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Fosco Valentini
mostra personale
Comunicato stampa
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Fosco Valentini, romano vive a Lugano dal 1989. Cresciuto nell’ambiente romano degli anni ’70 – caratterizzato da una politicizzazione della ricerca che si declina in esiti molto variegati –, legato da uno stretto rapporto con Alighiero Boetti, Fosco si muove da sempre su un terreno raffinatamente concettuale, interrogandosi e rimettendosi in gioco in modo critico e controcorrente su questioni fondamentali, eterne: il ruolo dell’artista, il concetto di avanguardia, l’idea di nuovo come valore assoluto, le problematiche percettive, il tema del tempo. Proprio a un tempo che scorre in linea retta, con un prima, un durante e un dopo, Fosco contrappone un tempo che si avvita su se stesso, che procede per ritorni e spirali, in cui “essere all’avanguardia”, “trasgredire”, non significa necessariamente essere un passo avanti, può invece voler dire, anche, stare un passo indietro: ciò che conta è non coincidere, mai, con quanto è oggetto di consenso generale in un preciso momento storico e diventare, così, presenza forte e inevitabile.
Spingendo a un limite stupefacente il suo percorso a cavallo fra pop e concettuale, fra astrazione e figurazione, nel suo fare “avanguardia d’arte come antitesi del tempo”, Fosco utilizza materiali e tecniche tradizionali (disegno, pittura), per giungere qui a recuperare e a sperimentare l’anamorfosi*: questo procedimento antico, i cui primi riferimenti risalgono al XV secolo, lo porta a lavori che, pur subordinati al suo controllo, godono in parte di libero arbitrio. Le macchie di colore, guidate dall’intento dell’artista, decidono poi in maniera autonoma come configurarsi in modo definitivo sul supporto: solo dopo passano al vaglio del suo giudizio e presentano la propria sfida percettiva allo spettatore. L’artista diviene allora non solo colui che progetta e realizza, bensì anche, a sua volta, vero e proprio medium attraverso cui l’arte – intesa come istanza superiore – si fa opera e manifesta se stessa. Come dice Fosco: “Ad un certo punto la vita dell’artista si ferma. Ma l’opera no, se quell’opera è baciata dall’arte diventa immortale”
Spingendo a un limite stupefacente il suo percorso a cavallo fra pop e concettuale, fra astrazione e figurazione, nel suo fare “avanguardia d’arte come antitesi del tempo”, Fosco utilizza materiali e tecniche tradizionali (disegno, pittura), per giungere qui a recuperare e a sperimentare l’anamorfosi*: questo procedimento antico, i cui primi riferimenti risalgono al XV secolo, lo porta a lavori che, pur subordinati al suo controllo, godono in parte di libero arbitrio. Le macchie di colore, guidate dall’intento dell’artista, decidono poi in maniera autonoma come configurarsi in modo definitivo sul supporto: solo dopo passano al vaglio del suo giudizio e presentano la propria sfida percettiva allo spettatore. L’artista diviene allora non solo colui che progetta e realizza, bensì anche, a sua volta, vero e proprio medium attraverso cui l’arte – intesa come istanza superiore – si fa opera e manifesta se stessa. Come dice Fosco: “Ad un certo punto la vita dell’artista si ferma. Ma l’opera no, se quell’opera è baciata dall’arte diventa immortale”
18
settembre 2010
Fosco Valentini
Dal 18 settembre al 17 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA BRERA 1
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16-19 sabato 10-12 e 16-19 domenica 10-12
Vernissage
18 Settembre 2010, ore 18.00
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