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Frammenti di un discorso artistico. Generazioni e segni a confronto
La capacità del lavoro di questi artisti è di incuriosire, provocare piacere estetico, di attivare attenzione, di intrigare la mente o di testimoniare in modo originale lo spirito del tempo moderno.
Comunicato stampa
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Questa collettiva, con la sua pluralità di sguardi e spunti ispirativi,offre un angolo visuale aperto ad opportunità relazionali e investigative non solo per il fruitore, ma anche per gli stessi artisti.
Anche se non è intendimento di questa mostra proporre artisti che hanno sposato poetiche particolari o proporre inserimenti in correnti e collocazioni precise nell’ambito della storia dell’arte contemporanea, ne collegare tracce nascoste tra gli autori, o far intuire parentele, ascendenze o discendenze di alto lignaggio, tuttavia la mission della collettiva vuole essere un’occasione di avvicinamento ad artisti di generazioni e poetiche ispiratrici differenti, senza speciose mediazioni filologiche e senza infingimenti critici.
Gli artisti sono stati scelti per la capacità del loro lavoro di incuriosire, di provocare piacere estetico, di attivare attenzione, di intrigare la mente o di testimoniare in modo originale lo spirito del tempo moderno. Ognuno di loro (chi con la pittura, la fotografia, la scultura o l’installazione) approfondisce la conoscenza del proprio vissuto percorrendo l’inesausto cammino di ricerca tra il colore e la costruzione di nuovi universi con le cromie più svariate, fino alla dissoluzione del tratto nell’entità fisica dei pigmenti pittorici. Taluni giocano con la luce e le sue vibrazioni ottiche più inquietanti e trasgressive o tracciano segni o plasmano la materia o inventano architetture spaziali. Altri danno vita a forme di disegno con calligrafica precisione: un nuovo ornato o un arabesco stilizzato. Oppure sanno proporsi con una sorta di scrittura concettuale dove il segno non è più la descrizione del reale, ma la dimensione dell’esistente avulso dal giudizio temporale.
Le opere in galleria si accomodano le une alle altre come nel luogo privato di una collezione domestica. Insieme innescano una sorta di dialogo. Un colloquio dove ci pare si realizzi un sottile scambio poetico tra gli autori, quasi una forma di dono reciproco. Da tutto ciò si attiva una speciale energia creatrice capace di sancire nuove amicizie e fattive collaborazioni.
Artisti in mostra:
Blaganò Francesco: propone nei suoi quadri un linguaggio duro, aspro ed esasperato proposto con un segno incisivo, con forme eccessive e con colori acidi. Privilegiando il lato emotivo della sua personalità descrive, in forma concettuale, le tensioni liberatorie, violente e aggressive della società contemporanea.
Ceccarelli Neri: le sue opere sono costruite con complessi procedimenti tecnici e articolati situazioni installative. Utilizza i più avvertiti linguaggi metropolitani, dove il segno, la traccia e le ombre profonde sono elementi di un alfabeto inconfondibile che va dalla street art alla pop art al medialismo.
Ciotti Valeria: La figura femminile è rappresentata come l’anima pulsante del mondo. L’immagine pittorica, seppure semplificata, vibra con potente sensualità e la sintesi di colore e forme diviene metafora della forza seduttiva dei sensi, della bramosia del desiderio, con forti implicazioni mentali e non solo erotiche.
De Donatis Salvatore: dalla materia si libera un grido lungo e rabbioso, quasi un ruggito iroso e collerico, sta a significare l’alienante asprezza del vivere in un mondo che ha perso oltre la sua classica bellezza anche l’umanità e la gioia di vivere.
Mauro Franco: la sua pittura aniconica, materica, condensata e ruvida è illuminata da una luce radente. Innesti di materiali extrartistici trasformano il substrato grumoso: con una trama grezza e un colore intenso, in una forza magmatica, tellurica, in grado di dare ai soggetti la solidità di sculture e nel frattempo ricordarci la spiazzante asprezza della ricerca esistenziale.
Olivetti Anita: presenta forme dai contorni evanescenti, immagini riconducibili a strane creature degli abissi di terrificante bellezza, diventano nella sua arte visioni astratte, linee luminose, grafismi plastici. Un monito a guardare oltre il caos spaventoso del nostro inconscio e della società attuale per costruire un mondo che va oltre l’inorganico e il biologico, in direzione di un anelito spirituale.
Tessari Gianni: porta avanti una critica al razionalismo tecnologico con forme geometriche, ortogonali, severe e rigide. Sopra le sue costruzioni architettoniche immaginarie fluttuano, come graffiti murali, monogrammi di una lingua perduta. E’ un’arte attenta alle nuove istanze sociali e aperta a un futuro foriero di nuove speranze.
Toscano Roberta: con ragnatele fissate su carta, sonda quell’universo organico che ha le potenzialità di evocare immagini di mondi interiori in bilico fra memorie e ricordi fra sogno e realtà: Un fantasma figurativo sospeso nel vuoto anela a concrete certezze oltre l’incubo del vuoto psichico, oltre le contraddizioni esistenziali.
