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Fonda | Mimosaimpudica | Pituello – H2O multimediart
Il progetto H2O, destinato ad occupare la sala convegni di Porto S.Rocco a Muggia (TS) durante tutto il periodo dell’evento Barcolana dal 3 al 18 Ottobre 2009, si prefigge di curare la mostra espositiva di opere d’arte di Fabio Fonda, Mimosa imPudica e Enzo Pituello
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il progetto H2O, destinato ad occupare la sala convegni di Porto S.Rocco a Muggia (TS) durante tutto il periodo dell'evento Barcolana dal 3 al 18 Ottobre 2009, si prefigge di curare la mostra espositiva di opere d'arte di Fabio Fonda, Mimosa imPudica e Enzo Pituello
Il numero simbolico di 3 artisti partecipanti è stato pensato in base al numero di atomi che vanno a comporre la molecola
dell'acqua.
La scelta dell'elemento acqua vuole inserirsi nella tematica della manifestazione sportiva, la quale, essendo essa una regata, adopera questo elemento come superfice primaria sulla quale competere.
L'intento del progetto si prefigge lo scopo di stimolare lo spettatore ad intendere l'elemento in questione sotto una forma artistica ed alternativa, permettendo quindi di entrare in profondità alle svariate tematiche filosofiche ed ambientali che l'acqua può sollevare nell'inconscio.
Specificazioni come il fatto che l'essere umano, al pari dei costituenti del proprio regno e di quello vegetale, sia composto in gran parte da questo elemento, si vanno a fondere con concetti dalla creazione della vita sul pianeta Terra, alle esperienze intrauterine, quanto al complesso energetico, che permette l'evolversi tecnologico dell'attuale società.
Acqua intesa anche come connessione tra i 4 elementi fondamentali, capace di coprire gran parte del nostro pianeta mantenendo il suo equilibrio con le terre emerse, capace di vaporizzare permettendo i cicli climatici ed alimentari, capace, se controllata dall'essere umano, di fornire protezione e controllo su elementi distruttivi come il fuoco.
L' evento H2O ha il desiderio di funzionare da start emotivo/intellettuale, per questo la scelta di adoperare il linguaggio dell'arte capace di risvegliare stimolazioni inconsce.
Durante l'esposizione le persone saranno chiamate ad essere non solo spettatori delle opere in visione ma anche ad interagire con esse grazie al progetto multimediale realizzato da Mimosa imPudica che reinterpreta l'opera d'arte creando Corpo, installazione dal linguaggio indipendente ma capace di dialogare, attraverso immagini e suoni, con l'interlocutore che ne stimolerà i sensori acustici e tattili.
Il corpo, coscientemente o incoscientemente, manda e riceve segnali non verbali tutto il tempo. Il linguaggio del corpo è parte della comunicazione non verbale.
L'assenza dell'intero corpo può favorire la presenza al proprio.
Nel contatto, nell'osmosi, un atto d'amore: l'affermazione e l'accettazione della natura cangiante. Il tentativo di definire il valore; la forza evocativa e narrativa della presenza rivelata dall'assenza.
Come accade quando l'assenza di ciò che si immagina di essere ci rivela ciò che siamo realmente.
Come la paura del cambiamento, il timore di una pungente verità.
Come il valore di stare, anche dentro la propria paura.
Come un sorriso che racconta la dignità di chi sa guardare e accogliersi.
In questo senso il suono e la luce interagendo con i propri sensi generano un'esperienza di attenzione, attraverso la magica proprietà motoria del suono e della luce,
le percezioni stratificano e amalgamano esperienze cercando di restituire, alla fine, un nuovo corpo.
Mimosa imPudica è un duo composto da Luca Caridà e Stefano Peressini.
Info: mimosa.impudica@gmail.it
Il concetto cosmico di Enzo Pituello, invece, si inserisce in questa collettiva dedicata all'elemento acqua facendo riferimento alle basi della genesi interplanetaria.
