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Flavio Sciolè – In morte dell’artista da giovane stAzione seconda
L’artista Flavio Sciolè chiude l’Artcevia International Art Festival , con la performance ‘Funerale’ che è la seconda stazione del progetto ‘In Morte Dell’Artista Da Giovane’
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’artista Flavio Sciolè chiude l’Artcevia International Art Festival , con una performance che è la seconda stazione del progetto ‘In Morte Dell’Artista Da Giovane’. L’installazione, a luglio, era stata l’anteprima della rassegna ed ha, in questi mesi, destato interesse sia per la tematica affrontata che per la modalità in cui è proposta. L’instAllazione è relativa alla figura dell’Artista Giovane, spesso mitizzata, troppe volte sfruttata. Entrando in una stanza- camera da letto, guardando in alto, scopriamo un corpo/manichino impiccato. Quello che si vuole manifestare è la condizione dell’Artista Giovane, sfruttato, vilipeso, deriso, aiutato mai. Lasciato morire nella propria intransigenza viene accolto solo se decide di cedere/vendersi. In questo caso lo troviamo col cappio al collo, suicidato. La seconda stazione del progetto si intitola ‘Funerale’ . Il manichino-artista verrà deposto, cullato come in una pietà, messo in una bara, portato in corteo e sepolto. Si tratta di una performance-azione di forte impatto che verrà realizzata il prossimo 27 Settembre. La mostra ed il testo critico sono a cura di Laura Coppa. Nel realizzare la performance Sciolè si avvarrà del supporto dello scenografo Stefano Boffi che ha realizzato il feretro e di Alessia Di Pancrazio (che agirà come Madre).
Flavio Sciolè (1970) agisce da oltre venti anni nel teatro di ricerca, nel cinema sperimentale e nella performance. Ha partecipato a centinaia di rassegne, mostre, festival (Biennale D’Arte di Venezia 2007, Romaeuropa 2010) ed ha ricevuto premi, retrospettive, scritti. Ad agosto a presentato la sua nuova performance ‘Milk 1970’ a Pescara.
AR[t]CEVIA INTERNATIONAL ART FESTIVAL
27 Settembre alle ore 19,30
Non Luogo, Corso Mazzini, Arcevia (AN)
Evento: https://www.facebook.com/events/480521168710880/?fref=ts
IN MORTE DELL’ARTISTA DA GIOVANE stAzione Prima
Un progetto d’Arte di Flavio Sciolè
L’instAllazione è relativa alla figura dell’Artista Giovane, spesso mitizzata, troppe volte sfruttata. Entrando in una stanza scopriamo di essere in una camera da letto. All’interno troviamo una brandina ed un comodino su cui è posato un quaderno aperto, scopriremo poi cosa c’è scritto. Sul muro due scritte: vita d’artista vita da teppista/ destroy art. Guardando in alto scopriamo un corpo/manichino impiccato. Quello che si vuole manifestare è la condizione dell’Artista Giovane, sfruttato, vilipeso, deriso, aiutato mai. Lasciato morire nella propria intransigenza viene accolto solo se decide di cedere/vendersi. In questo caso lo troviamo col cappio al collo, suicidato. Il gesto diviene così un atto d’accusa contro chi resta in vita e contro chi cercherà di sfruttarlo da morto. Una vendetta contro secoli di oscurantismo in cui solo la rassegnazione ti permette di esistere, nel desistere. Chi, viceversa, lotta tutti i giorni contro il compromesso viene accantonato, scansato. L’azione del giovane si esplica oltre che col togliersi la vita anche con il lasciare nelle pagine del quaderno il suo pensiero che destituisce l’ipotesi di usarlo post mortem.
Testi del quaderno (stralci):
Adesso farete di me un martire.
Addio, Arte mia portami via.
Non è un suicidio ma un gesto d’Arte.
Dio Mai.
