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Francesca Pasquali / Laura Renna – Kinesis
I lavori di Pasquali e Renna si relazionano con ALT e la sua collezione attraverso il movimento, dialogando con i Rotoreliefs di Duchamp e le sculture luminose di Calos. Fermatevi, guardate, prendetevi tempo, stupitevi: questo l’appello che l’arte da sempre grida e che oggi è necessario ricordare.
Comunicato stampa
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ALT è acronimo di Arte, Lavoro, Territorio: oltre a rievocare l’origine industriale dello spazio in cui è esposta parte della collezione dell’Architetto Tullio Leggeri, il nome dichiara una precisa visione della ricerca artistica contemporanea.
L’arte è un lavoro duro: produce problemi e domande che non risolve, sollecita. L’arte è territorio: deve sapersi porre in relazione con l’identità di uno spazio, deve stabilire un contatto con la sua specificità, anche per opposizione. Se il luogo è un ex opificio dove il lavoro riempiva gli spazi e le opere esposte appartengono alla collezione di un visionario appassionato l’inserimento temporaneo di due lavori di Francesca Pasquali (Bologna, 1980) e di Laura Renna (San Pietro in Vernotico, Brindisi, 1971) deve saper produrre sollecitazioni ulteriori, dialogando con i percorsi già esistenti e provando, anche, a suggerire nuove letture.
Driing (2013) e Stormo vulgaris (2010), rispettivamente di Francesca Pasquali e Laura Renna, sono due opere in movimento reale. La prima, formata da centinaia di campanelli colorati grazie all’attivazione di sensore e vibratori, si scuote e suona al passaggio del pubblico. Ironia e provocazione: nell’epoca dell’iper-stimolazione visuale, sappiamo cosa stiamo vedendo? Sussultiamo, sorridiamo, ci fermiamo a ri-vederla, concedendo tempo alla nostra esperienza estetica.
Stormo vulgaris è un congegno meccanico che fa volteggiare sedici storni tassidermizzati. Si muove sopra alle nostre teste, in una isterica reiterazione di ali e piume: è un lavoro duro, senza orpelli, dove la natura si muove asetticamente guidata da un motore, sempre nel solito modo, sempre nel solito tempo – quello della macchina. Inquietante, lo stormo di uccelli ci avverte con ruvida grazia che il nostro volteggiare nei giorni può non essere ripetizione stanca, ma reinvenzione creativa del tempo.
I due lavori di Francesca Pasquali e di Laura Renna si relazionano così con il luogo e con le opere esposte anche attraverso una precisa direzione di linguaggio: il movimento. Dialogano così con i Rotoreliefs di Marcel Duchamp e le sculture luminose di Nino Calos. Mentre i primi narrano un film senza trama ,composto da una serie di dischi ottici rotanti che offrono immagini ipnotiche e giochi di parole, scioglilingua, motti apparentemente insensati le opere di Calos accontano la straordinaria ricerca di uno dei protagonisti delle neo-avanguardie ottico-cinetiche: fin dalla fine del secondo dopoguerra seppe utilizzare i proiettori di luce a intermittenza per rendere l’illusione di movimento su superfici costituite da lustrini multicolori applicati su tela. Attraverso le due opere di Pasquali e Renna, la collezione rilegge così
una istanza fondativa dell’arte moderna e contemporanea, quella del movimento.
Ed ecco che anche il nome del Museo ALT si anima di un nuovo, divertito significato: di fronte al moto emozionale,
oltre che visuale, delle opere esposte in movimento, il visitatore deve arrestare il passo. Fermatevi, guardate, prendetevi tempo, stupitevi, ripensatevi: questo l’appello che l’arte da sempre grida, e che forse proprio oggi è necessario ricordare, quando le indagini sul pubblico dei musei denunciano il passaggio veloce, di qualche secondo al massimo, del visitatore davanti ad un’opera. La quale chiede invece di essere esperita nella sua pienezza, nella sua verità, nella sua problematicità, anche.
