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Foodscapes: Art & Gastronomy
un vasto orizzonte di opere d’arte che riflettono il complesso tema del mangiare, fornendone un contesto storico, antropologico, sociologico e culturale
Comunicato stampa
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Pochi gesti sono così semplici, immediati eppure complessi come l’atto del mangiare. Non stupisce quindi che più di 40 artisti internazionali abbiano voluto misurarsi con quell’atto. Le loro opere comporranno “Foodscapes – Art & Gastronomy”, la grande mostra che sarà allestita a Parma, città che della gastronomia è la capitale naturale, nei locali dell'ex Cinema Trento, a cura di Lòrànd Hegyi, critico internazionale e direttore del Museo d'Arte Moderna di Saint Etienne.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico dal 7 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008, presenta un vasto orizzonte di opere d'arte che riflettono, appunto, il complesso tema del mangiare, fornendone un contesto storico, antropologico, sociologico e culturale. Questa fondamentale seppur banale, naturale, elementare attività implica ed evoca riferimenti illimitati, di tipo sociale, culturale, linguistico, politico, ideologico, religioso, antropologico, medico, clinico e va a toccare zone particolarmente sensibili, tabù, territori proibiti, contenuti nascosti ed inconsci, che sono condizionati dal contesto culturale e storico e determinati dall'educazione.
In questo senso, l'atto di mangiare sembra essere più culturale che biologico; più metafisico che fisico; più metaforico che reale. Benché sia strettamente necessario alla vita, benché sia esso stesso vita, benché sia parte delle attività umane fondamentali ed essenziali, l'atto di mangiare è una delle attività umane più potenti e complesse: è l'attività che in se stessa ha a che fare con la fondamentale ed elementare auto-riproduzione, così come con la socializzazione e la comunicazione dell'individuazione metaforica dell'esistenza umana in quanto attività strutturata, organizzata, teologica, razionale, nell'universo.
La mostra sarà strutturata in diverse sezioni tematiche, basate su diversi contesti di riferimento.
Da un lato, ci sono contesti culturalmente, storicamente, ideologicamente, religiosamente condizionati nei quali l'atto di mangiare si trasforma in un'entità profondamente metaforica. La sacralità e il carattere rappresentativo del cibo, le formalità cerimoniali, l'estetica di potere e ricchezza, la gerarchia ed il complesso e differenziato sistema di esclusività ed inclusività, l'accettazione o il rifiuto sociale, la posizione centrale o la marginalità costituiscono momenti cruciali in questi contesti.
D'altro canto, l'atto di mangiare è – e tuttora rimane – qualcosa di barbaro, animale, incontrollabile, qualcosa di distruttivo, inconscio, spontaneo, anarchico, immediato, bestiale, un'attività immorale che dà ampio spazio a processi irrazionali, spontanei, illimitati, irreversibili, ad absurdum fino al cannibalismo e all' auto-distruzione più oscena, all'auto-mortificazione simile al suicidio ed all'edonismo che va oltre l'esagerazione. Quest'aspetto patologico dell'atto di mangiare al di fuori delle necessità biologiche e sociali, al di fuori di ogni necessità razionale e fisiologica, è spesso connessa con una prassi allegorica, magica, di segrete visioni religiose, mistiche di potere sul mondo reale.
Artisti di tutti i tempi sono stati affascinati dalle complesse declinazioni possibili del “cibarsi”. In questa occasione, Lòrànd Hegyi ha scelto opere di artisti contemporanei quali: Marina Abramovic, John Armleder, Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Valerio De Berardinis, Wim Delvoye, Silvano De Pietri , Erich Dittman, Tracey Emin, Erro, Sylvie Fleury, Omar Galliani, Gilbert & George, Jörg Immendorff, Ilya Kabakov, Sejla Kameric, Oleg Kulig, Eva Marisaldi, Hermann Nitsch, Daniel Spoerri, Jean-Jacques Lebel, Orlan, Vettor Pisano, Michelangelo Pistoletto, Chun, Sung-Myung, Maurizio Nannucci, Brigitte Niedermair (Niccoli), Claes Oldenburg, Dennis Oppenheim, Claudio Parmiggiani, Graziano Pompili, Patrick Raynaud, Alberto Reggianini, David Reimondo, Salvo, Denis Santachiara, Stefano Spagnoli, Andrés Serrano, Barthélémy Toguo, Tunga, Sam Taylor-Wood.
“Foodscapes – Arte & Gastronomia” è uno dei momenti del grande progetto denominato “GNAM Gastronomia nell’Arte Moderna” promosso da Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio di Parma e realizzato da Solares Fondazione delle Arti con la direzione artistica di Andrea Gambetta.
