Con la serenità e la modestia di “quelli che sanno”, Flavio Garavaglia ci presenta il proprio lavoro: una serie, Landscapes, con la quale l’artista si affaccia sulla scena artistica contemporanea, anche se da tanti anni lavora, cerca, sperimenta la materia, costruisce le sue opere. Uso questo insolito verbo perché è l’artista stesso a ripeterlo, quasi a sottolinearlo mentre, aggirandomi nella casa-studio, rimango affascinata dal suo modus operandi e da come lo racconta. Mi parla di costruzione del quadro, del suo peculiare mettere in scena una sorta di set i cui protagonisti sono, in ordine di apparizione, la natura, la macchina fotografica, la pittura gestuale, la luce, l’elaborazione digitale, le resine, il colore nero.. Il tutto messo in moto dal regista-alchimista, il quale fa sì che le parti diventino una sola e realizzino l’Opera, ciò che unisce il vedere al sentire, il lontano al vicino, il vuoto e il pieno. (…) È proprio il ciclo della vita ciò che realmente affascina questo artista di finissimo pensiero che si esprime in modo semplice e diretto, quasi come non si volesse addossare il compito gravoso di rivelare concetti alti, ma che sgorgano, suo malgrado, fortemente significativi, privi di retorica o di giudizio. (…)

cristinatrivellin, luglio 2008

Flavio Garavaglia è nato nel 1968 a Legnano (MI). Il suo approccio con la pittura e l’arte in generale avviene solo dopo i 20 anni, grazie al fatto di aver iniziato a lavorare saltuariamente nel settore degli allestimenti scenografici. Divenuta in seguito la sua principale occupazione, approfondisce gli studi di cromatologia, illuminotecnica, grafica e interior design. In particolare è la struttura delle cose ad affascinarlo, il “come sono fatte”, riuscire a trovarne il DNA. I suoi ultimi lavori vedono l'utilizzo sempre maggiore della fotografia e dei software per la manipolazione delle immagini e si inseriscono in quel filone che inizia nel 2006 con le serie “Frames” e “Landscapes”. Scrive Garavaglia: “E' proprio la "manipolazione" e la "trasformazione" che subiscono le immagini ancora "crude" ad aver attirato la mia attenzione, non solo il prodotto finale o il soggetto dell’opera finita, sia esso un quadro, una foto, un albero o altro, sta lì ed “esiste” proprio grazie a questi interventi. Il mezzo e l’utilizzo che se ne fa guardando il risultato finale è l’opera!” Tra le sue personali più recenti ricordiamo quelle allestite a Venezia (Galleria Bonani), a Firenze, (Galleria Centro Storico), Barcellona (Galleria Esart), a Berlino (Galleria Pinna), alle Officine Artistiche di Treviso.