Attraverso il linguaggio simbolista, l'autore, vuole caratterizzare i movimenti cosmici in fase di aggregazione fisica, i quali permettono le composizioni molecolari capaci di fornire gli elementi necessari alla creazione della vita (in questo caso) sul pianeta terra.
Le componenti modulari indicano la condizione di caos necessaria al successivo formarsi di elementi contenenti le forze magnetiche positive e negative, gli androidi ai lati identificano i custodi delle memorie.
Il fotogramma successivo, rappresentato dall' opera di grandi dimensioni che funge da sfondo generatore alla scultura Alef, indica la costituzione del magma celeste in uno stato elementare più complesso. In questa opera ritroviamo, attraverso i simboli cromatici del blu, del rosso, del bianco e del verde, gli elementi costitutivi necessari alla creazione, essendo essi prerogativa dei quattro elementi fondamentali quali acqua, fuoco, aria e terra.
Immaginando l'installazione come una storia raccontata attraverso tre principali capitoli contenenti il proprio patrimonio simbolico, la scultura dal titolo Alef, rappresenta il principio primo della nascita della vita sulla terra grazie all'elemento protagonista della mostra. Considerando le forze della compressione che determina l'aggregazione atomica non si possono trascurare assolutamente le successive concatenazioni di eventi.
In Alef troviamo l'esplosione energetica post-aggregazione, oltre alla possibile
associazione di un corpo composto da materia cosmica solida lanciato a grande velocità in un ambiente acquatico. La valutazione filosofica che ci porta a considerare le unioni in movimento come generatori di vita scatenano ciò che nell'opera è rappresentato da sette freccie direzionate in sette punti differenti; i ripescaggi teosofici del numero di sette sono i riferimenti alla creazione che ha generato una nuova forma di vita. Le sette direzioni terminate con l'incastonatura nella fusione di circuiti stampati vanno a simboleggiare il patrimonio di memorie cosmiche mantenutosi nei vari passaggi.
Il modulo che completa la scultura altro non è che un interpretazione tridimensionale della prima lettera dell'alfabeto ebraico, la quale contiene molteplici significati, innanzi tutto quello di rappresentare la genesi, i circuiti stampati che troviamo anche nella fusione di quest'ultimo modulo rappresentano, attraverso il simbolo contemporaneo dell'hardware,
le memorie rimaste insite nell'essere umano.
Info: hiram@pituello.com
La ricerca di Fabio Fonda si basa sulla rielaborazione pittorica di file fotografici catturati dal cellulare o con mezzi considerati non professionali. Le stampe su carta sono in tiratura limitata di massimo cinque copie numerate e autografate.
Fabio Fonda non è un fotografo. Ha sempre invidiato i fotografi per la loro capacità di rappresentare il contemporaneo. Li ha invidiati per i loro viaggi, per le tutte quelle attrezzature, macchine, obiettivi, giubbetti dalle mille tasche che indossano e che te li fa riconoscere da lontano.
A Fabio piace osservare e fermare, con il telefonino, immagini che hanno un forte contenuto grafico: sono spunti visivi rubati fra una telefonata e l’altra, appunti per una successiva elaborazione pittorica che viene realizzata sulla tavolozza digitale, come tutte le opere recenti di questo artista.
L'arte digitale unisce due mondi apparentemente diversi, quello dell'arte e quello delle tecnologie digitali: essa sfrutta le potenzialità del computer per creare immagini virtuali, intervenire su immagini preesistenti ed elaborarle secondo una concezione della creazione artistica che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, rimane legata a logiche formali tradizionali, seppure aggiornate e perfezionate tecnologicamente.
Nell'arte digitale è l'idea che sta alla base della creazione artistica, non tanto lo strumento utilizzato per la sua
realizzazione.
Questi concetti hanno stimolato Fabio Fonda a pensare e proporre DIGIARTPROJECT area di creatività progettuale in cui artisti della Regione, rappresentanti di espressioni pittoriche diverse, condividono idee ed esperienze. Nasce così anche la collaborazione con Prospero srl, editore scientifico multimediale in AREA Science Park, che, per rispondere alle problematiche poste dall'utilizzo delle nuove tecnologie nella creazione artistica, realizza per il SIRPAC una “catalogazione partecipata” che documenta la produzione artistica digitale nel Friuli Venezia Giulia:
Il numero simbolico di 3 artisti partecipanti è stato pensato in base al numero di atomi che vanno a comporre la molecola
dell'acqua.
