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Fortuna e Prosperità. Dee e maghe nell’Abruzzo antico
Una mostra intrigante su magia e fortuna racconta un Abruzzo terra di misteri e incantesimi. Un’archeologia “insolita” in uno dei musei più innovativi in Italia
Comunicato stampa
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Angitia, figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe, così dicono, e maneggiava da padrona
i veleni e traeva giù la luna dal cielo; con le grida i fiumi tratteneva e, chiamandole,
spogliava i monti delle selve.
Silius, Punicae, libro VIII, 495-501
Proprio dal bosco sacro alla dea Angizia provengono le tre misteriose statue di divinità femminili rinvenute durante una recente campagna di scavi nel sito dell’area sacra di Lucus Angitiae, nei pressi di Luco dei Marsi (L’Aquila), al centro dell’insolita mostra, Fortuna e Prosperità. Dee e maghe nell’Abruzzo antico, ospitata dal 17 marzo al 17 maggio presso il Museo La Civitella di Chieti. La mostra, promossa dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo e organizzata dall’Associazione Antiqua, con il patrocinio e il contributo della Regione Abruzzo, della Provincia di Chieti, del Comune di Chieti, è curata da Adele Campanelli, Flavia de Sanctis e Maria Paola Pennetta.
Testimonianza votiva dei culti femminili del ciclo naturale di morte e rinascita, le tre opere restituite dall’area archeologica di Luco dei Marsi (due sculture in marmo, che rappresentano rispettivamente Afrodite e Demetra, e una in terracotta, databili tra il III e il II secolo a.C.) sono potenti icone di donne straordinarie. Le tre statue, praticamente inedite e da poco restaurate, sono il cuore della mostra e offrono lo spunto per andare alla scoperta di insoliti manufatti artistici di uso popolare e di tutto l’universo magico-religioso che ruota loro intorno.
Per comprendere il significato e i misteriosi contorni delle tre figure femminili al centro della mostra, bisogna risalire alla mitica presenza di Angizia, divinità arcaica, incarnazione locale di una dea madre. Quando la cultura abruzzese di età arcaica entrò in contatto con il pantheon greco-romano, i devoti di Angizia riconobbero alcune caratteristiche della dea nelle nuove ed “esotiche” personalità di Afrodite-Venere e Demetra-Cerere, che non soppiantarono il culto locale di Angizia, ma ad essa si affiancarono, in una fitta trama di rimandi, allusioni, misteri. In ciascuna di queste divinità rivive un ricordo della Grande Madre, dea del ciclo morte-rinascita, detentrice di arcani poteri femminili, genitrice di ogni magia.
La mostra presenta le dee del bosco di Angizia in un allestimento scenografico di grande suggestione. Il visitatore è accompagnato alla scoperta del mondo magico abruzzese attraverso un percorso che espone “strumenti” dell’arte magica, come antichi amuleti e talismani, gioielli, ex voto conservati presso la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, insieme a portafortuna, provenienti da collezioni private, usati a partire dal XVII secolo. In tutto oltre 200 reperti, prevalentemente archeologici. Tra gli oggetti in mostra, troviamo una cinquantina di manufatti che testimoniano della moderna continuità delle antiche pratiche magiche e appartengono alla Collezione Verna di Pescara.
Interessanti gli inediti che questa mostra presenta al pubblico, terrecotte votive tra le quali si distingue quella di una particolare figurina maschile itifallica; inediti anche alcuni pezzi della collezione Verna, antica famiglia di orefici abruzzesi.
E’ la profonda vocazione alla magia e al mistero, che vive e si rinnova attraverso un patrimonio popolare e antichissimo, una ricchezza di oggetti di culto, amuleti, talismani, rituali, formule, incantesimi che continuano a sopravvivere nel mondo moderno.
E’ l’affascinante mondo della magia, intesa come arcana e segreta conoscenza dei poteri di alcuni elementi naturali (quali erbe, animali, acque), l’oggetto, quindi, di questa suggestiva e intrigante mostra allestita presso uno dei musei più all’avanguardia in Italia, che si conferma un’assoluta novità nel panorama nazionale, progettato per accogliere il pubblico e iniziarlo al piacere della conoscenza e diretto da Adele Campanelli. In occasione di questo evento espositivo, La Civitella torna infatti a parlare al pubblico di un’archeologia “inedita” con uno stile museale insolito, accattivante, coinvolgente.
Ecco, infatti, che ad introdurci in mostra e alla magia sono i racconti, le storie, il filo intrigante della parola: sotto le fronde di un grande albero, luogo simbolico di sosta, il visitatore si sofferma ad ascoltare favole, miti e leggende. Credenze popolari al museo? Magia e misteri in mostra? E’ proprio questa la sfida e la suggestione di una mostra che “gioca” con la tradizione orale, indaga i rapporti tra magia e superstizione, religione e pensiero scientifico, ci accoglie nell’affascinante universo femminile soffermandosi sui temi della fertilità, della prosperità e della protezione.
L’albero simbolico che apre l’allestimento è il punto di partenza per il percorso che, snodandosi attraverso le vetrine, viene scandito da immagini in movimento di grande suggestione (per esempio la luna, i fuochi fatui) e cullato dal suono delle canne metalliche che evocano le arpe eolie. Anche le stesse attività didattiche, i “laboratori del racconto”, organizzate secondo stili e modalità in grado di affascinare il visitatore, si soffermano su aspetti particolari del mondo magico, come i rapporti tra arte e alchimia o arte e astrologia lasciando al visitatore, se vuole, il gusto di andare lui stesso alla scoperta di un Abruzzo magico… in un diretto legame con i riti e le formule del passato. Ed è proprio questa una delle caratteristiche che meglio rappresentano l’identità culturale del territorio abruzzese, con caratteri di assoluta originalità come la mostra mette in luce.
i veleni e traeva giù la luna dal cielo; con le grida i fiumi tratteneva e, chiamandole,
spogliava i monti delle selve.
Silius, Punicae, libro VIII, 495-501
Proprio dal bosco sacro alla dea Angizia provengono le tre misteriose statue di divinità femminili rinvenute durante una recente campagna di scavi nel sito dell’area sacra di Lucus Angitiae, nei pressi di Luco dei Marsi (L’Aquila), al centro dell’insolita mostra, Fortuna e Prosperità. Dee e maghe nell’Abruzzo antico, ospitata dal 17 marzo al 17 maggio presso il Museo La Civitella di Chieti. La mostra, promossa dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo e organizzata dall’Associazione Antiqua, con il patrocinio e il contributo della Regione Abruzzo, della Provincia di Chieti, del Comune di Chieti, è curata da Adele Campanelli, Flavia de Sanctis e Maria Paola Pennetta.
Testimonianza votiva dei culti femminili del ciclo naturale di morte e rinascita, le tre opere restituite dall’area archeologica di Luco dei Marsi (due sculture in marmo, che rappresentano rispettivamente Afrodite e Demetra, e una in terracotta, databili tra il III e il II secolo a.C.) sono potenti icone di donne straordinarie. Le tre statue, praticamente inedite e da poco restaurate, sono il cuore della mostra e offrono lo spunto per andare alla scoperta di insoliti manufatti artistici di uso popolare e di tutto l’universo magico-religioso che ruota loro intorno.
Per comprendere il significato e i misteriosi contorni delle tre figure femminili al centro della mostra, bisogna risalire alla mitica presenza di Angizia, divinità arcaica, incarnazione locale di una dea madre. Quando la cultura abruzzese di età arcaica entrò in contatto con il pantheon greco-romano, i devoti di Angizia riconobbero alcune caratteristiche della dea nelle nuove ed “esotiche” personalità di Afrodite-Venere e Demetra-Cerere, che non soppiantarono il culto locale di Angizia, ma ad essa si affiancarono, in una fitta trama di rimandi, allusioni, misteri. In ciascuna di queste divinità rivive un ricordo della Grande Madre, dea del ciclo morte-rinascita, detentrice di arcani poteri femminili, genitrice di ogni magia.
