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Finzioni
Finzioni è un progetto espositivo site specific che ha inteso lavorare sul concetto di Fotografia come “finzione”, “costruzione”, “allestimento”, “manipolazione”, ma anche come “ipervisione”,
“detournement”, “de-realizzazione”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Finzioni è un progetto espositivo site specific che ha inteso lavorare sul concetto di Fotografia
come “finzione”, “costruzione”, “allestimento”, “manipolazione”, ma anche come “ipervisione”,
“detournement”, “de-realizzazione”. Medium ambiguo in grado di generare un “effetto realeirreale”
al di là di ogni possibile resa e messa in scena. La mostra a cura di Sandro Bini, si apre
Sabato 1 Maggio dalle ore 17,30 alle ore 20, nei suggestivi spazi di San Salvi, in occasione
della Festa del Primo Maggio organizzata dai Chille de la Balanza e prosegue fino al 2
Maggio. Ognuno dei sei fotografi dello Staff Deaphoto impegnato in questo progetto è stato
chiamato a realizzare una serie di immagini che interpretassero liberamente il tema, secondo
approcci e procedure personalizzate: dal reperimento dei temi e dei soggetti alla presentazione
espositiva delle opere. Alberto Ianiro (My Plastic Florence) sviluppa il tema mostrandoci dall’alto,
con la tecnica del tilt-shift, una Firenze modellino-per-tursita. Francesca Ronconi (Una domenica
di lunedì) costruendo una fiction di impianto narrativo che è messa in scena di un ricordo di
infanzia. Michelangelo Chiaramida (TV on the Camera) sposta invece l’oggetto della sua
riflessione visiva sulle “finzioni” in ambito mediatico, mentre Sabrina Ingrassia (Verosimiglianze
Provvisorie) compie, attraverso l’allestimento di tableau teatrali in uno scenario desolato, una
riflessione filosofico-esistenziale su persona e maschera, verità e finzione. Tautologia,
deoturnement e sguardo fotografico divengono protagonisti dell’allestimento di Sandro Bini (You,
Six Chairs, One Girl & Three Photos) dove la finzione è quella dell’immagine e del gioco di
straniamento e coinvolgimento che si innesca in fotografia nel momento della sua performance.
Con il lavoro di Sara Severini (Immagini da una storia immaginata) la fotografia diviene “mezzo
elettivo per realizzare un racconto visivo che abbia le sembianze del reale ma la libertà della
fantasia”. Infine con Simone Cecchi (David) la finzione fotografica è un virtuoso gioco mimetico
di esplicita citazione della Storia dell’Arte. Sempre Sabato 1 Maggio alle ore 18,30 in occasione
dell’inaugurazione della Mostra sarà presentato in prima visione al pubblico anche il Video
Fotografico a cura di Sandro Bini e Claudia Querci Derive Urbane / Firenze DU010 degli
Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010.
FINZIONI
Un progetto fotografico Deaphoto Expo a Cura di Sandro Bini
Sabato 1 Maggio – Domenica 2 Maggio 2010
INAUGURAZIONE SABATO 1 MAGGIO ORE 17,30-20
ALLE ORE 18,30 PROIEZIONE IN PRIMA VISIONE DI
DERIVE URBANE / FIRENZE DUO10
Video Fotografico degli Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010
A cura di Sandro Bini e Claudia Querci
SAN SALVI città aperta - Chille de la Balanza
Via di San Salvi 12 – FIRENZE – www.chille.it
.Sabato 1 Maggio ore 17,30 – 20 – Domenica 2 Maggio ore 10-13 / 15-20
FINZIONI
TESTI DI PRESENTAZIONE DEGLI AUTORI
Alberto Ianiro > My Plastic Florence
Ricca di storia e di un grande passato, incastonata nei vicoli e fra le
mura che corrono verso l’altro, fra pietre, mosaici, pitture e palazzi.