(Flavio Sciolè)
IN MORTE DELL’ARTISTA DA GIOVANE stAzione Seconda: Funerale
Un progetto d’Arte di Flavio Sciolè
Nella seconda stAzione il corpo-manichino viene deposto e seppellito, di seguito le fasi dell’evento (alcune potrebbero essere modificate-cancellate:
1-Deposizione. Il corpo-manichino viene deposto da due uomini vestiti di nero con un lutto bianco al braccio. 2-Pietà. Una donna vestita di bianco e con una benda nera sugli occhi lo tiene in braccio. 3-Funerale. Il corpo viene adagiato dentro una bara nera. Gli vengono gettati dei fiori. Si chiude la bara. Viene portata a spalle da quattro uomini vestiti di bianco, hanno un lutto nero al braccio. 4-Sepoltura. La bara viene seppellita in un campo, la lapide reca la scritta ‘Artista Giovane’ 5-Addio. Sciolè fa una predica.
Nota:
Gli uomini del punto 1 e del punto 3 potrebbero avere il viso celato da un passamontagna.
AR[t]CEVIA INTERNATIONAL ART FESTIVAL
La performance avrà luogo il 27 Settembre alle ore 19,30
Non Luogo, Corso Mazzini, Arcevia (AN)
TESTO CRITICO di Laura Coppa
È morto M. D. A.
Il corpo del giovane artista è stato rinvenuto appeso a una trave della sua abitazione.
Tremendamente fragile è ogni opera d’arte, tremendamente fragile è il gesto che la compie. Fragile è la parola che tenta di tradurla o che – muta – la tace e la cela. Di fattura instabile è una vita che sui pilastri dell’arte cementifica la sua maestosa riuscita, la sua disastrosa disfatta o la sua irrimediabile rinuncia: rinunciare alla vita, per rinnegare l'arte.
Fragile come un germoglio è una giovinezza che dell’arte ne fa sua ragione.
L’Arte, quella vera, non è davvero ovunque. Lei necessita di “portatori” ideali, di filtri adatti a renderla appropriatamente materica. Come ogni dio esiste sulla terra perché condotto dai predicatori, così l’Arte regna, divulgata dai suoi apostoli o – come in questo caso – martiri.
Perseguitati del proprio tempo, derisi e resi pazzi dall’incomprensione di coloro che l’oscurantismo rende sordociechi.
Stolti di paese, un cui gesto sconsiderato all’estremo, rende reliquia da mercificare a caro prezzo.
Fragile come un germoglio è una giovinezza che l’Arte schiavizza e ne fa suo sfogo.
E, alla fine, quella giovinezza emarginata e inesaudita, l’Arte la rapisce spietatamente, senza possibilità di riscatto.
Una vita inascoltata e una morte celebrata: svenduta, in piccoli pezzi come pietruzze di un muro o come lembi di garza macchiati del sangue da stigmate.
L’installazione di Flavio Sciolè non è una denuncia: è un’accusa.
Imputa ogni colpa ai vili assassini di idee, la cui immobilità intellettuale, segregata in scatole di ferraglia sigillate da sgargianti nastrini di arida neofobia, finisce per desertificare la più florida creatività.
Fragili Martiri Dell’Arte.
Ce lo dice Flavio Sciolè: uno fra i più rinomati non artisti atei.
Adesso farete di me un martire.
In vita non mi degnavate di un saluto, ora ognuno di voi mi conosceva.
Arte per l’Arte.
Addio, Arte mia portami via.
Non è un suicidio, ma un gesto d’Arte.
Dio Mai
Lo dice con un “non gesto” (la morte) di “non arte” (la morte, ancora) di un “non martire” (il suicidio).
I più grandi e popolari artisti sono tutti morti, oppure venduti.
