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Flatmates. Convivenze
Alla Loggia degli Abati in mostra il progetto vincitore del concorso BAG per giovani curatori: Martina Starnini sviluppa il tema della Interculturalità a Genova prendendo l’icona della Casa come simbolo della Convivenza per eccellenza
Comunicato stampa
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Flatmates | Convivenze è il progetto vincitore del concorso BAG per giovani curatori, promosso da Comune di Genova, Palazzo Ducale. Fondazione per la Cultura, Accademia Ligustica di Belle Arti e Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce.
La mostra Flatmates | Convivenze, curata da Martina Starnini, sviluppa il tema della Interculturalità a Genova prendendo l’icona della Casa come simbolo della Convivenza per eccellenza, dove i coinquilini che la abitano non sono più solo numeri o percentuali di una città che cambia, ma individui che affrontano gli aspetti quotidiani del vivere.
La casa è contemporaneamente micro e macrocosmo, microcosmo sociale dove si condensano le dinamiche interpersonali, dove si ritrovano le trasformazioni politiche e generazionali, dove si palesano i cambiamenti delle condizioni e abitudini di vita, dove il generale si drammatizza e diventa personale; ma la casa è anche un macrocosmo, una lente dove emergono le emozioni ed i desideri di ogni singolo, espressione delle interiorità, della cultura e della memoria.
Un continuo bilanciamento tra aspettative e possibilità, anarchia e dovere sociale.
Questa via concettuale nell’affrontare il tema della multiculturalità muove dall’idea che esista una sorta di corrispondenza, nel senso che intendeva Baudelaire, tra lo spazio in cui viviamo e il nostro mondo interiore, una sorta di continuo interscambio tra esterno e interno.
Genova, città multiculturale per tradizione, vive, a volte con contraddizione a volte con semplice adattamento, i cambiamenti di diversi aspetti come la fruizione/condivisione dello spazio pubblico, l’arrivo di nuove culture alimentari (dalle multinazionali al commercio di prodotti etnici), le mode che si fanno sempre più trasversali, l’approccio alla famiglia, e il mescolamento delle abitudini linguistiche e comunicative che cambiano il rumore della città.
Flatmates|Convivenze affronta queste tematiche, dando loro un luogo fisico e concettuale all’interno di una Casa immaginaria che rappresenta Genova, attraverso le opere e l’allestimento che ricreeranno una ambiente domestico.
Il percorso inizia con l’affrontare lo SPAZIO ESTERNO, quel territorio ibrido dove le personalità si uniscono nella dimensione pubblica, attraverso le analisi di Guido Castagnoli e Andrea Bosio. Guido Castagnoli sviluppa Cosi lontano, così vicino, una serie di ritratti di stranieri in diversi luoghi tipici e riconoscibili di Genova, immagini che apparentemente potrebbero sembrare ricordi di un viaggio di piacere, ma da cui traspare la volontà di appartenenza.
Andrea Bosio giocando linguisticamente con il tema della Casa, realizza la serie Homeless, ritraendo i tanti stranieri “senza fissa dimora” che abitano le strade della nostra città. Visi che raccontano esperienze tragiche di violenza, follia ed emarginazione, che si intrecciano con la quotidianità genovese.
Con The Enemy/ Il Nemico, Sergio Muratore, ci dà la possibilità di portare sempre con noi un promemoria fisico/visivo del pericolo costante, costruendo una piccola casetta in cui si può decidere se posizionare il Nemico (sunto di tutti i mali del mondo) all’interno o all’esterno di essa. In questo momento storico di grandi paure collettive, di capri espiatori e di tragedie familiari, torna sempre utile decidere a priori dove posizionare il Nemico.
Lo spazio della CASA viene segnalato dalla presenza dei wall painting di Stefania Bona, fill rouge fisico e concettuale dell’esposizione.
I disegni sulle pareti di Stefania Bona ci guidano in questo percorso, creando in tutte le stanze, con il suo tratto sottile e narrativo, spazi reali e immaginati. Confrontandosi con i ricordi e i sogni provenienti da chi vive la strada, ricostruisce una casa, che racconta di situazioni domestiche al limite, ma a tratti familiari.
La stanza del SALOTTO (o Soggiorno) invita i visitatori ad entrare in casa, nel tempo e nello spazio abitato, dove anche l’arredamento è un forte strumento simbolico per comunicare la propria visione estetica e concettuale del mondo.
Alessandro Nassiri Tabibzadeh con Permesso di Soggiorno (Visa Card) riflette sulle difficoltà degli stranieri per ottenere il documento di Soggiorno e con ironia realizza una performance facendo richiesta del Permesso di Occupazione del suolo pubblico, dove ricreare un Soggiorno, un luogo conviviale dove invitare i passanti a fermarsi a riflettere, sorseggiando il the delle cinque.
La performance è stata svolta a Genova in occasione della mostra.
La CUCINA ospita il tema del cibo e delle rotte di commercio internazionali con il lavoro di Stephanie Senge. Una riflessione sulla comunicazione estetica legata all’alimentazione, tra bugie delle multinazionali e sforzi dei piccoli commercianti, con uno sguardo ai nuovi imprenditori nati all’estero che hanno deciso di investire sulla nostra città. Un “melting pot” colorato che riporta alla memoria il Carosello, ma che nasconde il retroscena inquietante del consumismo a della distribuzione iniqua del cibo.
Impossibile Sites dans la rue (Giuditta Nelli, Giorgio Pomèranz) riconduce il luogo fisico della DISPENSA alla memoria e alle emozioni.
La dispensa è distribuzione, elargizione. La dispensa è il locale della casa in cui conservare le provviste (le cose da dispensare, appunto). La dispensa è inoltre un insieme d’appunti, ciclostilati.
In collaborazione con il centro sociale Il Formicaio, Impossible sites svilupperà un laboratorio intorno al tema/ pretesto della Casa. Una raccolta svolta attraverso i mezzi del gioco, che si svolgerà lungo la durata espositiva della mostra e che avrà come sede operativa la stanza della Dispensa dell’esposizione.
Un diverso approccio all’osservazione dello spazio pubblico e delle dinamiche d’incontro che vi si realizzano. Un lavoro d’arte pubblica, che mette la creatività a disposizione della crescita sociale in città; con happening ludici e piccoli laboratori itineranti, si creeranno incontri, si giocherà a costruire oggetti che siano segni dei momenti vissuti.
L’intimità e il rapporto interpersonale viene indagato da Fabio Vacca con delicatezza nel lavoro fotografico Moglie buoi dei paesi tuoi. Coppie miste, di italiani e stranieri, ma residenti a Genova, vengono colte nella confidenza della loro CAMERA DA LETTO. Il ritratto del cambiamento della famiglia, intesa nel senso più tradizionale, verso quella reale multiculturalità che è costruzione di un futuro comune.
La scultura realizzata da Albert Coers, con i libri della Biblioteca Internazionale per Ragazzi De Amicis, riprende la forma di un letto matrimoniale, elemento essenziale e simbolico di un appartamento. Oggetti che sono al contempo autonomi ed applicati.
Letto, è un installazione che lega la cultura letteraria, che è internazionale e quindi trasversale, al sentimento di intima proprietà legato alla scelta dell’arredamento della propria casa. Un modo anche per ribadire l’importanza della presenza nella nostra città di una Biblioteca per Ragazzi che è per vocazione internazionale e interculturale.
All’ultima stanza, lo STUDIO, il compito di chiudere questo viaggio simbolico nello sviluppo delle tematiche legate alla quotidiana interculturalità, alla rappresentazione della condivisione dello spazio e della cultura, della convivenza, ma anche della necessità di doverci sentire, per amore o per forza, Flatmates, coinquilini della stessa città.
Neil Giordano e Andrea Orlando occupano lo spazio con i rumori della città, un’analisi musicale e visiva. Voci Esterne, un installazione multimediale che riprende le immagini e le voci di Genova, nei racconti di immigrati e non, tra la malinconia per i luoghi lasciati e l’affezione per quelli trovati. La musica, espressione primordiale e condivisa, diventa il mezzo suggestivo di liberazione e narrazione.
Marilisa Bombonato con B-Baggage, gioca a ricreare un guardaroba colorato e immaginario, composto da capi d’abbigliamento e stoffe che raccontano di viaggi, esperienze vissute e simboli che ci rappresentano. Una raccolta che mescola tradizioni e moda, rituali etnici e riti moderni.
Una rappresentazione del percorso concettuale intrapreso; la volontà di ricondurre all’identità della nostra città, l’importanza dei diversi singoli contributi.
Genova è una casa che ci è capitata, o che abbiamo cercato, di cui siamo innamorati, e che giornalmente, con cura, “arrediamo”.
Si ringrazia per la Collaborazione la Biblioteca De Amicis e AMIU. Fabbrica del Riciclo
BAG. Borsa Arte Giovane
La mostra Flatmates | Convivenze, curata da Martina Starnini, sviluppa il tema della Interculturalità a Genova prendendo l’icona della Casa come simbolo della Convivenza per eccellenza, dove i coinquilini che la abitano non sono più solo numeri o percentuali di una città che cambia, ma individui che affrontano gli aspetti quotidiani del vivere.
La casa è contemporaneamente micro e macrocosmo, microcosmo sociale dove si condensano le dinamiche interpersonali, dove si ritrovano le trasformazioni politiche e generazionali, dove si palesano i cambiamenti delle condizioni e abitudini di vita, dove il generale si drammatizza e diventa personale; ma la casa è anche un macrocosmo, una lente dove emergono le emozioni ed i desideri di ogni singolo, espressione delle interiorità, della cultura e della memoria.
Un continuo bilanciamento tra aspettative e possibilità, anarchia e dovere sociale.
Questa via concettuale nell’affrontare il tema della multiculturalità muove dall’idea che esista una sorta di corrispondenza, nel senso che intendeva Baudelaire, tra lo spazio in cui viviamo e il nostro mondo interiore, una sorta di continuo interscambio tra esterno e interno.
Genova, città multiculturale per tradizione, vive, a volte con contraddizione a volte con semplice adattamento, i cambiamenti di diversi aspetti come la fruizione/condivisione dello spazio pubblico, l’arrivo di nuove culture alimentari (dalle multinazionali al commercio di prodotti etnici), le mode che si fanno sempre più trasversali, l’approccio alla famiglia, e il mescolamento delle abitudini linguistiche e comunicative che cambiano il rumore della città.
Flatmates|Convivenze affronta queste tematiche, dando loro un luogo fisico e concettuale all’interno di una Casa immaginaria che rappresenta Genova, attraverso le opere e l’allestimento che ricreeranno una ambiente domestico.
Il percorso inizia con l’affrontare lo SPAZIO ESTERNO, quel territorio ibrido dove le personalità si uniscono nella dimensione pubblica, attraverso le analisi di Guido Castagnoli e Andrea Bosio. Guido Castagnoli sviluppa Cosi lontano, così vicino, una serie di ritratti di stranieri in diversi luoghi tipici e riconoscibili di Genova, immagini che apparentemente potrebbero sembrare ricordi di un viaggio di piacere, ma da cui traspare la volontà di appartenenza.
Andrea Bosio giocando linguisticamente con il tema della Casa, realizza la serie Homeless, ritraendo i tanti stranieri “senza fissa dimora” che abitano le strade della nostra città. Visi che raccontano esperienze tragiche di violenza, follia ed emarginazione, che si intrecciano con la quotidianità genovese.
Con The Enemy/ Il Nemico, Sergio Muratore, ci dà la possibilità di portare sempre con noi un promemoria fisico/visivo del pericolo costante, costruendo una piccola casetta in cui si può decidere se posizionare il Nemico (sunto di tutti i mali del mondo) all’interno o all’esterno di essa. In questo momento storico di grandi paure collettive, di capri espiatori e di tragedie familiari, torna sempre utile decidere a priori dove posizionare il Nemico.
Lo spazio della CASA viene segnalato dalla presenza dei wall painting di Stefania Bona, fill rouge fisico e concettuale dell’esposizione.
I disegni sulle pareti di Stefania Bona ci guidano in questo percorso, creando in tutte le stanze, con il suo tratto sottile e narrativo, spazi reali e immaginati. Confrontandosi con i ricordi e i sogni provenienti da chi vive la strada, ricostruisce una casa, che racconta di situazioni domestiche al limite, ma a tratti familiari.
La stanza del SALOTTO (o Soggiorno) invita i visitatori ad entrare in casa, nel tempo e nello spazio abitato, dove anche l’arredamento è un forte strumento simbolico per comunicare la propria visione estetica e concettuale del mondo.
Alessandro Nassiri Tabibzadeh con Permesso di Soggiorno (Visa Card) riflette sulle difficoltà degli stranieri per ottenere il documento di Soggiorno e con ironia realizza una performance facendo richiesta del Permesso di Occupazione del suolo pubblico, dove ricreare un Soggiorno, un luogo conviviale dove invitare i passanti a fermarsi a riflettere, sorseggiando il the delle cinque.
La performance è stata svolta a Genova in occasione della mostra.
La CUCINA ospita il tema del cibo e delle rotte di commercio internazionali con il lavoro di Stephanie Senge. Una riflessione sulla comunicazione estetica legata all’alimentazione, tra bugie delle multinazionali e sforzi dei piccoli commercianti, con uno sguardo ai nuovi imprenditori nati all’estero che hanno deciso di investire sulla nostra città. Un “melting pot” colorato che riporta alla memoria il Carosello, ma che nasconde il retroscena inquietante del consumismo a della distribuzione iniqua del cibo.
Impossibile Sites dans la rue (Giuditta Nelli, Giorgio Pomèranz) riconduce il luogo fisico della DISPENSA alla memoria e alle emozioni.
La dispensa è distribuzione, elargizione. La dispensa è il locale della casa in cui conservare le provviste (le cose da dispensare, appunto). La dispensa è inoltre un insieme d’appunti, ciclostilati.
In collaborazione con il centro sociale Il Formicaio, Impossible sites svilupperà un laboratorio intorno al tema/ pretesto della Casa. Una raccolta svolta attraverso i mezzi del gioco, che si svolgerà lungo la durata espositiva della mostra e che avrà come sede operativa la stanza della Dispensa dell’esposizione.
Un diverso approccio all’osservazione dello spazio pubblico e delle dinamiche d’incontro che vi si realizzano. Un lavoro d’arte pubblica, che mette la creatività a disposizione della crescita sociale in città; con happening ludici e piccoli laboratori itineranti, si creeranno incontri, si giocherà a costruire oggetti che siano segni dei momenti vissuti.
L’intimità e il rapporto interpersonale viene indagato da Fabio Vacca con delicatezza nel lavoro fotografico Moglie buoi dei paesi tuoi. Coppie miste, di italiani e stranieri, ma residenti a Genova, vengono colte nella confidenza della loro CAMERA DA LETTO. Il ritratto del cambiamento della famiglia, intesa nel senso più tradizionale, verso quella reale multiculturalità che è costruzione di un futuro comune.
La scultura realizzata da Albert Coers, con i libri della Biblioteca Internazionale per Ragazzi De Amicis, riprende la forma di un letto matrimoniale, elemento essenziale e simbolico di un appartamento. Oggetti che sono al contempo autonomi ed applicati.
Letto, è un installazione che lega la cultura letteraria, che è internazionale e quindi trasversale, al sentimento di intima proprietà legato alla scelta dell’arredamento della propria casa. Un modo anche per ribadire l’importanza della presenza nella nostra città di una Biblioteca per Ragazzi che è per vocazione internazionale e interculturale.
All’ultima stanza, lo STUDIO, il compito di chiudere questo viaggio simbolico nello sviluppo delle tematiche legate alla quotidiana interculturalità, alla rappresentazione della condivisione dello spazio e della cultura, della convivenza, ma anche della necessità di doverci sentire, per amore o per forza, Flatmates, coinquilini della stessa città.
Neil Giordano e Andrea Orlando occupano lo spazio con i rumori della città, un’analisi musicale e visiva. Voci Esterne, un installazione multimediale che riprende le immagini e le voci di Genova, nei racconti di immigrati e non, tra la malinconia per i luoghi lasciati e l’affezione per quelli trovati. La musica, espressione primordiale e condivisa, diventa il mezzo suggestivo di liberazione e narrazione.
Marilisa Bombonato con B-Baggage, gioca a ricreare un guardaroba colorato e immaginario, composto da capi d’abbigliamento e stoffe che raccontano di viaggi, esperienze vissute e simboli che ci rappresentano. Una raccolta che mescola tradizioni e moda, rituali etnici e riti moderni.
Una rappresentazione del percorso concettuale intrapreso; la volontà di ricondurre all’identità della nostra città, l’importanza dei diversi singoli contributi.
Genova è una casa che ci è capitata, o che abbiamo cercato, di cui siamo innamorati, e che giornalmente, con cura, “arrediamo”.
Si ringrazia per la Collaborazione la Biblioteca De Amicis e AMIU. Fabbrica del Riciclo
BAG. Borsa Arte Giovane
27
giugno 2008
Flatmates. Convivenze
Dal 27 giugno al 27 luglio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a domenica 15-20
Vernissage
27 Giugno 2008, ore 17
Autore
Curatore