C'era tanto da fare, bisognava rispettare quel cesello di bellezza, quel
capriccio d'arte, quello spettacolare contenitore di teatri e palazzi,
pensando in chiave moderna, un’innovazione che passava solo
attraverso gli uomini. Rinchiusa in un guscio stereotipo vorrebbe volare,
ma non ha ali. Raccolti in un piccolo scrigno scenografie, quadri,
pennelli, anime di artisti, tenori, attori, guitti, saltimbanchi, vie, strade,
muri, case, palazzi, nobili, principi, microfoni e luci, ormai la città di
plastica va via lontano, senza rimpianti né dolore. Critica visione della Firenze odierna,
rappresentata attraverso le immagini di luoghi chiave della città e messa in finzione attraverso
l’elaborazione digitale con la tecnica del tilt & shifting. Attraverso la riproduzione dei modellini di
plastica si vuole fare analisi critica ed autocritica della città statica, immobile, dormiente: una città
di plastica. La nostra cara plastic Florence.
Francesca Ronconi > Una domenica di lunedì
La realtà è quella a cui credono i vecchi ed i bambini.
Messa in immagini di un ricordo che poi era una filastrocca che fa
così:
Una domenica di lunedì
andavo a spasso sola accompagnata da diversi amici
la strada era diritta ma serpeggiante
fiancheggiata da alberi senza radici
mi tirarono una botta nel cervello
mi misi a sedere in un sasso di legno
credevo di dormire e invece ero sveglio.
Michelangelo Chiaramida > TV on the Camera
Il mezzo diffusione di immagini ripreso da un altro mezzo di diffusione
di immagini, tutto superfluo, tutto finto ma anche tutto vero. Dove
inizia la finzione e dove finisce la realtà. Uno scambio di verità e bugie
tra mezzi di ripresa e ripresi, una gara a chi riesce ad essere più finto
o più vero.
Sabrina Ingrassia > Verosimiglianze Provvisorie
La finzione altro non è che una verosimiglianza provvisoria alla
realtà. “Non mi interessano le finzioni non mi interessa la realtà”
dice la donna.“Mi fa male tutto, sia quello che vedo, sia quello che
non vedo” dice la maschera. E chi finge, allora, chi è vero?
Sandro Bini > You, Six Chairs, One Girl & Three Photos
In questa installazione il rimando concettuale è ovviamente
Joseph Kosuth e al suo famosissimo One and three chairs. Ma
“You”, lo spettatore, entra in gioco in maniera diretta, in un
dialogo muto con gli oggetti e le immagini. Seduto su non dei lati
del quadrilatero formato da 4 sedie, ha di fronte a se appoggiata
su una di esse la fotografia allucinata di una ragazza che indossa
un casco nero, a destra a sinistra sempre appoggiate su due
sedie, la fotografie di altrettante sedie una bianca di plastica e una
in pelle marrone con sopra appoggiata una cuffia. Tautologia, deoturnement e sguardo fotografico
divengono protagonisti della messa in scena. La finzione è quella dell’immagine e del gioco di
straniamento che si innesca in fotografia sia nel momento dello scatto sia in quello concettuale
della performance visiva. Le possibilità interpretative e di significazione innescate dall’installazione
offrono il massimo grado di soggettivazione e possibilità allo spettatore, nel gioco ludico della
dimensione teatrale e performativa dell’opera, nella quale egli stesso è attore protagonista.
Sara Severini > Immagini da una storia immaginata
Serie di istantanee di un vissuto elaborato e fruito dalla mente.
Può trattarsi di un’esperienza onirica piuttosto che
immaginativa, in entrambi i casi non ci sono necessariamente
regole o limiti cui sottostare, la storia si svolge senza dover
seguire criteri logici o di possibilità appartenenti alla realtà
sensibile. Come nel sogno e nell’associazione libera il senso di
idee e immagini che prendono forma può essere più o meno
evidente e comprensibile, può anche non sussistere affatto.
Acquista così importanza il gusto dell’anarchia del proprio intimo spazio di pensiero: dimensione di
evasione da usare con misura e da custodire con affetto perché può avere il potere di rimetterci in
contatto con i propri desideri spesso dimenticati nell’umana sottile assuefazione quotidiana alla
vita. La fotografia diventa mezzo elettivo per realizzare un racconto visivo che abbia le sembianze
del reale ma la libertà della fantasia.
