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Flavio Bonetti – Storia Naturale
Le opere di questa seconda personale appartengono al progetto intitolato Storia Naturale: un ciclo di dieci fotografie di grande formato ispirate da alcune visite al museo di Storia Naturale di Sofia in Bulgaria
Comunicato stampa
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La Galleria Monica De Cardenas ha il piacere di presentare i nuovi lavori dell’artista italiano Flavio Bonetti.
Le opere di questa seconda personale appartengono al nuovo progetto intitolato Storia Naturale; un ciclo di dieci fotografie di grande formato ispirate da alcune visite al museo di Scienze Naturali di Sofia in Bulgaria.
Al suo primo incontro con questa vasta collezione zoologica, l’artista è rimasto colpito dalla presenza di elementi apparentemente estranei all’allestimento delle spazio museale e delle vetrine che contengono le specie animali; per esempio alle spalle di un’ imponente esemplare di rinoceronte in tassidermia si trovano delle tende colorate che ricordano un interno borghese, provocando uno slittamento di senso e una differente percezione del luogo.
La presenza, anche se discreta, di oggetti che presupponiamo esterni all’aurea di ufficialità e sterile conservazione di una raccolta scientifica, fanno scivolare il significato dell’impostazione visiva e conoscitiva dell’immagine fotografica. L’artista ha così documentato questa sorta di “infrazione” dell’allestimento e proseguendo nel suo progetto ha costruito i successivi scatti inserendo alcuni dettagli che per quanto reali e “possibili”, conferiscono allo spazio un tono surreale ed ambiguo, già peraltro evocato dalla forte presenza degli animali imbalsamati che popolano il museo con le loro pose ed i loro sguardi congelati.
Alcuni elementi rinviano ad un ambiente che percepiamo come domestico. Come se nello spazio dedicato ai visitatori convivesse anche una dimensione privata fatta di persone e cose che abitano il museo, magari quando questo chiude al pubblico. Nelle sale scopriamo degli oggetti comuni della vita di tutti i giorni e animali domestici, che sembrano dialogare con gli animali imbalsamati.
In questo senso l’artista ci spinge a mettere in discussione le categorie elementari della conoscenza, distribuendo il suo discorso visivo su livelli di lettura diversi che non escludono alcuna possibilità e interpretazione dell’immagine, trasformando il museo e la galleria che ospita le opere in uno spazio in bilico tra vita e morte, interno ed esterno, realtà e memoria, storia e natura.
La fotografia non è qui uno strumento che registra la realtà (scientificamente già alterata) della collezione, ma diventa piuttosto un luogo dove mettere in scena possibilità e memorie incerte che l’artista propone senza tradirne l’atmosfera originale e le sue caratteristiche formali.
L’idea di “diorama” (ovvero la ricostruzione di un ambiente naturale), uno dei mezzi di comunicazione più efficaci nel colpire la sensibilità dello spettatore di simili raccolte scientifiche, è sostituita in queste opere con una concezione di natura più estesa, che comprende anche l’operato dell’uomo, le sue tracce ed i suoi artefatti. Flavio Bonetti con la sua fotografia precisa e rigorosa crea dei “diorami di diorami” che si possono osservare come vetrine, ma anche come specchi che contengono il visitatore e lo proiettano in un habitat misterioso.
Le opere di questa seconda personale appartengono al nuovo progetto intitolato Storia Naturale; un ciclo di dieci fotografie di grande formato ispirate da alcune visite al museo di Scienze Naturali di Sofia in Bulgaria.
Al suo primo incontro con questa vasta collezione zoologica, l’artista è rimasto colpito dalla presenza di elementi apparentemente estranei all’allestimento delle spazio museale e delle vetrine che contengono le specie animali; per esempio alle spalle di un’ imponente esemplare di rinoceronte in tassidermia si trovano delle tende colorate che ricordano un interno borghese, provocando uno slittamento di senso e una differente percezione del luogo.
La presenza, anche se discreta, di oggetti che presupponiamo esterni all’aurea di ufficialità e sterile conservazione di una raccolta scientifica, fanno scivolare il significato dell’impostazione visiva e conoscitiva dell’immagine fotografica. L’artista ha così documentato questa sorta di “infrazione” dell’allestimento e proseguendo nel suo progetto ha costruito i successivi scatti inserendo alcuni dettagli che per quanto reali e “possibili”, conferiscono allo spazio un tono surreale ed ambiguo, già peraltro evocato dalla forte presenza degli animali imbalsamati che popolano il museo con le loro pose ed i loro sguardi congelati.
Alcuni elementi rinviano ad un ambiente che percepiamo come domestico. Come se nello spazio dedicato ai visitatori convivesse anche una dimensione privata fatta di persone e cose che abitano il museo, magari quando questo chiude al pubblico. Nelle sale scopriamo degli oggetti comuni della vita di tutti i giorni e animali domestici, che sembrano dialogare con gli animali imbalsamati.
In questo senso l’artista ci spinge a mettere in discussione le categorie elementari della conoscenza, distribuendo il suo discorso visivo su livelli di lettura diversi che non escludono alcuna possibilità e interpretazione dell’immagine, trasformando il museo e la galleria che ospita le opere in uno spazio in bilico tra vita e morte, interno ed esterno, realtà e memoria, storia e natura.
La fotografia non è qui uno strumento che registra la realtà (scientificamente già alterata) della collezione, ma diventa piuttosto un luogo dove mettere in scena possibilità e memorie incerte che l’artista propone senza tradirne l’atmosfera originale e le sue caratteristiche formali.
L’idea di “diorama” (ovvero la ricostruzione di un ambiente naturale), uno dei mezzi di comunicazione più efficaci nel colpire la sensibilità dello spettatore di simili raccolte scientifiche, è sostituita in queste opere con una concezione di natura più estesa, che comprende anche l’operato dell’uomo, le sue tracce ed i suoi artefatti. Flavio Bonetti con la sua fotografia precisa e rigorosa crea dei “diorami di diorami” che si possono osservare come vetrine, ma anche come specchi che contengono il visitatore e lo proiettano in un habitat misterioso.
22
settembre 2006
Flavio Bonetti – Storia Naturale
Dal 22 settembre all'undici novembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA MONICA DE CARDENAS
Milano, Via Francesco Viganò, 4, (Milano)
Milano, Via Francesco Viganò, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-19
Vernissage
22 Settembre 2006, ore 12-21
Autore