La scelta dell'elemento acqua vuole inserirsi nella tematica della manifestazione sportiva, la quale, essendo essa una regata, adopera questo elemento come superfice primaria sulla quale competere.
L'intento del progetto si prefigge lo scopo di stimolare lo spettatore ad intendere l'elemento in questione sotto una forma artistica ed alternativa, permettendo quindi di entrare in profondità alle svariate tematiche filosofiche ed ambientali che l'acqua può sollevare nell'inconscio.
Specificazioni come il fatto che l'essere umano, al pari dei costituenti del proprio regno e di quello vegetale, sia composto in gran parte da questo elemento, si vanno a fondere con concetti dalla creazione della vita sul pianeta Terra, alle esperienze intrauterine, quanto al complesso energetico, che permette l'evolversi tecnologico dell'attuale società.
Acqua intesa anche come connessione tra i 4 elementi fondamentali, capace di coprire gran parte del nostro pianeta mantenendo il suo equilibrio con le terre emerse, capace di vaporizzare permettendo i cicli climatici ed alimentari, capace, se controllata dall'essere umano, di fornire protezione e controllo su elementi distruttivi come il fuoco.
L' evento H2O ha il desiderio di funzionare da start emotivo/intellettuale, per questo la scelta di adoperare il linguaggio dell'arte capace di risvegliare stimolazioni inconsce.
Durante l'esposizione le persone saranno chiamate ad essere non solo spettatori delle opere in visione ma anche ad interagire con esse grazie al progetto multimediale realizzato da Mimosa imPudica che reinterpreta l'opera d'arte creando Corpo, installazione dal linguaggio indipendente ma capace di dialogare, attraverso immagini e suoni, con l'interlocutore che ne stimolerà i sensori acustici e tattili.
Il corpo, coscientemente o incoscientemente, manda e riceve segnali non verbali tutto il tempo. Il linguaggio del corpo è parte della comunicazione non verbale.
L'assenza dell'intero corpo può favorire la presenza al proprio.
Nel contatto, nell'osmosi, un atto d'amore: l'affermazione e l'accettazione della natura cangiante. Il tentativo di definire il valore; la forza evocativa e narrativa della presenza rivelata dall'assenza.
Come accade quando l'assenza di ciò che si immagina di essere ci rivela ciò che siamo realmente.
Come la paura del cambiamento, il timore di una pungente verità.
Come il valore di stare, anche dentro la propria paura.
Come un sorriso che racconta la dignità di chi sa guardare e accogliersi.
In questo senso il suono e la luce interagendo con i propri sensi generano un'esperienza di attenzione, attraverso la magica proprietà motoria del suono e della luce,
le percezioni stratificano e amalgamano esperienze cercando di restituire, alla fine, un nuovo corpo.
Mimosa imPudica è un duo composto da Luca Caridà e Stefano Peressini.
Info: mimosa.impudica@gmail.it
Il concetto cosmico di Enzo Pituello, invece, si inserisce in questa collettiva dedicata all'elemento acqua facendo riferimento alle basi della genesi interplanetaria.
Attraverso il linguaggio simbolista, l'autore, vuole caratterizzare i movimenti cosmici in fase di aggregazione fisica, i quali permettono le composizioni molecolari capaci di fornire gli elementi necessari alla creazione della vita (in questo caso) sul pianeta terra.
Le componenti modulari indicano la condizione di caos necessaria al successivo formarsi di elementi contenenti le forze magnetiche positive e negative, gli androidi ai lati identificano i custodi delle memorie.
