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Fiona Biggiero – Joseph Kosuth. Il linguaggio dell’equilibrio
Presentazione del volume che documenta l’installazione di Joseph Kosuth alla 52. Biennale di Venezia
Comunicato stampa
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Il libro di Joseph Kosuth è un volume dedicato al lavoro concepito, realizzato e installato sull’Isola di San Lazzaro a Venezia in occasione della 52° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia del 2007. L’opera, intitolata ‘Il Linguaggio dell’Equilibrio’, è composta da una scritta gialla al neon, di circa 150 metri, installata lungo il perimetro delle mura che circondano l’isola. La realizzazione si estende su tutta la superficie del muro di nord-ovest e si arrampica sulla facciata della chiesa, sul campanile e sull’osservatorio del complesso monumentale situato sull’isola.
Si tratta dell’installazione neon più grande dell’artista e il testo che la compone è frutto di un’approfondita ricerca sull’acqua, sul rapporto tra l’elemento primario vitale, il concetto e il significato linguistico. Le scritte in italiano, inglese e armeno, suggeriscono anche la molteplicità linguistica dei testi contenuti nella biblioteca del convento. Il colore giallo del neon è stato scelto in base alla simbologia storica, che risale all’epoca della fondazione del monastero, quando il giallo era indice di virtù, intelletto, stima e maestà. Il lavoro, con la sua evidenza luminosa, fa emergere il complesso monumentale dell’isola e insieme mette in rilievo l’universalità della sua cultura.
Kosuth, fra i primi artisti concettuali, ha spesso giocato con l’etimologia delle parole, concentrandosi sul divario tra gli oggetti e le loro denotazioni, tra linguaggio e realtà. ‘Il Linguaggio dell’Equilibrio’ utilizza la definizione della parola ‘acqua’ (dal dizionario composto dall’abate Mekhitar nelle tre lingue citate) e presenta una nuova versione multilingue delle celebri ‘definizioni’ enciclopediche che furono le prime opere dell’artista durante la metà degli anni sessanta e fra le quali figurava la parola ‘acqua’.
‘Ero interessato all’acqua per la sua qualità informe e incolore. Ho infatti utilizzato l’acqua in tutti i modi immaginabili – blocchi di ghiaccio, vapore del radiatore, mappe che mostravano zone intere d’acqua usata in vari sistemi, una collezione di cartoline con immagini di masse d’acqua, e così via fino al 1966 quando ho prodotto i miei lavori ingrandendo definizioni della parola acqua tratte dal dizionario.’ (Joseph Kosuth)
Nell’installazione di San Lazzaro l’acqua, intesa come elemento primario, si riferisce a quella che circonda l’isola e allo stesso tempo si relaziona all’immagine mentale che le è associata, evocando così un ventaglio di congetture e associazioni che entrano in gioco con il contesto.
Il volume, a cura di Fiona Biggiero, edito da Electa, ideato dall’artista stesso nel design e nei materiali, presenta una documentazione e un’analisi del momento di concezione dell’opera, della sua storia, testimoniati dalla curatrice della mostra Adelina von Fürstenberg. Raccoglie un’intervista con Germano Celant, che rivela il corpus del lavoro di Kosuth e la sua visione dell’economia e delle forze del mercato, infine un testo analitico di Martin Prinzhorn sulla natura assertiva della pratica artistica di Kosuth. La pubblicazione è completata da una documentazione fotografica realizzata di Daniele Nalesso.
Sommario
I. Prefazione Adelina von Fürstenberg
II. Una nota introduttiva Fiona Biggiero
III. Una dichiarazione dell’artista Joseph Kosuth
IV. Concetti come parole, concetti come arte Martin Prinzhorn
V. L’arte dopo il modernismo Joseph Kosuth intervistato da Germano Celant
VI. Documentazione fotografica
VII. Biografia
Biografia
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio 1945) è uno dei pionieri dell’arte concettuale e dell’Installation art, iniziando negli anni sessanta con opere basate sul linguaggio e sulle strategie di appropriazione. Il suo lavoro ha esplorato coerentemente la produzione e il ruolo del significato all’interno dell’arte. La sua ultra quarantennale indagine sul rapporto tra linguaggio e arte si è manifestata attraverso installazioni,
mostre in musei, commissioni pubbliche e pubblicazioni in Europa, le Americhe e l’Asia. Kosuth ha partecipato tra l’altro a cinque Documenta e quattro Biennali di Venezia, esponendo anche nel Padiglione ungherese nel 1993. Tra i premi che gli sono stati conferiti si annoverano il Premio Brandeis, 1990, il Premio Frederick Weisman, 1991, la Menzione d’Onore alla Biennale di Venezia del 1993. Nel 1993 è stato insignito dal governo francese dello Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres. Le borse di studio ricevute includono tra l’altro il Cassandra Foundation Grant. Nel giugno 1999, il governo francese ha fatto stampare un francobollo da tre franchi per celebrare la sua opera a Figeac. Nel febbraio 2001 l’Università di Bologna gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Lettere e Filosofia. Il suo romanzo ‘Purloined’ è stato pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Salon Verlag. Nell’ottobre 2003 ha ricevuto il premio Croce di Cavaliere di Prima Classe al Merito della Repubblica d’Austria.
