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Fotografia & Cinema
Fotogrammi celebri
Comunicato stampa
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Fotografia & Cinema. Fotogrammi celebri
a cura di Maurizio e Filippo Rebuzzini
Curiosamente, quanto identifichiamo e classifichiamo come consapevole presenza dei fotografi e della fotografia nel cinema è cambiato negli ultimi anni, dopo decenni di sostanziale ripetizione di concetti presto codificati e/o stereotipi subito smascherati. In particolare, sono discriminanti due film, tra loro temporalmente vicini e prossimi ai nostri giorni. Indipendentemente uno dall'altro e a titolo assolutamente individuale, Closer e Sballati d'amore hanno finalizzato l'elemento fotografico alla consecuzione delle rispettive vicende. Ricordiamolo in fretta: in Closer (regia di Mike Nichols; 2004), la fotografia è l'elemento di contatto tra i due protagonisti, del quale il film narra le vicende esistenziali e sentimentali (la fotografa Anna Cameron, interpretata da Julia Roberts, e l'aspirante scrittore Dan, con il volto di Jude Law); analogamente, anche per Sballati d'amore (titolo originario A Lot Like Love; regia di Nigel Cole; 2005) la fotografia è il filo che lega i balzi temporali del contraddittorio rapporto tra la disinvolta Emily Friehl (l'attrice Amanda Peet) e il confuso Oliver Martin (l'attore Ashton Kutcher).
In entrambi i casi, la fotografia è leggera, pur essendo, in sostanziosa misura, discriminante. E qui sta la differenza con la precedente lunga vicenda della fotografia nel cinema, per la quale si è soliti considerare una linea di confine con Blow up di Michelangelo Antonioni (1966). All'indomani del quale, in un tempo di grandi sommovimenti ma di inquietante interregno espressivo, rari furono i fotografi che apparirono sullo schermo in altre vesti che non quelle del sesso. Molte furono le pellicole al di sotto del limite medio di accettabilità, che giocarono la facile carta del fotografo senza scrupoli e privo di morale. In definitiva, Blow up innescò una triviale escalation.
Con un saggio di accompagnamento, di Maurizio Rebuzzini, le immagini che compongono la mostra Fotografia & Cinema. Fotogrammi celebri non raccontano questo, che è appunto lasciato alle parole, ma visualizzano in quantità e qualità il tema proposto e prefissato: appunto, fotografi e fotografia nel cinema. Il percorso accosta due tempi che si miscelano assieme (due tempi, come nei vecchi cinemini di quartiere?): un fondamentale corpus di generosi ingrandimenti di immagini provenienti dal capace archivio specializzato dell'agenzia francese Photos12, rappresentata in Italia dall'Agenzia Grazia Neri, si accompagna a pannelli che raccolgono fotogrammi cinematografici originari, accostati per tematiche individuate dai curatori Maurizio e Filippo Rebuzzini.
Quindi, fotografie di scena autenticamente tali, che sottolineano le situazioni macroscopiche di fotografi e fotografia nel cinema: dall'appena citato Blow up a La dolce vita (con la cui sceneggiatura nasce la figura del "paparazzo"), da La finestra sul cortile a Occhio indiscreto e Pretty Baby, da Smoke a I ponti di Madison County, e poi, ancora, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Legittima difesa, One Hour Photo e altro (tra cui, tanto fotoreportage di guerra).
A seguire, osservazioni sui titoli di testa nei quali compaiono fotografie d'autore, riconosciute come tali e attribuite (Cenerentola a Parigi e Occhio indiscreto), flash che illuminano la scena, attori celebri con macchina fotografica, mirini/schermi/vetri smerigliati/obiettivi in primo piano, fototessere, fotografia segnaletica e... fotografi veri: Margaret Bourke-White (Candice Bergen) in Gandhi, Weegee (Joe Pesci) evocato in Occhio indiscreto, E.J. Bellocq (Keith Carradine) in Pretty Baby.
