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Fotografia di strada
Immagini di vita viennese 1860-1912
Comunicato stampa
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L’Imperatore Francesco Giuseppe I, le passeggiate delle dame nelle strade del centro, le sontuose residenze della ricca borghesia appena costruite al posto delle mura, ma anche i contadini che trainano il carretto colmo di fascine per i camini, i mercati in piazza brulicanti di persone e i poveri che dormono nelle fogne. E’ la Vienna di fine impero quella in mostra dal 9 settembre al FotoMuseo Giuseppe Panini di Modena: “Fotografia di strada. Immagini di vita viennese 1860-1912” è il titolo dell’esposizione in programma fino al 22 ottobre, organizzata dal Museo Albertina di Vienna e dal FotoMuseo Giuseppe Panini in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Curata da Michael Ponstingl (Albertina) e da Chiara Dall’Olio del FotoMuseo Panini, la rassegna conta 100 fotografie originali che anche da un punto di vista tecnico rappresentano una sintesi della storia della fotografia tra Otto e Novecento, dall’albumina alle stampe alla gelatina al bromuro d’argento.
All’iniziativa è stato legato tra l’altro un progetto di ricerca con il quale si è verificata l’esistenza di fotografie di ambiente modenese nelle raccolte giunte a Vienna: il duca di Modena Francesco V infatti aveva inviato artisti modenesi a studiare fotografia nella capitale austro-ungarica.
Le immagini selezionate provengono da collezioni pubbliche e private austriache: narrano la società viennese dal 1860 al 1914, un periodo che culmina con l’inizio della Grande Guerra, evento che avrebbe segnato il definitivo declino dell’Impero. Sono gli anni in cui a Vienna si formano Freud, Wittgenstein, Klimt, Schiele e in cui si afferma una nuova classe borghese molto stimolata dalle novità artistiche e intellettuali, tra cui la fotografia.
La mostra è suddivisa in tre sezioni, la prima è L’immagine della Città Borghese che racconta la rapida espansione e il mutamento radicale dell’aspetto della capitale dell’Impero asburgico negli anni ’60 dell’800 in seguito alla demolizione delle mura: la nuova Vienna fa da sfondo alla crescita della borghesia imprenditoriale e finanziaria che si ritrae orgogliosamente in fotografia mentre passeggia lungo gli spaziosi viali alberati o di fronte alle sue lussuose residenze. Contemporaneamente le fotografie documentano con nostalgia anche la fine di un’epoca: cittadini viennesi per esempio ritratti all’ingresso delle loro case o alle vetrine dei loro negozi prima degli abbattimenti.
La seconda sezione s’intitola invece Il mondo nella strada, interessante anche dal punto di vista tecnico laddove prima del 1860 i lunghi tempi di esposizione non permettevano di ritrarre scene di vita mentre dopo il 1870, con l’introduzione delle lastre alla gelatina e di obiettivi con migliori caratteristiche ottiche, i fotografi (anche gli amatori) ebbero la possibilità di catturare sui loro negativi l’umanità brulicante della metropoli, una pratica che finì per costituirsi in genere a se e dunque una testimonianza dell’eterogeneità e della complessità della società di fine ottocento.
Incentrata sui Personaggi viennesi: tra nostalgia e documentazione nella terza sezione ci si imbatte in mercanti, musicisti, attori, mendicanti, ritratti nei loro usuali contesti, persone non più caratterizzate, come era stato per secoli, esclusivamente dalla propria attività lavorativa, ma anche ripresi nella quotidianità, senza pose artificiali o composizioni pittorico-fotografiche: “Ho cercato – spiega un fotoamatore nel 1911 - di catturare una serie di personaggi tipici così come possono essere visti lungo le strade. Il problema è: per quanto ancora questi personaggi potranno essere visti? Per questo motivo le mie fotografie guadagneranno un valore storico”. Queste foto riscuotono grande successo e diventano carte de visite, cabinet card e anche cartoline postali.
L’iniziativa è accompagnata da un catalogo di 100 pagine in quadricromia con testi critici di Michael Ponstingl, Chiara Dall’Olio (per contestualizzare i rapporti fotografici tra Vienna, capitale austriaca e Modena, capitale del Ducato Estense), e interventi di Klaus Albrecht Schroder (direttore Albertina Vienna), Paolo Battaglia (direttore FotoMuseo Giuseppe Panini), Andrea Landi (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Modena).
Museo Albertina di Vienna. Settantamila disegni e più di un milione di stampe relative a tutti i periodi artistici dal tardo gotico al contemporaneo. Venticinquemila progetti e modelli architettonici, tra i quali capolavori di Borromini, Otto Wagner e Le Corbusier, collezioni fotografiche che abbracciano due secoli. Il Museo Albertina, ideato e sorto nel ‘700 sotto il duca Alberto, frutto della sensibilità artistica dell’ambasciatore austriaco conte Giacomo Durazzo (genovese), si arricchisce nel corso della sua storia attraverso acquisizioni e donazioni fino a elevarlo a punto di riferimento artistico e culturale della mitteleuropa. Negli ultimi anni ha ospitato mostre su Rubens, Rembrandt, Chagall, Goya, Picasso, Munch.