Simone Cecchi > David
“Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente
mescolarvi un po’ di menzogna - Fëdor Dostoevskij - I demoni -
1871”.Questa immagine, scattata qualche mese fa in collaborazione
con Gildardo Gallo da un’idea di Martina Melani, fa parte di un
progetto più ampio, ambizioso e vicino al suo completamento.
DERIVE URBANE / Firenze DU010
Video Fotografico degli Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010
A cura di Sandro Bini e Claudia Querci
La deriva era il principale mezzo esplorativo dei membri dell’Internazionale Situazionista,
movimento rivoluzionario formato da artisti, architetti e studiosi di tutta Europa, attivo dal
1956 al 1972, anno ufficiale del suo scioglimento. Compiere una deriva nella logica
situazionista significa lasciarsi andare alle sollecitazioni dell’ambiente, scegliere in modo
non razionale il percorso da seguire, smarrirsi consapevolmente fra le pieghe della città.
La filosofia, le tecniche e le procedure della Deriva sono assimilabili e si integrano
perfettamente con quelle della Street photography, e si sono rivelate oltremodo utili nella
progettazione e nella realizzazione di questo progetto fotografico, nel tentativo di
raggiungere un “disorientamento emozionale’ nell’osservare in modo nuovo il contesto
cittadino. Fissato il punto di partenza, i confini, il tempo di esplorazione ed eventualmente
il punto di arrivo, si è proceduto in modo libero, cercando di esplicitare visivamente le
sollecitazioni indotte dall’ambiente circostante. La fotografia, così vissuta e interpretata, ha
permesso di focalizzare l’attenzione e di amplificare le potenzialità dei sensi, servendo da
setaccio per focalizzare gli elementi che costituiscono la complessità dello spazio e
dell’esperienza urbana.
come “finzione”, “costruzione”, “allestimento”, “manipolazione”, ma anche come “ipervisione”,
“detournement”, “de-realizzazione”. Medium ambiguo in grado di generare un “effetto realeirreale”
al di là di ogni possibile resa e messa in scena. La mostra a cura di Sandro Bini, si apre
Sabato 1 Maggio dalle ore 17,30 alle ore 20, nei suggestivi spazi di San Salvi, in occasione
della Festa del Primo Maggio organizzata dai Chille de la Balanza e prosegue fino al 2
Maggio. Ognuno dei sei fotografi dello Staff Deaphoto impegnato in questo progetto è stato
chiamato a realizzare una serie di immagini che interpretassero liberamente il tema, secondo
approcci e procedure personalizzate: dal reperimento dei temi e dei soggetti alla presentazione
espositiva delle opere. Alberto Ianiro (My Plastic Florence) sviluppa il tema mostrandoci dall’alto,
con la tecnica del tilt-shift, una Firenze modellino-per-tursita. Francesca Ronconi (Una domenica
di lunedì) costruendo una fiction di impianto narrativo che è messa in scena di un ricordo di
infanzia. Michelangelo Chiaramida (TV on the Camera) sposta invece l’oggetto della sua
riflessione visiva sulle “finzioni” in ambito mediatico, mentre Sabrina Ingrassia (Verosimiglianze
Provvisorie) compie, attraverso l’allestimento di tableau teatrali in uno scenario desolato, una
riflessione filosofico-esistenziale su persona e maschera, verità e finzione. Tautologia,
deoturnement e sguardo fotografico divengono protagonisti dell’allestimento di Sandro Bini (You,
Six Chairs, One Girl & Three Photos) dove la finzione è quella dell’immagine e del gioco di
straniamento e coinvolgimento che si innesca in fotografia nel momento della sua performance.
