Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Frammenti
La galleria Wunderkammer, con questa esposizione, vuole presentare al pubblico tre giovani artisti che che, cimentandosi con un gioco di materiali e di ricerca, propongono un percorso gradevole nel mondo dell’astrazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Wunderkammer, con questa esposizione, vuole presentare al pubblico tre giovani artisti che che, cimentandosi con un gioco di materiali e di ricerca, propongono un percorso gradevole nel mondo dell’astrazione. Si parte dai lavori di Fabbris, tutti giocati tra il pittorico ed il concettuale, commistioni di differenti superfici e materiali che si sovrappongono al fine di creare una sorta di intreccio tra storie e tempi differenti nei quali ad avere la funzione narrante sono colori ed armonie di linee. Si passapoi ai lavori dell’esordiente Denise Pani. Giovanissima ma ricca di talento gioca con il tessuto e ne fa elemento portante e soggetto delle sue opere, coloratissime e ricche di armonie dolci e musicali. A chiudere questo alternarsi di tecniche e materiali è poi Sara Scaglia. Artista, anch’essa giovanissima, ma non proprio alla prima esperienza, presenta in questa occasione una serie di lavori inediti. Si tratta di puzzle bianchi, nei quali il candore della superficie è interrotto solo dalla linea che viene a crearsi naturalmente nell’assemblaggio dei vari pezzi. I materiali anche qui sono i protagonisti, esattamente come lo è il concetto che sta dietro alla (s)composizione di una superficie priva di segno ed alla sua frammentazione.
ALESSANDRO FABBRIS
Si laurea in pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di torino nel 2003 ma, già negli anni precedenti inizia ad esporre in mostre collettive e personali ottenendo buoni successi di pubblico e di critica. Ultimamente unisce alla sua personale ricerca pittorica lo studio della fotografia e la progettazione di installazioni di grandi dimensioni.
Tra le sue esposizioni si ricordano:
2000 “Eremi silenzi e voci”, complesso archeologico la Civitella, Chieti
2001 “Premio giovani artisti fondazione Gaetano Morgese”, Terlizzi, Bari
2001 “Patchwork3”, Accademia Albertina, Torino
2002 “Artisti a Torino, spazio under 30”, Torino Esposizioni, Torino
2003 “In Primis”, galleria Postart, Milano. A cura di Renato Galbusera
2003 “Pensieri d’arte sotto l’albero”, galleria Wunderkammer, Torino
2004 “premio Morlotti Imbersago”, Imbersago, Lecco
2004 “L’imperio della Luce”, Pieve di San Pietro, Settimo Torinese, a cura di Renato Galbusera e Antonio dall’Igna
2005 “wunderkammer”, galleria Wunderkamme, Torino. A cura di Edoardo Di Mauro
2005 “Autunno astratto”, galleria Wunderkammer, Torino.
La ricerca attuata da Alessandro Fabbris - che dalla fine del 2004 fino ad oggi è coerentemente perseguita attraverso il ciclo “Anatomia di un processo narrativo” - consiste in una riflessione sul linguaggio comunicativo dell’opera d’arte in relazione alla narrazione contemporanea; una serie di sovrapposizioni di immagini e segni dipinti narrano intrecci di storie e di tempi. Il tempo, nella narrazione contemporanea, verte proprio su questo principio: l’avvento della cibernetica e della realtà virtuale, nonché della computer grafica, danno la possibilità di leggere simultaneamente storie sviluppate su piani differenti e con linguaggi differenti, come nel cinema di Greenway. Metafora del nostro apprendimento è quindi quella di mettere insieme esperienze diverse seguendo percorsi spesso casuali e consequenziali.
I lavori pittorici vengono eseguiti su supporti trasparenti e successivamente sovrapposti. Il linguaggio pittorico espresso in queste opere, attraverso le sue due forme grammaticali principali ed elementari (il segno ed il colore), si intreccia e si inter-scambia su stratificazioni di fogli d’acetato o lastre di plexiglas trasparente (precedentemente sezionati e poi ri-assemblati in un processo grammaticale meditato) narra un racconto consequenziale fatto di rimandi e di evocazioni. Un percorso meditato che fornisce allo spettatore una linea di lettura aperta, così come aperto risulta il tempo di fruibilità di un dato oggetto nello spazio reale. Nella diversità dei supporti e dei materiali usati la pittura si manifesta in un gioco di trasparenze, analisi e sovrapposizioni. Ne deriva un linguaggio frammentato, lirico, analitico e seducente che gioca la metafora dell’arte contemporanea.
