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Flâneurs e naviganti
La mostra Flâneurs e naviganti intende proporre un’occasione per rallentare ed entrare nel processo creativo di quattro artisti molto diversi tra loro ma le cui riflessioni convergono lucide verso la condizione post moderna.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Flâneurs e naviganti
Silvia Beltrami | Simone Benedetto | Valentina Biasetti | Valeria Vaccaro
a cura di Federica Picco
La mostra Flâneurs e naviganti intende proporre un’occasione per rallentare ed entrare nel
processo creativo di quattro artisti molto diversi tra loro ma le cui riflessioni convergono lucide
verso la condizione post moderna e le cui tecniche, che si muovono nel campo della figurazione,
richiedono esecuzioni con tempi precisi.
La ricerca di Silvia Beltrami (Roma, 1974) indaga in maniera esemplare proprio il concetto di
società liquida di Bauman caratterizzata dalla frantumazione e dal consumismo, in cui è in atto un
continuo spaesamento nell’assenza di sicurezze e solidità. Attraverso la complessa composizione
prospettica, l’artista conferisce all’immagine una profondità vertiginosa con un duplice movimento
centrifugo e centripeto. Le figure, composte da minuscoli pezzi di carta mediante la tecnica del
collage, sono frammentate e sradicate. A supporto dei soggetti sceglie la tecnica dello strappo
d’affresco: non la solidità di un vero muro ma l’incertezza, la volatilità della pellicola pittorica.
Anche in Valeria Vaccaro (Torino, 1988) è esplicita l’intenzione di porre l’attenzione sull’incertezza
della nostra contemporaneità: attraverso un gioco di contrasti, la sua scultura crea un cortocircuito
tra aspettativa e realtà. Il marmo, materiale scultoreo per eccellenza, assume sembianze lignee,
più umili, grazie a una lavorazione impeccabile. L’artista però va oltre l’inganno ottico: da sempre
affascinata dagli effetti della combustione sui materiali, la sua ricerca approfondisce il significato
simbolico, alchemico e primordiale del fuoco. Forza creatrice e non distruttrice, questo elemento è
in grado di plasmare e purificare la materia eternandola ed elevandola a livello superiore,
mettendo in atto una vera e propria metamorfosi. Attraverso il fuoco l’artista elimina il pregiudizio
per guidarci verso una purezza del pensiero.
La frammentazione della figura compare sotto altra luce nelle opere di Valentina Biasetti (Parma,
1979). Il vuoto è il focus costante della sua ricerca: partendo dall’immagine fotografica questa
viene “pulita” fino a raggiungerne l’ossatura. La sua matita è un bisturi che le permette di tagliare
la superficie e arrivare all’essenza.
Nella serie “Liaison” introduce per la prima volta l’elemento naturale dell’acqua: i corpi sono
immersi a metà e l’immagine si spezza tra la metà immersa, avvolta e protetta dalla propria
interiorità, e la metà emersa che si riflette sull’acqua frammentandosi. L’acqua è nera come la
grafite e le increspature delle onde sono segni posti uno accanto all’altro in un automatismo, un
flusso di coscienza in cui entra un sottofondo ritmico quasi ipnotico che accompagna il momento
creativo. Nella società fluida, abbandonarsi all’elemento acquatico diventa condizione necessaria
di creazione artistica.
La metamorfosi ritorna invece nelle sculture di Simone Benedetto (Torino, 1985) che si muovono
su archetipi apparentemente semplici quali il gioco, l’infanzia e la scoperta del proprio essere.
L’artista sembra immedesimarsi nella scultura che prende forma pezzetto di argilla dopo pezzetto,
il gesto è attento e ogni pressione è calibrata. Se si osserva l’artista al lavoro sembra che più che
dare forma stia dando vita all’opera.
La serie “Animal Soul” presenta opere dalla fisionomia immediatamente leggibile che
simboleggiano una trasformazione che è soprattutto psicologica, legata allo sviluppo della
personalità e della libera espressione dell’indole tipico dell’infanzia. Il pensiero puro è
rappresentato da giovani esseri umani ancora in stretto contatto col proprio io. È loro il vero sentire
senza pregiudizio, esattamente nel proprio tempo.
Forse la frase di Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” non è poi così utopistica: evoca la
forza contaminatrice della bellezza stessa capace di produrre e diffondere bellezza al proprio
intorno, solo che ci si fermi ad osservarla e ascoltarla. Così come la lentezza.
