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Forest.ieri/forest.ali
L’arte non è un “luogo comune”, ma una giungla, una foresta. Al meno: un bosco: misterioso e affascinante. Affascinante perché misterioso, inesplicabile, incomprensibile. Arbitrario. Il bosco è un’arte. E infatti lo abitano suoni, colori, visioni, incubi. Per chi sa vedere e ascoltare. E lasciarsi spaventare. E godere di lasciarsi spaventare. Come i bambini.
Comunicato stampa
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L’arte non è un “luogo comune”, ma una giungla, una foresta. Al meno: un bosco: misterioso e affascinante. Affascinante perché misterioso, inesplicabile, incomprensibile. Arbitrario. Il bosco è un’arte. E infatti lo abitano suoni, colori, visioni, incubi. Per chi sa vedere e ascoltare. E lasciarsi spaventare. E godere di lasciarsi spaventare. Come i bambini. I bambini amano il bosco e l’arte. Soprattutto quella contemporanea. Gli adulti depredano e adulterano il bosco. Temono l’arte contemporanea. Non la capiscono. L’unica speranza per loro è addentrarvisi con cautela e audacia. Perché il bosco e l’arte sono abitati da fiere immaginarie e pericolose e da meraviglie vere e veloci. Ho visto artisti aggirarsi in boschi intricati con la perizia e la destrezza di forestali innamorati e curiosi. Di forestieri spauriti e temerari. Ho visto forestali potare alberi e segnare sentieri con mani poetiche e leggere da artista. L’unica speranza per tutti: artisti, forestali e forestieri – del bosco e dell’arte – è sostarvi, perdersi: con la gioia di perdersi e ritrovarsi. Ritrovarsi con la gioia di essersi persi. Ho visto artisti spauriti aggirarsi curiosi nel bosco e lasciare segni spaventosi e disseminare sogni impossibili, fiabe raccapriccianti della loro presenza; ancor più della loro assenza. Perché se gli artisti non sono capaci di lasciare segni e di disseminare sogni e fiabe, tanto vale che si perdano, scompaiano nel buio. Dell’arte e del bosco. Sapendo che il bosco è un luogo tetro, pieno di luci e suoni; e l’arte un luogo luminoso, pieno di ombre e silenzi. Il bosco e l’arte sono minuscoli spazi ripetuti all’infinito. Una selva di segni minuti che ingombrano lo sguardo. Ma che aiutano a scoprire il nascosto, il segreto. Districarsi nel fitto del tutto è una sfida. Una possibile esperienza mi(s)tica, un’estasi laica: dell’intelletto, degli occhi e di tutti i (doppi, tripli) sensi. La parte impagliata e ormai sbrindellata di una vecchia sedia racconta forse una vita in forma di croce (Carmellino); un fauno seriamente irridente gonfia uno sberleffo di bubble gum (Di Michele); un incantesimo tesse sulle rigide fasce dell’infanzia una storia infinita, appartata e complessa (Liberatore); un prezioso reperto, un lacerto miracolosamente intatto, offre un intreccio – autentico e contraffatto (arte-fatto) - di pergamene, date e scritture antiche (Manduzio); un mostro in carte e ossa (e pietra) minaccia, implora e forse canta: trovatore o semplice assemblaggio di “oggetti trovati”? (Pensato); un gomitolo di carta abbandonato (da Arianna? da Penelope? da un Pollicino scritturale più che dissipatore di sassi e panifi?) si erge come piedistallo lieve e solenne per una smagliante farfalla (Ruggiero); una zolla di terra e erba in plastica, imprigionata in una rete, anch’essa in plastica, prefigura il sortilegio ultimo, definitivo (Spagnoli). Ma il bosco è quello che è, ancora, per ora. Gli artisti sono quello che credono e vogliono essere. Hanno un’unica possibilità, un’unica speranza: ancora una volta o almeno una volta, entrare nel bosco e perdersi. E’ così anche per i visitatori, per i viandanti dell’arte: entrare nel bosco, farsi artisti, forestieri e forestali. O guardiacaccia. O Bovary. (Guido Pensato)
18
aprile 2009
Forest.ieri/forest.ali
Dal 18 al 23 aprile 2009
arte contemporanea
Location
MINIMUSEO
San Marco In Lamis, Via Bux, 1, (Foggia)
San Marco In Lamis, Via Bux, 1, (Foggia)
Orario di apertura
ore 18-20
Vernissage
18 Aprile 2009, ore 18.30
Sito web
www.beniculturali.it/mini/index.html
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