Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Fluttuazioni del visibile – Artisti fra immagine e figura
In esposizione le opere di 12 artisti di diverse generazioni – nati fra gli anni ’10 e gli anni ’50 del Novecento – nella cui ricerca si è manifestata in modo particolarmente intenso e persistente la questione del rapporto immagine/figura .
Comunicato stampa
Segnala l'evento
I 12 artisti presenti in questa mostra sono accomunati dalla presenza, nella loro ricerca, della figura come sintomo di una somi¬glianza interna, una somiglianza non mimetica, intrapsichica, idiomati-ca, che spesso solo l’artista vede e riconosce, e che, attraverso l’opera, aiuta noi a vede¬re. In questo senso la figura si dà in un’immagine anomala, che diventa un’esperienza interiore e immersiva. Questo processo si può interpretare come una rilettura della questione dell’astrazione al di fuori dell’opposizione figurale/astrat¬to. L’astrazione può sottendere un rimando “figurativo” ben più potente : l’astrazione non distrugge la rappresentazione ma la assimila, e ciò ren¬de possibile che la rappresentazione venga preservata, in figura - anche quando ven¬ga cancellata.
Le immagini che ci trasmettono gli artisti in esposizione – ciascuno a suo modo, nell’ambito di poetiche anche molto diverse – rinviano a quelle che Jacques Rancière definisce “images pensives” (“immagini pensierose”) animate dalla tensione tra molteplici modi di rappresentazione concentrati in un unità-multipla. Immagini che mettono in atto un gioco di scambi e accostamenti tra diversi regimi del sensibile. Questo consente allo spettatore di collocarsi in uno spazio di apertura-indeterminazione all’interno del quale la singola opera percepita si fa sfondo di ulteriori e sempre nuove significazioni, e cioè strumento di destrutturazione dell’esperienza sensibile, enunciazione che ri-configura i processi della percezione.
Nell’ambito di un ‘epoca contemporanea che ci appare sempre di più come una nebulosa visuale, come un pulviscolo proliferante di immagini che vanno a disseminarsi in una pervasiva iconosfera mediatica, le opere di questi artisti, invece, mentre de-figurano il visivo, lo aprono a un lavoro figurale capace di legare l’immagine a un feedback sensoriale, a una risonanza tattile: c’è un tatto dell’immagine che apre la visione. Su questo piano di analogia, la produttività di artisti assai diversi è esempio di una spiritualità che può essere comunicata e, appunto, messa in comune. Ciascuno di essi infrange la dimensione tranquillizzante del rispecchiamento per fare emergere ciò che scompagina le carte, che sovverte l'ordine canonico del visivo, rompendo il legame abitudinario col mondo e infrangendo il regime mediatico delle immagini senza sensi e senza senso. Come scrive A.J. Greimas, “ la figuratività non è un semplice ornamento delle cose; essa è questo schermo dell’apparire, la cui virtù consiste nel dischiudersi, nel lasciarsi intravedere, grazie o a causa della sua imperfezione, come una possibilità di senso ulteriore.”
S.P.
Le immagini che ci trasmettono gli artisti in esposizione – ciascuno a suo modo, nell’ambito di poetiche anche molto diverse – rinviano a quelle che Jacques Rancière definisce “images pensives” (“immagini pensierose”) animate dalla tensione tra molteplici modi di rappresentazione concentrati in un unità-multipla. Immagini che mettono in atto un gioco di scambi e accostamenti tra diversi regimi del sensibile. Questo consente allo spettatore di collocarsi in uno spazio di apertura-indeterminazione all’interno del quale la singola opera percepita si fa sfondo di ulteriori e sempre nuove significazioni, e cioè strumento di destrutturazione dell’esperienza sensibile, enunciazione che ri-configura i processi della percezione.
Nell’ambito di un ‘epoca contemporanea che ci appare sempre di più come una nebulosa visuale, come un pulviscolo proliferante di immagini che vanno a disseminarsi in una pervasiva iconosfera mediatica, le opere di questi artisti, invece, mentre de-figurano il visivo, lo aprono a un lavoro figurale capace di legare l’immagine a un feedback sensoriale, a una risonanza tattile: c’è un tatto dell’immagine che apre la visione. Su questo piano di analogia, la produttività di artisti assai diversi è esempio di una spiritualità che può essere comunicata e, appunto, messa in comune. Ciascuno di essi infrange la dimensione tranquillizzante del rispecchiamento per fare emergere ciò che scompagina le carte, che sovverte l'ordine canonico del visivo, rompendo il legame abitudinario col mondo e infrangendo il regime mediatico delle immagini senza sensi e senza senso. Come scrive A.J. Greimas, “ la figuratività non è un semplice ornamento delle cose; essa è questo schermo dell’apparire, la cui virtù consiste nel dischiudersi, nel lasciarsi intravedere, grazie o a causa della sua imperfezione, come una possibilità di senso ulteriore.”
S.P.
25
gennaio 2024
Fluttuazioni del visibile – Artisti fra immagine e figura
Dal 25 gennaio al 09 marzo 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARCHETTI
Roma, Via Margutta, 8, (Roma)
Roma, Via Margutta, 8, (Roma)
Orario di apertura
LU 16.30-19.30 ; MAR-SA 10.30-13.00 / 16.30-19.30
Vernissage
25 Gennaio 2024, 18.00
Sito web
Editore
Edizioni Grafiche Turato, Padova
Autore
Curatore
Autore testo critico