Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
FIRE in the garden of EDEN
le ciocche di capelli sintetici con cui Hiva Alizadeh compone i suoi “dipinti” ci offrono sensazioni di movenza incantatrice tipica del fuoco, elemento sacro di purificazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Hiva ALIZADEH
FIRE IN THE GARDEN OF EDEN
Teheran, 15 marzo 2023: è la festa del CHAHARSHANBE SURI. Sono i giorni che precedono il NOWRUZ, il nuovo anno persiano.
Il Chaharshanbe Suri è la festa del fuoco e Hiva si appresta, come molte persone nei paesi mediorientali, a celebrarlo.
In Iran, il Fuoco Sacro o Atash-e-Ghods è un importante simbolo culturale e religioso celebrato da migliaia di anni.
Il Chaharshanbe Suri è una festa fondamentale e fondante per tutta la cultura persiana: si narra sia addirittura risalente a 15.000 anni fa e mai abbandonata; viene esaltata dagli zoroastriani ma anche nell’epoca islamica non viene cancellata: è la festa della purificazione e prepara al Nuovo Giorno.
La mostra nasce da queste premesse: una nuova era che avanza con il Nuovo Giorno, grazie alla purificazione del fuoco.
Si sa, il fuoco è una forza affascinante e catalizzante per le sue movenze, colori e calore.
Il fuoco illumina Hiva mentre lo ammira rapito. Lo contempla.
La mostra è un elogio al fuoco come elemento sacro di purificazione e di vita.
Nella nostra società il fuoco ha ormai significati che richiamano maggiormente tragedie e distruzione ma in passato garantiva la salvezza, per proteggersi dagli animali feroci, per riscaldare le proprie grotte o dimore, e ovviamente per cucinare e quindi nutrirsi.
Ma qui parliamo del fuoco nel giardino del Eden. Questo è il fuoco sacro che purifica e diventa Simbolo.
Effettivamente il simbolismo pervade la mostra e l’artista ha creato un proprio alfabeto simbolico, che si è consolidato a mano a mano che le opere, astratte, prendevano forma.
In tutto questo ciclo, la fascia superiore dei "dipinti" è caratterizzata dal colore nero.
Il nero è considerato dall’artista come il Tutto, l’Universo, infinito ed eterno ed a riguardo aggiunge: “E’ grazie al buio che si può ammirare la lucentezza del firmamento. L’oscurità del cielo notturno è complementare alla Luce che fa brillare le stelle.”
Hiva cita Rumi, poeta mistico persiano del XIII secolo, “sia l’oscurità che la luce sono la danza dell’Amore”
E quella luce, nella mostra, è simboleggiata dal fuoco che squarcia il buio.
Le fiamme si trovano nella parte inferiore di ogni opera, con le lingue che tendono all’alto, al Supremo, e purificano tutto ciò che le circonda.
È incredibile notare come le ciocche di capelli sintetici con cui Hiva Alizadeh compone i suoi “dipinti” riescano ad evocare e sintetizzare il movimento sinuoso delle lingue di fuoco e il loro volume impalpabile e voluttuoso.
Egualmente, chiome fluenti, con numerose tonalità del blu ed azzurro, restituiscono le sembianze delle acque che sgorgano biblicamente dal Giardino dell'Eden.
Vivace e vitale, l’acqua che scorre è una sostanza carica di potenza, anch’essa in grado di purificare. I colori nel giardino dell’Eden sono per questo brillanti e sferzanti, purificati dalle due forze citate.
Fuoco e acqua -ancora due elementi complementari- sono indomabili e privi di forma fissa. Muovendosi, non sono mai uguali a sé stessi e per questo ci affascina osservarli e ammirarne la danza, per poi abbandonarci ai loro suoni e alle sensazioni avvolgenti.
I capelli dalle tonalità luminose riescono a offrire queste stesse sensazioni di movenza incantatrice.
Hiva Alizadeh, come il poeta Rumi, di cui è cultore, ci invita ad avventurarci nel mondo “Ultrasensibile”, ricco di vibrazioni e sensazioni: l’invisibile è molto più vasto ed importante del visibile.