In chiusura, schede dei film presi in considerazione: da cui sono tratte le immagini o menzionati nel lungo saggio di accompagnamento.
a cura di Maurizio e Filippo Rebuzzini
Curiosamente, quanto identifichiamo e classifichiamo come consapevole presenza dei fotografi e della fotografia nel cinema è cambiato negli ultimi anni, dopo decenni di sostanziale ripetizione di concetti presto codificati e/o stereotipi subito smascherati. In particolare, sono discriminanti due film, tra loro temporalmente vicini e prossimi ai nostri giorni. Indipendentemente uno dall'altro e a titolo assolutamente individuale, Closer e Sballati d'amore hanno finalizzato l'elemento fotografico alla consecuzione delle rispettive vicende. Ricordiamolo in fretta: in Closer (regia di Mike Nichols; 2004), la fotografia è l'elemento di contatto tra i due protagonisti, del quale il film narra le vicende esistenziali e sentimentali (la fotografa Anna Cameron, interpretata da Julia Roberts, e l'aspirante scrittore Dan, con il volto di Jude Law); analogamente, anche per Sballati d'amore (titolo originario A Lot Like Love; regia di Nigel Cole; 2005) la fotografia è il filo che lega i balzi temporali del contraddittorio rapporto tra la disinvolta Emily Friehl (l'attrice Amanda Peet) e il confuso Oliver Martin (l'attore Ashton Kutcher).
In entrambi i casi, la fotografia è leggera, pur essendo, in sostanziosa misura, discriminante. E qui sta la differenza con la precedente lunga vicenda della fotografia nel cinema, per la quale si è soliti considerare una linea di confine con Blow up di Michelangelo Antonioni (1966). All'indomani del quale, in un tempo di grandi sommovimenti ma di inquietante interregno espressivo, rari furono i fotografi che apparirono sullo schermo in altre vesti che non quelle del sesso. Molte furono le pellicole al di sotto del limite medio di accettabilità, che giocarono la facile carta del fotografo senza scrupoli e privo di morale. In definitiva, Blow up innescò una triviale escalation.
Con un saggio di accompagnamento, di Maurizio Rebuzzini, le immagini che compongono la mostra Fotografia & Cinema. Fotogrammi celebri non raccontano questo, che è appunto lasciato alle parole, ma visualizzano in quantità e qualità il tema proposto e prefissato: appunto, fotografi e fotografia nel cinema. Il percorso accosta due tempi che si miscelano assieme (due tempi, come nei vecchi cinemini di quartiere?): un fondamentale corpus di generosi ingrandimenti di immagini provenienti dal capace archivio specializzato dell'agenzia francese Photos12, rappresentata in Italia dall'Agenzia Grazia Neri, si accompagna a pannelli che raccolgono fotogrammi cinematografici originari, accostati per tematiche individuate dai curatori Maurizio e Filippo Rebuzzini.
Quindi, fotografie di scena autenticamente tali, che sottolineano le situazioni macroscopiche di fotografi e fotografia nel cinema: dall'appena citato Blow up a La dolce vita (con la cui sceneggiatura nasce la figura del "paparazzo"), da La finestra sul cortile a Occhio indiscreto e Pretty Baby, da Smoke a I ponti di Madison County, e poi, ancora, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Legittima difesa, One Hour Photo e altro (tra cui, tanto fotoreportage di guerra).
A seguire, osservazioni sui titoli di testa nei quali compaiono fotografie d'autore, riconosciute come tali e attribuite (Cenerentola a Parigi e Occhio indiscreto), flash che illuminano la scena, attori celebri con macchina fotografica, mirini/schermi/vetri smerigliati/obiettivi in primo piano, fototessere, fotografia segnaletica e... fotografi veri: Margaret Bourke-White (Candice Bergen) in Gandhi, Weegee (Joe Pesci) evocato in Occhio indiscreto, E.J. Bellocq (Keith Carradine) in Pretty Baby.
In chiusura, schede dei film presi in considerazione: da cui sono tratte le immagini o menzionati nel lungo saggio di accompagnamento.
22
gennaio 2007
Fotografia & Cinema
Dal 22 gennaio al 28 febbraio 2007
fotografia
Location
GALLERIA GRAZIA NERI
Milano, Via Pietro Maroncelli, 14, (Milano)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 14, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 9-13 e 14.30-18
sabato 10-12.30 e 15-17
Vernissage
22 Gennaio 2007, ore 18.30
Curatore