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Flavio Romualdo Garofano – Silenzi
Il silenzio che segue lo scatto è reso da Romualdo anche con un gioco di presenza-assenza, in cui una sedia vuota parla della persona che abitualmente la occupa,
ma che non c’è. E’ allora il contesto circostante, che si tratti di uno spazio teatrale
o di un cortile cittadino, a colmare l’assenza dell’uomo, cosicché siamo noi a immaginare la sua figura, la sua voce
Comunicato stampa
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SILENZI
Basta uno scatto e la realtà si ricopre della patina del silenzio per diventare ricordo
di ciò che è stato; quel ricordo persiste impalpabile, a volte sbiadito nei nostri
pensieri, minacciato dallo scorrere del tempo. La fotografia permette il riaffiorare
della memoria e, nel silenzio, ci fa rivivere il rumore di una goccia d’acqua che
cade, il suono di una risata. Forse è questo che contribuisce a creare la magia della
fotografia, quel confine tra realtà e irrealtà, che da spettatori ci riporta ad essere
attori di quell’attimo.
Il silenzio che segue lo scatto è reso da Romualdo anche con un gioco di presenza-
assenza, in cui una sedia vuota parla della persona che abitualmente la occupa,
ma che non c’è. E’ allora il contesto circostante, che si tratti di uno spazio teatrale
o di un cortile cittadino, a colmare l’assenza dell’uomo, cosicché siamo noi a
immaginare la sua figura, la sua voce.
E quando invece si mostra il volto con le sue espressioni, entriamo in contatto col
suo personale silenzio, con l'attimo estatico in cui diventa universale, vittorioso sul
tempo.
Si innesca, quindi, una relazione di scambio e di intima immedesimazione, in cui si
svela il principio assoluto di uguaglianza.
“[...]
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
[..]
(da I limoni, Eugenio Montale)
Marialessia Ferrara
Basta uno scatto e la realtà si ricopre della patina del silenzio per diventare ricordo
di ciò che è stato; quel ricordo persiste impalpabile, a volte sbiadito nei nostri
pensieri, minacciato dallo scorrere del tempo. La fotografia permette il riaffiorare
della memoria e, nel silenzio, ci fa rivivere il rumore di una goccia d’acqua che
cade, il suono di una risata. Forse è questo che contribuisce a creare la magia della
fotografia, quel confine tra realtà e irrealtà, che da spettatori ci riporta ad essere
attori di quell’attimo.
Il silenzio che segue lo scatto è reso da Romualdo anche con un gioco di presenza-
assenza, in cui una sedia vuota parla della persona che abitualmente la occupa,
ma che non c’è. E’ allora il contesto circostante, che si tratti di uno spazio teatrale
o di un cortile cittadino, a colmare l’assenza dell’uomo, cosicché siamo noi a
immaginare la sua figura, la sua voce.
E quando invece si mostra il volto con le sue espressioni, entriamo in contatto col
suo personale silenzio, con l'attimo estatico in cui diventa universale, vittorioso sul
tempo.
Si innesca, quindi, una relazione di scambio e di intima immedesimazione, in cui si
svela il principio assoluto di uguaglianza.
“[...]
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
[..]
(da I limoni, Eugenio Montale)
Marialessia Ferrara
14
novembre 2011
Flavio Romualdo Garofano – Silenzi
Dal 14 al 21 novembre 2011
fotografia
Location
SALASTUDIO GANDUSIO 10
Bologna, Via Antonio Gandusio, 10, (Bologna)
Bologna, Via Antonio Gandusio, 10, (Bologna)
Vernissage
14 Novembre 2011, ore 19
Autore
Curatore