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Franca Silva – Uomini con-turbanti
Franca Silva ha colto e restituito ciò che più conta in un ritratto d’autore: i personaggi, con la loro taratura fisionomica e psicologica, non hanno sofferto contaminazioni dal turbante che è rimasto un semplice accessorio.Un pretesto per stare al gioco, davvero ben condotto dall’artista.
Comunicato stampa
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Franca Silva me fecit aprile 2012.
Als Ich Can (Faccio come posso) con questo gioco di parole dipinte, come se fossero incise nel legno, in alto a sinistra sul ritratto dell’“Uomo con turbante”, Jan Van Eyck timbrava la sua opera. Come in altri casi. Non contento scriveva, in basso con la stessa grafia, la sua insolita firma: “Jan Van Eyck me fecit 21 ottobre 1433”. Si divertiva il maestro! Amava il gioco. Come gli undici professionisti bergamaschi che hanno aderito alla proposta di giocare con Franca Silva: un avvocato, un giornalista, un attore, un ingegnere, e gli altri. Scelti dall’artista perché amici, o solo perché barbuti (!) come il ritratto di Van Eyck che pare, non si è sicuri, fosse il suo. L’autoritratto. Un gioco intrigante e coraggioso per i modelli e per l’artista. Una sfida. Lasciarsi travestire, cambiare sembianze, mettersi in maschera, mettersi
in mostra, farsi interpretare. Straordinario il risultato dell’indagine fisionomica, ma soprattutto di quella psicologica. Il mestiere di Franca Silva salta fuori tutto. Con la sua esperienza maturata sul campo con le ormai celebri “citazioni”. Con i suoi giochi dissacranti anche personaggi illustri: da Scalfari a Forattini; da Chiambretti a Ottavia Piccolo, a “Silvio”, tanto per stare nel genere dello spettacolo. Il travestimento, uguale per tutti, è l’occasione, paradossalmente, per mettere a nudo i soggetti. Per non distrarsi dall’abbigliamento che spesso camuffa il monaco. Undici ritratti tutti uguali nella dimensione e nel travestimento. Ritratti della stessa dimensione dell’originale, quello di Van Eyck, assai piccoli. Anche per questo ancor più insidiosi per l’autrice, per tradurre i caratteri introspettivi, più che quelli fisionomici. Grande il rischio della caricatura. Basta una pennellata, una sfumatura, un tono e il gioco non riesce. E il lavoro puntiglioso dell’autrice va in fumo: le sue foto fatte e rifatte; i suoi schizzi preparatori di cui ne offre un saggio in catalogo, su carta trasparente per aumentarne l’effetto giocoso dell’operazione. Visto da destra, visto da sinistra. Per dare prova della sicurezza. Per fornire argomenti in più di giudizio e di confronto, perché no, con l’uomo con turbante di Van Eyck: senza paragoni improponibili. Naturalmente. A ognuno il suo. Ci mancherebbe. Ma il gioco continua. Gli undici uomini barbuti hanno prestato il loro viso a un turbante famoso e antico. Poteva essere travisato, frainteso. Hanno partecipato al gioco, lo hanno vinto tutti a pari merito. Di tutti Franca ha colto e restituito ciò che più conta in un ritratto d’autore. Ciò che viene prima della fisionomia e che anzi la plasma. Ben ci sta la lineetta che stacca il “con” dal “turbanti”: i personaggi con la loro taratura fisionomica e psicologica non hanno sofferto contaminazioni dal turbante, che è rimasto un semplice accessorio. Un pretesto per stare al gioco davvero ben condotto dall’artista.
Cesare Rota Nodari
Als Ich Can (Faccio come posso) con questo gioco di parole dipinte, come se fossero incise nel legno, in alto a sinistra sul ritratto dell’“Uomo con turbante”, Jan Van Eyck timbrava la sua opera. Come in altri casi. Non contento scriveva, in basso con la stessa grafia, la sua insolita firma: “Jan Van Eyck me fecit 21 ottobre 1433”. Si divertiva il maestro! Amava il gioco. Come gli undici professionisti bergamaschi che hanno aderito alla proposta di giocare con Franca Silva: un avvocato, un giornalista, un attore, un ingegnere, e gli altri. Scelti dall’artista perché amici, o solo perché barbuti (!) come il ritratto di Van Eyck che pare, non si è sicuri, fosse il suo. L’autoritratto. Un gioco intrigante e coraggioso per i modelli e per l’artista. Una sfida. Lasciarsi travestire, cambiare sembianze, mettersi in maschera, mettersi
in mostra, farsi interpretare. Straordinario il risultato dell’indagine fisionomica, ma soprattutto di quella psicologica. Il mestiere di Franca Silva salta fuori tutto. Con la sua esperienza maturata sul campo con le ormai celebri “citazioni”. Con i suoi giochi dissacranti anche personaggi illustri: da Scalfari a Forattini; da Chiambretti a Ottavia Piccolo, a “Silvio”, tanto per stare nel genere dello spettacolo. Il travestimento, uguale per tutti, è l’occasione, paradossalmente, per mettere a nudo i soggetti. Per non distrarsi dall’abbigliamento che spesso camuffa il monaco. Undici ritratti tutti uguali nella dimensione e nel travestimento. Ritratti della stessa dimensione dell’originale, quello di Van Eyck, assai piccoli. Anche per questo ancor più insidiosi per l’autrice, per tradurre i caratteri introspettivi, più che quelli fisionomici. Grande il rischio della caricatura. Basta una pennellata, una sfumatura, un tono e il gioco non riesce. E il lavoro puntiglioso dell’autrice va in fumo: le sue foto fatte e rifatte; i suoi schizzi preparatori di cui ne offre un saggio in catalogo, su carta trasparente per aumentarne l’effetto giocoso dell’operazione. Visto da destra, visto da sinistra. Per dare prova della sicurezza. Per fornire argomenti in più di giudizio e di confronto, perché no, con l’uomo con turbante di Van Eyck: senza paragoni improponibili. Naturalmente. A ognuno il suo. Ci mancherebbe. Ma il gioco continua. Gli undici uomini barbuti hanno prestato il loro viso a un turbante famoso e antico. Poteva essere travisato, frainteso. Hanno partecipato al gioco, lo hanno vinto tutti a pari merito. Di tutti Franca ha colto e restituito ciò che più conta in un ritratto d’autore. Ciò che viene prima della fisionomia e che anzi la plasma. Ben ci sta la lineetta che stacca il “con” dal “turbanti”: i personaggi con la loro taratura fisionomica e psicologica non hanno sofferto contaminazioni dal turbante, che è rimasto un semplice accessorio. Un pretesto per stare al gioco davvero ben condotto dall’artista.
Cesare Rota Nodari
14
giugno 2012
Franca Silva – Uomini con-turbanti
Dal 14 al 30 giugno 2012
arte moderna e contemporanea
Location
VIAMORONISEDICI SPAZIOARTE
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 16 , (Bergamo)
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 16 , (Bergamo)
Orario di apertura
Da mercoledì a sabato ore 16.00-19.00
Vernissage
14 Giugno 2012, ore 18.00
Autore