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Francesca di Bonito – Indagine al Presente
Giovane ed intraprendente fotografa di reportage, sperimentatrice e visionaria, Francesca si è diplomata in fotografia presso l’Istituo Europeo di Design a Roma nel giugno dello scorso anno
Comunicato stampa
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“E’ molto spesso inutile andare alla ricerca lontano da noi di quanto è, per chi sa vederlo, più vicino e altrettanto interessante. Che cosa c’è di più misterioso e di più affascinante, di più torbido e di più sereno, di più sensuale e di più puro di un corpo femminile? Una ricerca che abbia questo come soggetto non può che trasformarsi in un viaggio alla ricerca sia di quanto c’è nell’intimo che di quanto emerge nell’esteriorità, sia del suo essere in quanto tale sia, soprattutto, del suo movimento che alterna l’apparire e lo scomparire, il nascondersi e il palesarsi.
Con “Indagine al presente” Francesca Di Bonito non si ferma, tuttavia, alla constatazione del mistero del corpo ma anzi da questo parte per una ricerca più profonda il cui esito è un viaggio che dell’interiorità coglie l’inquietudine e il mistero, della esteriorità privilegia invece il fascino sensuale. Perché il corpo, e la fotografa romana tutto ciò non lo dimentica, è una dimensione che somma fisicità e spiritualità che non devono essere colti come momenti separati dell’esistere (e tanto meno allontanati, privilegiando ora l’uno ora l’altro dei due aspetti), ma vissuti come un insieme inscindibile. Come spesso succede alle giovani autrici di questa generazione così curiosa e inquieta, Francesca Di Bonito sceglie la strada di una ricerca incentrata su di sé e per questa stessa ragione inevitabilmente legata all’immediatezza dello stile e alla sincerità del rapporto con il mondo esterno.
Il fatto stesso di porre se stessa di fronte all’obiettivo per un verso la costringe a rinunciare alla ricerca dell’inquadratura, per l’altro la induce alla scelta consapevole della posa. Viene così a crearsi un affascinante cortocircuito fra la soggettività dell’essere (la volontà di interpretare se stessa) e l’oggettività dell’apparire (quanto appare nel fotogramma), fra il sentirsi oggetto degli sguardi altrui e in contemporanea anche soggetto che indirizza quelli e altri sguardi.
Il gioco non è solo speculare perché Francesca usa il suo corpo per sedurre più dal punto di vista mentale che da quello fisico, parla a quella parte del cervello che si fa condurre in questo percorso fatto di allusioni, indicazioni, sorprese. Ed ecco, quindi, che l’osservatore inizia cogliendo la gentilezza di un braccio posato e di uno sguardo perso, per ritrovarsi poi di fronte alle mutevolezze di un corpo in movimento che ora sfugge a una visione definita, ora si allarga nell’enfasi dei particolari, ora si ricompone negli accostamenti fra diversi elementi fisici creando sovrapposizioni, sottolineature, cancellazioni. Anche lo stile risente di questo procedere esaltando il mosso, giocando con il fuori fuoco, alternando la leggerezza di alcune atmosfere alla forza espressiva e incisiva di altre, cancellando alcune parti, ridisegnandone altre.
Poi tutto converge sull’ultima immagine, sulla polaroid parzialmente immersa nell’acqua, sul corpo che sembra galleggiare e farsi osservare (o forse osservarci) creando una suggestione onirica cui è impossibile sfuggire”
Con “Indagine al presente” Francesca Di Bonito non si ferma, tuttavia, alla constatazione del mistero del corpo ma anzi da questo parte per una ricerca più profonda il cui esito è un viaggio che dell’interiorità coglie l’inquietudine e il mistero, della esteriorità privilegia invece il fascino sensuale. Perché il corpo, e la fotografa romana tutto ciò non lo dimentica, è una dimensione che somma fisicità e spiritualità che non devono essere colti come momenti separati dell’esistere (e tanto meno allontanati, privilegiando ora l’uno ora l’altro dei due aspetti), ma vissuti come un insieme inscindibile. Come spesso succede alle giovani autrici di questa generazione così curiosa e inquieta, Francesca Di Bonito sceglie la strada di una ricerca incentrata su di sé e per questa stessa ragione inevitabilmente legata all’immediatezza dello stile e alla sincerità del rapporto con il mondo esterno.
Il fatto stesso di porre se stessa di fronte all’obiettivo per un verso la costringe a rinunciare alla ricerca dell’inquadratura, per l’altro la induce alla scelta consapevole della posa. Viene così a crearsi un affascinante cortocircuito fra la soggettività dell’essere (la volontà di interpretare se stessa) e l’oggettività dell’apparire (quanto appare nel fotogramma), fra il sentirsi oggetto degli sguardi altrui e in contemporanea anche soggetto che indirizza quelli e altri sguardi.
Il gioco non è solo speculare perché Francesca usa il suo corpo per sedurre più dal punto di vista mentale che da quello fisico, parla a quella parte del cervello che si fa condurre in questo percorso fatto di allusioni, indicazioni, sorprese. Ed ecco, quindi, che l’osservatore inizia cogliendo la gentilezza di un braccio posato e di uno sguardo perso, per ritrovarsi poi di fronte alle mutevolezze di un corpo in movimento che ora sfugge a una visione definita, ora si allarga nell’enfasi dei particolari, ora si ricompone negli accostamenti fra diversi elementi fisici creando sovrapposizioni, sottolineature, cancellazioni. Anche lo stile risente di questo procedere esaltando il mosso, giocando con il fuori fuoco, alternando la leggerezza di alcune atmosfere alla forza espressiva e incisiva di altre, cancellando alcune parti, ridisegnandone altre.
Poi tutto converge sull’ultima immagine, sulla polaroid parzialmente immersa nell’acqua, sul corpo che sembra galleggiare e farsi osservare (o forse osservarci) creando una suggestione onirica cui è impossibile sfuggire”
31
gennaio 2004
Francesca di Bonito – Indagine al Presente
Dal 31 gennaio al 20 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
47TH FLOOR
Roma, Via Di Santa Maria Maggiore, 127, (Roma)
Roma, Via Di Santa Maria Maggiore, 127, (Roma)
Vernissage
31 Gennaio 2004, 18.30