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Fondata sul Lavoro
Le opere in mostra partono da una riflessione sulla condizione lavorativa nel nostro paese, su ciò che il lavoro dovrebbe essere secondo la Costituzione e ciò che, nei fatti, è. Gli artisti si interrogano su: stage, lavoro nero, morti bianche, delocalizzazioni, produzione abusiva.
Comunicato stampa
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"Fondata sul lavoro" è una mostra collettiva sul tema del lavoro, oggi, in Italia visto da sei giovani artisti: Oppy De Bernardo, NoiSeGrUp, Salvatore Manzi, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Giuliana Racco, Carlo Steiner.
Il titolo cita il primo comma dell'articolo 1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Un titolo concettualmente paradossale accostato ai lavori in mostra, che partono da una riflessione sulla situazione lavorativa nel nostro paese. Un contrasto dato da ciò che il lavoro dovrebbe essere secondo la Costituzione, e ciò che, nei fatti, è.
"Fondata sul lavoro" intende fornire alcuni spunti di riflessione, singole visioni sul mondo del lavoro. La complementarietà a livello tematico delle opere presenti in mostra costituisce alcune note sui differenti aspetti che compongono il macro-tema del lavoro nella sua complessità: lo stage, il lavoro nero, le morti bianche, la delocalizzazione, la produzione abusiva.
Oppy De Bernardo con la serie di fotografie realizzate per il progetto "Cip & Ciop, Working for Peanuts" (2009) mostra il lavoro di alcuni cinesi all'interno di una conceria abusiva di Milano, dove l'artista ha commissionato la realizzazione di una pelliccia con pelli sintetiche di scoiattolini-giocattolo comprati per strada da venditori ambulanti; il neo-collettivo NoiSeGrUp presenta il video sulle morti bianche "Natura morta" (2009), in cui alcuni strumenti da lavoro, nella loro caduta al suolo, assumono carattere simbolico parlando delle vite e dei rischi del lavoro, generando un senso di dramma che riconduce alla realtà del problema; Salvatore Manzi porta il caso Pomigliano d'Arco nel video "Informazione" (2010), realizzato nel parcheggio dello stabilimento FIAT, dove un giornalista è ripreso davanti alla telecamera nell’atto di informare gli spettatori sui primi risultati delle votazioni al referendum voluto dall’azienda che vede togliere diritti ai lavoratori (e viola la Costituzione); Alessandro Nassiri Tabibzadeh affronta in modo ironico il tema dello stage con l'installazione "Il Giubileo degli Stagisti" (2005), un progetto in cui vengono calcolate le energie che uno stagista spende nel suo lavoro senza essere retribuito: come il giubileo in epoca precristiana era la ridistribuzione delle terre e l'azzeramento dei debiti della comunità, così “Il Giubileo degli Stagisti” sarà la ridistribuzione delle energie, in mostra, sotto forma di cioccolato; Giuliana Racco tratta il tema del lavoro nero nell'installazione "I miei anni invisibili" (2008), che è sia auto-ritratto sia ritratto generalizzato della condizione del lavoro precario nell’Italia contemporanea: un video mostra le mani dell'artista che sfogliano le pagine dell’obsoleto Libretto di lavoro, mentre il suo curriculum vitae, esposto accanto alla video-proiezione, riporta i lavori svolti, in regola e in nero, e le residenze in cui ha risieduto, regolari ed irregolari, dal 2003 al 2007; Carlo Steiner con "Festhyssen" (2008) affronta i morti della Thyssenkrupp e contemporaneamente punta il dito contro il sistema dell'arte. Dal soffitto si estendono festoni realizzati con gli articoli sull'incidente alla Thyssenkrupp; la famiglia Thyssen, industriali e collezionisti, è la destinataria dell'opera di Steiner: il collezionista (spesso imprenditore e quindi datore di lavoro) è promotore del sistema dell'arte e al tempo stesso bersaglio di opere di estetica sociale.
"Fondata sul lavoro" intende quindi creare un'atmosfera, aprire una finestra sulla visione del mondo del lavoro da parte di giovani artisti, affrontando quei temi scottanti che sono perfettamente conosciuti dal vasto pubblico, ma sui quali la classe dirigente continua a non prendere decisioni risolutive né a vagliare proposte concrete.
