La nuova ricerca di Fleur Beverley muove direttamente dal cuore del suo storico percorso artistico, dal tema neofuturista della città moderna nata dalla rivoluzione industriale, la grande metropoli dinamica animata di fermento, un immenso cantiere in preda ai tumulti dell'autodistruzione e dello scontro sociale, simile ad un'auto lanciata a folle corsa sulle strade della ricostruzione.
Sullo sfondo di questa città di marinettiana concezione dominano la scena le ruote gemelle di una motocicletta che sfreccia sprezzante e ruggente nel caos urbano, moderno destriero dei nuovi centauri. La moto è simbolo di potenza, energia, di agilità ed equilibrio. Il fascino lucente e simmetrico, geometricamente perfetto, dei telai da corsa, la voce fiera dei motori, il mito irresistibile della velocità ed il ritmo incalzante dei cilindri rapiscono l'immaginario dell'uomo, suscitano l'audacia delle esperienze estreme, il coraggio e la spregiudicatezza dell'individuo che azzarda i propri limiti. Mordere il terreno, sentire la strada, dominare il possente mezzo mentre sfreccia docile, sottomesso al volere dell'uomo.