Con il lavoro di Sara Severini (Immagini da una storia immaginata) la fotografia diviene “mezzo
elettivo per realizzare un racconto visivo che abbia le sembianze del reale ma la libertà della
fantasia”. Infine con Simone Cecchi (David) la finzione fotografica è un virtuoso gioco mimetico
di esplicita citazione della Storia dell’Arte. Sempre Sabato 1 Maggio alle ore 18,30 in occasione
dell’inaugurazione della Mostra sarà presentato in prima visione al pubblico anche il Video
Fotografico a cura di Sandro Bini e Claudia Querci Derive Urbane / Firenze DU010 degli
Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010.
FINZIONI
Un progetto fotografico Deaphoto Expo a Cura di Sandro Bini
Sabato 1 Maggio – Domenica 2 Maggio 2010
INAUGURAZIONE SABATO 1 MAGGIO ORE 17,30-20
ALLE ORE 18,30 PROIEZIONE IN PRIMA VISIONE DI
DERIVE URBANE / FIRENZE DUO10
Video Fotografico degli Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010
A cura di Sandro Bini e Claudia Querci
SAN SALVI città aperta - Chille de la Balanza
Via di San Salvi 12 – FIRENZE – www.chille.it
.Sabato 1 Maggio ore 17,30 – 20 – Domenica 2 Maggio ore 10-13 / 15-20
FINZIONI
TESTI DI PRESENTAZIONE DEGLI AUTORI
Alberto Ianiro > My Plastic Florence
Ricca di storia e di un grande passato, incastonata nei vicoli e fra le
mura che corrono verso l’altro, fra pietre, mosaici, pitture e palazzi.
C'era tanto da fare, bisognava rispettare quel cesello di bellezza, quel
capriccio d'arte, quello spettacolare contenitore di teatri e palazzi,
pensando in chiave moderna, un’innovazione che passava solo
attraverso gli uomini. Rinchiusa in un guscio stereotipo vorrebbe volare,
ma non ha ali. Raccolti in un piccolo scrigno scenografie, quadri,
pennelli, anime di artisti, tenori, attori, guitti, saltimbanchi, vie, strade,
muri, case, palazzi, nobili, principi, microfoni e luci, ormai la città di
plastica va via lontano, senza rimpianti né dolore. Critica visione della Firenze odierna,
rappresentata attraverso le immagini di luoghi chiave della città e messa in finzione attraverso
l’elaborazione digitale con la tecnica del tilt & shifting. Attraverso la riproduzione dei modellini di
plastica si vuole fare analisi critica ed autocritica della città statica, immobile, dormiente: una città
di plastica. La nostra cara plastic Florence.
Francesca Ronconi > Una domenica di lunedì
La realtà è quella a cui credono i vecchi ed i bambini.
Messa in immagini di un ricordo che poi era una filastrocca che fa
così:
Una domenica di lunedì
andavo a spasso sola accompagnata da diversi amici
la strada era diritta ma serpeggiante
fiancheggiata da alberi senza radici
mi tirarono una botta nel cervello
mi misi a sedere in un sasso di legno
credevo di dormire e invece ero sveglio.
Michelangelo Chiaramida > TV on the Camera
Il mezzo diffusione di immagini ripreso da un altro mezzo di diffusione
di immagini, tutto superfluo, tutto finto ma anche tutto vero. Dove
inizia la finzione e dove finisce la realtà. Uno scambio di verità e bugie
tra mezzi di ripresa e ripresi, una gara a chi riesce ad essere più finto
o più vero.
Sabrina Ingrassia > Verosimiglianze Provvisorie
La finzione altro non è che una verosimiglianza provvisoria alla
realtà. “Non mi interessano le finzioni non mi interessa la realtà”
dice la donna.“Mi fa male tutto, sia quello che vedo, sia quello che
non vedo” dice la maschera. E chi finge, allora, chi è vero?
