passati – presso la Fondazione Longhi).
Nelle opere più recenti si avvale della fotografia, si direbbe, scolpendo a rilievo e a tutto tondo immagini fotografiche. Al momento è in lavorazione un blocco di marmo alto tre metri, in cui ha sbozzato due figure maschili ispirate a quelle dello sfondo del tondo Doni.
OPERE ESPOSTE
Giove, 1999
Torso in jeans, 1998
Adamo, 1998
Stele per un’occasione solenne, 1999
Narciso, 1998
Apollo senza Giacinto, 2000
Trittolemo, Il Dio dei Cereali, 2001
Cri Cri, Cristiano Ronaldo, 2005
05
settembre 2005
Filippo Dobrilla
Dal 05 al 09 settembre 2005
arte contemporanea
Location
PIAZZA DELLA PASSERA
Firenze, Piazza Della Passera, (Firenze)
Firenze, Piazza Della Passera, (Firenze)
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore
Curatore