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Flavio Pellerito – Cartonacci
Cartonacci è una raccolta di opere, dipinti e sculture, che utilizzano il cartone recuperato nelle discariche
Comunicato stampa
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Il Pellerito, con questa mostra, fa il suo ingresso perentorio nell’eresia della Pop Art.
La Pop Art non è arte popolare. Mentre eresia è un'opinione gravemente errata o comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo un certo argomento.
Eresia è anche la capacità di sfruttare le idee forti del proprio tempo per rileggerle sotto altre chiavi, mettendone in luce aspetti non previsti.
Nella tradizione, la Pop Art è una figlia contesa dalla pubblicità e dal design, dalla produzione industriale e dagli stereotipi della cultura di massa; l’arte popolare, la traduzione letterale di Pop Art, non fa parte della famiglia.
Ciò nonostante, le immagini di Marylin o di Mao, le zuppe Campbell’s o le bottiglie di Coca Cola, sono icone della Pop Art che rappresentano il Ventesimo secolo, come lo hanno rappresentato Guernica, Hiroshima e Nagasaki, Dien Bien Phu, la Cortina di Ferro, l’8 marzo, la Caduta del Muro, i Beatles, i Nirvana.
Soprattutto simboli.
Cartonacci, l’opera del Pellerito che viene presentata e mostrata in questa sede, si appropria di una idea cara a questo nuovo millennio:
il recupero e il riuso.
Cartonacci è una raccolta di opere, dipinti e sculture, che utilizzano il cartone recuperato nelle discariche.
Nel caso dei dipinti (Tratti Discontinui), riutilizzato come supporto, per le sculture (Popolo di Carta) come struttura.
Viene tuttavia da chiedersi se abbia senso di parlare di recupero, quando si tratta di rielaborazione del materiale originario.
In parte no, e in questo consiste l’eresia.
Da imballo , da contenitore diventa altro, che non ha più bisogno di un contenuto per esistere. Il cartone esiste per se, senza dover essere scatola, ma per le sue qualità di intrinseche di lavorabilità, di resistenza, di materia.
Il Pellerito, nel suo percorso eretico, riutilizza del materiale che andrebbe in discarica, finirebbe riutilizzato probabilmente come supporto per i quotidiani e per altre scatole e imballi o, al peggio, bruciato (scusate, termovalorizzato).
Cosa c’è di più popolare, soprattutto in questo momento storico, dei rifiuti: un tema popolare e impopolare al tempo stesso.
Eccoci allora ritornati all’inizio di queste poche righe, l’eresia della Pop Art.
Ma è più facile illustrare l’aspetto tecnico della loro realizzazione, che affrontare il discorso perché, tutto sommato, l’arte, in toto, porta in sé il germe dell’eresia.
I dipinti di Cartonacci oltre al supporto, sono rivestiti da ritagli di giornale, decorati con motivi geometrici in rilievo, colorati con colori acrilici e per ultimo coperti da una vernice protettiva a base acquosa.
Le sculture usano lo stesso materiale, vengono assemblate con colla a caldo e in parte colorate con colori acrilici. Il cartone utilizzato è in parte da imballo di colore marrone e in parte cartone del tipo destinato alla merce da banco, con messaggi illustrativi del prodotto contenuto. In questo secondo caso, il cartone non viene ulteriormente dipinto, ma vengono lasciati in evidenza i segni originali.
Tratti Discontinui
La Pop Art non è arte popolare. Mentre eresia è un'opinione gravemente errata o comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo un certo argomento.
Eresia è anche la capacità di sfruttare le idee forti del proprio tempo per rileggerle sotto altre chiavi, mettendone in luce aspetti non previsti.
Nella tradizione, la Pop Art è una figlia contesa dalla pubblicità e dal design, dalla produzione industriale e dagli stereotipi della cultura di massa; l’arte popolare, la traduzione letterale di Pop Art, non fa parte della famiglia.
Ciò nonostante, le immagini di Marylin o di Mao, le zuppe Campbell’s o le bottiglie di Coca Cola, sono icone della Pop Art che rappresentano il Ventesimo secolo, come lo hanno rappresentato Guernica, Hiroshima e Nagasaki, Dien Bien Phu, la Cortina di Ferro, l’8 marzo, la Caduta del Muro, i Beatles, i Nirvana.
Soprattutto simboli.
Cartonacci, l’opera del Pellerito che viene presentata e mostrata in questa sede, si appropria di una idea cara a questo nuovo millennio:
il recupero e il riuso.
Cartonacci è una raccolta di opere, dipinti e sculture, che utilizzano il cartone recuperato nelle discariche.
Nel caso dei dipinti (Tratti Discontinui), riutilizzato come supporto, per le sculture (Popolo di Carta) come struttura.
Viene tuttavia da chiedersi se abbia senso di parlare di recupero, quando si tratta di rielaborazione del materiale originario.
In parte no, e in questo consiste l’eresia.
Da imballo , da contenitore diventa altro, che non ha più bisogno di un contenuto per esistere. Il cartone esiste per se, senza dover essere scatola, ma per le sue qualità di intrinseche di lavorabilità, di resistenza, di materia.
Il Pellerito, nel suo percorso eretico, riutilizza del materiale che andrebbe in discarica, finirebbe riutilizzato probabilmente come supporto per i quotidiani e per altre scatole e imballi o, al peggio, bruciato (scusate, termovalorizzato).
Cosa c’è di più popolare, soprattutto in questo momento storico, dei rifiuti: un tema popolare e impopolare al tempo stesso.
Eccoci allora ritornati all’inizio di queste poche righe, l’eresia della Pop Art.
Ma è più facile illustrare l’aspetto tecnico della loro realizzazione, che affrontare il discorso perché, tutto sommato, l’arte, in toto, porta in sé il germe dell’eresia.
I dipinti di Cartonacci oltre al supporto, sono rivestiti da ritagli di giornale, decorati con motivi geometrici in rilievo, colorati con colori acrilici e per ultimo coperti da una vernice protettiva a base acquosa.
Le sculture usano lo stesso materiale, vengono assemblate con colla a caldo e in parte colorate con colori acrilici. Il cartone utilizzato è in parte da imballo di colore marrone e in parte cartone del tipo destinato alla merce da banco, con messaggi illustrativi del prodotto contenuto. In questo secondo caso, il cartone non viene ulteriormente dipinto, ma vengono lasciati in evidenza i segni originali.
Tratti Discontinui
17
aprile 2008
Flavio Pellerito – Cartonacci
Dal 17 al 30 aprile 2008
arte contemporanea
Location
HOUSE GALLERY
Milano, Via Sant'agnese, 12, (Milano)
Milano, Via Sant'agnese, 12, (Milano)
Vernissage
17 Aprile 2008, ore 17.30
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