L'installazione "In Morte Dell'Artista Da Giovane' di Flavio Sciolè sarà visibile 'Artcevia International Art Festival dal 18 Luglio fino al 27 Settembre. La mostra ed il testo critico sono a cura di Laura Coppa. L'installazione è relativa alla figura dell'Artista Giovane, spesso mitizzata, troppe volte sfruttata. Entrando in una stanza scopriamo di essere in una camera da letto. Guardando in alto scopriamo un corpo/manichino impiccato. Quello che si vuole manifestare è la condizione dell'Artista Giovane, sfruttato, vilipeso, deriso, aiutato mai. Lasciato morire nella propria intransigenza viene accolto solo se decide di cedere/vendersi. In questo caso lo troviamo col cappio al collo, suicidato. L'installazione è la prima stazione del progetto, la seconda stazione avrà luogo in chiusura dello stesso festival: un funerale e la sepoltura fisica del manichino (il 27 Settembre).
Flavio Sciolè (1970) agisce da oltre venti anni nel teatro di ricerca, nel cinema sperimentale e nella performance. Ha partecipato a centinaia di rassegne, mostre, festival (Biennale D’Arte di Venezia 2007, Romaeuropa 2010) ed ha ricevuto premi, retrospettive, scritti. Ad agosto a presentato la sua nuova performance ‘Milk 1970’ a Pescara.
AR[t]CEVIA INTERNATIONAL ART FESTIVAL
27 Settembre alle ore 19,30
Non Luogo, Corso Mazzini, Arcevia (AN)
Evento: https://www.facebook.com/events/480521168710880/?fref=ts
IN MORTE DELL’ARTISTA DA GIOVANE stAzione Prima
Un progetto d’Arte di Flavio Sciolè
L’instAllazione è relativa alla figura dell’Artista Giovane, spesso mitizzata, troppe volte sfruttata. Entrando in una stanza scopriamo di essere in una camera da letto. All’interno troviamo una brandina ed un comodino su cui è posato un quaderno aperto, scopriremo poi cosa c’è scritto. Sul muro due scritte: vita d’artista vita da teppista/ destroy art. Guardando in alto scopriamo un corpo/manichino impiccato. Quello che si vuole manifestare è la condizione dell’Artista Giovane, sfruttato, vilipeso, deriso, aiutato mai. Lasciato morire nella propria intransigenza viene accolto solo se decide di cedere/vendersi. In questo caso lo troviamo col cappio al collo, suicidato. Il gesto diviene così un atto d’accusa contro chi resta in vita e contro chi cercherà di sfruttarlo da morto. Una vendetta contro secoli di oscurantismo in cui solo la rassegnazione ti permette di esistere, nel desistere. Chi, viceversa, lotta tutti i giorni contro il compromesso viene accantonato, scansato. L’azione del giovane si esplica oltre che col togliersi la vita anche con il lasciare nelle pagine del quaderno il suo pensiero che destituisce l’ipotesi di usarlo post mortem.
Testi del quaderno (stralci):
Adesso farete di me un martire.
Addio, Arte mia portami via.
Non è un suicidio ma un gesto d’Arte.
Dio Mai.
(Flavio Sciolè)
IN MORTE DELL’ARTISTA DA GIOVANE stAzione Seconda: Funerale
Un progetto d’Arte di Flavio Sciolè
Nella seconda stAzione il corpo-manichino viene deposto e seppellito, di seguito le fasi dell’evento (alcune potrebbero essere modificate-cancellate:
1-Deposizione. Il corpo-manichino viene deposto da due uomini vestiti di nero con un lutto bianco al braccio. 2-Pietà. Una donna vestita di bianco e con una benda nera sugli occhi lo tiene in braccio. 3-Funerale. Il corpo viene adagiato dentro una bara nera. Gli vengono gettati dei fiori. Si chiude la bara. Viene portata a spalle da quattro uomini vestiti di bianco, hanno un lutto nero al braccio. 4-Sepoltura. La bara viene seppellita in un campo, la lapide reca la scritta ‘Artista Giovane’ 5-Addio. Sciolè fa una predica.
Nota:
Gli uomini del punto 1 e del punto 3 potrebbero avere il viso celato da un passamontagna.
