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Francesca Marcolongo – Tempo e mutazione
Utilizzando elementi che vanno da Klimt all’arte bizantina, Francesca Marcolongo ci dice qualcosa
di più sulla contemporaneità, sulla relativizzazione ben rappresentata dal trasformarsi delle cose
e delle persone ma anche sulla bellezza della volitività umana che, pur in presenza di tristezze e
meschinità grandi e piccole, ha attraversato i tempi e le culture
Comunicato stampa
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La linfa che il lavoro artistico di Francesca Marcolongo – trae da Gustav Klimt e dal movimento
della Secessione viennese è evidente nelle sue opere e del resto l’artista dichiara apertamente
il suo amore per quel periodo che già la colse prima ancora di frequentare il liceo artistico.
Pure, osservando i suoi lavori ci vengono in mente anche le opere letterarie di Borges e quelle
cinematografiche di Bunuel.
Nelle opere della Marcolongo, equilibri formali, impatto visivo, in una parola quegli elementi che
potremmo riassumere con la parola bellezza, vanno ottimamente a braccetto con elementi storici,
architettonici e filosofici, il tutto espresso con una considerevole dose di contemporaneità nel
linguaggio.
Ci troviamo di fronte a mondi che hanno una chiara parentela con ciò che vediamo nella nostra
vita o che puo’ esserci capitato o potrà in futuro capitarci di vedere, ma non si tratta certo di
gemelli e neppure di fratelli, possiamo piuttosto pensare a dei cugini e magari non di primo grado.
I riferimenti storici e culturali nei soggetti sono chiari, dai Mandala coniati sull’omonima forma
d’arte filosofico-devozionale propria della cultura buddista tibetana, ai richiami bizantini e la
Marcolongo li utilizza per dare spazio ai ricordi di periodi trascorsi in città dal fascino esotico
quali Granada e Istanbul e alle proprie predilezioni estetiche, quali quella rappresentata dal
mondo del divismo femminile nel cinema dagli anni ’30 agli anni ’60 del Novecento e dalla quale
nasce lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” che talvolta Francesca utilizza. Tutto ciò fa si che vi
siano diversi piani di lettura dell’arte di quest’autrice, nei quali possiamo però riscontrare il filo
conduttore della mutazione. Potremo così spaziare da un piano di lettura relativo alla ciclicità delle
cose, tipico della cultura buddista, a uno sulle possibili letture applicabili ai trasformismi della
moda e dell’arte del trucco che Francesca ha frequentato professionalmente, per arrivare a quello
della cura del particolare, specifica di alcuni generi architettonici, altro campo professionale della
Marcolongo
Servendosi dei suddetti elementi l’opera di Francesca Marcolongo va oltre dicendoci qualcosa
di più sulla contemporaneità, sulla relativizzazione ben rappresentata dal trasformarsi delle cose
e delle persone ma anche sulla bellezza della volitività umana che, pur in presenza di tristezze e
meschinità grandi e piccole, ha attraversato i tempi e le culture.
(testo di Fabrizio Gilardi)
Francesca Marcolongo è nata a Milano nel 1973. Ha studiato, come lei stessa ama dire, negli
ambienti dei licei artistici occupati nella Milano degli anni ’90. Si è poi laureata in architettura al
Politecnico di Milano, frequentando però anche corsi presso l’Accademia di belle arti di Brera e,
per un anno, l’Accademia di belle arti di Granada. Negli anni successivi alla laurea ha frequentato
un workshop di specializzazione a Istanbul e ha viaggiato molto prevalentemente in paesi
mediterranei vistando molti luoghi ricchi di opere con interesse architettonico. Utilizza spesso per i
suoi progetti artistici lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” scelto all’età di 13 anni durante
un’esercitazione di educazione artistica alle scuole medie. Ha esposto al B Art di Milano, alla
galleria di Luca Manganello a Muggiò, al Just Cavalli e a Le Banque a Milano.