Il titolo cita il primo comma dell'articolo 1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Un titolo concettualmente paradossale accostato ai lavori in mostra, che partono da una riflessione sulla situazione lavorativa nel nostro paese. Un contrasto dato da ciò che il lavoro dovrebbe essere secondo la Costituzione, e ciò che, nei fatti, è.
"Fondata sul lavoro" intende fornire alcuni spunti di riflessione, singole visioni sul mondo del lavoro. La complementarietà a livello tematico delle opere presenti in mostra costituisce alcune note sui differenti aspetti che compongono il macro-tema del lavoro nella sua complessità: lo stage, il lavoro nero, le morti bianche, la delocalizzazione, la produzione abusiva.
Oppy De Bernardo con la serie di fotografie realizzate per il progetto "Cip & Ciop, Working for Peanuts" (2009) mostra il lavoro di alcuni cinesi all'interno di una conceria abusiva di Milano, dove l'artista ha commissionato la realizzazione di una pelliccia con pelli sintetiche di scoiattolini-giocattolo comprati per strada da venditori ambulanti; il neo-collettivo NoiSeGrUp presenta il video sulle morti bianche "Natura morta" (2009), in cui alcuni strumenti da lavoro, nella loro caduta al suolo, assumono carattere simbolico parlando delle vite e dei rischi del lavoro, generando un senso di dramma che riconduce alla realtà del problema; Salvatore Manzi porta il caso Pomigliano d'Arco nel video "Informazione" (2010), realizzato nel parcheggio dello stabilimento FIAT, dove un giornalista è ripreso davanti alla telecamera nell’atto di informare gli spettatori sui primi risultati delle votazioni al referendum voluto dall’azienda che vede togliere diritti ai lavoratori (e viola la Costituzione); Alessandro Nassiri Tabibzadeh affronta in modo ironico il tema dello stage con l'installazione "Il Giubileo degli Stagisti" (2005), un progetto in cui vengono calcolate le energie che uno stagista spende nel suo lavoro senza essere retribuito: come il giubileo in epoca precristiana era la ridistribuzione delle terre e l'azzeramento dei debiti della comunità, così “Il Giubileo degli Stagisti” sarà la ridistribuzione delle energie, in mostra, sotto forma di cioccolato; Giuliana Racco tratta il tema del lavoro nero nell'installazione "I miei anni invisibili" (2008), che è sia auto-ritratto sia ritratto generalizzato della condizione del lavoro precario nell’Italia contemporanea: un video mostra le mani dell'artista che sfogliano le pagine dell’obsoleto Libretto di lavoro, mentre il suo curriculum vitae, esposto accanto alla video-proiezione, riporta i lavori svolti, in regola e in nero, e le residenze in cui ha risieduto, regolari ed irregolari, dal 2003 al 2007; Carlo Steiner con "Festhyssen" (2008) affronta i morti della Thyssenkrupp e contemporaneamente punta il dito contro il sistema dell'arte. Dal soffitto si estendono festoni realizzati con gli articoli sull'incidente alla Thyssenkrupp; la famiglia Thyssen, industriali e collezionisti, è la destinataria dell'opera di Steiner: il collezionista (spesso imprenditore e quindi datore di lavoro) è promotore del sistema dell'arte e al tempo stesso bersaglio di opere di estetica sociale.
"Fondata sul lavoro" intende quindi creare un'atmosfera, aprire una finestra sulla visione del mondo del lavoro da parte di giovani artisti, affrontando quei temi scottanti che sono perfettamente conosciuti dal vasto pubblico, ma sui quali la classe dirigente continua a non prendere decisioni risolutive né a vagliare proposte concrete.
04
ottobre 2010
Fondata sul Lavoro
Dal 04 ottobre al 07 novembre 2010
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIOCORALE
Milano, Via Giovanni Bellezza, 16/a, (Milano)
Milano, Via Giovanni Bellezza, 16/a, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 16-20.
Vernissage
4 Ottobre 2010, ore 19
Autore
Curatore