AR[t]CEVIA INTERNATIONAL ART FESTIVAL
La performance avrà luogo il 27 Settembre alle ore 19,30
Non Luogo, Corso Mazzini, Arcevia (AN)
TESTO CRITICO di Laura Coppa
È morto M. D. A.
Il corpo del giovane artista è stato rinvenuto appeso a una trave della sua abitazione.
Tremendamente fragile è ogni opera d’arte, tremendamente fragile è il gesto che la compie. Fragile è la parola che tenta di tradurla o che – muta – la tace e la cela. Di fattura instabile è una vita che sui pilastri dell’arte cementifica la sua maestosa riuscita, la sua disastrosa disfatta o la sua irrimediabile rinuncia: rinunciare alla vita, per rinnegare l'arte.
Fragile come un germoglio è una giovinezza che dell’arte ne fa sua ragione.
L’Arte, quella vera, non è davvero ovunque. Lei necessita di “portatori” ideali, di filtri adatti a renderla appropriatamente materica. Come ogni dio esiste sulla terra perché condotto dai predicatori, così l’Arte regna, divulgata dai suoi apostoli o – come in questo caso – martiri.
Perseguitati del proprio tempo, derisi e resi pazzi dall’incomprensione di coloro che l’oscurantismo rende sordociechi.
Stolti di paese, un cui gesto sconsiderato all’estremo, rende reliquia da mercificare a caro prezzo.
Fragile come un germoglio è una giovinezza che l’Arte schiavizza e ne fa suo sfogo.
E, alla fine, quella giovinezza emarginata e inesaudita, l’Arte la rapisce spietatamente, senza possibilità di riscatto.
Una vita inascoltata e una morte celebrata: svenduta, in piccoli pezzi come pietruzze di un muro o come lembi di garza macchiati del sangue da stigmate.
L’installazione di Flavio Sciolè non è una denuncia: è un’accusa.
Imputa ogni colpa ai vili assassini di idee, la cui immobilità intellettuale, segregata in scatole di ferraglia sigillate da sgargianti nastrini di arida neofobia, finisce per desertificare la più florida creatività.
Fragili Martiri Dell’Arte.
Ce lo dice Flavio Sciolè: uno fra i più rinomati non artisti atei.
Adesso farete di me un martire.
In vita non mi degnavate di un saluto, ora ognuno di voi mi conosceva.
Arte per l’Arte.
Addio, Arte mia portami via.
Non è un suicidio, ma un gesto d’Arte.
Dio Mai
Lo dice con un “non gesto” (la morte) di “non arte” (la morte, ancora) di un “non martire” (il suicidio).
I più grandi e popolari artisti sono tutti morti, oppure venduti.
L'installazione "In Morte Dell'Artista Da Giovane' di Flavio Sciolè sarà visibile 'Artcevia International Art Festival dal 18 Luglio fino al 27 Settembre. La mostra ed il testo critico sono a cura di Laura Coppa. L'installazione è relativa alla figura dell'Artista Giovane, spesso mitizzata, troppe volte sfruttata. Entrando in una stanza scopriamo di essere in una camera da letto. Guardando in alto scopriamo un corpo/manichino impiccato. Quello che si vuole manifestare è la condizione dell'Artista Giovane, sfruttato, vilipeso, deriso, aiutato mai. Lasciato morire nella propria intransigenza viene accolto solo se decide di cedere/vendersi. In questo caso lo troviamo col cappio al collo, suicidato. L'installazione è la prima stazione del progetto, la seconda stazione avrà luogo in chiusura dello stesso festival: un funerale e la sepoltura fisica del manichino (il 27 Settembre).
27
settembre 2013
Flavio Sciolè – In morte dell’artista da giovane stAzione seconda
27 settembre 2013
performance - happening
Location
SEDI VARIE – Arcevia
Arcevia, -, (Ancona)
Arcevia, -, (Ancona)
Vernissage
27 Settembre 2013, h 19,30
Autore
Curatore