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Fra i Balcani e l’Adriatico / Gianmaria Potenza
in mostra una cinquantina di opere, per lo più di artisti serbi e croati, molte delle quali sono giunte al MIC nel corso delle varie edizioni del Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea – Premio Faenza e una mostra personale dell’artista veneziano che ha reinventato il concetto di mosaico
Comunicato stampa
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In occasione del recente ampliamento della sezione dedicata al Novecento nei nuovi spazi espositivi, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza promuove l’esposizione di un’interessante raccolta di ceramiche contemporanee dai paesi dell’Adriatico orientale. Si tratta di una cinquantina di opere, per lo più di artisti serbi e croati, molte delle quali sono giunte al MIC nel corso delle varie edizioni del Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea - Premio Faenza.
Questo nucleo di ceramiche si è venuto a costituire a partire dagli anni Cinquanta, quando affluirono al museo le prime donazioni, soprattutto successive al XVII Concorso Nazionale della Ceramica del 1959. In quell’anno infatti la “sezione internazionale” del Concorso venne dedicata all’allora Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia, accanto a Polonia e Israele. La partecipazione della Jugoslavia venne curata da Olga Klobucar, allora conservatore della Sezione Ceramiche e Vetri del Museo di Arti e Mestieri di Zagabria. Accanto ad una sezione dedicata alla ceramica popolare, venne organizzata una ricca retrospettiva di ceramiche d’arte che vide la partecipazione di un nucleo nutrito di artisti, 25 per l’esattezza, tra i più rappresentativi del panorama artistico jugoslavo: Ivan Tabaković, Milan Kičin, Stella Skopal, Blanka Dužanec, Marta Plazzeriano furono alcuni degli artisti partecipanti.
Dopo l’internazionalizzazione del Concorso, la partecipazione di artisti jugoslavi si è mantenuta intensa e numericamente importante nel corso delle varie edizioni: con la presentazione di ceramiche d’arte, ma anche di prodotti d’uso e di design industriale da parte ad esempio della fabbrica Jugokeramika, che tra gli anni Sessanta e Settanta presentò ceramiche di Marta Šribar e Dragica Perhač-Hercigonja. Nella sezione “prodotti d’uso e funzionali” si distinse nell’edizione del 1976 Lidija Popović con l’assegnazione della Medaglia d'oro della Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane di Milano.
Altri importanti riconoscimenti furono conseguiti da artisti dell’Adriatico orientale con la Medaglia d'oro a Ljubiša Petrović nel 1965, il Premio-acquisto LIONS a Hanibal Salvaro-Hani nel 1977 e in tempi più recenti (2005) la Targa della C.C.I.A.A. di Ravenna a Srdjan Vukajlović.
Una importante occasione di collaborazione con i paesi dell’Adriatico orientale si è presentata nel 2006-2008 con l’attuazione del progetto INTERREG “Sistema Ceramico Adriatico” (S.C.A.), che ha visto il coinvolgimento, accanto al MIC, del Museo di Arti Applicate di Belgrado, del Museo di Arti e Mestieri di Zagabria e dell’Accademia delle Arti, Facoltà di Arti Figurative di Tirana, quali partner stranieri.
La mostra è affiancata da una sezione didattica, formulata con la collaborazione di artisti, partner, associazioni e istituti di cultura, che contribuisce ad ampliare il quadro conoscitivo delle opere e degli artisti.
Gianmaria Potenza, l’artista veneziano che ha reinventato il concetto di mosaico e ha dato nuova forma e vita al vetro e al bronzo, sbarca per la prima volta nella città di Faenza con una personale che riassume i momenti più significativi della sua lunga carriera.
Da sabato 26 giugno infatti, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, la più grande raccolta tipologica al mondo dedicata alla ceramica, ospita al suo ingresso cinque grandi sculture di Gianmaria Potenza selezionate appositamente per l’occasione. Le cinque opere in bronzo - nello specifico, Mondo in croce, Torre n.3, Seme d’Orzo, Torre n.1, Riflesso - sono state realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, di cui Potenza è uno dei maestri riconosciuti a livello internazionale.
La scultura in bronzo è un tema particolarmente caro all’artista, che, nella sua collocazione, ricerca con grande coerenza e continuità una integrazione con l’architettura, una modalità progettuale che l’artista porta avanti in tutto il percorso della sua importante carriera artistica. Sculture, le sue, anche monumentali che cerca di inserire nel progetto e nello spazio architettonico in una sinergia che si viene a creare per la capacità di Potenza di progettare insieme all’architetto e non di intervenire a posteriori sulla realtà ormai cristallizzata dell’edificio ultimato. Scultura come elemento progettuale che esalta la fruizione dello spazio architettonico o dell’urban design e al tempo stesso viene valorizzata da una collocazione “pensata” e non casuale.
Delle tante possibili modalità di trattare il tema scultoreo a scala urbana, di grande complessità e potere seduttivo, l’esposizione su Potenza ha percorso quella di presentare una serie di opere in bronzo con due chiavi di lettura, la ricerca della perfezione delle forme possenti e irriducibili della sfera o del parallelepipedo e le superfici, su cui la luce va a interagire, dove invece il racconto si fa vibrante per un’alternarsi di elementi, lucidi dai bagliori dell’oro e opachi, e di segni di un alfabeto sconosciuto che ci sembra racchiudere segreti non decifrabili di civiltà remote e ormai perdute
Un autore capace inoltre di avere una fortissima identità e coerenza formale ma al tempo stesso amare sperimentare materiali e tecniche artistiche. La tessera a mosaico, come elemento compositivo in vari supporti materici, e il vetro, come medium ricorrente e prezioso, sono due elementi profondamente veneziani che l’artista ha fatto suoi. Il mosaico è sempre presente a volte nella giustapposizione di elementi dalla variabile dimensione, spessore e colore altre volte come modo di trattare le superfici ad esempio nel bronzo o nelle carte. Il vetro, come elemento trasparente e particolarmente interattivo con la luce, è spesso presente, quasi un accento di magia, un segno prezioso di venezianità riconoscibile a qualsiasi latitudine.
La mostra a cura di Laura Villani, allestita nella suggestiva galleria esterna del Museo su un fondale lussureggiante di rampicanti dalle foglie verdissime, sembra costituire quasi un’emblematica proposta, al di là della temporaneità di una mostra, di come la scultura potrebbe costituire un elemento di caratterizzazione, di complessità e di arricchimento culturale delle nostre città.
Una riflessione sul ruolo della scultura che il museo propone e che sarebbe interessante ipotizzare come elemento imprescindibile di ogni edificio che viene ideato e costruito e dove l’arte può divenire strumento progettuale che pervade il nostro quotidiano, il mondo del lavoro, dello svago o della meditazione e religiosità. La mostra, intende così essere l’occasione, di approfondire una tematica di grande interesse in vari ambiti del contemporaneo per la sfida che la scultura di Potenza realizza opponendo alla caducità della vita la possibilità di ambire all’eternità del bronzo e dell’arte inserita negli spazi dell’architettura.
“Per me è un onore – sottolinea l’artista - aver creato delle opere destinate ad un luogo così prestigioso. Credo che le mie sculture e le opere ospitate nel Museo si sposino alla perfezione”.
Approfondimenti
Gianmaria Potenza: note biografiche
Photogallery
Photogallery: Gianmaria Potenza, ritratto
Photogallery: Mondo in Croce, 2004
Questo nucleo di ceramiche si è venuto a costituire a partire dagli anni Cinquanta, quando affluirono al museo le prime donazioni, soprattutto successive al XVII Concorso Nazionale della Ceramica del 1959. In quell’anno infatti la “sezione internazionale” del Concorso venne dedicata all’allora Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia, accanto a Polonia e Israele. La partecipazione della Jugoslavia venne curata da Olga Klobucar, allora conservatore della Sezione Ceramiche e Vetri del Museo di Arti e Mestieri di Zagabria. Accanto ad una sezione dedicata alla ceramica popolare, venne organizzata una ricca retrospettiva di ceramiche d’arte che vide la partecipazione di un nucleo nutrito di artisti, 25 per l’esattezza, tra i più rappresentativi del panorama artistico jugoslavo: Ivan Tabaković, Milan Kičin, Stella Skopal, Blanka Dužanec, Marta Plazzeriano furono alcuni degli artisti partecipanti.
Dopo l’internazionalizzazione del Concorso, la partecipazione di artisti jugoslavi si è mantenuta intensa e numericamente importante nel corso delle varie edizioni: con la presentazione di ceramiche d’arte, ma anche di prodotti d’uso e di design industriale da parte ad esempio della fabbrica Jugokeramika, che tra gli anni Sessanta e Settanta presentò ceramiche di Marta Šribar e Dragica Perhač-Hercigonja. Nella sezione “prodotti d’uso e funzionali” si distinse nell’edizione del 1976 Lidija Popović con l’assegnazione della Medaglia d'oro della Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane di Milano.
Altri importanti riconoscimenti furono conseguiti da artisti dell’Adriatico orientale con la Medaglia d'oro a Ljubiša Petrović nel 1965, il Premio-acquisto LIONS a Hanibal Salvaro-Hani nel 1977 e in tempi più recenti (2005) la Targa della C.C.I.A.A. di Ravenna a Srdjan Vukajlović.
Una importante occasione di collaborazione con i paesi dell’Adriatico orientale si è presentata nel 2006-2008 con l’attuazione del progetto INTERREG “Sistema Ceramico Adriatico” (S.C.A.), che ha visto il coinvolgimento, accanto al MIC, del Museo di Arti Applicate di Belgrado, del Museo di Arti e Mestieri di Zagabria e dell’Accademia delle Arti, Facoltà di Arti Figurative di Tirana, quali partner stranieri.
La mostra è affiancata da una sezione didattica, formulata con la collaborazione di artisti, partner, associazioni e istituti di cultura, che contribuisce ad ampliare il quadro conoscitivo delle opere e degli artisti.
Gianmaria Potenza, l’artista veneziano che ha reinventato il concetto di mosaico e ha dato nuova forma e vita al vetro e al bronzo, sbarca per la prima volta nella città di Faenza con una personale che riassume i momenti più significativi della sua lunga carriera.
Da sabato 26 giugno infatti, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, la più grande raccolta tipologica al mondo dedicata alla ceramica, ospita al suo ingresso cinque grandi sculture di Gianmaria Potenza selezionate appositamente per l’occasione. Le cinque opere in bronzo - nello specifico, Mondo in croce, Torre n.3, Seme d’Orzo, Torre n.1, Riflesso - sono state realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, di cui Potenza è uno dei maestri riconosciuti a livello internazionale.
La scultura in bronzo è un tema particolarmente caro all’artista, che, nella sua collocazione, ricerca con grande coerenza e continuità una integrazione con l’architettura, una modalità progettuale che l’artista porta avanti in tutto il percorso della sua importante carriera artistica. Sculture, le sue, anche monumentali che cerca di inserire nel progetto e nello spazio architettonico in una sinergia che si viene a creare per la capacità di Potenza di progettare insieme all’architetto e non di intervenire a posteriori sulla realtà ormai cristallizzata dell’edificio ultimato. Scultura come elemento progettuale che esalta la fruizione dello spazio architettonico o dell’urban design e al tempo stesso viene valorizzata da una collocazione “pensata” e non casuale.
Delle tante possibili modalità di trattare il tema scultoreo a scala urbana, di grande complessità e potere seduttivo, l’esposizione su Potenza ha percorso quella di presentare una serie di opere in bronzo con due chiavi di lettura, la ricerca della perfezione delle forme possenti e irriducibili della sfera o del parallelepipedo e le superfici, su cui la luce va a interagire, dove invece il racconto si fa vibrante per un’alternarsi di elementi, lucidi dai bagliori dell’oro e opachi, e di segni di un alfabeto sconosciuto che ci sembra racchiudere segreti non decifrabili di civiltà remote e ormai perdute
Un autore capace inoltre di avere una fortissima identità e coerenza formale ma al tempo stesso amare sperimentare materiali e tecniche artistiche. La tessera a mosaico, come elemento compositivo in vari supporti materici, e il vetro, come medium ricorrente e prezioso, sono due elementi profondamente veneziani che l’artista ha fatto suoi. Il mosaico è sempre presente a volte nella giustapposizione di elementi dalla variabile dimensione, spessore e colore altre volte come modo di trattare le superfici ad esempio nel bronzo o nelle carte. Il vetro, come elemento trasparente e particolarmente interattivo con la luce, è spesso presente, quasi un accento di magia, un segno prezioso di venezianità riconoscibile a qualsiasi latitudine.
La mostra a cura di Laura Villani, allestita nella suggestiva galleria esterna del Museo su un fondale lussureggiante di rampicanti dalle foglie verdissime, sembra costituire quasi un’emblematica proposta, al di là della temporaneità di una mostra, di come la scultura potrebbe costituire un elemento di caratterizzazione, di complessità e di arricchimento culturale delle nostre città.
Una riflessione sul ruolo della scultura che il museo propone e che sarebbe interessante ipotizzare come elemento imprescindibile di ogni edificio che viene ideato e costruito e dove l’arte può divenire strumento progettuale che pervade il nostro quotidiano, il mondo del lavoro, dello svago o della meditazione e religiosità. La mostra, intende così essere l’occasione, di approfondire una tematica di grande interesse in vari ambiti del contemporaneo per la sfida che la scultura di Potenza realizza opponendo alla caducità della vita la possibilità di ambire all’eternità del bronzo e dell’arte inserita negli spazi dell’architettura.
“Per me è un onore – sottolinea l’artista - aver creato delle opere destinate ad un luogo così prestigioso. Credo che le mie sculture e le opere ospitate nel Museo si sposino alla perfezione”.
Approfondimenti
Gianmaria Potenza: note biografiche
Photogallery
Photogallery: Gianmaria Potenza, ritratto
Photogallery: Mondo in Croce, 2004
26
giugno 2010
Fra i Balcani e l’Adriatico / Gianmaria Potenza
Dal 26 giugno al 29 agosto 2010
arti decorative e industriali
Location
MIC – MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE
Faenza, Viale Alfredo Baccarini, 19, (Ravenna)
Faenza, Viale Alfredo Baccarini, 19, (Ravenna)
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