Parafrasando: la lentezza salverà il mondo.
Silvia Beltrami | Simone Benedetto | Valentina Biasetti | Valeria Vaccaro
a cura di Federica Picco
La mostra Flâneurs e naviganti intende proporre un’occasione per rallentare ed entrare nel
processo creativo di quattro artisti molto diversi tra loro ma le cui riflessioni convergono lucide
verso la condizione post moderna e le cui tecniche, che si muovono nel campo della figurazione,
richiedono esecuzioni con tempi precisi.
La ricerca di Silvia Beltrami (Roma, 1974) indaga in maniera esemplare proprio il concetto di
società liquida di Bauman caratterizzata dalla frantumazione e dal consumismo, in cui è in atto un
continuo spaesamento nell’assenza di sicurezze e solidità. Attraverso la complessa composizione
prospettica, l’artista conferisce all’immagine una profondità vertiginosa con un duplice movimento
centrifugo e centripeto. Le figure, composte da minuscoli pezzi di carta mediante la tecnica del
collage, sono frammentate e sradicate. A supporto dei soggetti sceglie la tecnica dello strappo
d’affresco: non la solidità di un vero muro ma l’incertezza, la volatilità della pellicola pittorica.
Anche in Valeria Vaccaro (Torino, 1988) è esplicita l’intenzione di porre l’attenzione sull’incertezza
della nostra contemporaneità: attraverso un gioco di contrasti, la sua scultura crea un cortocircuito
tra aspettativa e realtà. Il marmo, materiale scultoreo per eccellenza, assume sembianze lignee,
più umili, grazie a una lavorazione impeccabile. L’artista però va oltre l’inganno ottico: da sempre
affascinata dagli effetti della combustione sui materiali, la sua ricerca approfondisce il significato
simbolico, alchemico e primordiale del fuoco. Forza creatrice e non distruttrice, questo elemento è
in grado di plasmare e purificare la materia eternandola ed elevandola a livello superiore,
mettendo in atto una vera e propria metamorfosi. Attraverso il fuoco l’artista elimina il pregiudizio
per guidarci verso una purezza del pensiero.
La frammentazione della figura compare sotto altra luce nelle opere di Valentina Biasetti (Parma,
1979). Il vuoto è il focus costante della sua ricerca: partendo dall’immagine fotografica questa
viene “pulita” fino a raggiungerne l’ossatura. La sua matita è un bisturi che le permette di tagliare
la superficie e arrivare all’essenza.
Nella serie “Liaison” introduce per la prima volta l’elemento naturale dell’acqua: i corpi sono
immersi a metà e l’immagine si spezza tra la metà immersa, avvolta e protetta dalla propria
interiorità, e la metà emersa che si riflette sull’acqua frammentandosi. L’acqua è nera come la
grafite e le increspature delle onde sono segni posti uno accanto all’altro in un automatismo, un
flusso di coscienza in cui entra un sottofondo ritmico quasi ipnotico che accompagna il momento
creativo. Nella società fluida, abbandonarsi all’elemento acquatico diventa condizione necessaria
di creazione artistica.
La metamorfosi ritorna invece nelle sculture di Simone Benedetto (Torino, 1985) che si muovono
su archetipi apparentemente semplici quali il gioco, l’infanzia e la scoperta del proprio essere.
L’artista sembra immedesimarsi nella scultura che prende forma pezzetto di argilla dopo pezzetto,
il gesto è attento e ogni pressione è calibrata. Se si osserva l’artista al lavoro sembra che più che
dare forma stia dando vita all’opera.
La serie “Animal Soul” presenta opere dalla fisionomia immediatamente leggibile che
simboleggiano una trasformazione che è soprattutto psicologica, legata allo sviluppo della
personalità e della libera espressione dell’indole tipico dell’infanzia. Il pensiero puro è
rappresentato da giovani esseri umani ancora in stretto contatto col proprio io. È loro il vero sentire
senza pregiudizio, esattamente nel proprio tempo.
Forse la frase di Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” non è poi così utopistica: evoca la
forza contaminatrice della bellezza stessa capace di produrre e diffondere bellezza al proprio
intorno, solo che ci si fermi ad osservarla e ascoltarla. Così come la lentezza.
Parafrasando: la lentezza salverà il mondo.
18
dicembre 2021
Flâneurs e naviganti
Dal 18 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022
arte contemporanea
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
Da lunedì al sabato ore 15-19
Vernissage
18 Dicembre 2021, Ore 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico