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Flavia Spasari – Transpose
L’artista ci porta un pianeta che ha saputo sviluppare un’esperienza lontana dal naturale divenendo artificiale, mischiando incrostazioni tecnologiche con elementi vegetali o animali, generando forme e figure che mantengono la funzione mnemonica del materiale.
Comunicato stampa
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L'essere umano è un produttore evolutivo di prodigiosa efficacia. Biodiversità e adattamento sono assemblate nella fabbricazione del mantenimento e proliferazione della specie, che ha saputo/voluto plasmare la circostanza per farne un habitat. A tal punto da modellare l'ambiente naturale per scopo e utilità. Da ciò deriva una partecipazione che è diventata forma di pensiero: l'antropocentrismo. Il perno dell'Universo è l'uomo: in teoria, religione o atti. La sua stessa produzione (oggetto come rappresentazione identitaria) è una testimonianza, alle volte perfino archeologica, del suo passaggio. Una "passeggiata" sul prato della storia che non è mai stata così soppesata come negli ultimi decenni. Un'esistenza che nelle valutazioni dell'artista Flavia Spasari (Chiaravalle Centrale (CZ), 2000) è constatazione applicata al rimasuglio, resto mai così fisico della morte. Un trapasso che è oggetto scartato, lasciato o abbandonato, un corpo che si trasforma in cascame separato dalla sua fonte naturale ma ricollocato inconsapevolmente come nuova forma. Forma che possiede tempi, meccanismi ed evoluzioni dove l'essere umano è esentato dall'impiccio. In sostanza, natura oltre l'uomo, in una faglia che ci separa dall'origine. L'ottenimento è nuova vita. Forse, nel pensiero umano, un paradosso che ci appare inconcludente. Niente affatto. I lavori e i pensieri della Spasari c'è lo dimostrano, in una resa che non è previsione futura o fantasmagoria ma concreto presente. L'artista ci porta un pianeta che ha saputo sviluppare un'esperienza lontana dal naturale divenendo artificiale, mischiando incrostazioni tecnologiche con elementi vegetali o animali, generando forme e figure che mantengono la funzione mnemonica del materiale. Sono corpi per mezzo dell'uomo ma che di esso hanno ottenuto di farne a meno, mostrandosi non come ibridi ma autorevoli elementi da decodificare. Sono bronzo, piombo e catrame, come marmo, cavi, ferro e perfino parti di corpo ricalcate sulla pelle dell'artista che come deriva si sono allontanate dalla generatrice, in un'intima deprivazione. Hanno estetica animale, naturale o tradizionalmente conosciuta, ma sono un altro da ricomprendere. Sono organismi che ormai persistono e si modificano, in una non più inedita rappresentazione e, come sa denotare l'artista, proliferano, divergendo dall'attenzione del creatore.
11
marzo 2023
Flavia Spasari – Transpose
Dall'undici marzo al 19 maggio 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA MOITRE
Torino, Via Santa Giulia, 37 bis, (Torino)
Torino, Via Santa Giulia, 37 bis, (Torino)
Orario di apertura
da mercoledì al venerdì, ore 16 - 19
Vernissage
11 Marzo 2023, Dalle ore 18 alle 21
Sito web
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