L’organizzazione della mostra è di ‘Action art’ e di Alessandro Rizzo.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani
artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria
o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio
Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità,
cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista
ondine Le voci dell’agorà.
della Secessione viennese è evidente nelle sue opere e del resto l’artista dichiara apertamente
il suo amore per quel periodo che già la colse prima ancora di frequentare il liceo artistico.
Pure, osservando i suoi lavori ci vengono in mente anche le opere letterarie di Borges e quelle
cinematografiche di Bunuel.
Nelle opere della Marcolongo, equilibri formali, impatto visivo, in una parola quegli elementi che
potremmo riassumere con la parola bellezza, vanno ottimamente a braccetto con elementi storici,
architettonici e filosofici, il tutto espresso con una considerevole dose di contemporaneità nel
linguaggio.
Ci troviamo di fronte a mondi che hanno una chiara parentela con ciò che vediamo nella nostra
vita o che puo’ esserci capitato o potrà in futuro capitarci di vedere, ma non si tratta certo di
gemelli e neppure di fratelli, possiamo piuttosto pensare a dei cugini e magari non di primo grado.
I riferimenti storici e culturali nei soggetti sono chiari, dai Mandala coniati sull’omonima forma
d’arte filosofico-devozionale propria della cultura buddista tibetana, ai richiami bizantini e la
Marcolongo li utilizza per dare spazio ai ricordi di periodi trascorsi in città dal fascino esotico
quali Granada e Istanbul e alle proprie predilezioni estetiche, quali quella rappresentata dal
mondo del divismo femminile nel cinema dagli anni ’30 agli anni ’60 del Novecento e dalla quale
nasce lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” che talvolta Francesca utilizza. Tutto ciò fa si che vi
siano diversi piani di lettura dell’arte di quest’autrice, nei quali possiamo però riscontrare il filo
conduttore della mutazione. Potremo così spaziare da un piano di lettura relativo alla ciclicità delle
cose, tipico della cultura buddista, a uno sulle possibili letture applicabili ai trasformismi della
moda e dell’arte del trucco che Francesca ha frequentato professionalmente, per arrivare a quello
della cura del particolare, specifica di alcuni generi architettonici, altro campo professionale della
Marcolongo
Servendosi dei suddetti elementi l’opera di Francesca Marcolongo va oltre dicendoci qualcosa
di più sulla contemporaneità, sulla relativizzazione ben rappresentata dal trasformarsi delle cose
e delle persone ma anche sulla bellezza della volitività umana che, pur in presenza di tristezze e
meschinità grandi e piccole, ha attraversato i tempi e le culture.
(testo di Fabrizio Gilardi)
Francesca Marcolongo è nata a Milano nel 1973. Ha studiato, come lei stessa ama dire, negli
ambienti dei licei artistici occupati nella Milano degli anni ’90. Si è poi laureata in architettura al
Politecnico di Milano, frequentando però anche corsi presso l’Accademia di belle arti di Brera e,
per un anno, l’Accademia di belle arti di Granada. Negli anni successivi alla laurea ha frequentato
un workshop di specializzazione a Istanbul e ha viaggiato molto prevalentemente in paesi
mediterranei vistando molti luoghi ricchi di opere con interesse architettonico. Utilizza spesso per i
suoi progetti artistici lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” scelto all’età di 13 anni durante
un’esercitazione di educazione artistica alle scuole medie. Ha esposto al B Art di Milano, alla
galleria di Luca Manganello a Muggiò, al Just Cavalli e a Le Banque a Milano.
L’organizzazione della mostra è di ‘Action art’ e di Alessandro Rizzo.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani
artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria
o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio
Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità,
cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista
ondine Le voci dell’agorà.
02
marzo 2012
Francesca Marcolongo – Tempo e mutazione
Dal 02 marzo al 02 aprile 2012
arte contemporanea
Location
DA LUCA E ANDREA
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 7 antimeridiane alle 2, anch’esse antimeridiane. Chiuso il lunedì mattina
Vernissage
2 Marzo 2012, ore 18.30
Sito web
www.actionart.jimdo.com
Autore
Curatore