DENISE PANI
Autrice giovanissima ed alla sua prima esperienza pubblica Denise arriva da un percorso formativo piuttosto lontano dalle arti figurative e plastiche, per le quali però manifesta un reale e profondo interesse che sfocia, nel corso degli ultimi anni, in una forma creativa personale e particolarissima. Suoi maestri si possono trovare nel meglio del pop anni Settanta e Ottanta ma anche nell’arte povera italiana e poi ancora avanguardie storiche e neoavanguardie e tutto quanto le sia capitato di vedere e gustare con passione e curiosità in gallerie private, musei, studi di artisti e spazi di ogni genere. Un cammino che l’ha portata a “giocare” con i materiali, a “raccontarsi” delle storie partendo da singoli frammenti di tessuto, da scampoli o da grosse pezze, da vecchi abiti o da fili assolutamente nuovi. Queste sue storie poi si sono tradotte in messaggi visuali di colori e forme che, non necessariamente, appariranno allo spettatore nella più completa chiarezza ma che, forse, si sveleranno ad uno sguardo attento e coinvolto.
Stoffe colorate si affiancano e si sovrappongono in composizioni cromatiche dalle forme semplici e immediate. Quadrati e rettangoli, dai colori brillanti, si uniscono a stoffe cangianti che irradiano armoniosamente lo spazio.
Il tutto vibra in una dimensione giocosa e fiabesca, pura concretizzazione della propria fantasia e costante desiderio di perdersi in pensieri dalle innumerevoli sfumature e forme.
Le opere presenti in questa mostra sono realizzate con stoffe dalla diversa trama: organze e sete indiane si accostano a tele di cotone e fodere di raso. A queste si sovrappongono percorsi di fili colorati spesso lasciati molli in riferimento ai caratteristici punti sartoriali.
Prima di esser cucito a macchina, ogni elemento viene accuratamente imbastito per valutare e stabilire i giusti rapporti di proporzione e spazialità dell’opera.
Talvolta imbottite, le composizioni sembrano ricordare morbidi cuscini: un invito all’intimità del sogno e della fantasia.
Il desiderio dell’uomo di affermarsi all’interno di questo gioioso contesto si manifesta, nelle composizioni, attraverso forme più dinamiche e sinuose che ricordano i cartamodelli utilizzati per la realizzazione degli abiti. Tali rimandi, però, non assumono un valore estetico (dato dall’immediata associazione stoffa-abito), ma fanno da tramite per condurre alla figura umana.
Denise Pani
SARA SCAGLIA
Diplomata al “Liceo artistico Renato Cottini ” nel 1996, prosegue gli studi artistici alla “Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ” conseguendo il laureandosi nel 2003. Perfeziona e impara la tecnica di stampa calcografica policroma collaborando con Mary Morgillo. Attualmente lavora come stampatrice per lei e per altri incisori del panorama torinese.
Tra le sue esposizioni si ricordano:
1995 “Galleria TeArt” espone ospite all’interno della mostra di pittura di Massimo Scaglia
2001 “L’Arte nei luoghi del Festival”, arte contemporanea al Teatro Nuovo di Torino
2002 “III biennale di pittura premio Felice Casorati”, Comune di Pavarolo, Torino
2003 “Biennale degli incisori italiani”, Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne. Comune di Bagnacavallo, Ravenna.