"Fire in the Garden of Eden" è la seconda personale che l’artista iraniano presenta presso la galleria The Flat-Massimo Carasi a Milano.
Il lavoro di Hiva Alizadeh affonda le sue radici nella tradizione persiana e nella millenaria abilità nel tessere i tappeti Kerman, sebbene applichi la sua tecnica e conoscenza utilizzando un materiale diverso per creare un'interpretazione contemporanea di una trama, aggiungendovi un tocco cosmopolita e psichico. Gli arazzi tessuti da Alizadeh sono creati utilizzando estensioni di capelli sintetici che compone in vibranti tavolozze di colori fluo.
Il lavoro di Alizadeh è conservato in collezioni pubbliche e private in Europa, Medio Oriente, Cina e USA. Alcuni dei suoi lavori fanno parte di importanti istituzioni e fondazioni quali, AKZONOBEL Art Foundation – Amsterdam, Paesi Bassi, PALAZZO MONTI, Brescia, Italia, FREDERICK R. WEISMAN Art Foundation – Los Angeles, USA, Collezione SPRING, Museo d'Arte Contemporanea KERMAN, Iran e più recentemente The Ned Doha art collection.
TITOLO FIRE IN THE GARDEN OF EDEN
ARTISTA Hiva ALIZADEH
VERNISSAGE Giovedì 18 Maggio > dalle ore 18:00 alle 21:00
SEDE The Flat - Massimo Carasi - via Paolo Frisi, 3 (MM Porta Venezia) - Milano 20129 - ITALIA
Contatti e-mail massimocarasi.theflat@gmail.com Website + 3D VT: http://www.carasi.it Instagram: @theflat_massimocarasi
DATE 18 Maggio > 7 Luglio 2023
Orario da martedì a sabato > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
Orario Estivo Giugno e Luglio > da martedì a venerdì > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
FIRE IN THE GARDEN OF EDEN
Teheran, 15 marzo 2023: è la festa del CHAHARSHANBE SURI. Sono i giorni che precedono il NOWRUZ, il nuovo anno persiano.
Il Chaharshanbe Suri è la festa del fuoco e Hiva si appresta, come molte persone nei paesi mediorientali, a celebrarlo.
In Iran, il Fuoco Sacro o Atash-e-Ghods è un importante simbolo culturale e religioso celebrato da migliaia di anni.
Il Chaharshanbe Suri è una festa fondamentale e fondante per tutta la cultura persiana: si narra sia addirittura risalente a 15.000 anni fa e mai abbandonata; viene esaltata dagli zoroastriani ma anche nell’epoca islamica non viene cancellata: è la festa della purificazione e prepara al Nuovo Giorno.
La mostra nasce da queste premesse: una nuova era che avanza con il Nuovo Giorno, grazie alla purificazione del fuoco.
Si sa, il fuoco è una forza affascinante e catalizzante per le sue movenze, colori e calore.
Il fuoco illumina Hiva mentre lo ammira rapito. Lo contempla.
La mostra è un elogio al fuoco come elemento sacro di purificazione e di vita.
Nella nostra società il fuoco ha ormai significati che richiamano maggiormente tragedie e distruzione ma in passato garantiva la salvezza, per proteggersi dagli animali feroci, per riscaldare le proprie grotte o dimore, e ovviamente per cucinare e quindi nutrirsi.
Ma qui parliamo del fuoco nel giardino del Eden. Questo è il fuoco sacro che purifica e diventa Simbolo.
Effettivamente il simbolismo pervade la mostra e l’artista ha creato un proprio alfabeto simbolico, che si è consolidato a mano a mano che le opere, astratte, prendevano forma.
In tutto questo ciclo, la fascia superiore dei "dipinti" è caratterizzata dal colore nero.
Il nero è considerato dall’artista come il Tutto, l’Universo, infinito ed eterno ed a riguardo aggiunge: “E’ grazie al buio che si può ammirare la lucentezza del firmamento. L’oscurità del cielo notturno è complementare alla Luce che fa brillare le stelle.”