L’appello è stato lanciato: squilla, trilla, si muove, si dimena. A noi la scelta.
L’arte è un lavoro duro: produce problemi e domande che non risolve, sollecita. L’arte è territorio: deve sapersi porre in relazione con l’identità di uno spazio, deve stabilire un contatto con la sua specificità, anche per opposizione. Se il luogo è un ex opificio dove il lavoro riempiva gli spazi e le opere esposte appartengono alla collezione di un visionario appassionato l’inserimento temporaneo di due lavori di Francesca Pasquali (Bologna, 1980) e di Laura Renna (San Pietro in Vernotico, Brindisi, 1971) deve saper produrre sollecitazioni ulteriori, dialogando con i percorsi già esistenti e provando, anche, a suggerire nuove letture.
Driing (2013) e Stormo vulgaris (2010), rispettivamente di Francesca Pasquali e Laura Renna, sono due opere in movimento reale. La prima, formata da centinaia di campanelli colorati grazie all’attivazione di sensore e vibratori, si scuote e suona al passaggio del pubblico. Ironia e provocazione: nell’epoca dell’iper-stimolazione visuale, sappiamo cosa stiamo vedendo? Sussultiamo, sorridiamo, ci fermiamo a ri-vederla, concedendo tempo alla nostra esperienza estetica.
Stormo vulgaris è un congegno meccanico che fa volteggiare sedici storni tassidermizzati. Si muove sopra alle nostre teste, in una isterica reiterazione di ali e piume: è un lavoro duro, senza orpelli, dove la natura si muove asetticamente guidata da un motore, sempre nel solito modo, sempre nel solito tempo – quello della macchina. Inquietante, lo stormo di uccelli ci avverte con ruvida grazia che il nostro volteggiare nei giorni può non essere ripetizione stanca, ma reinvenzione creativa del tempo.
I due lavori di Francesca Pasquali e di Laura Renna si relazionano così con il luogo e con le opere esposte anche attraverso una precisa direzione di linguaggio: il movimento. Dialogano così con i Rotoreliefs di Marcel Duchamp e le sculture luminose di Nino Calos. Mentre i primi narrano un film senza trama ,composto da una serie di dischi ottici rotanti che offrono immagini ipnotiche e giochi di parole, scioglilingua, motti apparentemente insensati le opere di Calos accontano la straordinaria ricerca di uno dei protagonisti delle neo-avanguardie ottico-cinetiche: fin dalla fine del secondo dopoguerra seppe utilizzare i proiettori di luce a intermittenza per rendere l’illusione di movimento su superfici costituite da lustrini multicolori applicati su tela. Attraverso le due opere di Pasquali e Renna, la collezione rilegge così
una istanza fondativa dell’arte moderna e contemporanea, quella del movimento.
Ed ecco che anche il nome del Museo ALT si anima di un nuovo, divertito significato: di fronte al moto emozionale,
oltre che visuale, delle opere esposte in movimento, il visitatore deve arrestare il passo. Fermatevi, guardate, prendetevi tempo, stupitevi, ripensatevi: questo l’appello che l’arte da sempre grida, e che forse proprio oggi è necessario ricordare, quando le indagini sul pubblico dei musei denunciano il passaggio veloce, di qualche secondo al massimo, del visitatore davanti ad un’opera. La quale chiede invece di essere esperita nella sua pienezza, nella sua verità, nella sua problematicità, anche.
L’appello è stato lanciato: squilla, trilla, si muove, si dimena. A noi la scelta.
16
settembre 2016
Francesca Pasquali / Laura Renna – Kinesis
Dal 16 settembre al 30 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
ALT ARTE LAVORO TERRITORIO – SPAZIO FAUSTO RADICI
Alzano Lombardo, Via C. Acerbis, 12, (Bergamo)
Alzano Lombardo, Via C. Acerbis, 12, (Bergamo)
Orario di apertura
Sabato ore 15.00-18.30
dal 1° ottobre
Vernissage
16 Settembre 2016, ore 19.00
Autore
Curatore