All’iniziativa è stato legato tra l’altro un progetto di ricerca con il quale si è verificata l’esistenza di fotografie di ambiente modenese nelle raccolte giunte a Vienna: il duca di Modena Francesco V infatti aveva inviato artisti modenesi a studiare fotografia nella capitale austro-ungarica.
Le immagini selezionate provengono da collezioni pubbliche e private austriache: narrano la società viennese dal 1860 al 1914, un periodo che culmina con l’inizio della Grande Guerra, evento che avrebbe segnato il definitivo declino dell’Impero. Sono gli anni in cui a Vienna si formano Freud, Wittgenstein, Klimt, Schiele e in cui si afferma una nuova classe borghese molto stimolata dalle novità artistiche e intellettuali, tra cui la fotografia.
La mostra è suddivisa in tre sezioni, la prima è L’immagine della Città Borghese che racconta la rapida espansione e il mutamento radicale dell’aspetto della capitale dell’Impero asburgico negli anni ’60 dell’800 in seguito alla demolizione delle mura: la nuova Vienna fa da sfondo alla crescita della borghesia imprenditoriale e finanziaria che si ritrae orgogliosamente in fotografia mentre passeggia lungo gli spaziosi viali alberati o di fronte alle sue lussuose residenze. Contemporaneamente le fotografie documentano con nostalgia anche la fine di un’epoca: cittadini viennesi per esempio ritratti all’ingresso delle loro case o alle vetrine dei loro negozi prima degli abbattimenti.
La seconda sezione s’intitola invece Il mondo nella strada, interessante anche dal punto di vista tecnico laddove prima del 1860 i lunghi tempi di esposizione non permettevano di ritrarre scene di vita mentre dopo il 1870, con l’introduzione delle lastre alla gelatina e di obiettivi con migliori caratteristiche ottiche, i fotografi (anche gli amatori) ebbero la possibilità di catturare sui loro negativi l’umanità brulicante della metropoli, una pratica che finì per costituirsi in genere a se e dunque una testimonianza dell’eterogeneità e della complessità della società di fine ottocento.
Incentrata sui Personaggi viennesi: tra nostalgia e documentazione nella terza sezione ci si imbatte in mercanti, musicisti, attori, mendicanti, ritratti nei loro usuali contesti, persone non più caratterizzate, come era stato per secoli, esclusivamente dalla propria attività lavorativa, ma anche ripresi nella quotidianità, senza pose artificiali o composizioni pittorico-fotografiche: “Ho cercato – spiega un fotoamatore nel 1911 - di catturare una serie di personaggi tipici così come possono essere visti lungo le strade. Il problema è: per quanto ancora questi personaggi potranno essere visti? Per questo motivo le mie fotografie guadagneranno un valore storico”. Queste foto riscuotono grande successo e diventano carte de visite, cabinet card e anche cartoline postali.
L’iniziativa è accompagnata da un catalogo di 100 pagine in quadricromia con testi critici di Michael Ponstingl, Chiara Dall’Olio (per contestualizzare i rapporti fotografici tra Vienna, capitale austriaca e Modena, capitale del Ducato Estense), e interventi di Klaus Albrecht Schroder (direttore Albertina Vienna), Paolo Battaglia (direttore FotoMuseo Giuseppe Panini), Andrea Landi (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Modena).
Museo Albertina di Vienna. Settantamila disegni e più di un milione di stampe relative a tutti i periodi artistici dal tardo gotico al contemporaneo. Venticinquemila progetti e modelli architettonici, tra i quali capolavori di Borromini, Otto Wagner e Le Corbusier, collezioni fotografiche che abbracciano due secoli. Il Museo Albertina, ideato e sorto nel ‘700 sotto il duca Alberto, frutto della sensibilità artistica dell’ambasciatore austriaco conte Giacomo Durazzo (genovese), si arricchisce nel corso della sua storia attraverso acquisizioni e donazioni fino a elevarlo a punto di riferimento artistico e culturale della mitteleuropa. Negli ultimi anni ha ospitato mostre su Rubens, Rembrandt, Chagall, Goya, Picasso, Munch.
09
settembre 2006
Fotografia di strada
Dal 09 settembre al 22 ottobre 2006
fotografia
Location
FOTOMUSEO GIUSEPPE PANINI
Modena, Via Pietro Giardini, 160, (Modena)
Modena, Via Pietro Giardini, 160, (Modena)
Orario di apertura
lunedì 15/17; martedì-venerdì 9,30/12 - 15/17; sabato e domenica 10/13 - 15/19
Vernissage
9 Settembre 2006, ore 17
Ufficio stampa
CONTESTO
Curatore