Si tratta dell’installazione neon più grande dell’artista e il testo che la compone è frutto di un’approfondita ricerca sull’acqua, sul rapporto tra l’elemento primario vitale, il concetto e il significato linguistico. Le scritte in italiano, inglese e armeno, suggeriscono anche la molteplicità linguistica dei testi contenuti nella biblioteca del convento. Il colore giallo del neon è stato scelto in base alla simbologia storica, che risale all’epoca della fondazione del monastero, quando il giallo era indice di virtù, intelletto, stima e maestà. Il lavoro, con la sua evidenza luminosa, fa emergere il complesso monumentale dell’isola e insieme mette in rilievo l’universalità della sua cultura.
Kosuth, fra i primi artisti concettuali, ha spesso giocato con l’etimologia delle parole, concentrandosi sul divario tra gli oggetti e le loro denotazioni, tra linguaggio e realtà. ‘Il Linguaggio dell’Equilibrio’ utilizza la definizione della parola ‘acqua’ (dal dizionario composto dall’abate Mekhitar nelle tre lingue citate) e presenta una nuova versione multilingue delle celebri ‘definizioni’ enciclopediche che furono le prime opere dell’artista durante la metà degli anni sessanta e fra le quali figurava la parola ‘acqua’.
‘Ero interessato all’acqua per la sua qualità informe e incolore. Ho infatti utilizzato l’acqua in tutti i modi immaginabili – blocchi di ghiaccio, vapore del radiatore, mappe che mostravano zone intere d’acqua usata in vari sistemi, una collezione di cartoline con immagini di masse d’acqua, e così via fino al 1966 quando ho prodotto i miei lavori ingrandendo definizioni della parola acqua tratte dal dizionario.’ (Joseph Kosuth)
Nell’installazione di San Lazzaro l’acqua, intesa come elemento primario, si riferisce a quella che circonda l’isola e allo stesso tempo si relaziona all’immagine mentale che le è associata, evocando così un ventaglio di congetture e associazioni che entrano in gioco con il contesto.
Il volume, a cura di Fiona Biggiero, edito da Electa, ideato dall’artista stesso nel design e nei materiali, presenta una documentazione e un’analisi del momento di concezione dell’opera, della sua storia, testimoniati dalla curatrice della mostra Adelina von Fürstenberg. Raccoglie un’intervista con Germano Celant, che rivela il corpus del lavoro di Kosuth e la sua visione dell’economia e delle forze del mercato, infine un testo analitico di Martin Prinzhorn sulla natura assertiva della pratica artistica di Kosuth. La pubblicazione è completata da una documentazione fotografica realizzata di Daniele Nalesso.
Sommario
I. Prefazione Adelina von Fürstenberg
II. Una nota introduttiva Fiona Biggiero
III. Una dichiarazione dell’artista Joseph Kosuth
IV. Concetti come parole, concetti come arte Martin Prinzhorn
V. L’arte dopo il modernismo Joseph Kosuth intervistato da Germano Celant
VI. Documentazione fotografica
VII. Biografia
Biografia
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio 1945) è uno dei pionieri dell’arte concettuale e dell’Installation art, iniziando negli anni sessanta con opere basate sul linguaggio e sulle strategie di appropriazione. Il suo lavoro ha esplorato coerentemente la produzione e il ruolo del significato all’interno dell’arte. La sua ultra quarantennale indagine sul rapporto tra linguaggio e arte si è manifestata attraverso installazioni,
mostre in musei, commissioni pubbliche e pubblicazioni in Europa, le Americhe e l’Asia. Kosuth ha partecipato tra l’altro a cinque Documenta e quattro Biennali di Venezia, esponendo anche nel Padiglione ungherese nel 1993. Tra i premi che gli sono stati conferiti si annoverano il Premio Brandeis, 1990, il Premio Frederick Weisman, 1991, la Menzione d’Onore alla Biennale di Venezia del 1993. Nel 1993 è stato insignito dal governo francese dello Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres. Le borse di studio ricevute includono tra l’altro il Cassandra Foundation Grant. Nel giugno 1999, il governo francese ha fatto stampare un francobollo da tre franchi per celebrare la sua opera a Figeac. Nel febbraio 2001 l’Università di Bologna gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Lettere e Filosofia. Il suo romanzo ‘Purloined’ è stato pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Salon Verlag. Nell’ottobre 2003 ha ricevuto il premio Croce di Cavaliere di Prima Classe al Merito della Repubblica d’Austria.
04
giugno 2009
Fiona Biggiero – Joseph Kosuth. Il linguaggio dell’equilibrio
04 giugno 2009
presentazione
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Vernissage
4 Giugno 2009, ore 18
Editore
ELECTA
Autore
Curatore