Il fotogramma successivo, rappresentato dall' opera di grandi dimensioni che funge da sfondo generatore alla scultura Alef, indica la costituzione del magma celeste in uno stato elementare più complesso. In questa opera ritroviamo, attraverso i simboli cromatici del blu, del rosso, del bianco e del verde, gli elementi costitutivi necessari alla creazione, essendo essi prerogativa dei quattro elementi fondamentali quali acqua, fuoco, aria e terra.
Immaginando l'installazione come una storia raccontata attraverso tre principali capitoli contenenti il proprio patrimonio simbolico, la scultura dal titolo Alef, rappresenta il principio primo della nascita della vita sulla terra grazie all'elemento protagonista della mostra. Considerando le forze della compressione che determina l'aggregazione atomica non si possono trascurare assolutamente le successive concatenazioni di eventi.
In Alef troviamo l'esplosione energetica post-aggregazione, oltre alla possibile
associazione di un corpo composto da materia cosmica solida lanciato a grande velocità in un ambiente acquatico. La valutazione filosofica che ci porta a considerare le unioni in movimento come generatori di vita scatenano ciò che nell'opera è rappresentato da sette freccie direzionate in sette punti differenti; i ripescaggi teosofici del numero di sette sono i riferimenti alla creazione che ha generato una nuova forma di vita. Le sette direzioni terminate con l'incastonatura nella fusione di circuiti stampati vanno a simboleggiare il patrimonio di memorie cosmiche mantenutosi nei vari passaggi.
Il modulo che completa la scultura altro non è che un interpretazione tridimensionale della prima lettera dell'alfabeto ebraico, la quale contiene molteplici significati, innanzi tutto quello di rappresentare la genesi, i circuiti stampati che troviamo anche nella fusione di quest'ultimo modulo rappresentano, attraverso il simbolo contemporaneo dell'hardware,
le memorie rimaste insite nell'essere umano.
Info: hiram@pituello.com
La ricerca di Fabio Fonda si basa sulla rielaborazione pittorica di file fotografici catturati dal cellulare o con mezzi considerati non professionali. Le stampe su carta sono in tiratura limitata di massimo cinque copie numerate e autografate.
Fabio Fonda non è un fotografo. Ha sempre invidiato i fotografi per la loro capacità di rappresentare il contemporaneo. Li ha invidiati per i loro viaggi, per le tutte quelle attrezzature, macchine, obiettivi, giubbetti dalle mille tasche che indossano e che te li fa riconoscere da lontano.
A Fabio piace osservare e fermare, con il telefonino, immagini che hanno un forte contenuto grafico: sono spunti visivi rubati fra una telefonata e l’altra, appunti per una successiva elaborazione pittorica che viene realizzata sulla tavolozza digitale, come tutte le opere recenti di questo artista.
L'arte digitale unisce due mondi apparentemente diversi, quello dell'arte e quello delle tecnologie digitali: essa sfrutta le potenzialità del computer per creare immagini virtuali, intervenire su immagini preesistenti ed elaborarle secondo una concezione della creazione artistica che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, rimane legata a logiche formali tradizionali, seppure aggiornate e perfezionate tecnologicamente.
Nell'arte digitale è l'idea che sta alla base della creazione artistica, non tanto lo strumento utilizzato per la sua
realizzazione.
Questi concetti hanno stimolato Fabio Fonda a pensare e proporre DIGIARTPROJECT area di creatività progettuale in cui artisti della Regione, rappresentanti di espressioni pittoriche diverse, condividono idee ed esperienze. Nasce così anche la collaborazione con Prospero srl, editore scientifico multimediale in AREA Science Park, che, per rispondere alle problematiche poste dall'utilizzo delle nuove tecnologie nella creazione artistica, realizza per il SIRPAC una “catalogazione partecipata” che documenta la produzione artistica digitale nel Friuli Venezia Giulia:
03
ottobre 2009
Fonda | Mimosaimpudica | Pituello – H2O multimediart
Dal 03 al 17 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
PORTO SAN ROCCO
Muggia, Strada Per Lazzaretto, 2, (Trieste)
Muggia, Strada Per Lazzaretto, 2, (Trieste)
Sito web
www.digiartproject.it
Autore
Curatore