La mostra presenta le dee del bosco di Angizia in un allestimento scenografico di grande suggestione. Il visitatore è accompagnato alla scoperta del mondo magico abruzzese attraverso un percorso che espone “strumenti” dell’arte magica, come antichi amuleti e talismani, gioielli, ex voto conservati presso la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, insieme a portafortuna, provenienti da collezioni private, usati a partire dal XVII secolo. In tutto oltre 200 reperti, prevalentemente archeologici. Tra gli oggetti in mostra, troviamo una cinquantina di manufatti che testimoniano della moderna continuità delle antiche pratiche magiche e appartengono alla Collezione Verna di Pescara.
Interessanti gli inediti che questa mostra presenta al pubblico, terrecotte votive tra le quali si distingue quella di una particolare figurina maschile itifallica; inediti anche alcuni pezzi della collezione Verna, antica famiglia di orefici abruzzesi.
E’ la profonda vocazione alla magia e al mistero, che vive e si rinnova attraverso un patrimonio popolare e antichissimo, una ricchezza di oggetti di culto, amuleti, talismani, rituali, formule, incantesimi che continuano a sopravvivere nel mondo moderno.
E’ l’affascinante mondo della magia, intesa come arcana e segreta conoscenza dei poteri di alcuni elementi naturali (quali erbe, animali, acque), l’oggetto, quindi, di questa suggestiva e intrigante mostra allestita presso uno dei musei più all’avanguardia in Italia, che si conferma un’assoluta novità nel panorama nazionale, progettato per accogliere il pubblico e iniziarlo al piacere della conoscenza e diretto da Adele Campanelli. In occasione di questo evento espositivo, La Civitella torna infatti a parlare al pubblico di un’archeologia “inedita” con uno stile museale insolito, accattivante, coinvolgente.
Ecco, infatti, che ad introdurci in mostra e alla magia sono i racconti, le storie, il filo intrigante della parola: sotto le fronde di un grande albero, luogo simbolico di sosta, il visitatore si sofferma ad ascoltare favole, miti e leggende. Credenze popolari al museo? Magia e misteri in mostra? E’ proprio questa la sfida e la suggestione di una mostra che “gioca” con la tradizione orale, indaga i rapporti tra magia e superstizione, religione e pensiero scientifico, ci accoglie nell’affascinante universo femminile soffermandosi sui temi della fertilità, della prosperità e della protezione.
L’albero simbolico che apre l’allestimento è il punto di partenza per il percorso che, snodandosi attraverso le vetrine, viene scandito da immagini in movimento di grande suggestione (per esempio la luna, i fuochi fatui) e cullato dal suono delle canne metalliche che evocano le arpe eolie. Anche le stesse attività didattiche, i “laboratori del racconto”, organizzate secondo stili e modalità in grado di affascinare il visitatore, si soffermano su aspetti particolari del mondo magico, come i rapporti tra arte e alchimia o arte e astrologia lasciando al visitatore, se vuole, il gusto di andare lui stesso alla scoperta di un Abruzzo magico… in un diretto legame con i riti e le formule del passato. Ed è proprio questa una delle caratteristiche che meglio rappresentano l’identità culturale del territorio abruzzese, con caratteri di assoluta originalità come la mostra mette in luce.
17
marzo 2006
Fortuna e Prosperità. Dee e maghe nell’Abruzzo antico
Dal 17 marzo al 17 maggio 2006
arte antica
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO LA CIVITELLA
Chieti, Via General Salvatore Pianell, (Chieti)
Chieti, Via General Salvatore Pianell, (Chieti)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00
Ufficio stampa
LR COMUNICAZIONE