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Filippo Giansanti – Abèc’èDario
Un abbecedario composto da 21 tavole in cui il primo sguardo è rapito dall’immediatezza dei disegni così come dal rigoroso bianco e nero. L’ordine degli “animali” raffigurati (poiché anche Dario, l’umano, risulta essere parte del bestiario) segue l’elenco alfabetico e trova negli occhi la costante.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 10 dicembre alle ore 17, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, verrà inaugurata la mostra Abèc'èDario di Filippo Giansanti.
Si tratta di un abbecedario composto da 21 tavole in cui il primo sguardo è rapito dall'immediatezza dei disegni così come dal rigoroso bianco e nero. L'ordine dei 21 “animali” raffigurati (poiché anche Dario, l'umano, risulta essere parte del bestiario) segue l'elenco alfabetico e trova negli occhi il tratto comune e costante che rende tutti i soggetti raffigurati partecipi della medesima dignità.
Le tavole seguono idealmente, in questo aspetto, gli esercizi di stile di Queneau, costruendo una serie giocata su costanti e varianti: gli occhi e l'ingombro delle figure costituiscono gli elementi che si ripetono immutati per tutte le tavole.
Ma se il primo sguardo è catturato dalla semplicità, l'intero lavoro è aperto a molteplici livelli di lettura e fruizione. L'umano, Dario, è un mutaforma e le 21 tavole sono il suo dispiegarsi fuori dalla temporalità e dalla razionalità? Il confine tra umano e animale è un confine labile, così come il confine tra reale e fantastico (lo conferma la presenza dell' uomo delle nevi). Tutti siamo partecipi della stessa identica sostanza, è solo la forma a trovare sempre nuove combinazioni possibili. L'identità è solo l'istantanea e fugace cattura di un attimo. Siamo un divenire e l'opera di Giansanti ci spinge a giocare con questo essere traiettorie con una moltitudine di direzioni possibili.
Si tratta di un abbecedario composto da 21 tavole in cui il primo sguardo è rapito dall'immediatezza dei disegni così come dal rigoroso bianco e nero. L'ordine dei 21 “animali” raffigurati (poiché anche Dario, l'umano, risulta essere parte del bestiario) segue l'elenco alfabetico e trova negli occhi il tratto comune e costante che rende tutti i soggetti raffigurati partecipi della medesima dignità.
Le tavole seguono idealmente, in questo aspetto, gli esercizi di stile di Queneau, costruendo una serie giocata su costanti e varianti: gli occhi e l'ingombro delle figure costituiscono gli elementi che si ripetono immutati per tutte le tavole.
Ma se il primo sguardo è catturato dalla semplicità, l'intero lavoro è aperto a molteplici livelli di lettura e fruizione. L'umano, Dario, è un mutaforma e le 21 tavole sono il suo dispiegarsi fuori dalla temporalità e dalla razionalità? Il confine tra umano e animale è un confine labile, così come il confine tra reale e fantastico (lo conferma la presenza dell' uomo delle nevi). Tutti siamo partecipi della stessa identica sostanza, è solo la forma a trovare sempre nuove combinazioni possibili. L'identità è solo l'istantanea e fugace cattura di un attimo. Siamo un divenire e l'opera di Giansanti ci spinge a giocare con questo essere traiettorie con una moltitudine di direzioni possibili.
10
dicembre 2017
Filippo Giansanti – Abèc’èDario
Dal 10 dicembre 2017 al 13 gennaio 2018
disegno e grafica
Location
LO SPAZIO DI VIA DELL’OSPIZIO
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 9.30-13 e 16-20
Vernissage
10 Dicembre 2017, ore 17.00
Autore