In questo ciclo di opere, il cui titolo è Soluzioni, indago “la potenzialità del divenire”. L’attenzione si focalizza sul puzzle, oggetto che per antonomasia, nella comune percezione, da sempre rappresenta l’ordine assoluto, frammenti per la ricerca dell’immagine. A partire da ciò, unitamente alla fertile e spaziosa figura del bianco, determinando la semplificazione dell’atto pittorico, ho creato una non immagine. Il ribaltamento della funzione dell’oggetto diviene fulcro di un’indagine artistica, che invita a un approccio soggettivo alla realtà delle immagini negandone fattezze preordinate, per lasciare che l’osservatore trovi da sé il significante. I nostri sensi sono continuamente ammorbati da stimoli che avidamente cercano di catturarne l’attenzione. Soluzioni si propone come “luogo” ricostututivo-contemplativo dei sensi, per lasciare spazio alle infinite possibilità visive e creative che la mente, dal bianco, sviluppa restituendoci un insieme fisico compiuto.
ALESSANDRO FABBRIS
Si laurea in pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di torino nel 2003 ma, già negli anni precedenti inizia ad esporre in mostre collettive e personali ottenendo buoni successi di pubblico e di critica. Ultimamente unisce alla sua personale ricerca pittorica lo studio della fotografia e la progettazione di installazioni di grandi dimensioni.
Tra le sue esposizioni si ricordano:
2000 “Eremi silenzi e voci”, complesso archeologico la Civitella, Chieti
2001 “Premio giovani artisti fondazione Gaetano Morgese”, Terlizzi, Bari
2001 “Patchwork3”, Accademia Albertina, Torino
2002 “Artisti a Torino, spazio under 30”, Torino Esposizioni, Torino
2003 “In Primis”, galleria Postart, Milano. A cura di Renato Galbusera
2003 “Pensieri d’arte sotto l’albero”, galleria Wunderkammer, Torino
2004 “premio Morlotti Imbersago”, Imbersago, Lecco
2004 “L’imperio della Luce”, Pieve di San Pietro, Settimo Torinese, a cura di Renato Galbusera e Antonio dall’Igna
2005 “wunderkammer”, galleria Wunderkamme, Torino. A cura di Edoardo Di Mauro
2005 “Autunno astratto”, galleria Wunderkammer, Torino.
La ricerca attuata da Alessandro Fabbris - che dalla fine del 2004 fino ad oggi è coerentemente perseguita attraverso il ciclo “Anatomia di un processo narrativo” - consiste in una riflessione sul linguaggio comunicativo dell’opera d’arte in relazione alla narrazione contemporanea; una serie di sovrapposizioni di immagini e segni dipinti narrano intrecci di storie e di tempi. Il tempo, nella narrazione contemporanea, verte proprio su questo principio: l’avvento della cibernetica e della realtà virtuale, nonché della computer grafica, danno la possibilità di leggere simultaneamente storie sviluppate su piani differenti e con linguaggi differenti, come nel cinema di Greenway. Metafora del nostro apprendimento è quindi quella di mettere insieme esperienze diverse seguendo percorsi spesso casuali e consequenziali.
I lavori pittorici vengono eseguiti su supporti trasparenti e successivamente sovrapposti. Il linguaggio pittorico espresso in queste opere, attraverso le sue due forme grammaticali principali ed elementari (il segno ed il colore), si intreccia e si inter-scambia su stratificazioni di fogli d’acetato o lastre di plexiglas trasparente (precedentemente sezionati e poi ri-assemblati in un processo grammaticale meditato) narra un racconto consequenziale fatto di rimandi e di evocazioni. Un percorso meditato che fornisce allo spettatore una linea di lettura aperta, così come aperto risulta il tempo di fruibilità di un dato oggetto nello spazio reale. Nella diversità dei supporti e dei materiali usati la pittura si manifesta in un gioco di trasparenze, analisi e sovrapposizioni. Ne deriva un linguaggio frammentato, lirico, analitico e seducente che gioca la metafora dell’arte contemporanea.