Nell’ambito della manifestazione sarà presentato un progetto realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano intitolato “Trattoria da Salvatore”. Il progetto, nato nel 1996 presso l’Accademia e curato da Antonio D'Avossa e Alberto Mattia Martini, ha come elemento primario il rapporto tra cibo e arte.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico dal 7 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008, presenta un vasto orizzonte di opere d'arte che riflettono, appunto, il complesso tema del mangiare, fornendone un contesto storico, antropologico, sociologico e culturale. Questa fondamentale seppur banale, naturale, elementare attività implica ed evoca riferimenti illimitati, di tipo sociale, culturale, linguistico, politico, ideologico, religioso, antropologico, medico, clinico e va a toccare zone particolarmente sensibili, tabù, territori proibiti, contenuti nascosti ed inconsci, che sono condizionati dal contesto culturale e storico e determinati dall'educazione.
In questo senso, l'atto di mangiare sembra essere più culturale che biologico; più metafisico che fisico; più metaforico che reale. Benché sia strettamente necessario alla vita, benché sia esso stesso vita, benché sia parte delle attività umane fondamentali ed essenziali, l'atto di mangiare è una delle attività umane più potenti e complesse: è l'attività che in se stessa ha a che fare con la fondamentale ed elementare auto-riproduzione, così come con la socializzazione e la comunicazione dell'individuazione metaforica dell'esistenza umana in quanto attività strutturata, organizzata, teologica, razionale, nell'universo.
La mostra sarà strutturata in diverse sezioni tematiche, basate su diversi contesti di riferimento.
Da un lato, ci sono contesti culturalmente, storicamente, ideologicamente, religiosamente condizionati nei quali l'atto di mangiare si trasforma in un'entità profondamente metaforica. La sacralità e il carattere rappresentativo del cibo, le formalità cerimoniali, l'estetica di potere e ricchezza, la gerarchia ed il complesso e differenziato sistema di esclusività ed inclusività, l'accettazione o il rifiuto sociale, la posizione centrale o la marginalità costituiscono momenti cruciali in questi contesti.
D'altro canto, l'atto di mangiare è – e tuttora rimane – qualcosa di barbaro, animale, incontrollabile, qualcosa di distruttivo, inconscio, spontaneo, anarchico, immediato, bestiale, un'attività immorale che dà ampio spazio a processi irrazionali, spontanei, illimitati, irreversibili, ad absurdum fino al cannibalismo e all' auto-distruzione più oscena, all'auto-mortificazione simile al suicidio ed all'edonismo che va oltre l'esagerazione. Quest'aspetto patologico dell'atto di mangiare al di fuori delle necessità biologiche e sociali, al di fuori di ogni necessità razionale e fisiologica, è spesso connessa con una prassi allegorica, magica, di segrete visioni religiose, mistiche di potere sul mondo reale.
Artisti di tutti i tempi sono stati affascinati dalle complesse declinazioni possibili del “cibarsi”. In questa occasione, Lòrànd Hegyi ha scelto opere di artisti contemporanei quali: Marina Abramovic, John Armleder, Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Valerio De Berardinis, Wim Delvoye, Silvano De Pietri , Erich Dittman, Tracey Emin, Erro, Sylvie Fleury, Omar Galliani, Gilbert & George, Jörg Immendorff, Ilya Kabakov, Sejla Kameric, Oleg Kulig, Eva Marisaldi, Hermann Nitsch, Daniel Spoerri, Jean-Jacques Lebel, Orlan, Vettor Pisano, Michelangelo Pistoletto, Chun, Sung-Myung, Maurizio Nannucci, Brigitte Niedermair (Niccoli), Claes Oldenburg, Dennis Oppenheim, Claudio Parmiggiani, Graziano Pompili, Patrick Raynaud, Alberto Reggianini, David Reimondo, Salvo, Denis Santachiara, Stefano Spagnoli, Andrés Serrano, Barthélémy Toguo, Tunga, Sam Taylor-Wood.
“Foodscapes – Arte & Gastronomia” è uno dei momenti del grande progetto denominato “GNAM Gastronomia nell’Arte Moderna” promosso da Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio di Parma e realizzato da Solares Fondazione delle Arti con la direzione artistica di Andrea Gambetta.
Nell’ambito della manifestazione sarà presentato un progetto realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano intitolato “Trattoria da Salvatore”. Il progetto, nato nel 1996 presso l’Accademia e curato da Antonio D'Avossa e Alberto Mattia Martini, ha come elemento primario il rapporto tra cibo e arte.
06
ottobre 2007
Foodscapes: Art & Gastronomy
Dal 06 ottobre 2007 al 06 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
EX CINEMA TRENTO
Parma, Via Trento, 4, (Parma)
Parma, Via Trento, 4, (Parma)
Biglietti
intero 7 €, ingresso ridotto 5 €, ingresso performance 3 €. Bambini fino a 5 anni gratuito; da 6 a 18 anni e oltre i 65 ridotto. Possibilità di sconti per gruppi e scolaresche
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19
Sito web
www.gnamfestival.it
Editore
24 ORE CULTURA
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore