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Fortunato Masucci – ME ATO
Pop art veicolata e reinterpretata da tecniche e materiali diversi
Comunicato stampa
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Le creazioni artistiche di ATO sono poliedriche, portatrici di un messaggio netto, particolareggiato e dal forte impatto emotivo. Messaggio ed Emozione rappresentano la centralità della sua espressione creativa fatta di colori accesi, a volte psichedelici, e veicolata da tecniche e materiali sempre diversi.
Gli stili utilizzati sono considerati dall’artista un mero strumento, e non sembra essere affezionato ad alcuna specifica corrente artistica. La pop art viene interpretata in modo personale e diviene un efficace strumento di denuncia, il disegno digitale è a volte esaltazione dell’estetica, ma più spesso contenitore di idee molto più complesse, l’arte povera viene “arricchita” da nuovi materiali. La materia quindi diviene strumento puro, forma non rigida, ma adattabile ad ogni tipo di messaggio e si fa tramite di intense emozioni.
Questa varietà ci suggerisce un’insofferenza verso gli incasellamenti, come se la catalogazione, i ruoli, l’identità schematica e schematizzata, fossero contrari all’imprevedibilità delle suggestioni che l’opera mira invece a suscitare. La riconoscibilità dell’artista è nella sua irriconoscibilità, nel suo sapersi tirar fuori dagli schemi elaborando concetti ed idee sempre nuove. Le emozioni sono poi il frutto di un’ulteriore connubio: quello tra la parola e l’immagine. Attraverso la scelta del titolo, ATO lancia il suo messaggio: “Il Cibo degli squali”, Le “Inutili difese del cuore”, “Il tempo delle cose”, rappresentano la sintesi di un messaggio più articolato, tanto che ad ogni opera l’autore dedica un breve scritto in cui chiarisce la simbologia del quadro. E’ come se ATO voglia prendere per mano lo spettatore, non illuderlo con un titolo altisonante senza contenuto. Una fuga quindi dall’intellettualismo fine a se stesso e un intenso desiderio di comunicare anche, e sembrerebbe soprattutto, con gli uomini comuni che vivono in un epoca in cui le cose sembrano essersi sostituite ai sentimenti. Un invito rivolto a tutti a ricongiungersi con la propria anima e lasciare, almeno per un po’, la presa sulle cose.
L’artista espone 18 lavori con tecniche che vanno dalla pittura acrilica, ai quadri-scultura tridimensionali, composti da tessuto, carta e ferro, al disegno digitale su tela, alle sculture-assemblaggio.
L’esposizione, con l’ausilio di una sorta di “bussola del viaggiatore”, orienta il pubblico introducendolo attraverso “zone ideali”. All’interno di ogni zona è associato il pensiero di ATO su ciascuna specifica creazione.
“…Se dovessero chiedermi a quale corrente artistica appartengo risponderei a tutte quelle che di volta in volta sento come più appropriate a trasmettere ME, dove ME è sia pronome personale sia acronimo di Messaggio ed Emozione. Così come ATO è sia la mia identità artistica sia l’acronimo di Artista Totalmente Onnivoro.
Sono le emozioni che ci spingono in ogni direzione, sono le emozioni che dominano sugli uomini, sebbene gli uomini tentino inutilmente e disperatamente di dominarle. Il mondo è casuale perché dipende dagli stati d’animo dell’individuo che si trasformano in stati d’animo collettivi, il flusso delle emozioni è imprevedibile, così come il destino di ognuno di noi. Cerchiamo di catalogare tutto, anche l’espressione artistica. La catalogazione, i ruoli, l’identità schematica e schematizzata, rassicura gli uomini. Permette di vedere le cose con concetti già visti. A me tutto questo non piace affatto. Io voglio vedere le cose da molteplici punti di vista, per questo non posso scegliere una linea precisa, una corrente prestabilita o uno stile ben individuabile per tracciare la mia identità… perché la mia identità è ATO: l’unica corrente che conosco è quella dei sentimenti, l’unica linea che vedo è tortuosa, l’unico stile che conosco è il mio.
Ciò che conta è il messaggio, non il messaggero e il messaggio artistico deve consentire al fruitore di riflettersi e di riflettere su questo e su tutti i mondi possibili.