DENISE PANI
Autrice giovanissima ed alla sua prima esperienza pubblica Denise arriva da un percorso formativo piuttosto lontano dalle arti figurative e plastiche, per le quali però manifesta un reale e profondo interesse che sfocia, nel corso degli ultimi anni, in una forma creativa personale e particolarissima. Suoi maestri si possono trovare nel meglio del pop anni Settanta e Ottanta ma anche nell’arte povera italiana e poi ancora avanguardie storiche e neoavanguardie e tutto quanto le sia capitato di vedere e gustare con passione e curiosità in gallerie private, musei, studi di artisti e spazi di ogni genere. Un cammino che l’ha portata a “giocare” con i materiali, a “raccontarsi” delle storie partendo da singoli frammenti di tessuto, da scampoli o da grosse pezze, da vecchi abiti o da fili assolutamente nuovi. Queste sue storie poi si sono tradotte in messaggi visuali di colori e forme che, non necessariamente, appariranno allo spettatore nella più completa chiarezza ma che, forse, si sveleranno ad uno sguardo attento e coinvolto.
Stoffe colorate si affiancano e si sovrappongono in composizioni cromatiche dalle forme semplici e immediate. Quadrati e rettangoli, dai colori brillanti, si uniscono a stoffe cangianti che irradiano armoniosamente lo spazio.
Il tutto vibra in una dimensione giocosa e fiabesca, pura concretizzazione della propria fantasia e costante desiderio di perdersi in pensieri dalle innumerevoli sfumature e forme.
Le opere presenti in questa mostra sono realizzate con stoffe dalla diversa trama: organze e sete indiane si accostano a tele di cotone e fodere di raso. A queste si sovrappongono percorsi di fili colorati spesso lasciati molli in riferimento ai caratteristici punti sartoriali.
Prima di esser cucito a macchina, ogni elemento viene accuratamente imbastito per valutare e stabilire i giusti rapporti di proporzione e spazialità dell’opera.
Talvolta imbottite, le composizioni sembrano ricordare morbidi cuscini: un invito all’intimità del sogno e della fantasia.
Il desiderio dell’uomo di affermarsi all’interno di questo gioioso contesto si manifesta, nelle composizioni, attraverso forme più dinamiche e sinuose che ricordano i cartamodelli utilizzati per la realizzazione degli abiti. Tali rimandi, però, non assumono un valore estetico (dato dall’immediata associazione stoffa-abito), ma fanno da tramite per condurre alla figura umana.
Denise Pani
SARA SCAGLIA
Diplomata al “Liceo artistico Renato Cottini ” nel 1996, prosegue gli studi artistici alla “Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ” conseguendo il laureandosi nel 2003. Perfeziona e impara la tecnica di stampa calcografica policroma collaborando con Mary Morgillo. Attualmente lavora come stampatrice per lei e per altri incisori del panorama torinese.
Tra le sue esposizioni si ricordano:
1995 “Galleria TeArt” espone ospite all’interno della mostra di pittura di Massimo Scaglia
2001 “L’Arte nei luoghi del Festival”, arte contemporanea al Teatro Nuovo di Torino
2002 “III biennale di pittura premio Felice Casorati”, Comune di Pavarolo, Torino
2003 “Biennale degli incisori italiani”, Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne. Comune di Bagnacavallo, Ravenna.
In questo ciclo di opere, il cui titolo è Soluzioni, indago “la potenzialità del divenire”. L’attenzione si focalizza sul puzzle, oggetto che per antonomasia, nella comune percezione, da sempre rappresenta l’ordine assoluto, frammenti per la ricerca dell’immagine. A partire da ciò, unitamente alla fertile e spaziosa figura del bianco, determinando la semplificazione dell’atto pittorico, ho creato una non immagine. Il ribaltamento della funzione dell’oggetto diviene fulcro di un’indagine artistica, che invita a un approccio soggettivo alla realtà delle immagini negandone fattezze preordinate, per lasciare che l’osservatore trovi da sé il significante. I nostri sensi sono continuamente ammorbati da stimoli che avidamente cercano di catturarne l’attenzione. Soluzioni si propone come “luogo” ricostututivo-contemplativo dei sensi, per lasciare spazio alle infinite possibilità visive e creative che la mente, dal bianco, sviluppa restituendoci un insieme fisico compiuto.
02
maggio 2006
Frammenti
Dal 02 al 27 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA WUNDERKAMMER
Torino, Via Eusebio Bava, 6F, (Torino)
Torino, Via Eusebio Bava, 6F, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10-12 e 15.30-19
Vernissage
2 Maggio 2006, ore 18,30
Autore