Hiva cita Rumi, poeta mistico persiano del XIII secolo, “sia l’oscurità che la luce sono la danza dell’Amore”
E quella luce, nella mostra, è simboleggiata dal fuoco che squarcia il buio.
Le fiamme si trovano nella parte inferiore di ogni opera, con le lingue che tendono all’alto, al Supremo, e purificano tutto ciò che le circonda.
È incredibile notare come le ciocche di capelli sintetici con cui Hiva Alizadeh compone i suoi “dipinti” riescano ad evocare e sintetizzare il movimento sinuoso delle lingue di fuoco e il loro volume impalpabile e voluttuoso.
Egualmente, chiome fluenti, con numerose tonalità del blu ed azzurro, restituiscono le sembianze delle acque che sgorgano biblicamente dal Giardino dell'Eden.
Vivace e vitale, l’acqua che scorre è una sostanza carica di potenza, anch’essa in grado di purificare. I colori nel giardino dell’Eden sono per questo brillanti e sferzanti, purificati dalle due forze citate.
Fuoco e acqua -ancora due elementi complementari- sono indomabili e privi di forma fissa. Muovendosi, non sono mai uguali a sé stessi e per questo ci affascina osservarli e ammirarne la danza, per poi abbandonarci ai loro suoni e alle sensazioni avvolgenti.
I capelli dalle tonalità luminose riescono a offrire queste stesse sensazioni di movenza incantatrice.
Hiva Alizadeh, come il poeta Rumi, di cui è cultore, ci invita ad avventurarci nel mondo “Ultrasensibile”, ricco di vibrazioni e sensazioni: l’invisibile è molto più vasto ed importante del visibile.
"Fire in the Garden of Eden" è la seconda personale che l’artista iraniano presenta presso la galleria The Flat-Massimo Carasi a Milano.
Il lavoro di Hiva Alizadeh affonda le sue radici nella tradizione persiana e nella millenaria abilità nel tessere i tappeti Kerman, sebbene applichi la sua tecnica e conoscenza utilizzando un materiale diverso per creare un'interpretazione contemporanea di una trama, aggiungendovi un tocco cosmopolita e psichico. Gli arazzi tessuti da Alizadeh sono creati utilizzando estensioni di capelli sintetici che compone in vibranti tavolozze di colori fluo.
Il lavoro di Alizadeh è conservato in collezioni pubbliche e private in Europa, Medio Oriente, Cina e USA. Alcuni dei suoi lavori fanno parte di importanti istituzioni e fondazioni quali, AKZONOBEL Art Foundation – Amsterdam, Paesi Bassi, PALAZZO MONTI, Brescia, Italia, FREDERICK R. WEISMAN Art Foundation – Los Angeles, USA, Collezione SPRING, Museo d'Arte Contemporanea KERMAN, Iran e più recentemente The Ned Doha art collection.
TITOLO FIRE IN THE GARDEN OF EDEN
ARTISTA Hiva ALIZADEH
VERNISSAGE Giovedì 18 Maggio > dalle ore 18:00 alle 21:00
SEDE The Flat - Massimo Carasi - via Paolo Frisi, 3 (MM Porta Venezia) - Milano 20129 - ITALIA
Contatti e-mail massimocarasi.theflat@gmail.com Website + 3D VT: http://www.carasi.it Instagram: @theflat_massimocarasi
DATE 18 Maggio > 7 Luglio 2023
Orario da martedì a sabato > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
Orario Estivo Giugno e Luglio > da martedì a venerdì > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
18
maggio 2023
FIRE in the garden of EDEN
Dal 18 maggio al 07 luglio 2023
arte contemporanea
personale
personale
Location
THE FLAT – MASSIMO CARASI
Milano, Via Paolo Frisi, 3, (Milano)
Milano, Via Paolo Frisi, 3, (Milano)
Orario di apertura
Orario da martedì a sabato > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
Orario Estivo Giugno e Luglio > da martedì a venerdì > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento
Vernissage
18 Maggio 2023, dalle ore 18:00 alle 21:00
Sito web
Autore