Sandro Bini > You, Six Chairs, One Girl & Three Photos
In questa installazione il rimando concettuale è ovviamente
Joseph Kosuth e al suo famosissimo One and three chairs. Ma
“You”, lo spettatore, entra in gioco in maniera diretta, in un
dialogo muto con gli oggetti e le immagini. Seduto su non dei lati
del quadrilatero formato da 4 sedie, ha di fronte a se appoggiata
su una di esse la fotografia allucinata di una ragazza che indossa
un casco nero, a destra a sinistra sempre appoggiate su due
sedie, la fotografie di altrettante sedie una bianca di plastica e una
in pelle marrone con sopra appoggiata una cuffia. Tautologia, deoturnement e sguardo fotografico
divengono protagonisti della messa in scena. La finzione è quella dell’immagine e del gioco di
straniamento che si innesca in fotografia sia nel momento dello scatto sia in quello concettuale
della performance visiva. Le possibilità interpretative e di significazione innescate dall’installazione
offrono il massimo grado di soggettivazione e possibilità allo spettatore, nel gioco ludico della
dimensione teatrale e performativa dell’opera, nella quale egli stesso è attore protagonista.
Sara Severini > Immagini da una storia immaginata
Serie di istantanee di un vissuto elaborato e fruito dalla mente.
Può trattarsi di un’esperienza onirica piuttosto che
immaginativa, in entrambi i casi non ci sono necessariamente
regole o limiti cui sottostare, la storia si svolge senza dover
seguire criteri logici o di possibilità appartenenti alla realtà
sensibile. Come nel sogno e nell’associazione libera il senso di
idee e immagini che prendono forma può essere più o meno
evidente e comprensibile, può anche non sussistere affatto.
Acquista così importanza il gusto dell’anarchia del proprio intimo spazio di pensiero: dimensione di
evasione da usare con misura e da custodire con affetto perché può avere il potere di rimetterci in
contatto con i propri desideri spesso dimenticati nell’umana sottile assuefazione quotidiana alla
vita. La fotografia diventa mezzo elettivo per realizzare un racconto visivo che abbia le sembianze
del reale ma la libertà della fantasia.
Simone Cecchi > David
“Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente
mescolarvi un po’ di menzogna - Fëdor Dostoevskij - I demoni -
1871”.Questa immagine, scattata qualche mese fa in collaborazione
con Gildardo Gallo da un’idea di Martina Melani, fa parte di un
progetto più ampio, ambizioso e vicino al suo completamento.
DERIVE URBANE / Firenze DU010
Video Fotografico degli Studenti del Corso di Street Photography 2009-2010
A cura di Sandro Bini e Claudia Querci
La deriva era il principale mezzo esplorativo dei membri dell’Internazionale Situazionista,
movimento rivoluzionario formato da artisti, architetti e studiosi di tutta Europa, attivo dal
1956 al 1972, anno ufficiale del suo scioglimento. Compiere una deriva nella logica
situazionista significa lasciarsi andare alle sollecitazioni dell’ambiente, scegliere in modo
non razionale il percorso da seguire, smarrirsi consapevolmente fra le pieghe della città.
La filosofia, le tecniche e le procedure della Deriva sono assimilabili e si integrano
perfettamente con quelle della Street photography, e si sono rivelate oltremodo utili nella
progettazione e nella realizzazione di questo progetto fotografico, nel tentativo di
raggiungere un “disorientamento emozionale’ nell’osservare in modo nuovo il contesto
cittadino. Fissato il punto di partenza, i confini, il tempo di esplorazione ed eventualmente
il punto di arrivo, si è proceduto in modo libero, cercando di esplicitare visivamente le
sollecitazioni indotte dall’ambiente circostante. La fotografia, così vissuta e interpretata, ha
permesso di focalizzare l’attenzione e di amplificare le potenzialità dei sensi, servendo da
setaccio per focalizzare gli elementi che costituiscono la complessità dello spazio e
dell’esperienza urbana.
01
maggio 2010
Finzioni
Dal primo al 02 maggio 2010
fotografia
Location
CENTRO CULTURALE PAOLO PAOLI – CHILLE DE LA BALANZA
Firenze, Via Di San Salvi, 12, (Firenze)
Firenze, Via Di San Salvi, 12, (Firenze)
Orario di apertura
Domenica 2 Maggio ore 10-13 / 15-20
Vernissage
1 Maggio 2010, ore 17.30-20
Autore
Curatore