Anche se non è intendimento di questa mostra proporre artisti che hanno sposato poetiche particolari o proporre inserimenti in correnti e collocazioni precise nell’ambito della storia dell’arte contemporanea, ne collegare tracce nascoste tra gli autori, o far intuire parentele, ascendenze o discendenze di alto lignaggio, tuttavia la mission della collettiva vuole essere un’occasione di avvicinamento ad artisti di generazioni e poetiche ispiratrici differenti, senza speciose mediazioni filologiche e senza infingimenti critici.
Gli artisti sono stati scelti per la capacità del loro lavoro di incuriosire, di provocare piacere estetico, di attivare attenzione, di intrigare la mente o di testimoniare in modo originale lo spirito del tempo moderno. Ognuno di loro (chi con la pittura, la fotografia, la scultura o l’installazione) approfondisce la conoscenza del proprio vissuto percorrendo l’inesausto cammino di ricerca tra il colore e la costruzione di nuovi universi con le cromie più svariate, fino alla dissoluzione del tratto nell’entità fisica dei pigmenti pittorici. Taluni giocano con la luce e le sue vibrazioni ottiche più inquietanti e trasgressive o tracciano segni o plasmano la materia o inventano architetture spaziali. Altri danno vita a forme di disegno con calligrafica precisione: un nuovo ornato o un arabesco stilizzato. Oppure sanno proporsi con una sorta di scrittura concettuale dove il segno non è più la descrizione del reale, ma la dimensione dell’esistente avulso dal giudizio temporale.
Le opere in galleria si accomodano le une alle altre come nel luogo privato di una collezione domestica. Insieme innescano una sorta di dialogo. Un colloquio dove ci pare si realizzi un sottile scambio poetico tra gli autori, quasi una forma di dono reciproco. Da tutto ciò si attiva una speciale energia creatrice capace di sancire nuove amicizie e fattive collaborazioni.
Artisti in mostra:
Blaganò Francesco: propone nei suoi quadri un linguaggio duro, aspro ed esasperato proposto con un segno incisivo, con forme eccessive e con colori acidi. Privilegiando il lato emotivo della sua personalità descrive, in forma concettuale, le tensioni liberatorie, violente e aggressive della società contemporanea.
Ceccarelli Neri: le sue opere sono costruite con complessi procedimenti tecnici e articolati situazioni installative. Utilizza i più avvertiti linguaggi metropolitani, dove il segno, la traccia e le ombre profonde sono elementi di un alfabeto inconfondibile che va dalla street art alla pop art al medialismo.
Ciotti Valeria: La figura femminile è rappresentata come l’anima pulsante del mondo. L’immagine pittorica, seppure semplificata, vibra con potente sensualità e la sintesi di colore e forme diviene metafora della forza seduttiva dei sensi, della bramosia del desiderio, con forti implicazioni mentali e non solo erotiche.
De Donatis Salvatore: dalla materia si libera un grido lungo e rabbioso, quasi un ruggito iroso e collerico, sta a significare l’alienante asprezza del vivere in un mondo che ha perso oltre la sua classica bellezza anche l’umanità e la gioia di vivere.
Mauro Franco: la sua pittura aniconica, materica, condensata e ruvida è illuminata da una luce radente. Innesti di materiali extrartistici trasformano il substrato grumoso: con una trama grezza e un colore intenso, in una forza magmatica, tellurica, in grado di dare ai soggetti la solidità di sculture e nel frattempo ricordarci la spiazzante asprezza della ricerca esistenziale.
Olivetti Anita: presenta forme dai contorni evanescenti, immagini riconducibili a strane creature degli abissi di terrificante bellezza, diventano nella sua arte visioni astratte, linee luminose, grafismi plastici. Un monito a guardare oltre il caos spaventoso del nostro inconscio e della società attuale per costruire un mondo che va oltre l’inorganico e il biologico, in direzione di un anelito spirituale.
Tessari Gianni: porta avanti una critica al razionalismo tecnologico con forme geometriche, ortogonali, severe e rigide. Sopra le sue costruzioni architettoniche immaginarie fluttuano, come graffiti murali, monogrammi di una lingua perduta. E’ un’arte attenta alle nuove istanze sociali e aperta a un futuro foriero di nuove speranze.
Toscano Roberta: con ragnatele fissate su carta, sonda quell’universo organico che ha le potenzialità di evocare immagini di mondi interiori in bilico fra memorie e ricordi fra sogno e realtà: Un fantasma figurativo sospeso nel vuoto anela a concrete certezze oltre l’incubo del vuoto psichico, oltre le contraddizioni esistenziali.
28
giugno 2011
Frammenti di un discorso artistico. Generazioni e segni a confronto
Dal 28 giugno al 20 luglio 2011
arte contemporanea
Location
VELAN
Torino, Via Saluzzo, 64, (Torino)
Torino, Via Saluzzo, 64, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16 - 19
Vernissage
28 Giugno 2011, ore 18,30
Autore
Curatore