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Francesca Pierattini Rossello – Soffi di Memoria
Mostra personale
Comunicato stampa
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Riparte la stagione espositiva alla “SABINALBANO Modart Gallery”, open space minimal che sposa nuove tendenze dell’arte e della moda, offrendo una vetrina nel cuore della città a talenti nostrani e non solo. Come nel caso di Francesca Pierattini Rossello, la cui originale e raffinata personale di pittura, “Soffi di Memoria”, rappresenta l’incipit del percorso di proposte della gallery di Sabina Albano per l’anno 2009/2010.
“Soffi di Memoria”, dunque, due lessemi accostati in un sintagma che lega l’elemento etico – il leitmotiv, il tema del ricordo, della memoria, appunto – a quello estetico della tecnica delle polveri metallizzate soffiate, peculiarità dei lavori della Pierattini Rossello. Un corpus di circa 11 pezzi su tela (tra cui una sorta di trittico 160x160 componibile in più modalità), con formati che vanno da 80x80 sino a 120x170.
Il lessico pittorico della creativa ligure prende le mosse dall’intento di conferire plasticità al supporto tela, di per sé solitamente rigido e non plasmabile, travalicando i confini stessi del quadro e facendo appello, in una sorta di sinergia tra pittura, scultura e installazione, a tutti i sensi dell’interlocutore. Da qui la scelta di una resa tridimensionale dell’opera, tesa a dinamismo e profondità, mediante una tecnica composita: polveri metallizzate di varie sfumature, frammenti di specchi, tasselli di puzzle, tessuti, sovrapposizione di tele diverse per forma e dimensione a che, a seconda dell’incisione della luce, il quadro dia l’impressione di cambiamento, evoluzione. Il fine – come spiega l’artista di Savona – “…è quello di esprimere la molteplicità di punti di vista impliciti nell’essere umano, che non è un’entità compiuta, ma un continuo divenire.”
I volti, le figure, perfettamente riconoscibili nelle opere, sono la materia organica, convocata a descrivere il legame indissolubile dell’uomo con la memoria, il ricordo, l’esperienza che è alla base dell’identità. Ma l’uomo e la sua identità sono, come già accennato, anche perenne diacronica, pensiero, mutamento: da ciò il variegato ventaglio di possibilità rappresentative e una visione-fruizione a 360°. Un uomo che è entità complessa: astratta e fisica al contempo. Perciò, la necessità di una materica raffigurazione (i visi, i corpi), avvolta da spirali e resa da micro-polveri metallizzate policrome soffiate e miste ad acrilici. Un punto di partenza tangibile e chiaro da cui si dipana una narrazione cromatica e di luce in cui convivono composizione e scomposizione. Le spirali assurgono a testimonianza e sembiante del movimento, del vortice, delle differenti prospettive. Personaggi dalle fattezze evidenti, quasi mai dal sesso definito, però, mostrano una fissità dello sguardo, che anela ad abbracciare la triplice cronologia di presente (il dato reale concreto), futuro (il divenire), passato (la memoria incancellabile e imprescindibile).
E non ci si ferma qui. Un altro elemento, simbolico e tecnico, concorre al risultato finale: la rete. Rete che aiuta a sottolineare rughe, espressioni, particolari e sagome, e al tempo stesso conferisce profondità e tridimensionalità. Una rete che non è limite attraverso cui ingabbiare la figura o il volto in una staticità ricusata (addirittura opere precedenti recano la rete volutamente tagliata!), ma sottile e labile diaframma tra il soggettivo e l’oggettivo, tra il sé e l’altro. Rete, quindi, che assolve alla funzione non di celare, ma di proteggere pudicamente la vera essenza dell’io profondo. Attraverso di lei filtrano il colore, l’idea, le linee, la luce, i punti. Su di lei l’artista dipinge o proietta in varie direzioni onde luminose che oltrepassano la cornice e creano un impatto interattivo ed emozionale col pubblico.
“Soffi di Memoria”, dunque, due lessemi accostati in un sintagma che lega l’elemento etico – il leitmotiv, il tema del ricordo, della memoria, appunto – a quello estetico della tecnica delle polveri metallizzate soffiate, peculiarità dei lavori della Pierattini Rossello. Un corpus di circa 11 pezzi su tela (tra cui una sorta di trittico 160x160 componibile in più modalità), con formati che vanno da 80x80 sino a 120x170.
Il lessico pittorico della creativa ligure prende le mosse dall’intento di conferire plasticità al supporto tela, di per sé solitamente rigido e non plasmabile, travalicando i confini stessi del quadro e facendo appello, in una sorta di sinergia tra pittura, scultura e installazione, a tutti i sensi dell’interlocutore. Da qui la scelta di una resa tridimensionale dell’opera, tesa a dinamismo e profondità, mediante una tecnica composita: polveri metallizzate di varie sfumature, frammenti di specchi, tasselli di puzzle, tessuti, sovrapposizione di tele diverse per forma e dimensione a che, a seconda dell’incisione della luce, il quadro dia l’impressione di cambiamento, evoluzione. Il fine – come spiega l’artista di Savona – “…è quello di esprimere la molteplicità di punti di vista impliciti nell’essere umano, che non è un’entità compiuta, ma un continuo divenire.”
I volti, le figure, perfettamente riconoscibili nelle opere, sono la materia organica, convocata a descrivere il legame indissolubile dell’uomo con la memoria, il ricordo, l’esperienza che è alla base dell’identità. Ma l’uomo e la sua identità sono, come già accennato, anche perenne diacronica, pensiero, mutamento: da ciò il variegato ventaglio di possibilità rappresentative e una visione-fruizione a 360°. Un uomo che è entità complessa: astratta e fisica al contempo. Perciò, la necessità di una materica raffigurazione (i visi, i corpi), avvolta da spirali e resa da micro-polveri metallizzate policrome soffiate e miste ad acrilici. Un punto di partenza tangibile e chiaro da cui si dipana una narrazione cromatica e di luce in cui convivono composizione e scomposizione. Le spirali assurgono a testimonianza e sembiante del movimento, del vortice, delle differenti prospettive. Personaggi dalle fattezze evidenti, quasi mai dal sesso definito, però, mostrano una fissità dello sguardo, che anela ad abbracciare la triplice cronologia di presente (il dato reale concreto), futuro (il divenire), passato (la memoria incancellabile e imprescindibile).
E non ci si ferma qui. Un altro elemento, simbolico e tecnico, concorre al risultato finale: la rete. Rete che aiuta a sottolineare rughe, espressioni, particolari e sagome, e al tempo stesso conferisce profondità e tridimensionalità. Una rete che non è limite attraverso cui ingabbiare la figura o il volto in una staticità ricusata (addirittura opere precedenti recano la rete volutamente tagliata!), ma sottile e labile diaframma tra il soggettivo e l’oggettivo, tra il sé e l’altro. Rete, quindi, che assolve alla funzione non di celare, ma di proteggere pudicamente la vera essenza dell’io profondo. Attraverso di lei filtrano il colore, l’idea, le linee, la luce, i punti. Su di lei l’artista dipinge o proietta in varie direzioni onde luminose che oltrepassano la cornice e creano un impatto interattivo ed emozionale col pubblico.
27
novembre 2009
Francesca Pierattini Rossello – Soffi di Memoria
Dal 27 novembre all'undici dicembre 2009
arte contemporanea
Location
SABINALBANO MODART GALLERY – WILLY SANTANGELO
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52/53, (Napoli)
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52/53, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato ore 10:30 -13:30 e 16:30 - 20:30
Vernissage
27 Novembre 2009, ore 19:00
Autore
Curatore