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Foto/Grafia
Alcuni dei protagonisti della fotografia italiana riuniti per raccontare la fotografia che diventa arte dal 1968 ad oggi, dalla camera oscura a photoshop
Comunicato stampa
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Alcuni dei protagonisti della fotografia italiana riuniti per raccontare la fotografia che diventa arte dal 1968 ad oggi, dalla camera oscura a photoshop
La galleria prosegue il suo lavoro di ricerca occupandosi di alcuni autori che hanno come comune denominatore quello di utilizzare l’immagine di origine meccanica, principalmente quella fotografica per esprimersi in maniera spesso antitetica l’uno dall’altro.
L’utilizzo dell’immagine meccanica, diventa il mezzo per esprimere un segno, una grafia personale e completamente differente per ognuno di loro.
Il punto di partenza del percorso espositivo è legato agli artisti della Mec Art (Mechanical Art), movimento che nasce nel 1965 ad opera del critico francese Pierre Restany, coinvolgendo un vasto gruppo di artisti internazionali che hanno sviluppato immagini derivanti dai mass media, dalla televisione, dal cinema e dalla carta stampata, riportandole su tela emulsionata.
La mostra prende quindi il via con alcune opere dei protagonisti della Mec art Italiana:
Gianni Bertini, uno dei firmatari del manifesto Mec Art a Parigi, dove sono evidenti i richiami ai mass media, tanto cari ai pop artisti americani; le famose “scomposizioni” di Bruno Di Bello che si riferiscono alle icone della storia dell’arte del Novecento; i temi prediletti da Elio Mariani come gli amanti, la periferia, gli interni asettici e la bomba atomica; il complesso lavoro di Aldo Tagliaferro impegnato in una riflessione sul rapporto tra l’io e la percezione che gli altri hanno del nostro io.
Si prosegue con alcuni autori italiani, considerati alcuni dei protagonisti assoluti della fotografia italiana contemporanea:
Gabriele Basilico, con la celebre serie dedicata alla città di Beirut, dilaniata da una guerra durata quindici anni; Gianni Berengo Gardin, testimone sincero e onesto della fotografia di reportage è presente con alcuni paesaggi urbani, Maurizio Buscarino, fotografo nel teatro, capace di restituire l’incontro irripetibile tra la rappresentazione di ciò che accade sulle scene e quella di una personale visione del mondo; Mario Cresci, probabilmente il più concettuale dei fotografi in mostra, presente con macroingrandimenti dalla serie Fuoritempo, dipinti dell’Accademia Carrara decontestualizzati e caricati di nuovi significati; Franco Fontana, fotografo per antonomasia del paesaggio urbano americano, che ritrae i grattacieli di Los Angeles intrisi di gialli e rossi che sembrano rubati alla tavolozza di Mondrian.
La mostra si chiude, con i lavori di Gian Paolo Tomasi, stampatore e manipolatore d’immagini, autore di una pittura iperrealista colta e piena di rimandi socio-politici, Giorgio Sorti con i suoi “Toys”, giocattoli dal mondo del fumetto e della televisione su suggestivi fondi neri spiazzano l’osservatore in bilico tra reale e virtuale, Franco Donaggio visionario inventore di paesaggi tra realtà e immaginazione.
La galleria prosegue il suo lavoro di ricerca occupandosi di alcuni autori che hanno come comune denominatore quello di utilizzare l’immagine di origine meccanica, principalmente quella fotografica per esprimersi in maniera spesso antitetica l’uno dall’altro.
L’utilizzo dell’immagine meccanica, diventa il mezzo per esprimere un segno, una grafia personale e completamente differente per ognuno di loro.
Il punto di partenza del percorso espositivo è legato agli artisti della Mec Art (Mechanical Art), movimento che nasce nel 1965 ad opera del critico francese Pierre Restany, coinvolgendo un vasto gruppo di artisti internazionali che hanno sviluppato immagini derivanti dai mass media, dalla televisione, dal cinema e dalla carta stampata, riportandole su tela emulsionata.
La mostra prende quindi il via con alcune opere dei protagonisti della Mec art Italiana:
Gianni Bertini, uno dei firmatari del manifesto Mec Art a Parigi, dove sono evidenti i richiami ai mass media, tanto cari ai pop artisti americani; le famose “scomposizioni” di Bruno Di Bello che si riferiscono alle icone della storia dell’arte del Novecento; i temi prediletti da Elio Mariani come gli amanti, la periferia, gli interni asettici e la bomba atomica; il complesso lavoro di Aldo Tagliaferro impegnato in una riflessione sul rapporto tra l’io e la percezione che gli altri hanno del nostro io.
Si prosegue con alcuni autori italiani, considerati alcuni dei protagonisti assoluti della fotografia italiana contemporanea:
Gabriele Basilico, con la celebre serie dedicata alla città di Beirut, dilaniata da una guerra durata quindici anni; Gianni Berengo Gardin, testimone sincero e onesto della fotografia di reportage è presente con alcuni paesaggi urbani, Maurizio Buscarino, fotografo nel teatro, capace di restituire l’incontro irripetibile tra la rappresentazione di ciò che accade sulle scene e quella di una personale visione del mondo; Mario Cresci, probabilmente il più concettuale dei fotografi in mostra, presente con macroingrandimenti dalla serie Fuoritempo, dipinti dell’Accademia Carrara decontestualizzati e caricati di nuovi significati; Franco Fontana, fotografo per antonomasia del paesaggio urbano americano, che ritrae i grattacieli di Los Angeles intrisi di gialli e rossi che sembrano rubati alla tavolozza di Mondrian.
La mostra si chiude, con i lavori di Gian Paolo Tomasi, stampatore e manipolatore d’immagini, autore di una pittura iperrealista colta e piena di rimandi socio-politici, Giorgio Sorti con i suoi “Toys”, giocattoli dal mondo del fumetto e della televisione su suggestivi fondi neri spiazzano l’osservatore in bilico tra reale e virtuale, Franco Donaggio visionario inventore di paesaggi tra realtà e immaginazione.
14
maggio 2011
Foto/Grafia
Dal 14 maggio al 30 giugno 2011
fotografia
Location
ELLENI GALLERIA D’ARTE
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato 10-13 e 15-20
Vernissage
14 Maggio 2011, ore 10
Autore
Curatore