Quanto al contenuto del messaggio, esso è mobile, fluttuante; spazia dai sentimenti, alla politica, alla società ai grandi interrogativi dell’esistenza…”
Gli stili utilizzati sono considerati dall’artista un mero strumento, e non sembra essere affezionato ad alcuna specifica corrente artistica. La pop art viene interpretata in modo personale e diviene un efficace strumento di denuncia, il disegno digitale è a volte esaltazione dell’estetica, ma più spesso contenitore di idee molto più complesse, l’arte povera viene “arricchita” da nuovi materiali. La materia quindi diviene strumento puro, forma non rigida, ma adattabile ad ogni tipo di messaggio e si fa tramite di intense emozioni.
Questa varietà ci suggerisce un’insofferenza verso gli incasellamenti, come se la catalogazione, i ruoli, l’identità schematica e schematizzata, fossero contrari all’imprevedibilità delle suggestioni che l’opera mira invece a suscitare. La riconoscibilità dell’artista è nella sua irriconoscibilità, nel suo sapersi tirar fuori dagli schemi elaborando concetti ed idee sempre nuove. Le emozioni sono poi il frutto di un’ulteriore connubio: quello tra la parola e l’immagine. Attraverso la scelta del titolo, ATO lancia il suo messaggio: “Il Cibo degli squali”, Le “Inutili difese del cuore”, “Il tempo delle cose”, rappresentano la sintesi di un messaggio più articolato, tanto che ad ogni opera l’autore dedica un breve scritto in cui chiarisce la simbologia del quadro. E’ come se ATO voglia prendere per mano lo spettatore, non illuderlo con un titolo altisonante senza contenuto. Una fuga quindi dall’intellettualismo fine a se stesso e un intenso desiderio di comunicare anche, e sembrerebbe soprattutto, con gli uomini comuni che vivono in un epoca in cui le cose sembrano essersi sostituite ai sentimenti. Un invito rivolto a tutti a ricongiungersi con la propria anima e lasciare, almeno per un po’, la presa sulle cose.
L’artista espone 18 lavori con tecniche che vanno dalla pittura acrilica, ai quadri-scultura tridimensionali, composti da tessuto, carta e ferro, al disegno digitale su tela, alle sculture-assemblaggio.
L’esposizione, con l’ausilio di una sorta di “bussola del viaggiatore”, orienta il pubblico introducendolo attraverso “zone ideali”. All’interno di ogni zona è associato il pensiero di ATO su ciascuna specifica creazione.
“…Se dovessero chiedermi a quale corrente artistica appartengo risponderei a tutte quelle che di volta in volta sento come più appropriate a trasmettere ME, dove ME è sia pronome personale sia acronimo di Messaggio ed Emozione. Così come ATO è sia la mia identità artistica sia l’acronimo di Artista Totalmente Onnivoro.
Sono le emozioni che ci spingono in ogni direzione, sono le emozioni che dominano sugli uomini, sebbene gli uomini tentino inutilmente e disperatamente di dominarle. Il mondo è casuale perché dipende dagli stati d’animo dell’individuo che si trasformano in stati d’animo collettivi, il flusso delle emozioni è imprevedibile, così come il destino di ognuno di noi. Cerchiamo di catalogare tutto, anche l’espressione artistica. La catalogazione, i ruoli, l’identità schematica e schematizzata, rassicura gli uomini. Permette di vedere le cose con concetti già visti. A me tutto questo non piace affatto. Io voglio vedere le cose da molteplici punti di vista, per questo non posso scegliere una linea precisa, una corrente prestabilita o uno stile ben individuabile per tracciare la mia identità… perché la mia identità è ATO: l’unica corrente che conosco è quella dei sentimenti, l’unica linea che vedo è tortuosa, l’unico stile che conosco è il mio.
Ciò che conta è il messaggio, non il messaggero e il messaggio artistico deve consentire al fruitore di riflettersi e di riflettere su questo e su tutti i mondi possibili.
Quanto al contenuto del messaggio, esso è mobile, fluttuante; spazia dai sentimenti, alla politica, alla società ai grandi interrogativi dell’esistenza…”
01
dicembre 2007
Fortunato Masucci – ME ATO
Dal primo al 22 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
L’ATELIER
Napoli, Via Tito Angelini, 41, (Napoli)
Napoli, Via Tito Angelini, 41, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 17.30 alle 20
Vernissage
1 Dicembre 2007, ore 18
Autore
Curatore